Aggiungendo a quello che ti dici e che mi trova d'accordo che l'esempio di uno può creare problemi ad altri, nel senso che se uno permette al figlio un uso massivo dello smartphone poi crea problemi agli altri genitori che invece vogliono impartire un altra abitudini ai figli....
E' un problema, un grande problema, dei nostri tempi : la difficoltà di fare i genitori (quindi i genitori, non gli amici) e di stabilire dei paletti educativi quando ai propri figli capita di frequentare ragazzi "anarchici", abituati a non esser mai contraddetti né limitati e che si sentono i padroni, senza riconoscere su di sé né vincoli né autorità esterne.
Penso che l'unico possibile antidoto a questi brutti esempi avvelenati stia in un dialogo coi ragazzi, partendo da quando sono ancora piuttosto piccoli e facendoli ragionare, senza mai trattarli da bambinetti né mai cercare d'imporsi con la logica del "è così e basta" ma aprendogli gli occhi sui tanti problemi, le tante negatività della vita, che loro ancora non vedono restando logicamente attirati solo da ciò che è facile e comodo.
Non dico sia facile, affatto, ma non credo neppure impossibile : ho sotto gli occhi l'esempio di una mia cugina che ha due figlie, oggi di 24 e 20 anni, nessuna delle quali ha potuto disporre di telefono cellulare durante l'adolescenza (e meno che mai collegato in rete) e che sono brave ed equilibrate, adesso ovviamente lo usano ma non sono fissate : a suo tempo hanno capito la lezione.
Proprio come il sottoscritto quando, da bambino e da ragazzino, mia mamma specialmente - che lo faceva pacatamente, senza ferire il mio orgoglio né arrabbiarsi - mi diceva che una certa cosa non andava fatta : io facevo di tutto per non farla e guadagnarmi così, agli occhi dei genitori e degli adulti in genere, lo status di ragazzo maturo ed affidabile, non di mocciosetto capriccioso ed incontrollabile.
Ho avuto così accesso tra l'altro a cose normalmente off-limit per un ragazzo, e non me ne sono mai pentito : se mi dicevano, allora, che una certa cosa era una bambinata (raramente, ma è chiaro che è successo) era come ricevere una frustata sul mio orgoglio, per me, e dopo cercavo di evitarlo ad ogni costo.