E' durata soltanto
un mese l'impennata
delle auto elettriche,
provocata dai nuovi incentivi
2024, esauriti in poche ore,
dopo mesi di attesa, il 3 giugno
scorso. A luglio la quota
di mercato delle Bev si è più
che dimezzata, precipitando
a un livello inferiore persino
a quello di maggio, quasi nove
frazioni di punto sotto la media
degli ultimi 12 mesi e più
in basso delle ibride plug-in,
che nel frattempo hanno
guadagnato quattro
frazioni di punto di quota
(probabilmente anche grazie
agli incentivi, che oltretutto
per alcuni modelli – come
la Toyota C-HR, che infatti è
entrata nella top ten delle Phev
– erano gli stessi della ben più
generosa fascia 0-20 g/km).
Insomma, per ora niente onda
lunga elettrica, come invece
molti si aspettavano alla luce
degli oltre 25 mila contributi
statali prenotati a fronte
delle appena, si fa per dire, 13
mila immatricolazioni
di Bev di giugno. Il risultato
della perdita di quasi cinque
punti di quota delle auto
a batteria rafforza quasi tutte
le altre alimentazioni.
In particolare le benzina,
che salgono di due punti,
ma anche le mild hybrid,
che guadagnano più di
un punto sul mese precedente,
e il Gpl, che con un balzo
di oltre 1,3 punti raggiunge
un nuovo massimo proprio
mentre il metano, con appena
13 esemplari targati a luglio
e nessuno più ordinabile,
sta esalando l'ultimo respiro.
L'unica alimentazione che non
è stata in grado di sfruttare
il crollo delle Bev è il diesel,
ai minimi dal 1995, che perde
ancora terreno rispetto
a giugno (e ben cinque punti
rispetto a luglio 2023).
un mese l'impennata
delle auto elettriche,
provocata dai nuovi incentivi
2024, esauriti in poche ore,
dopo mesi di attesa, il 3 giugno
scorso. A luglio la quota
di mercato delle Bev si è più
che dimezzata, precipitando
a un livello inferiore persino
a quello di maggio, quasi nove
frazioni di punto sotto la media
degli ultimi 12 mesi e più
in basso delle ibride plug-in,
che nel frattempo hanno
guadagnato quattro
frazioni di punto di quota
(probabilmente anche grazie
agli incentivi, che oltretutto
per alcuni modelli – come
la Toyota C-HR, che infatti è
entrata nella top ten delle Phev
– erano gli stessi della ben più
generosa fascia 0-20 g/km).
Insomma, per ora niente onda
lunga elettrica, come invece
molti si aspettavano alla luce
degli oltre 25 mila contributi
statali prenotati a fronte
delle appena, si fa per dire, 13
mila immatricolazioni
di Bev di giugno. Il risultato
della perdita di quasi cinque
punti di quota delle auto
a batteria rafforza quasi tutte
le altre alimentazioni.
In particolare le benzina,
che salgono di due punti,
ma anche le mild hybrid,
che guadagnano più di
un punto sul mese precedente,
e il Gpl, che con un balzo
di oltre 1,3 punti raggiunge
un nuovo massimo proprio
mentre il metano, con appena
13 esemplari targati a luglio
e nessuno più ordinabile,
sta esalando l'ultimo respiro.
L'unica alimentazione che non
è stata in grado di sfruttare
il crollo delle Bev è il diesel,
ai minimi dal 1995, che perde
ancora terreno rispetto
a giugno (e ben cinque punti
rispetto a luglio 2023).