Settembre 2015: una data che ha segnato uno spartiacque indelebile nella storia dell’industria automobilistica globale..
la US Environment Agency (EPA) scopre il sistema fraudolento capace di ridurre artificialmente le emissioni durante le prove di omologazione ha travolto la Casa di Wolfsburg e con essa l’intero comparto auto europeo...
Si tratta di un ingegnoso dispositivo, chiamato defeat divice, programmato per riconoscere le condizioni specifiche dei test di omologazione ufficiali (condotti in laboratorio su rulli, seguendo cicli di guida standardizzati) e attivare i sistemi di controllo delle emissioni, in particolare quelli per l’abbattimento degli ossidi di azoto (NOx). In questo modo, le auto risultavano conformi ai limiti di legge mentre invece arrivavano fino a 40 volte superiori a quelli consentiti, come dimostrato da test indipendenti condotti su strada.
''Dunque, quel 18 settembre del 2015 comincia un vero e proprio inferno per la Volkswagen che, pur ammettendo fin da subito le proprie responsabilità, alla fine arriverà a subire un danno quantificato in oltre 33 miliardi di euro. Tanto per farsi un’idea del danno economico in pochissimi giorni, il prezzo delle azioni Volkswagen è sceso del 20% e 11 milioni di veicoli sono stati “richiamati” in tutto il mondo (di cui 8,5 in Europa).
A questo si aggiunge indubbiamente un danno d’immagine per il marchio leader di vendite in Europa e simbolo della massima perfezione dell’ingegneria tedesca. Si dimette il grande capo Martin Winterkorn e subito dopo numerosi manager, molti dei quali finiti agli arresti.''.
Purtropp lo scandalo gettò un’ombra sull’intera industria automobilistica, in particolare sulla tecnologia diesel, che fino a quel momento era stata promossa come “pulita” (almeno per la CO2). La fiducia dei consumatori subì un colpo durissimo..