keyone
0
PierUgoMaria1 ha scritto:A me pare di vedere che il concetto di prodotto "globale" sia facilmente equivocato ( in parte volutamente ) con "prodotto che ha successo in tutto il mondo", ma sono due concetti molto diversi.
Un completo Armani esprime la quintessenza della supremazia del Made in Italy nel campo sartoriale. Non é certo studiato per assecondare il gusto estetico di un tedesco, di un americano o di un azero.
Dopodiché il tedesco, l'americano e l'azero, invece che offendersi, se devono vestirsi come si deve, buttano nella pattumiera la camicia a maniche corte, i Birkenstock coi calzini ed il turbante, e spendono 1000 euro per il loro abito armani. Perché l'abito armani, italianissimo, é riuscito a farsi portatore di una specificità culturale, che é serenamente giudicata superiore a quelle dei milioni di clienti: l'azero se ne frega di comprare azero: vuole vestirsi Armani Made in Italy, perché lo giudica distintivo, esotico, ricercato.
Gen Lee ( perdona, con il dovuto rispetto ) ha parlato della Jeep come prodotto globale per eccellenza. Secondo me invece ricade in pieno nello schema Armani: fino a pochi mesi fa Jeep era la quintessenza del made in Usa: cassoni ignoranti e spartani che rimanevano orgogliosamente fuoristrada alla faccia dei suvvetti crossover imperanti. Rappresentavano l'american way of live, ed in tutto il mondo li compravano proprio perché grondavano americanità. Non globalità.
In entrambi i casi parliamo quindi di prodotti squisitamente ed orgogliosamente "local", autoctoni, che sono stati apprezzati in tutto il mondo *dopo* essere assurti al mito in patria. Sono per così dire "global" solo nelle vendite, a posteriori, non nelle intenzioni immediate.
Tutt'altro paio di maniche é concepire un prodotto disegnato per piacere un po' a tutti e non dispiacere a nessuno in tutto il mondo. Un'operazione che dovrà giocoforza annacquare ed omogeneizzare ogni peculiaritá culturale, estetica, funzionale, emozionale. Il risultato sarà la cosiddetta worldcar. La guardi e non sai se é italiana, coreana, americana. Questo é un prodotto "global nelle intenzioni".
Un fritto misto riscaldato, che piacerà un po' a tutti, ma molto a nessuno. Ed il risultato spesso non é global nelle vendite, vedere Dart / Viaggio ( però chiedete a Marchionne, perché per qualcuno qui é un successone ) .
Jaguar é un produttore che si sta sforzando a mio avviso di fare dei prodotti "inglesi", anche se inglese non é più. Cerca di trovare la via inglese per ogni prodotto che fa ( e chi ha conosciuto gli inglesi, sa che sono dannatamente affezionati alla loro originalità ). Fino ad ora ci ha saputo fare. La nuova xe pare promettere molto molto bene, spero abbia successo. Ma é costata uno sproposito.
Il problema é proprio questo: per giocare seriamente, devi avere credibilità, e devi spendere oceani di soldi.Se sei bollito in entrambi i sensi... vai al macello.
Quoto .
Il made in italy non è global nel senso di omogeneizzato e frutto di compromesso per piacere a tutti , vale a dire a nessuno .
Bensì è globalmente riconosciuto come bello , curato , artigianale nel senso di fatto con arte ed elegante . E quindi piace in tutto il mondo .
Italiano è sinonimo di bello , come ho già scritto .
La nuova Giulia (?) quindi deve inserirsi in questo filone ed essere frutto della filosofia che ha portato marchi come Ferrari , Armani , Valentino , Rossetti , Gucci , ma anche già Alfa Romeo - ed ecco il perchè deve essere attuale , ma ben radicata nella tradizione della casa- e Lancia ad imporsi nel mondo...
Se ciò non fosse , come qui si sospetta e come le prime immagini parziali fanno temere , il rilancio della casa del Biscione rimarrebbe , ahimè , una chimera...