<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> 12 Novembre 2001,per non dimenticare. | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

12 Novembre 2001,per non dimenticare.

L'ultima auto nata al Portello fu l'Alfetta,ad Arese nacquero la 33, la Giulietta ,la Alfetta 2000, l'Alfasud 3°, serie l'Alfa 90 ,la 75 e 164.....quest'ultima l'ho cominciata io ma andai via quando mi scontrai con la presidenza......

Filippo Surace.
 
75TURBO/TP ha scritto:
Merosi1910 ha scritto:
Per vecchioAlfista: ti ringrazio e ovviamente contraccambio la stima.

Il Portello è parte fondamentale della storia d'Italia. Voglio riportare un aneddoto che avevo letto e che fa capire quanta storia ci fosse dietro quella fabbrica.

Nel 1944 gli alleati stavano pianificando il bombardamento del Portello, poi avvenuto. Un ufficiale alleato dell'Intelligence cercò allora il figlio di Ugo Gobbato, direttore dell'Alfa. Il figlio di Gobbato infatti era militare nell'aeronautica, non ricordo con quale grado, ed era passato alle forze alleate come tanti altri italiani in quei terribili giorni. L'ufficilale alleato voleva avere informazioni da Gobbato per rendere più efficace il bombardamento.
Gobbato però si rifiutò di dare informazioni ricordando che in quella fabbrica lavorava anche il padre,oltre a tanti altri connazionali. L'ufficiale alleato, pur non avendo ottenuto ciò che voleva, gli strinse la mano e si congratulò riconoscendo l'umanità e l'onore dell'uomo.
L'ing. gobbato, il padre, sopravvissuto ai bombradamenti, si opererà poi in tutti i modi per far ripartire la produzione al Portello e inoltre riuscirà ad evitare che molti operai vengano deportati
Ciao Merosi ma in questo momento ho un vuoto di memoria,c'entra per caso l'Alfetta 158 perche' ricordo di averne parlato in una tua discussione,fu Gobbato a salvarla dai Tedeschi(rischiando anche la vita) che volevano portarla in Germania assieme ai macchinari della Fabbrica?

Ho recuperato il vecchio post. Sicuramente l'ordine partì da Gobbato, chi eseguì materialmente la cosa è scritto qui:

Bonini non lasciò l?Alfa e la sua lunga ed apprezzata attività fu riconosciuta dalla casa milanese che si adoprò affinché fosse premiato dalla Camera di Commercio di Milano nell?ambito del Concorso per la premiazione della fedeltà al lavoro e del progresso economico che si svolse nel mese di novembre del 1956. L?amicizia con il pilota tedesco non s?incrinò per quel rifiuto, e quando Caracciola morì per una malattia, Bonini si trovò incluso tra gli eredi.

L?Alfa gli affidò incarichi diversi ma che richiedevano disponibilità, competenza e anche tanto coraggio come quando, insieme a Consalvo Sanesi e altri colleghi, riuscì a salvare le Alfetta 158 che allo scoppio della guerra erano state nascoste a Monza negli uffici sfollati dell?Automobil Club di Milano. Il colonnello Covacivic, direttore dell?Automobil Club, avvertì la direzione dell?Alfa Romeo che i tedeschi si stavano interessando troppo ai rossi bolidi e che c?era il rischio che li portassero via. Con il suo aiuto, due camion riuscirono a raggiungere il nascondiglio per caricare le vetture, ma la manovra non passò inosservata; infatti, arrivò un soldato tedesco che, pistola in pugno, cominciò ad urlare. Ne arrivarono degli altri e la situazione cominciò a diventare seria.
Grazie alla conoscenza della lingua e al possesso di uno speciale tesserino rilasciatogli da uno dei due comandi tedeschi che avevano assunto il controllo diretto dell?Alfa (tesserino che fu sventolato prontamente sotto il naso dell?infuriato soldato tedesco) Pietro Bonini riuscì a caricare le vetture con l?aiuto dei suoi colleghi e a trasportarle ad Abbiategrasso, nell?officina del famoso pilota di motonautica Achille Castoldi, dove rimasero nascoste dietro un muro fino alla fine della guerra.
Un altro importante incarico gli fu affidato dal direttore generale Ugo Gobbato che lo inviò in missione segreta a Berlino dal ministro Albert Speer, capo dell?organizzazione Todt, con una lettera nella quale chiedeva garanzie che non venissero più saccheggiati dai magazzini del Portello materiali preziosi come l?acciaio, il magnesio e il rame. Dopo mille traversie ed un?estenuante attesa di due giorni, Bonini portò a Gobbato la risposta che permise all?Alfa la ripresa e i successi sportivi alla fine del conflitto.
 
Ciao Giampi, come sempre sei documentatissimo.Sono le riprese aeree per la centratura del bombardamento. Sono veramente immagini che mettono angoscia. Pensare a tutti quegli uomini nascosti nei passaggi sotteranei del Portello, indifesi sotto le bombe.

Ciao Giampi ;)
 
Merosi1910 ha scritto:
75TURBO/TP ha scritto:
Merosi1910 ha scritto:
Per vecchioAlfista: ti ringrazio e ovviamente contraccambio la stima.

Il Portello è parte fondamentale della storia d'Italia. Voglio riportare un aneddoto che avevo letto e che fa capire quanta storia ci fosse dietro quella fabbrica.

Nel 1944 gli alleati stavano pianificando il bombardamento del Portello, poi avvenuto. Un ufficiale alleato dell'Intelligence cercò allora il figlio di Ugo Gobbato, direttore dell'Alfa. Il figlio di Gobbato infatti era militare nell'aeronautica, non ricordo con quale grado, ed era passato alle forze alleate come tanti altri italiani in quei terribili giorni. L'ufficilale alleato voleva avere informazioni da Gobbato per rendere più efficace il bombardamento.
Gobbato però si rifiutò di dare informazioni ricordando che in quella fabbrica lavorava anche il padre,oltre a tanti altri connazionali. L'ufficiale alleato, pur non avendo ottenuto ciò che voleva, gli strinse la mano e si congratulò riconoscendo l'umanità e l'onore dell'uomo.
L'ing. gobbato, il padre, sopravvissuto ai bombradamenti, si opererà poi in tutti i modi per far ripartire la produzione al Portello e inoltre riuscirà ad evitare che molti operai vengano deportati
Ciao Merosi ma in questo momento ho un vuoto di memoria,c'entra per caso l'Alfetta 158 perche' ricordo di averne parlato in una tua discussione,fu Gobbato a salvarla dai Tedeschi(rischiando anche la vita) che volevano portarla in Germania assieme ai macchinari della Fabbrica?

Ho recuperato il vecchio post. Sicuramente l'ordine partì da Gobbato, chi eseguì materialmente la cosa è scritto qui:

Bonini non lasciò l?Alfa e la sua lunga ed apprezzata attività fu riconosciuta dalla casa milanese che si adoprò affinché fosse premiato dalla Camera di Commercio di Milano nell?ambito del Concorso per la premiazione della fedeltà al lavoro e del progresso economico che si svolse nel mese di novembre del 1956. L?amicizia con il pilota tedesco non s?incrinò per quel rifiuto, e quando Caracciola morì per una malattia, Bonini si trovò incluso tra gli eredi.

L?Alfa gli affidò incarichi diversi ma che richiedevano disponibilità, competenza e anche tanto coraggio come quando, insieme a Consalvo Sanesi e altri colleghi, riuscì a salvare le Alfetta 158 che allo scoppio della guerra erano state nascoste a Monza negli uffici sfollati dell?Automobil Club di Milano. Il colonnello Covacivic, direttore dell?Automobil Club, avvertì la direzione dell?Alfa Romeo che i tedeschi si stavano interessando troppo ai rossi bolidi e che c?era il rischio che li portassero via. Con il suo aiuto, due camion riuscirono a raggiungere il nascondiglio per caricare le vetture, ma la manovra non passò inosservata; infatti, arrivò un soldato tedesco che, pistola in pugno, cominciò ad urlare. Ne arrivarono degli altri e la situazione cominciò a diventare seria.
Grazie alla conoscenza della lingua e al possesso di uno speciale tesserino rilasciatogli da uno dei due comandi tedeschi che avevano assunto il controllo diretto dell?Alfa (tesserino che fu sventolato prontamente sotto il naso dell?infuriato soldato tedesco) Pietro Bonini riuscì a caricare le vetture con l?aiuto dei suoi colleghi e a trasportarle ad Abbiategrasso, nell?officina del famoso pilota di motonautica Achille Castoldi, dove rimasero nascoste dietro un muro fino alla fine della guerra.
Un altro importante incarico gli fu affidato dal direttore generale Ugo Gobbato che lo inviò in missione segreta a Berlino dal ministro Albert Speer, capo dell?organizzazione Todt, con una lettera nella quale chiedeva garanzie che non venissero più saccheggiati dai magazzini del Portello materiali preziosi come l?acciaio, il magnesio e il rame. Dopo mille traversie ed un?estenuante attesa di due giorni, Bonini portò a Gobbato la risposta che permise all?Alfa la ripresa e i successi sportivi alla fine del conflitto.

Interessante e bella storia: non la conoscevo. Grazie a Voi. ;)
 
75TURBO/TP ha scritto:
giampi47 ha scritto:
Bellissimo quanto hai scritto. :D

Ora ti posto 2 foto che forse in parte potrebbero completare quanto tu hai magnificamente espresso. Ma magari tu le possiedi gia'.

Un caro saluto. :D :thumbup:
Sono felicissimo di vedere Giampi in questa discussione e lo rigrazio. :p

Grazie caro amico. :D Oggi va un po' meglio e potrebbe essere che questa sera si possa postare ancora qualche foto sull' altro Topic.

A prestissimo. :D
 
:D
Merosi1910 ha scritto:
Ciao Giampi, come sempre sei documentatissimo.Sono le riprese aeree per la centratura del bombardamento. Sono veramente immagini che mettono angoscia. Pensare a tutti quegli uomini nascosti nei passaggi sotteranei del Portello, indifesi sotto le bombe.

Ciao Giampi ;)

Ciao carissimo Merosi. :D

Quanto a documentazioni anche tu non scherzi !!!! :D :D
Bellissimo quanto hai scritto. :)

Anche con te, a presto....Ciao. :D
 
Un altro capitolo nerissimo della storia recente dell'amato biscione.
Tutti speriamo possa essere l'ultimo ma visto quello che sta accadendo con il museo e con Arese mi sa tanto che potrebbe accadere di nuovo.
Per quanto ci riguarda, dobbiamo mantenere viva la memoria.
 
75TURBO/TP ha scritto:
moogpsycho ha scritto:
Mi associo anche io ai ringraziamenti e vi faccio i complimenti per la competenza :D
Grazie a voi che riuscite ad apprezzare cose ormai a molti indifferenti. :p

Non tutti sono indifferenti : qualsiasi persona con un minimo di buonsenso, se debitamente interpellata, dimostra sensibilità ed apprensione per queste vicende.

Il fatto è che non vengono mai menzionate, dai Media o da qualsivoglia altra fonte, con il risultato che queste realtà, assieme a tantissime altre, passano velocemente nel "dimenticatoio di massa" .. con tutti i danni relativi/conseguenti, assolutamente irreparabili e che costituiscono una perdita di coscienza e di valore per la collettività tutta.
8)
 
che storia, gente che ha veramente rischiato la vita, che si è adoperata per difendere dei patrimoni nazionali... gente che si sta rivoltando nella tomba da30 anni.
 
Kren ha scritto:
Un altro capitolo nerissimo della storia recente dell'amato biscione.
Tutti speriamo possa essere l'ultimo ma visto quello che sta accadendo con il museo e con Arese mi sa tanto che potrebbe accadere di nuovo.
Per quanto ci riguarda, dobbiamo mantenere viva la memoria.

Ciao caro KREN :D

Se permetti estendo questo messaggio anche a MOOGPSYCHO.

Ho notato solo ora il vostro " Nuovo abbigliamento " in Celeste e Vi formulo le mie felicitazioni scusandomi per il ritardo. ;)

Ancora complimenti. :D CIAO.
 
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