capnord ha scritto:gdd78 ha scritto:alfredoalfredo ha scritto:non ho ben capito una cosa.
se chiunque volesse acquistare un'auto sportiva usata poniamo una porsche 911 per fare un esempio di x anni e avesse come unico reddito gli importi relativi ad un lavoro da dipendente statale indubbiamente molto ben verificabile senza altri introiti veribicabili dai modelli 740 degli anni precedenti codesta auto usata deve comunque essere dichiarata perche' considerata bene di lusso?no' perche' se si in grado di non avere null'altro che uno stipendio e nessuna attivita' libero professionistica o introito proveniente da altro è assurdo che chiunque non possa acquistare un bene pagandolo in proporzione magari vecchio di 7-8 anni e solo perche' da nuovo ha ben altro valore per lo stato è lecito solo presupporre che sia un potenziale evasore fiscale.
credo che non sia chi acquista la porsche che debba dimostrare di non avere altri redditi ma casomai lo stato verificare che l'acquirente sia in regola con ogni tassa peraltro trattenuta alla fonte dal datore di lavoro.
Il "problema" del controllo si pone solo per chi ha qualcosa da nascondere...
mica vero
quest'inverno volevo comprare un termocamino per risparmiare sulla bolletta visto che ho legna in avanzo. Il commercialista m'ha detto che è meglio di no.
Ma ca@@o, un camino non paga bollo, assicurazione e consuma la metà.
Sono 30 anni che lavoro e non posso aver messo da parte 2000 euro per un camino????????
Loro guardano solo l'ultima dichiarazione.
Eccecredo che la gente non spende più una lira, se oltre alla crisi deve pur avere la grana di un'ispezione fiscale, AFFANCULO A LORO.
Certo: Più tasse e meno entrate, peggio del paradosso di Zenone; bel risultato questa caccia alle streghe che si ostinano a chiamare pomposamente ?lotta all?evasione fiscale? e che invece si è tramutata in una guerra ai poveri.
Oltre tutto cio, le fandonie che ci siamo dovute sorbire durante l?annus horribilis del governo Monti non legate alla realtà ma solo al condimento morale agli italiani: risultato l?Italia è l?unico paese del mondo che aumenta la pressione fiscale ma riduce le entrate tributarie.
Dati alla mano: l?ultimo anno disponibile per la statistica, il 2012, secondo i dati di Bankitalia, la spesa pubblica è aumentata dello 0,7%. Alla faccia della spending review. Passando dal 50 al 50,7 per cento del pil.
Non basta: malgrado l?aumento mostruoso della pressione fiscale che nominalmente si attesta intorno al 54% ma che in realtà è probabilmente superiore di due o tre punti, da gennaio a maggio le entrate erariali sono diminuite dello 0,2%, pari a circa 373 milioni di euro.
Gli esperti chiamano ciò la ?maledizione di Arthur Laffer?, l?economista americano che per primo aveva dimostrato con le curve delle coordinate cartesiane come a un incremento delle imposte oltre una certa soglia non corrisponda un aumento direttamente proporzionale dei soldi che incassa lo stato.
Cosa possimo dire, sarcasticamente parlando, che chi oggi vuole opprimerci con le tasse altro non è che un depravato che trae soddisfazione dalla sofferenza altrui, e di questi casi nella storia ne abbiamo visti molti.