sebaco ha scritto:vecchioAlfista ha scritto:Cometa Rossa ha scritto:sebaco ha scritto:[
Io opterei per delle statistiche serie, se volessi fare una valutazione seria. Ma il mercato vive di fiducia, non di dati reali (come ci accorgiamo in queste ore, quando si chiede alle banche italiane, ma non a quelle tedesche e francesi, di ricapitalizzare...).
I report di affidabilità, volendo, ci sono. Però il mercato non vive solo di fiducia, ma di esperienze passate su cui vengono create aspettative, che se soddisfatte invoglieranno l'acquirente a ridare fiducia al marchio, altrimenti no.
esatto.
Ed in ciò, le dinamiche vanno stimate sul medio-lungo periodo. Dopo 20 anni di Golf 3,4 e 5 serie, di A3 o serie 1-3 compact contrastate con Tipo-Bravo/Brava e Stilo, 145/146 e 147 e 2 generazioni di Delta (per fare un esempio di segmento C), cosa ci dovremmo aspettare?
Cmq trovo anche io che l'affidabilità non sia più un gap, attualmente, per fiat. Addirittura, per esperienza personale e di persone a me vicine dovrei schifare le tedesche.
Non dimentichiamoci, inoltre, che la moda o la sedicente affidabilità non giustificano il loro successo. Non dimentichiamoci gli assemblaggi, la qualità "percepita" e reale di materiali ed interni, la diversificazione di proposte meccaniche,la spesso maggiore disponibilità di versioni, allestimenti ed offerta in generale.
Insomma: in cuor nostro, sappiamo tutti i motivi, bene o male, se ci riflettiamo. La scusa sciovinistica è, come sempre, il solito ritornello per nascondere le mancanze trentennali della nostra industria dell'auto.
Bene, ma di cosa stiamo parlando?
Di affidabilità? Mi pare che confermi quel che dico io.
Di qualità percepita? Non metto in dubbio che Fiat sia indietro rispetto a VW, ma si stava parlando di affidabilità. Quindi cosa c'entra la qualità percepita?
forse mi sono espresso male.
Sono d'accordo con te sul discorso di affidabilità.
Il problema è che, allo stato attuale, l'affidabilità troppo spesso non viene valutata "in se", ma è frutto di esperienze passate e, più in generale, dell'immagine globale di un marchio.
Questo per dirti che al gruppo fiat non è sufficente, al momento, aver raggiunto o superato in affidabilità i crucchi: serve che questo stato di fatto perseveri nel tempo.
E serve che anche tutti gli altri fattori sopra elencati (come la qualità percepita) migliorino; altrimenti si porteranno sempre dietro, nell'immaginario irrazzionale, anche la percezione di una presunta inferiorità in campi ormai "recuperati".
Questa ultima considerazione, per confutare che non si tratta di esterofilia o disfattismo antifiat, ma di un immagine legittima e figlia del frutto di atavici ritardi torinesi, che ancora adesso l'auto italiana sconta. In patria e fuori.