Diciamo che in stanza Alfa si è parlato del bialbero per confrontarlo con il monoalbero multiair (che comunque ha 4 valvole per cilindro) che onestamente a me non è mai piaciuto e credo che non abbia fornito al meglio i vantaggi sperati.
Insomma per me certamente non uno dei migliori motori FCA. Anche il sound non era un granché.
Poi è vero che sono tutti bialbero 4 valvole per cilindro, ma non sono certo tutti uguali. Ci sono i Miller, gli Atkinson, i corsa lunga, i superquadri, le distribuzioni a catena, quelle a cinghia, i basamenti in ghisa o in lega leggera, turbo a geometria variabile e non, variatori di fase singoli e doppi, cinghie in bagno d’olio (famigerate), contralberi di equilibratura, ecc. ecc..
Tu che sei ingegnere sai bene di cosa parlo e di cosa agli appassionati di meccanica piace parlare.
Se c'è una cosa che, al giorno d'oggi, non distingue un motore da un altro è la distribuzione bialbero. Pure il multiair concettualmente lo è (comando dello scarico separato da quello d'aspirszione anche se l'attuazione è pneumatica).
In realtà, io ricordo pochissime fa.iglie di motori italiani che negli ultimi quindici anni si sono distinte, in particolare il V6 della Giulia (e grazie, l'origine è Ferrari) ed i due JTDm che, pur non esprimendo nessun vantaggio numerico particolare rispetto alla concorrenza, hanno racchiuso un insieme di doti invidiabili - coppia, consumi, longevità e alla fine fruibilità a tutto tondo. Pure i GME della Giulia sono eccellenti, ma non superiori agli equivalenti tedeschi (in particolare BMW) e, soprattutto, non hanno potuto vedere evoluzioni e affinamenti, quindi hanno ancora del potenziale inespresso che tale rimarrà.
Per i motori piccolini, che un tempo erano il vanto dell'industria italiana, si è rimasti indietro. Il buon vecchio Fire, così buono che è durato 40 anni e che è ancora rimpianto, non è stato sostituito da qualcosa all'altezza che sapesse tener testa alla migliore concorrenza - Ecoboost e Honda in primis, ma anche Renault, Volvo 3 cilindri e, in parte, Peugeot. Pure in questo caso, Fiat si è arrangiata con quello che passava il convento e non ha più creduto in sé stessa.
Altra menzione d'onore per l'Italia è il 1750 tBi. È un grandissimo rimpianto, questo si che rappresentava la nostra cultura motoristica "popolare". Avrebbe meritato di essere evoluto. Una Tonale PHEV col 1750 invece del 1300 farebbe tutt'altra figura rispetto all'attuale, così come un'ipotetica nuova Giulietta PHEV. Visto che stanno facendo un nuovo 1600, perché non partire da quella base?