<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> aaa design cercasi per Alfa | Page 59 | Il Forum di Quattroruote

aaa design cercasi per Alfa

alexmed ha scritto:
GenLee ha scritto:
MPcardesign ha scritto:
Il frontale a mio modo di vedere risulta decisamente troppo pesante.
Sembra più esser ripreso dalla Mito (lo scudo è solo meno alto e più largo, la nervatura del trilobo e l'attacco della stessa allo scudo per esempio) che dalla Giulietta, la quale presenteva un andamento più lavorato ed elegante soprattutto sul cofano.
A differenza di Gt quindi ho provato solo a rendere gli elementi del frontale meno ipertrofici.
Rimane comunque un frontale non esaltante e che sa di già visto.
E' una gif animata..

Devo dire interessante: fari più snelli ed aggressivi, trilobo meno "invadente", con citazione della "svasatura" alla base del trilobo stesso....

Immagino che le versioni "normali" saranno con prese d'aria più piccole, sarei curioso di confrontare le vostre proposte con quella vera, ma c'è da aspettare settembre (19-27 settembre salone dell'auto di Francoforte).

Sì dovremo vederla dal vivo. Credo che le prese d'aria dovrebbero essere meno sviluppate; il trilobo resterebbe uguale. Dietro non ci sarebbe lo spoiler "sagomato".
 
Ho scritto che gli esterni della Giulia mi lasciano un po' perplesso, anche se man mano che mi abituo a vedere le immagini sembrano piacermi un po' di più.
Posto un articolo di un blog del fatto quotidiano, non leggo il giornale e, progressivamente, il suo direttore mi è pure diventato antipatico, però ho visto il link da Twitter. Probabilmente Gt_junior sarà d'accordo ;)

Articolo :

Dalla nuova Alfa Giulia a Giugiaro: il car design italiano è finito?
di Alberto Bassi | 10 luglio 2015

Da giorni resisto al commento sulla ?vecchia? nuova Alfa Giulia. In quanto mi interessano alcune riflessioni più generali, evito le valutazioni puntuali, che lascio ai più periti e tecnici, ma non si può non dire che ?non c?entra niente con l?Alfa?; ovvero che si tratta di un?auto aggressiva e forse un po? cafona, non particolarmente originale (come peraltro il restyling piatto e commerciale del marchio) con pesanti affinità ad esempio con Bmw serie 3 o altro a scelta, lontana da ogni riferimento al family feeling storico di Alfa, fatto di sportività ed eleganza (come ancora ben testimoniava, ormai oltre un ventennio orsono, la 156 del rilancio di Walter De Silva, non a caso da tempo all?Audi).

La favola che ?è quello che vuole il mercato? (quale mercato? quali consumatori? conta la domanda oppure l?offerta?) ormai non si può più raccontare nemmeno ai bambini. Certo il mondo è cambiato; la gestione Marchionne ha ben poco interesse per il progetto, ma almeno il concetto di brand identity dovrebbe suggerire qualcosa al mondo marketing (e financial) driven del gruppo Fca. Non interessa qui entrare nella questione se un certo modo di intendere l?azienda abbia salvato o meno Fiat; preme invece sostenere (e il discorso vale per molte imprese con analoghe impostazioni) come una buona gestione economica (reale o presunta) non sia necessariamente incompatibile con un buon design, esito fra l?altro non solo di un mixing di singoli elementi derivati da modelli di successo presenti sul mercato, inevitabilmente disorganici e disarmonici.

Ignorare la presentazione dell?Alfa Giulia diventa però impossibile nel momento in cui si apprende, in questi giorni, della vendita definitiva ai tedeschi di Audi di Italdesign, la società di progettazione di Giorgio Giugiaro, uno dei maggiori car designer contemporanei, autore di autentici long sellers, come Golf, Panda, Uno e Punto, insomma anche di tutte le ultime Fiat di successo.

Scontato rilevare che si tratta di un ennesimo pessimo segnale per l?industria e per il car design italiano. Una grave perdita (ultima della crisi-dismissione di molte aziende del settore del design, di gruppi auto e motociclistici in Italia) maturata nel tempo e passata piuttosto sotto silenzio nel mondo delle imprese (dove sono finiti imprenditori e ?capitali coraggiosi? in Italia?), delle associazioni di categoria industriale (di cui sono da tempo evidenti i limiti nel farsi portatori di un?idea forte di ?cultura d?impresa?, ma anche di strategia, forza e autonomia), dei media (a quando un ragionamento su scarso coraggio e vocazione ?pubblica? di stampa e televisione, nonché intellettuali, nostrani?).

Dentro l?obbligata dimensione internazionale (per cui forse a volte marchi italiani funzionano meglio in mani straniere) e un sistema socio-economico-culturale in velocissima trasformazione, per il nostro Paese continua a non essere riconosciuta ? da parte di politica, industrie, luoghi della ricerca, opinione pubblica ? la centralità di una riflessione profonda (non improvvisata, strumentale o anacronistica) sui temi dell?impresa e del lavoro (e della formazione), seguita da investimenti strutturali di medio e lungo periodo. Si tratta fra l?altro del fondamento di una politica progressista, che non può che essere vocata innanzitutto a superare le attuali intollerabili condizioni di diseguaglianza socio-economico-culturale etc.

Non è sempre vero che i soldi non ci sono, la questione è dove si impiegano. Pare che manchino per investire in ricerca e innovazione (scontato ricordare che tutto il settore dell?automobile produce da tempo vetture ibride e molto altro, ma non Fca) e pagare un designer per realizzare una Giulia di buon progetto, ma ci siano invece per andare alla conquista del mercato con campagne pubblicitarie, immagino non gratuite ma di certo non propriamente memorabili (a base di decotti testimonial oppure financo offensive e volgari).

Progettazione e produzione di mezzi di trasporto (automobili, moto, biciclette, treni etc.) sono stati in Italia ?motori? fondamentali e riconosciuti nel mondo; hanno generato economie, lavoro e benessere: cosa ne rimane oggi? Fra le altre cose, Italdesign è stata venduta e noi abbiamo la ?nuova? Giulia.
 
Non è che se un giornale riporta delle caxxate queste automaticamente rappresentano la realtà. Altrimeni si entra nella logica di....... "lo ha detto la televisione"............ e quindi è vero. :shock:
E' un analisi di parte, ci sarà che è d'accordo e chi no.

Io no.

Pensiamo con il nostro cervello, da ITALIANI e non da italioti.
 
159ti ha scritto:
Non è che se un giornale riporta delle caxxate queste automaticamente rappresentano la realtà. Altrimeni si entra nella logica di....... "lo ha detto la televisione"............ e quindi è vero. :shock:
E' un analisi di parte, ci sarà che è d'accordo e chi no.

Io no.

Pensiamo con il nostro cervello, da ITALIANI e non da italioti.

Guarda 159 che neanche io sono d'accordo ma non sono neanche d'accordo con il tipo di interventi come il tuo, senza offesa.

La diversità dei modi di pensare rappresenta, a mio giudizio, una ricchezza, l'importante è avere sempre un confronto civile con gli altri e delle basi a supporto delle proprie argomentazioni.
 
159ti ha scritto:
Non è che se un giornale riporta delle caxxate queste automaticamente rappresentano la realtà. Altrimeni si entra nella logica di....... "lo ha detto la televisione"............ e quindi è vero. :shock:
E' un analisi di parte, ci sarà che è d'accordo e chi no.

Io no.

Pensiamo con il nostro cervello, da ITALIANI e non da italioti.
Ciao 159,scusa sai,stavolta hai sbagliato, equivocato piu del normale. Il Caro Menech é una persona molta garbata qui dentro, credo che il tuo intervento , non sia die richtige Art.(giusta maniera)
 
Menech ha scritto:
Ho scritto che gli esterni della Giulia mi lasciano un po' perplesso, anche se man mano che mi abituo a vedere le immagini sembrano piacermi un po' di più.
Posto un articolo di un blog del fatto quotidiano, non leggo il giornale e, progressivamente, il suo direttore mi è pure diventato antipatico, però ho visto il link da Twitter. Probabilmente Gt_junior sarà d'accordo ;)

Articolo :

Dalla nuova Alfa Giulia a Giugiaro: il car design italiano è finito?
di Alberto Bassi | 10 luglio 2015

Da giorni resisto al commento sulla ?vecchia? nuova Alfa Giulia. In quanto mi interessano alcune riflessioni più generali, evito le valutazioni puntuali, che lascio ai più periti e tecnici, ma non si può non dire che ?non c?entra niente con l?Alfa?; ovvero che si tratta di un?auto aggressiva e forse un po? cafona, non particolarmente originale (come peraltro il restyling piatto e commerciale del marchio) con pesanti affinità ad esempio con Bmw serie 3 o altro a scelta, lontana da ogni riferimento al family feeling storico di Alfa, fatto di sportività ed eleganza (come ancora ben testimoniava, ormai oltre un ventennio orsono, la 156 del rilancio di Walter De Silva, non a caso da tempo all?Audi).

La favola che ?è quello che vuole il mercato? (quale mercato? quali consumatori? conta la domanda oppure l?offerta?) ormai non si può più raccontare nemmeno ai bambini. Certo il mondo è cambiato; la gestione Marchionne ha ben poco interesse per il progetto, ma almeno il concetto di brand identity dovrebbe suggerire qualcosa al mondo marketing (e financial) driven del gruppo Fca. Non interessa qui entrare nella questione se un certo modo di intendere l?azienda abbia salvato o meno Fiat; preme invece sostenere (e il discorso vale per molte imprese con analoghe impostazioni) come una buona gestione economica (reale o presunta) non sia necessariamente incompatibile con un buon design, esito fra l?altro non solo di un mixing di singoli elementi derivati da modelli di successo presenti sul mercato, inevitabilmente disorganici e disarmonici.

Ignorare la presentazione dell?Alfa Giulia diventa però impossibile nel momento in cui si apprende, in questi giorni, della vendita definitiva ai tedeschi di Audi di Italdesign, la società di progettazione di Giorgio Giugiaro, uno dei maggiori car designer contemporanei, autore di autentici long sellers, come Golf, Panda, Uno e Punto, insomma anche di tutte le ultime Fiat di successo.

Scontato rilevare che si tratta di un ennesimo pessimo segnale per l?industria e per il car design italiano. Una grave perdita (ultima della crisi-dismissione di molte aziende del settore del design, di gruppi auto e motociclistici in Italia) maturata nel tempo e passata piuttosto sotto silenzio nel mondo delle imprese (dove sono finiti imprenditori e ?capitali coraggiosi? in Italia?), delle associazioni di categoria industriale (di cui sono da tempo evidenti i limiti nel farsi portatori di un?idea forte di ?cultura d?impresa?, ma anche di strategia, forza e autonomia), dei media (a quando un ragionamento su scarso coraggio e vocazione ?pubblica? di stampa e televisione, nonché intellettuali, nostrani?).

Dentro l?obbligata dimensione internazionale (per cui forse a volte marchi italiani funzionano meglio in mani straniere) e un sistema socio-economico-culturale in velocissima trasformazione, per il nostro Paese continua a non essere riconosciuta ? da parte di politica, industrie, luoghi della ricerca, opinione pubblica ? la centralità di una riflessione profonda (non improvvisata, strumentale o anacronistica) sui temi dell?impresa e del lavoro (e della formazione), seguita da investimenti strutturali di medio e lungo periodo. Si tratta fra l?altro del fondamento di una politica progressista, che non può che essere vocata innanzitutto a superare le attuali intollerabili condizioni di diseguaglianza socio-economico-culturale etc.

Non è sempre vero che i soldi non ci sono, la questione è dove si impiegano. Pare che manchino per investire in ricerca e innovazione (scontato ricordare che tutto il settore dell?automobile produce da tempo vetture ibride e molto altro, ma non Fca) e pagare un designer per realizzare una Giulia di buon progetto, ma ci siano invece per andare alla conquista del mercato con campagne pubblicitarie, immagino non gratuite ma di certo non propriamente memorabili (a base di decotti testimonial oppure financo offensive e volgari).

Progettazione e produzione di mezzi di trasporto (automobili, moto, biciclette, treni etc.) sono stati in Italia ?motori? fondamentali e riconosciuti nel mondo; hanno generato economie, lavoro e benessere: cosa ne rimane oggi? Fra le altre cose, Italdesign è stata venduta e noi abbiamo la ?nuova? Giulia.

Si carissimo Menech, sono in linea con le considerazioni dell'articolista. (anche a me il suo direttore sta antipatico ;) )
La questione della globalità' è un alibi che è' facile tirar fuori quando fa comodo.
Pensate che i giapponesi da decenni hanno un proprio centro stile nella cara vecchia Europa, la quale non farà' i numeri cinesi, ma ripeto, ma fa opinione e valorizza il mercato.
 
angelo0 ha scritto:
159ti ha scritto:
Non è che se un giornale riporta delle caxxate queste automaticamente rappresentano la realtà. Altrimeni si entra nella logica di....... "lo ha detto la televisione"............ e quindi è vero. :shock:
E' un analisi di parte, ci sarà che è d'accordo e chi no.

Io no.

Pensiamo con il nostro cervello, da ITALIANI e non da italioti.
Ciao 159,scusa sai,stavolta hai sbagliato, equivocato piu del normale. Il Caro Menech é una persona molta garbata qui dentro, credo che il tuo intervento , non sia die richtige Art.(giusta maniera)

Non volevo assolutamente offendere nessuno, se così è sembrato chiedo scusa. Se a Menech non piace il design della Giulia ok, son gusti, ma non è un'articolo di giornale che a me farà cambiare idea.
Il mio "italiota" era in senso generico, e cioè, se a me un'auto piace se tutte le testate e tutte le TV ne parlano male non m'importa nulla. Se no ragionerei io da italiota, andrei appresso alle mode. Un'auto mi piace se piace agli altri e non mi piace so non piace agli altri.
Logico che cerco di capire il perchè, ma poi faccio la mia analisi e decido in autonomia senza farmi condizionare. Lo stesso discorso vale al contrario.

Tornando quindi al design non penso che hanno sbagliato, penso semplicemente che la Giulia ha talmente tante novità e talmente tanti plus tecnologici che hanno voluto rischiare poco col design. Ma comunque hanno fatto un ottimo lavoro lo stesso. Penso che queste linee manterranno nel tempo, un po' come accadeva tanti anni fa. Diciamo che a prima vista questo design non è eclatante, ma alla lunga terrà parecchio.

p.s a volte racchiudere in poche righe tutto quello che frulla in testa è difficile e può capitarmi qualche fraintendimento. Colpa mia.
 
C'è da dire a onor di cronaca che il fatto quotidiano non è proprio proprio un giornale equilibrato nei confronti di fca. Ho letto negli anni molti articoli contro fiat prima fca ora, senza parlare la battaglia contro Marchionne, quindi faccio sempre la tara, tara che faccio al contrario se leggo la stampa di Torino.
 
alexmed ha scritto:
C'è da dire a onor di cronaca che il fatto quotidiano non è proprio proprio un giornale equilibrato nei confronti di fca. Ho letto negli anni molti articoli contro fiat prima fca ora, senza parlare la battaglia contro Marchionne, quindi faccio sempre la tara, tara che faccio al contrario se leggo la stampa di Torino.

Come ho specificato all'inizio, il fatto quotidiano non è certamente il mio giornale preferito, non lo compro, ma su Twitter seguo vari giornali e giornalisti, quindi mi arrivano i link agli articoli. Per farsi un'idea di alcune cose, bisogna leggere un po' di tutto, vedi quante volte l'amico Pierugo ha scritto che la stampa italiana, in fatto di auto, non ha la cosiddetta schiena dritta. Credo che nessuno troverà un mio post in cui parlo male di auto straniere, molte di esse mi piacciono, ritengo che molte siano sopravvalutate però, se qualcuno con i suoi soldi vuole fare quello che gli pare, non sono certo io ad impedirglielo. Dal 2001 sono alla 5^ Alfa Romeo, anzi Alfiat, quadrif può confermarti quante volte abbiamo parlato di quale possa essere la nostra futura auto e che io, abituato a cambiare auto massimo ogni 4 anni, questa volta ho deciso di aspettare proprio l'uscita della Giulia perché mi piacerebbe continuare a comprare un'auto italiana. Non ho mai nascosto i difetti ed i problemi avuti con la Giulietta ma continuo a ritenere che la macchina sia stata sottovalutata, almeno in Italia. Torno oggi da un breve periodo di vacanza in Toscana, mia moglie mi ha detto, scherzando:" certo, la nostra era una delle macchine più modeste", ed era vero, a parte i tanti stranieri, anche tra gli italiani, spopolavano le solite note della triade, oltre a tante Evoque. Io non mi sento sminuito per questo, è una mia scelta, molti di voi sanno che siamo medici sia io che mia moglie, non siamo ricchi ma, se volessi, una di quelle citate me la potrei permettere. Quindi, il buon 159, come si dice dalle mie parti di origine, con me " ha proprio sbagliato palazzo".
Comunque scuse accettate! ;)
Grazie ad Angelo per la difesa d'ufficio. :)
 
Gt_junior ha scritto:
Maxetto883 ha scritto:
Gt_junior ha scritto:
Le linee più tese danno, a mio avviso, molta più dinamicita e freschezza di risultato.
Linee tese fanno troppo das auto.
Meglio di no. ;)

Giusto Maxetto, allora parliamone:

Alla Giulietta invece il doppio rene BMW non sta bene, in compenso sembra che sia stata fatta apposta per ospitare la calandra della Bravo, provare per credere!

Io tra il tapiro "originale italico" ad una Audi mancata, preferisco la seconda...

Sono un crucco mancato pure io?

Possiamo dire che questa Giulia è comunque meglio di una Giulietta a trazione posteriore e 3 volumi? Riusciamo ad essere d'accordo almeno su questo?
 
Concordo in pieno con quanto riportato circa il design delle nuove Alfa.
Finita l'epoca Da Silva il design ha subito un regresso. La giulietta ha un frontale che non entusiasma. La nuova Giulia è Alfa Romeo perché a trazione posteriore ma il frontale non ricorda molto un'Alfa. poi vedremo dal vivo che impressione fa? E poi anche il restyling del marchio! Non se ne sentiva per niente il bisogno, perché, non è cambiando la grafica del marchio che si fanno dimenticare le Alfiat a trazione anteriore. Anzi il ritorno alla trazione posteriore, ossia alla tradizione del marchio avrebbe dovuto essere sottolineato con la continuità della grafica del marchio, perché non è una cesura con il passato; la trazione posteriore è il ritorno al futuro dell'Alfa Romeo, un futuro in cui può benissimo proiettarsi con il suo logo del 1972, restituendo la giuda del centro stile a Da Silva, per esempio, che oggi non ha fatto altro che alfizzare Audi e Vag.
 
Volevo solo aggiungere provate quando guidate a vedere una Giulietta nelle specchietto retrovisore centrale, non sembra che chieda strada, né nel vederla vi viene voglia di farle strada come accadeva con le alfa a trazione posteriore, ma anche con la 156.
 
Menech ha scritto:
Come ho specificato all'inizio, il fatto quotidiano non è certamente il mio giornale preferito, non lo compro, ma su Twitter seguo vari giornali e giornalisti, quindi mi arrivano i link agli articoli. Per farsi un'idea di alcune cose, bisogna leggere un po' di tutto, vedi quante volte l'amico Pierugo ha scritto che la stampa italiana, in fatto di auto, non ha la cosiddetta schiena dritta.

Non denigro sicuramente il fatto quotidiano tanto è che da poco mi è scaduto l'abbonamento e posso dire di conoscerlo bene. L'importante per me è leggere fonti diverse in modo da mediare le opinioni.

Se la giulia ti interessa una capatina al museo la farei, per me dal vivo rende meglio cosa già successa per la 4c che a Ginevra al salone quando la vidi alla presentazione mi lasciò a bocca aperta.

La giulia io non la comprerei mai dato che le berline non rientrano nelle mie scelte ma non nego abbia fascino sia per la tecnica che per il design.
 
È' passato un anno esatto dal giorno in cui conobbi i due designers, in Italdesign, Egger e Maurer.
Mi è rimasta impressa la ammirazione nei loro occhi per il design dell'alfetta Gt, un design davvero made in Italy, pur senza essere edulcorato da rotondità barocche anacronistiche.

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