99octane ha scritto:
DareAvere(exTDI89) ha scritto:
testerr ha scritto:
a breve la Spagna (alla faccia di ZApatero) che ha il 20% di disoccupati. E noi abbiamo l'economia migliore dell'Eurabia. Però in Spagna i culattacchioni possono sposarsi.........
Le economie di Grecia e Spagna si stanno sgretolando, dai dati macroeconomici non escluderei per nulla il default(in particolare per la prima). Guardando alla nostra, ci penserei un po' prima di dire che è la migliore d'Europa, il nostro debito pubblico è troppo alto. Ciò che ha evitato che l'Italia facesse la stessa fine della Spagna è stato un mercato del lavoro sostanzialmente rigido che ha scoraggiato le aziende ad espellere personale, una larga fetta della popolazione impiegata presso Amministrazioni Pubbliche, Enti pubblici o a partecipazione pubblica(lavoratori che non hanno ridotto i consumi, o lo hanno fatto meno degli altri) e un sistema bancario solido. Se avessimo avuto un mercato del lavoro come quello spagnolo e uno Stato leggero come il loro saremmo falliti da un pezzo.
E' una lettura abbastanza di comodo, considerando che la massa enorme di impiegati statali italiana e' una palla al piede pazzesca alla nostra economia.
Idem per la flessibilita' del sistema del lavoro, che non permette alle aziende di adattarsi alle nuove contingenze, obbligando societa' altrimenti recuperabilissime al fallimento.
A mio avviso, per evitare fraintendimenti, dobbiamo distinguere due fasi, una di breve periodo e una di lungo periodo. La prima analisi che possiamo fare non può che riguardare la prima ipotesi. Dato che, semplificando, la domanda aggregata(a cui si adegua la produzione) è data dalla somma dei consumi delle famiglie, degli investimenti delle imprese in beni capitali e dalla spesa pubblica in beni e servizi(AD=C+I+G):
-il nostro Paese, avendo un' occupazione meno flessibile degli altri, ha risentito meno del crollo dei consumi(procurato dai soggetti espulsi dal mercato del lavoro) e l'impatto sulla domanda aggregata(e quindi sulla produzione) è stato minore;
-il nostro Paese, avendo una spesa pubblica medio-alta, ha contribuito anche esso a limitare il crollo della domanda grazie alla parte della domanda aggregata(G) dovuta alla spesa statale.
Non è una lettura di comodo, è una lettura a mio avviso realistica.
Ora è chiaro, estendendo il discorso al lungo periodo, che alla lunga un debito pubblico elevato prodotto dalla spesa statale in beni e servizi G è pericoloso. E concordiamo tutti(penso) che sia preferibile mantenere a livelli accettabili il livello della domanda aggregata andando ad incidere sulla tassazione riducendola(e quindi aumentando il reddito disponibile delle famiglie e di conseguenza i consumi) e se possibile ridurre il debito. In ogni caso, nell'immediato, la spesa pubblica agisce direttamente sulla domanda ed è più efficace di un minor prelievo fiscale(il cui impatto sui consumi non è immediato) quindi, paradossalmente, di fronte ad una situazione di crisi, ha reagito meglio un Paese come il nostro(tassazione medio alta e spesa pubblica medio alta) che un Paese come la Spagna(tassazione e spesa pubblica medie/medio-basse).
Saluti.