<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> L’invenzione dell’automobile | Il Forum di Quattroruote

L’invenzione dell’automobile

“Mi spiace dirlo, ma forse ci stiamo avvicinando alla fine dell’era dell’auto”...


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Al francese Joseph Nicolas Cugnot (1725-1804) è attribuita la costruzione del primo veicolo auto-mobile, ossia in grado di muoversi da solo, del mondo. Era un veicolo destinato al traino dell’artiglieria, funzionava con una enorme caldaia collocata anteriormente, non riusciva a sterzare. Finì la sua vita contro un muro ma entrò nella leggenda per essere stata la prima tappa nella storia della locomozione meccanizzata..

Terminati gli studi, il giovane Cugnot prestò servizio come ingegnere nell'esercito dell'imperatrice Maria Teresa, poiché la Lorena era allora annessa all'Impero austriaco. Nel 1766 e nel 1769 pubblicò due opere di ingegneria militare: Éléments de l'art militaire ancien et moderne (Elementi dell'arte militare antica e moderna) e La Fortification de campagne théorique et pratique (La fortificazione campale teorica e pratica). Il secondo riscosse un certo successo e fu persino tradotto in tedesco nel 1773. Nel 1778 pubblicò una Théorie de la fortification (Teoria della fortificazione), seguita dalla descrizione di un nuovo strumento topografico.

Grazie alle sue invenzioni e ai suoi trattati, Cugnot comincia a farsi conoscere negli ambienti militari. E il suo progetto di costruire un “carro da fuoco” per il trasporto dei cannoni attira l'attenzione delle autorità. Quando si lancia nell'impresa, nel 1769, propone al ministro della Guerra, il duca di Choiseul, un sistema di propulsione a vapore che potrebbe sostituire vantaggiosamente il cavallo. Con perseveranza, l'ingegnere risolse uno ad uno i problemi tecnici per arrivare al prototipo in scala (1). È questa macchina, salvata per un soffio dalla rottamazione, che è ancora oggi esposta al Musée des arts et métiers.

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Il 1886 è l’anno di svolta nella storia della mobilità terrestre, perché chiude l’epoca dei precursori e inizia quella dei pionieri dell’automobile. Karl Benz (1844-1929) inventa, brevetta, costruisce e pubblicizza la sua vetturetta a tre ruote denominata Benz Patent Motorwagen, la prima automobile moderna. È una carrozza spinta dal nuovo e rivoluzionario motore a combustione interna, denominato anche “a scoppio”.
Grande pubblicità suscitò, il 5 agosto 1888, il viaggio di Bertha, moglie di Benz, con due dei loro figli fino a Pforzheim, 180 km tra andata e ritorno. Si dimostrava così la grande affidabilità del nuovo mezzo, spinto da un piccolo motore monocilindrico di 580 cm3 che forniva una potenza di 0,75 CV a 400 giri e consentiva una velocità di 10 km/h.


I primi produttori europei:
Aziende come Benz, Daimler, Panhard e Peugeot producevano veicoli alla fine del 1890. In Francia, De Dion-Bouton, Peugeot e Renault erano le aziende più importanti.

La diffusione industriale dei veicoli a motore ha avuto alcuni effetti macroeconomici significativi prima del 1939 (sul reddito regionale e nazionale, sull'occupazione, sulle esportazioni e sui guadagni di produttività). Contemporaneamente, si è verificata tutta una serie di impatti microeconomici, che hanno interessato sia le famiglie che la creazione di centinaia di aziende di beni e servizi per il crescente parco veicoli sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. I veicoli a motore hanno introdotto cambiamenti economici e sociali e sono stati a loro volta influenzati da tali cambiamenti.

All'inizio del XX secolo, la Francia era in testa alla produzione mondiale e alle esportazioni del nuovo mezzo di trasporto, davanti al Regno Unito e alla Germania. Tuttavia, la dotazione di fattori produttivi, le dimensioni del suo mercato e le innovazioni nell'organizzazione delle fasi di produzione, distribuzione e vendita permisero ben presto agli Stati Uniti e alla loro industria automobilistica di raggiungere una posizione inattaccabile. Nel 1913, gli Stati Uniti producevano già il 79% dei veicoli sviluppati dai sei principali paesi produttori. Nel 1928, quando la produzione statunitense superò i 4,5 milioni di automobili, quasi dieci volte di più rispetto al 1913, la quota mondiale salì all'85%. Prima della crisi del 1929, l'industria automobilistica apparteneva al Nord America, poiché il Canada era salito al secondo posto nella classifica internazionale.

Produzione di veicoli nei sei paesi leader 1900-1932

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Al francese Joseph Nicolas Cugnot (1725-1804) è attribuita la costruzione del primo veicolo auto-mobile, ossia in grado di muoversi da solo, del mondo. Era un veicolo destinato al traino dell’artiglieria, funzionava con una enorme caldaia collocata anteriormente, non riusciva a sterzare. Finì la sua vita contro un muro ma entrò nella leggenda per essere stata la prima tappa nella storia della locomozione meccanizzata..

Terminati gli studi, il giovane Cugnot prestò servizio come ingegnere nell'esercito dell'imperatrice Maria Teresa, poiché la Lorena era allora annessa all'Impero austriaco. Nel 1766 e nel 1769 pubblicò due opere di ingegneria militare: Éléments de l'art militaire ancien et moderne (Elementi dell'arte militare antica e moderna) e La Fortification de campagne théorique et pratique (La fortificazione campale teorica e pratica). Il secondo riscosse un certo successo e fu persino tradotto in tedesco nel 1773. Nel 1778 pubblicò una Théorie de la fortification (Teoria della fortificazione), seguita dalla descrizione di un nuovo strumento topografico.

Grazie alle sue invenzioni e ai suoi trattati, Cugnot comincia a farsi conoscere negli ambienti militari. E il suo progetto di costruire un “carro da fuoco” per il trasporto dei cannoni attira l'attenzione delle autorità. Quando si lancia nell'impresa, nel 1769, propone al ministro della Guerra, il duca di Choiseul, un sistema di propulsione a vapore che potrebbe sostituire vantaggiosamente il cavallo. Con perseveranza, l'ingegnere risolse uno ad uno i problemi tecnici per arrivare al prototipo in scala (1). È questa macchina, salvata per un soffio dalla rottamazione, che è ancora oggi esposta al Musée des arts et métiers.

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Il 1886 è l’anno di svolta nella storia della mobilità terrestre, perché chiude l’epoca dei precursori e inizia quella dei pionieri dell’automobile. Karl Benz (1844-1929) inventa, brevetta, costruisce e pubblicizza la sua vetturetta a tre ruote denominata Benz Patent Motorwagen, la prima automobile moderna. È una carrozza spinta dal nuovo e rivoluzionario motore a combustione interna, denominato anche “a scoppio”.
Grande pubblicità suscitò, il 5 agosto 1888, il viaggio di Bertha, moglie di Benz, con due dei loro figli fino a Pforzheim, 180 km tra andata e ritorno. Si dimostrava così la grande affidabilità del nuovo mezzo, spinto da un piccolo motore monocilindrico di 580 cm3 che forniva una potenza di 0,75 CV a 400 giri e consentiva una velocità di 10 km/h.


I primi produttori europei:
Aziende come Benz, Daimler, Panhard e Peugeot producevano veicoli alla fine del 1890. In Francia, De Dion-Bouton, Peugeot e Renault erano le aziende più importanti.

La diffusione industriale dei veicoli a motore ha avuto alcuni effetti macroeconomici significativi prima del 1939 (sul reddito regionale e nazionale, sull'occupazione, sulle esportazioni e sui guadagni di produttività). Contemporaneamente, si è verificata tutta una serie di impatti microeconomici, che hanno interessato sia le famiglie che la creazione di centinaia di aziende di beni e servizi per il crescente parco veicoli sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. I veicoli a motore hanno introdotto cambiamenti economici e sociali e sono stati a loro volta influenzati da tali cambiamenti.

All'inizio del XX secolo, la Francia era in testa alla produzione mondiale e alle esportazioni del nuovo mezzo di trasporto, davanti al Regno Unito e alla Germania. Tuttavia, la dotazione di fattori produttivi, le dimensioni del suo mercato e le innovazioni nell'organizzazione delle fasi di produzione, distribuzione e vendita permisero ben presto agli Stati Uniti e alla loro industria automobilistica di raggiungere una posizione inattaccabile. Nel 1913, gli Stati Uniti producevano già il 79% dei veicoli sviluppati dai sei principali paesi produttori. Nel 1928, quando la produzione statunitense superò i 4,5 milioni di automobili, quasi dieci volte di più rispetto al 1913, la quota mondiale salì all'85%. Prima della crisi del 1929, l'industria automobilistica apparteneva al Nord America, poiché il Canada era salito al secondo posto nella classifica internazionale.

Produzione di veicoli nei sei paesi leader 1900-1932

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In Spagna si costruivano, nel '32,
piu' automobili che in italia....

?!?



Se eran tutte cosi'....Mica male
 
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Al francese Joseph Nicolas Cugnot (1725-1804) è attribuita la costruzione del primo veicolo auto-mobile, ossia in grado di muoversi da solo, del mondo. Era un veicolo destinato al traino dell’artiglieria, funzionava con una enorme caldaia collocata anteriormente, non riusciva a sterzare. Finì la sua vita contro un muro ma entrò nella leggenda per essere stata la prima tappa nella storia della locomozione meccanizzata..

Terminati gli studi, il giovane Cugnot prestò servizio come ingegnere nell'esercito dell'imperatrice Maria Teresa, poiché la Lorena era allora annessa all'Impero austriaco. Nel 1766 e nel 1769 pubblicò due opere di ingegneria militare: Éléments de l'art militaire ancien et moderne (Elementi dell'arte militare antica e moderna) e La Fortification de campagne théorique et pratique (La fortificazione campale teorica e pratica). Il secondo riscosse un certo successo e fu persino tradotto in tedesco nel 1773. Nel 1778 pubblicò una Théorie de la fortification (Teoria della fortificazione), seguita dalla descrizione di un nuovo strumento topografico.

Grazie alle sue invenzioni e ai suoi trattati, Cugnot comincia a farsi conoscere negli ambienti militari. E il suo progetto di costruire un “carro da fuoco” per il trasporto dei cannoni attira l'attenzione delle autorità. Quando si lancia nell'impresa, nel 1769, propone al ministro della Guerra, il duca di Choiseul, un sistema di propulsione a vapore che potrebbe sostituire vantaggiosamente il cavallo. Con perseveranza, l'ingegnere risolse uno ad uno i problemi tecnici per arrivare al prototipo in scala (1). È questa macchina, salvata per un soffio dalla rottamazione, che è ancora oggi esposta al Musée des arts et métiers.

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Il 1886 è l’anno di svolta nella storia della mobilità terrestre, perché chiude l’epoca dei precursori e inizia quella dei pionieri dell’automobile. Karl Benz (1844-1929) inventa, brevetta, costruisce e pubblicizza la sua vetturetta a tre ruote denominata Benz Patent Motorwagen, la prima automobile moderna. È una carrozza spinta dal nuovo e rivoluzionario motore a combustione interna, denominato anche “a scoppio”.
Grande pubblicità suscitò, il 5 agosto 1888, il viaggio di Bertha, moglie di Benz, con due dei loro figli fino a Pforzheim, 180 km tra andata e ritorno. Si dimostrava così la grande affidabilità del nuovo mezzo, spinto da un piccolo motore monocilindrico di 580 cm3 che forniva una potenza di 0,75 CV a 400 giri e consentiva una velocità di 10 km/h.


I primi produttori europei:
Aziende come Benz, Daimler, Panhard e Peugeot producevano veicoli alla fine del 1890. In Francia, De Dion-Bouton, Peugeot e Renault erano le aziende più importanti.

La diffusione industriale dei veicoli a motore ha avuto alcuni effetti macroeconomici significativi prima del 1939 (sul reddito regionale e nazionale, sull'occupazione, sulle esportazioni e sui guadagni di produttività). Contemporaneamente, si è verificata tutta una serie di impatti microeconomici, che hanno interessato sia le famiglie che la creazione di centinaia di aziende di beni e servizi per il crescente parco veicoli sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. I veicoli a motore hanno introdotto cambiamenti economici e sociali e sono stati a loro volta influenzati da tali cambiamenti.

All'inizio del XX secolo, la Francia era in testa alla produzione mondiale e alle esportazioni del nuovo mezzo di trasporto, davanti al Regno Unito e alla Germania. Tuttavia, la dotazione di fattori produttivi, le dimensioni del suo mercato e le innovazioni nell'organizzazione delle fasi di produzione, distribuzione e vendita permisero ben presto agli Stati Uniti e alla loro industria automobilistica di raggiungere una posizione inattaccabile. Nel 1913, gli Stati Uniti producevano già il 79% dei veicoli sviluppati dai sei principali paesi produttori. Nel 1928, quando la produzione statunitense superò i 4,5 milioni di automobili, quasi dieci volte di più rispetto al 1913, la quota mondiale salì all'85%. Prima della crisi del 1929, l'industria automobilistica apparteneva al Nord America, poiché il Canada era salito al secondo posto nella classifica internazionale.

Produzione di veicoli nei sei paesi leader 1900-1932

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Sembra che tu non abbia citato la fonte di questo trattato. Wikipedia?
 
Sembra che tu non abbia citato la fonte di questo trattato. Wikipedia?
Si wikipedia e museoauto.com :emoji_wink:

Riproduzione, in scala 7/10, del primo veicolo semovente del mondo. A tre ruote e con propulsione a vapore, era stato costruito per il traino di artiglierie nell’Arsenale militare di Parigi su progetto del lorenese Nicolas Joseph Cugnot. Il motore a 2 cilindri verticali era alimentato dal vapore generato da una caldaia e trasmetteva il moto alla ruota anteriore, che era anche direttrice. Meglio conosciuto come fardier (carro per il trasporto di carichi pesanti), l’originale si trova presso il Conservatoire National des Arts e Métiers di Parigi.

Veicolo a vapore

Motore: 2 cilindri verticali

Cilindrata: 50.000 cc

Velocità: 4 km/h

Peso: 4 tonnellate circa..

1.1.X2.S-foto-FTABIO-021-001-A.jpg
 
E' un'affermazione assolutamente non vera. Uno dei prototipi di Cugnot (ne costruì diversi) si schiantò contro un muro per problemi ai freni, oggettivamente insufficienti.

Oggi ne esiste una riproduzione, funzionante, che viene utilizzata per rievocazioni storiche e ovviamente sterza (attraverso un sistema di tiranti) come si vede nel video:
https://upload.wikimedia.org/wikipe.../Fardier_de_Cugnot_-_start.webm.720p.vp9.webm

Alcune fonti dicono che nel modello del 1771 il sistema frenante fu perfezionato e con altre migliorie, il carro lungo 7 metri circa riusciva a trasportare quattro persone a meno di 10 km/h !:emoji_wink:
 
Alcune fonti dicono che nel modello del 1771 il sistema frenante fu perfezionato e con altre migliorie, il carro lungo 7 metri circa riusciva a trasportare quattro persone a meno di 10 km/h !:emoji_wink:


Meglio la versione piu' acceditata da sempre....
Mettiti il cuore in pace....
:emoji_wink: :emoji_wink:
Questa, e' come dire che il carroarmato l' ha inventato Leonardo
 
Alcune fonti dicono che nel modello del 1771 il sistema frenante fu perfezionato e con altre migliorie, il carro lungo 7 metri circa riusciva a trasportare quattro persone a meno di 10 km/h !:emoji_wink:
Era assolutamente rivoluzionario, se pensiamo che anticipava di oltre un secolo la prima vera automobile che è del 1886 : basti pensare che fu costruito quando ancora non esisteva alcuna applicazione dell'elettricità.
E direi che è comprensibile anche la scarsa preoccupazione per la frenata : si pensava a farlo andare, non a fermarlo, dato anche lo scarso traffico dell'epoca......
 
Era assolutamente rivoluzionario, se pensiamo che anticipava di oltre un secolo la prima vera automobile che è del 1886 : basti pensare che fu costruito quando ancora non esisteva alcuna applicazione dell'elettricità.
E direi che è comprensibile anche la scarsa preoccupazione per la frenata : si pensava a farlo andare, non a fermarlo, dato anche lo scarso traffico dell'epoca......
Come darti torto !
Mi sembra strano, servirebbe una fonte accreditata.
I numeri non mentono.., poi se tu hai altre fonti più accreditate..?

1932
Italia 236,553
Spagna 288,680

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Come storico e appassionato di automobili, vorrei analizzare la situazione e la filosofia dell'industria automobilistica nei principali paesi europei nel periodo prebellico e postbellico!

Germania

Quasi nessun altro oggetto tecnico è penetrato così profondamente nella vita quotidiana dell'individuo
e ha influenzato in modo così duraturo il volto della modernità come l'automobile; quasi nessun altro sviluppo storico ha cambiato in modo così radicale la società occidentale e lo spazio geografico come la motorizzazione di massa.
Proprio per questo motivo, l'appropriazione sociale dell'automobile non si è limitata al suo valore tecnico d'uso, ma ha aperto fin dall'inizio un livello di attribuzione simbolica di significato.
Fin dall'inizio l'automobile è stata uno schermo su cui proiettare le speranze e le paure individuali e sociali.
Che si trattasse della Volkswagen di Hitler o del Maggiolino di Erhard, della Freccia d'Argento della Mercedes o della Trabant del Sachsenring, l'automobile ha sempre mosso i tedeschi in doppio
senso.

Hitler stesso sottolineò in diverse occasioni che la motorizzazione aveva una funzione importante nel suo programma di “ricostruzione nazionale” .
Quando inaugurò l'IAMA nel 1933, "l'economia tedesca si trovava in una fase di stallo che faceva temere il peggio", riassunse Hitler un anno dopo nello stesso luogo.
"Solo misure drastiche e di grande impatto avrebbero potuto forse porre rimedio alla situazione".
Nella ricerca di una via d'uscita dalla crisi , Hitler continuò dicendo di essersi inizialmente lasciato guidare dal seguente pensiero: "Mentre in passato il popolo tedesco era sempre all'avanguardia nello sviluppo dei trasporti, nella motorizzazione dei trasporti è rimasto indietro in un modo inizialmente incomprensibile..
Per lui esisteva una correlazione tra congiuntura automobilistica e ripresa economica, tale che «la crescente
motorizzazione era stimolata dallo sviluppo economico generale, così come potremmo dimostrare che la crescita economica generale sembra essere determinata in parte dalla crescente motorizzazione.

In realtà la Germania era molto indietro rispetto alla concorrenza, ovvero Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Canada..

Il punto di riferimento più efficace di questa concezione della modernità dei nazionalsocialisti
era la Volkswagen.
Nel 1934 Hitler aveva presentato per la prima volta l'idea di un'auto popolare davanti a un vasto pubblico. Rivolgendosi ai vertici dell'industria automobilistica tedesca riuniti, lanciò questo appello:

''Vorrei ora proporre come compito più importante per l'industria automobilistica tedesca quello di progettare sempre più auto che le consentano di conquistare inevitabilmente milioni di nuovi acquirenti. Perché solo se riusciremo a conquistare le masse più ampie per questo nuovo mezzo di trasporto, il vantaggio non sarà solo economico, ma anche sociale e indiscutibile"..

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L'automobile come modello di un “romanticismo d'acciaio”
Nell'immagine politica che il governo nazionalsocialista voleva dare di sé, l'automobile fungeva quindi da simbolo dell'ingresso della Germania nell'era moderna.
La motorizzazione, rappresentata dall'automobile, prometteva competitività grazie alla tecnologizzazione, partecipazione del singolo al progresso e salario e pane per molti..

Il tedesco non si permette nemmeno alcun espediente tecnico nelle sue auto ,"è merce concreta senza la delicatezza a volte tipica dei modelli francesi''..
L'automobile tedesca sarebbe un prodotto della qualità artigianale tedesca e si distinguerebbe dai prodotti di massa soprattutto per la meticolosità della produzione e la precisione del prodotto che ne deriva.
I produttori locali attribuivano molta più importanza agli aspetti costruttivi e molto meno alle esigenze della
produzione, come invece era consuetudine in America.
Il costruttore automobilistico tedesco , quindi, "a differenza di quello americano, non era mai in primo luogo solo un produttore di massa, ma sempre un progettista".

Nei cataloghi e nei depliant pubblicitari delle case automobilistiche si parlava di “genio creativo degli ingegneri”, "accurato lavoro artigianale“ e ”massima qualità".
L'Auto Union esaltava la "tradizionale qualità e perfezione tecnica“ dei propri veicoli, poiché era consapevole che ”solo l'azienda che gode della reputazione di massima qualità tedesca può sopravvivere".
Lo stesso valeva per Daimler-Benz, un marchio che, secondo il prospetto, "da decenni è sinonimo di
bontà dei materiali e progressività della costruzione. Le automobili Mercedes-Benz
hanno consolidato in Germania, e in tutto il mondo, la loro reputazione di qualità speciale.

La tendenza tedesca nella costruzione automobilistica si distingue quindi nettamente dal cosiddetto standard internazionale", si leggeva ancora. "La sua caratteristica essenziale è che ci si sforza di conferire alle automobili il massimo grado possibile di equilibrio".
Per questo motivo, alle esposizioni internazionali le auto tedesche “non sono mai eleganti come quelle che le circondano”, ma sono “efficienti e resistenti”.
Ai saloni automobilistici internazionali, i tedeschi non mostrano “novità fine a se stesse”, ma cercano sempre di raggiungere una “onestà forse poco interessante, ma solida”.

"In America, dove petrolio e benzina scorrono a fiumi, si può discutere se il frontale di un'auto debba assomigliare a una casa palestinese o a una donna di Rubens, in modo da sprecare più carburante possibile.
Noi tedeschi possiamo ora offrire al mondo i frutti del nostro spirito, che non crea un Art Nouveau sdolcinato, ma anche linee rigorose e chiare nei veicoli, alla pari dell'architettura volitiva nelle città e nelle strade di Adolf H..
Gregor M. RinnDas Automobil als nationales Identifikationssymbol.
 
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La rinascita dell'industria automobilistica tedesca dopo la seconda guerra mondiale, da una situazione di quasi totale distruzione, fu un'impresa spettacolare, con particolare enfasi sulla Volkswagen.
Alla fine della guerra, lo stabilimento Volkswagen e la città di Wolfsburg erano in macerie.
Ripristinata la produzione, in poco più di un decennio lo stabilimento produceva la metà dei veicoli a motore della Germania occidentale e aveva conquistato una posizione di rilievo sul mercato mondiale.
Rompendo con quello che era diventato il design standard, la Volkswagen utilizzava un motore a quattro cilindri raffreddato ad aria nella parte posteriore dell'auto.
Inoltre, abbandonò il cambio di modello annuale che era diventato consuetudine presso altri produttori automobilistici.
Sebbene l'azienda fosse stata fondata dal governo tedesco, negli anni '60 il governo cedette il 60% delle sue quote vendendo azioni al pubblico, un caso insolito di denazionalizzazione in un'epoca in cui la nazionalizzazione dell'industria era molto più comune.
Nello stesso decennio, Volkswagen acquisì Auto Union, che si evolse nel suo segmento di auto di lusso Audi.

Alla fine degli anni '60 la BMW passò dall'essere un costruttore di piccole auto e motociclette Isetta dallo stile bizzarro a un'azienda nota per le sue autovetture di alta gamma e le motociclette di lusso. Opel divenne la base per le operazioni europee della General Motors e negli anni '90 fornì gran parte delle competenze ingegneristiche relative alle auto di piccole dimensioni per le operazioni GM in tutto il mondo; tuttavia, Opel fu venduta al gruppo PSA nel 2017.
Prima della fusione con Chrysler Corporation nel 1998, Daimler-Benz aveva sviluppato interessi diversificati che spaziavano dai treni ai prodotti aerospaziali. Dopo la separazione tra Daimler e Chrysler nel 2007, Daimler-Benz è stata rinominata Daimler AG.
brittanica.com
 
Francia

La Francia, insieme alla Germania, è stata una pioniera nel settore automobilistico. Alcuni storici dell'automobile sostengono che siano stati i francesi a inventare l'automobile. L'ingegnere francese Nicolas Joseph Cugnot inventò il primo veicolo semovente, un trattore militare a vapore (1769). Tuttavia, poiché questo progetto non ebbe molto successo, l'onore viene normalmente attribuito a Karl Benz in Germania, che adottò un motore a combustione interna. Nel XIX secolo, gli inventori francesi sperimentarono vari sistemi di propulsione.
All'inizio, il vapore era il sistema di propulsione preferito.
1859 - Jean Joseph Étienne Lenoir costruì un motore a combustione interna.
Nel 1860 Lenoir ottenne un brevetto per un “motore ad aria alimentato dalla combustione di gas” dal Conservatoire National Des Arts Et Métiers, n. N.43624, e nell'arco di un anno la società Lenoir-Gautier ne produsse 380 esemplari.

Il motore di Lenoir era un motore a vapore a doppia azione convertito con valvole a saracinesca per l'immissione della miscela aria-carburante e lo scarico dei prodotti di combustione.
Si trattava di un motore a ciclo a due tempi che utilizzava una miscela di gas di carbone e aria. Sebbene avesse un'efficienza di consumo del carburante di solo il 4% circa, era una macchina fluida e resistente (alcune macchine erano in perfette condizioni dopo 20 anni di funzionamento continuo) e nel 1865 ne erano in uso più di 400 in Francia e 1.000 in Gran Bretagna, impiegate per lavori a bassa potenza come il pompaggio e la stampa.

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Edouard Delamare-Deboutteville costruì la prima automobile a benzina (1884).., considerata da alcuni la prima automobile del mondo a motore a scoppio, anche se non ebbe grande successo commerciale o influenza sullo sviluppo successivo delle automobili, a differenza dei successivi veicoli di Benz e Daimler (1886).

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René Panhard ed Émile Levassor fondarono la Panhard et Levassor, un'azienda produttrice di automobili (1887).

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Armand Peugeot costruì un'automobile a quattro ruote alimentata da un motore a combustione interna Daimler a benzina (1890).
Fu fondata la Darracq (1896).
All'inizio del XX secolo, l'Europa era in testa all'America nella produzione automobilistica.

La Francia era una potenza industriale minore rispetto alla Germania, ma sviluppò un'industria automobilistica più grande. La Francia produceva oltre 30.000 automobili, quasi la metà della produzione mondiale (1903).
L'America all'epoca produceva solo circa 11.000 automobili.
Venne fondata la Hotchkiss et Cie (1903). Fu acquistata dalla Peugeot dopo la seconda guerra mondiale nel 1950. Louis Delage fondò la Delage (1905).
Ettore Bugatti fondò l'azienda Bugatti a Molsheim, che prima della prima guerra mondiale faceva parte della Germania.
La filiale francese della Hispano-Suiza fu fondata nel 1911.
La produzione cessò poco prima della guerra (1938).
Parigi divenne famosa per i suoi taxi. Questi taxi contribuirono a portare le forze francesi ad attaccare il fianco della Prima Armata tedesca mentre avanzava verso Parigi, determinando il Miracolo della Marna (settembre 1914).
Durante la guerra, i camion furono un importante contributo industriale americano.
Dopo la guerra furono fondate diverse nuove aziende automobilistiche. Gabriel Voisin fondò Avions Voisin (1919).
La produzione cessò nel 1939. André Citroën fondò Citroën (1919).
Darracq si fuse con Sunbeam e Talbot (1920).
Amilcar fu fondata nel 1921. L'azienda si fuse con Hotchkiss et Cie nel 1937 e cessò la produzione nel 1939. Salmson iniziò la produzione di automobili (1921).

La produzione automobilistica annuale francese raggiunse il picco di 253.000 autovetture (1929).
Questo fu il record fino al secondo dopoguerra. L'industria subì poi un declino a causa della Grande Depressione.
La produzione crollò a 141.000 auto. Di conseguenza, la Francia scese al secondo posto nella produzione automobilistica europea. La Gran Bretagna ne produsse 220.775.
I francesi avevano ancora il maggior numero di veicoli immatricolati (1,5 milioni) rispetto alla Gran Bretagna (1,2 milioni). I 0,5 milioni di auto della Germania dimostrano quanto fosse indietro l'industria automobilistica del paese.
histclo.com
 
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Beh....

( aggiungo un " dettaglio " a completamento )

I Tedeschi han fatto il contrario....
( a parte doversi svenare per pagare i danni di guerra - 14/18 - alla Francia )
Prima di costruire le auto

-------------------------------HANNO COSTRUITO LE STRADE--------------------------------------

su cui farle correre

:emoji_wink: :emoji_wink:
 
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