Faccio notare che questa discussione filosofica (un po' fuori tema), si porta dietro un grande presupposto: l'utilizzo di un'auto richiede (oltre alle disponibilità economiche non banali), la patente di guida.
Quindi se risultasse che l'auto fosse un diritto o indispensabile ad un'attività basilare, lo sarebbe di conseguenza anche la patente, che andrebbe garantita e non si potrebbe ritirare.
Per capirci: se io ho bisogno dell'auto per andare a lavoro e mi ritirassero la patente, conseguentemente non potrei più andare a lavorare, se invece continuo ad andare a lavoro, vuol dire che l'auto non è indispensabile.
Come non sarebbe indispensabile per andare in vacanza o esprimere la mia libertà.
Detto questo, per me l'auto è un agio, che ti permette o facilita molte cose, ma un lusso così diffuso da farci credere ormai che "la patente ce l'hanno tutti" e che "l'auto sia indispensabile".
Capisco cosa vuoi dire e ne apprezzo il ragionamento sotteso, nulla è "indispensabile", ci siamo abituati a dare a quel termine il nostro perimetro socialmente diffuso, però ciò che è "indispensabile" per noi è molto diverso da ciò che è "indispensabile" per un cittadino di Kiev o per un abitante della striscia di Gaza.
Però, "settando" il ragionamento sul nostro paese (o sul nostro continente), vien da dire che senza auto molti dovrebbero lasciare o cambiare il lavoro che fanno perché è grazie all'auto che riescono a combinare vita e lavoro.
Io potrei fare tutto senza auto, sapendo di metterci due ore in più ogni giorno, di arrivare trafelato, in ritardo, bagnato o accaldato in ufficio e lo stesso le bimbe a scuola, non potrebbero probabilmente andare nella scuola dove vanno, dovrei fare spesa localmente e più di frequente portando i pesi per centinaia di metri ogni volta, non potrei incontrare così di frequente amici fuori città o fuori regione.
Insomma, nessuna di queste è una cosa "indispensabile" alla sopravvivenza, ma lo diventa se si pensa alla propria vita a 360°, non possiamo far finta che non sia così.
Ho colleghi single, senza auto, che vivono in città e non cambierebbero nulla della propria vita, poi scopri che ogni qual volta c'è la possibilità si fanno "portare" o "recuperare", ogni qual volta c'è uno sciopero sono quelli assenti anche laddove dovrebbero esserci per servizio, ruolo, ecc., quando c'è un'uscita di gruppo sono lì belli felici in attesa che qualcuno li prenda e scarrozzi, salvo poi sentirli raccontare che vanno a fare i weekend con l'auto dei genitori...
Insomma, per come la vedo io la situazione è molto "fluida" ovunque si guardi, ma proprio per questo volevo riportarla sui numeri (e nel seminato del thread).
Perché quando si osserva che il parco circolante è composto per 2/3 (2 su 3, ossia la stragrande maggioranza) da auto che verrebbero bloccate da un dato provvedimento, io delle domande me le pongo e penso che ci sia più di qualche problema in vista!