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Quarant'anni di 75 (1985-2025)

La 90 era una gran bella macchina e ha svolto egregiamente il ruolo di traghettatrrice verso la 164.
Dopotutto ha venduto 1500 pz mese in 3 anni. Numeri che oggi Alfa non fa con nessun modello...
 
L'Alfa 90 era una buona macchina, anche carina per me, e se ricordo bene anche ben accessoriata per l'epoca, ma come è stato detto era su pianale Alfetta, con carrozzeria modificata, insomma nata un po' obsoleta.

Vi ricordo però che questo è il topic che celebra i 40 anni dell'Alfa 75, e di questa occorre parlare, non dei soliti discorsi pro o contro l'Alfa come spesso accade in tutti i topic del brand....

Grazie.
 
Comunque la storia di 90 e 75 sembra si stia ripetendo con l'allungamento forzato delle carriere di Stelvio e Giulia che dovrebbero essere sottoposte a una revisione importante per sopravvivere.
La 75 è un ottimo esempio di reingegnerizzazione di meccanica e carrozzeria valide di modelli precedenti.
 
La 75 gode di tanta popolarità (solo fra gli alfisti e solo in Italia) perché è l'ultima auto dell'azienda. Se Alfa avesse continuato ad esistete, probabilmente sarebbe oggi ricordata per quello che è, ovvero un prodotto fatto in economia con quello che c'era, senza alcuna possibilità di combattere ad armi pari contro le tedesche che proprio in quegli anni presero il volo: BMW serie 3, Mercedes 190 e Audi 80 erano venti anni avanti e solo la bontà del progetto iniziale permise alla 75 di tenere botta in termini di pure prestazioni, non certo in termini di qualità (aspetto principale), ergonomia, comfort, consumi, flessibilità della piattaforma per produrre varianti di carrozzeria e derivate. Tutte cose che importano piú delle prestazioni pure.
Anche nei piani dell'IRI la 75 era una macchina di passaggio, fatta perché altro non si poteva, in attesa di tempi migliori. Che non sono mai arrivati
 
La 75 gode di tanta popolarità (solo fra gli alfisti e solo in Italia) perché è l'ultima auto dell'azienda. Se Alfa avesse continuato ad esistete, probabilmente sarebbe oggi ricordata per quello che è, ovvero un prodotto fatto in economia con quello che c'era, senza alcuna possibilità di combattere ad armi pari contro le tedesche che proprio in quegli anni presero il volo: BMW serie 3, Mercedes 190 e Audi 80 erano venti anni avanti e solo la bontà del progetto iniziale permise alla 75 di tenere botta in termini di pure prestazioni, non certo in termini di qualità (aspetto principale), ergonomia, comfort, consumi, flessibilità della piattaforma per produrre varianti di carrozzeria e derivate. Tutte cose che importano piú delle prestazioni pure.
Anche nei piani dell'IRI la 75 era una macchina di passaggio, fatta perché altro non si poteva, in attesa di tempi migliori. Che non sono mai arrivati

Concordo e aggiungo che anche il grande utilizzo nelle corse, con risultati piuttosto buoni, soprattutto con la versione turbo, penso che abbia spinto abbastanza le vendite, soprattutto in Italia.
 
Per un totale di 56.428 in tre anni. La 75 è arrivata a 550.000 in otto anni.

Dove hai trovato il dato vendite pari a 550.000 vetture? Mi sono sembrate tante, e infatti su Wikipedia si legge 375.257. Ah no, forse hai ragine: 548.433 su Wiki.
L'AI riportava quell'altro dato. Un numero simile però viene riportato anche da Quattroruote (355.433) in questo articolo:


Quindi qual'è il numero esatto? 355.000, 375.000 o 548.000?

Non sono disponibili purtroppo i dati Italia-Estero.
 
Ultima modifica:
Dove hai trovato il dato vendite pari a 550.000 vetture? Mi sono sembrate tante, e infatti su Wikipedia si legge 375.257. Ah no, hai ragine: 548.433. L'AI riportava quell'altro dato, evidentemente errato.
Non sono disponibili purtroppo i dati Italia-Estero.
Devo averlo preso da wikipedia proprio. Ad ogni modo non saprei chi ha ragione, Ruoteclassiche parla di quasi 400.000 unità prodotte ad es. https://ruoteclassiche.quattroruote.it/11-maggio-1985-nasce-lalfa-75-ecco-i-video/

 
La prova di Quattroruote. Le prime impressioni sull’Alfa 75 sono decisamente positive. Secondo il giornalista la 75 mostra un temperamento molto personale. La linea è di quelle che fanno discutere, senza dubbio originale pur non peccando di eccessi di modernità. Alla coda alta e squadrata si contrappone un frontale un po’ pesante, mentre la sottolineatura della cintura viene considerata "troppo vistosa". Al volante si ritrova l’assetto tipico di tutte le Alfa Romeo: posizione di guida, pedaliera e manovrabilità del cambio ricordano Alfetta e Giulietta. Sulla “duemila” il motore a carburatori si fa sentire con un’accentuata rumorosità di aspirazione, che diventa quasi un rombo da vettura sportiva. Il motore della Quadrifoglio Verde, logicamente, esprime ancor di più le qualità sportive della vettura. Lo sterzo, che utilizza il servocomando della 90, è sensibile pur con reazioni molto limitate. Ad andature allegre lo si vorrebbe più rapido, ma si fa comunque sempre apprezzare per la sua precisione.
 
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