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In tempi di crisi, mentre in Italia si sente sempre più spesso parlare di "razionalizzazione dei costi logistici" e di "spostamento della produzione all'estero per risparmiare", ben altri scenari si stanno creando in Francia, dove il presidente Sarkozy ha deciso di convocare i vertici Renault.
Scopo dell'incontro è fare chiarezza sulla volontà della Casa francese di trasferire in Turchia la costruzione della nuova Clio. Il rischio di una delocalizzazione, che non piace a parecchi elementi del Governo (azionista al 15% di Renault), metterebbe infatti in serio pericolo la produzione nell'impianto di Flins. In attesa del meeting che dovrebbe svolgersi sabato all'Eliseo fra Sarkozy e il numero uno dell'ex Régie, Carlos Ghosn, c'è stata una riunione fra il ministro dell'economia, Christian Estrosi e il direttore generale della Renault, Patrick Pelata.
Il Governo, che ha prestato qualcosa come sei miliardi di euro ai maggiori costruttori francesi (compreso il Gruppo Psa) e che ha cercato di rilanciare il mercato con gli incentivi, ora vorrebbe vedere qualche frutto, quantomeno sul piano occupazionale. Concetto chiaramente ribadito da Estrosi al termine dell'incontro con Pelata: "Voglio dire molto chiaramente che non abbiamo investito 250 milioni di euro per lo sviluppo dell'auto elettrica e delle batterie nel sito di Flins, per venire a sapere che si vuole costruire la nuova Clio in Turchia", ha dichiarato nel corso della conferenza stampa.
La replica di Pelata per il momento è cauta: "Abbiamo previsto che cessi la produzione della Clio in Spagna e Slovenia, ma non c'è ancora alcuna decisione sullo spostamento in Turchia della futura Clio IV. In ogni caso ci saranno delle Clio prodotte a Flins, qualsiasi cosa succeda". La Renault è attualmente impegnata in un complesso piano di rilancio, in un momento molto delicato per tutto il settore, ma è difficile che Sarkozy faccia dietrofront, a pochi mesi dalle dichiarazioni sui prestiti concessi alle Case: "I fondi per l'automobile sono ovviamente condizionati all'imperativo di consolidare la vocazione industriale del Paese e in particolare il settore automobilistico che ne rappresenta un'importante fetta", aveva detto il presidente. Non resta che aspettare l'esito del colloquio di sabato. (A.C.)