Però, hanno proprio sudato per fare questa vettura.
Vedi l'allegato 32102 Vedi l'allegato 32102
Non posso citare tutta la pagina 105, ma i discorsi sono francamente deludenti più del prodotto polacco, che dovremmo acquistare per via del logo appiccicatoci sopra.
Quando nel 1992/1994 si mandarono definitivamente in pensione L'Alfa 75/Milano e la Spider /Duetto/Graduate, iniziò la fortuna della BMW e dell'oggi irraggiungibile triade tedesca.
E spiego il concetto.
Laddove l'idea di sportività era legata alla trazione posteriore al tansaxle, al Busso prima ancora che al bialbero, quando si decise che per economie di scala Alfa dovesse diventare una tutto avanti, si lasciò una vastissima prateria alla triade.
Mercedes e BMW, infatti, coltivarono il tipo di trazione e si appropriarono della clientela che quel tipo di trazione aveva guidato da sempre e che avrebbe volentieri continuato a guidare.
Quello fu un grave errore strategico.
Marchionne alla fine lo capì e tentò di chiudere il cancello quando tutti i buoi ormai erano fuori.
Ora non capire questo concetto, significa non fare tesoro del passato.
E' un po' il ragionamento di chi rimpiange la dittatura perché i treni partivano in orario.
Torniamo a noi.
Se Alfa deve essere un marchio che deve sottrarre clientela alla triade, non lo farà sicuramente con vetture tipo quella appena presentata e prodotta a Tichy.
Perché il cliente di riferimento, se l'assunto è questo, è chi compra BMW, che le auto non le regala di certo.
Quel tipo di cliente, allora, non lo si conquista con certi veicoli, come quello appena presentato.
Altrimenti non si giustificherebbe l'operazione della recente 33 stradale, che non ha lo stesso fascino di quella di Scaglione, ma almeno c'è!
Poi vero che Alfa 156 e 147 se ne produssero e vendettero in gran quantità, ma uno non erano di rottura con l'immagine del marchio, e Da Silva questo lo sapeva bene, e due non erano delle semplici rivisitazioni della Tipo dell'epoca o della Tempra come fu la 155, che rimase a listino anche meno della Alfa 90, nel senso che se quest'ultima durò solo tre anni, l'altra appena 5.
Che intendo dire.
Che quelle due auto misero in crisi lo strapotere, soprattutto la 147 della Golf, tant'è vero che la BMW se ne Accorse e corse subito ai ripari con quello sgorbietto della serie 1 dell'epoca.
Ve la ricordate la Golf di Giugiaro?
Qualcuno la ricorda ancora?
Quante se ne vedono in strada, oggi?
Merito della 147!
Eppure la Golf è ancora a listino, la c alfa sedan no!
Quindi, se di Alfa si vuole fare una marchio qualunque, bene così, Junior o Milano che sia a profusione.
Chi ama il qualunque, il led di luce ambiente si accomodi.
Ma se di Alfa romeo si vuole fare il marchio per cui Henry Ford si toglieva il cappello o Satta Puliga diceva quello che ho letto in questo topica, allora la strategia è completamente sbagliata o quanto meno contraddittoria.
Si perché la 33 stradale di Imparato non ci azzecca, come diceva quel famoso PM.
Tutto sta a decidere cosa si vuole fare da grandi.
Se essere la qualunque o la concorrenza dei tedeschi.
Mica trent'anni di delusioni si recuperano in 8, pandemia e guerra di mezzo!
P.S. grazie a GT junior, che ho citato, perché è lui che ha condiviso quanto copio ed incollo:
"L'Alfa Romeo non è una semplice fabbrica di automobili: le sue auto sono qualche cosa di più che automobili costruite in maniera convenzionale. E' una specie di malattia, l'entusiasmo per un mezzo di trasporto. E' un modo di vivere, un modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore. Qualcosa che resiste alle definizioni. I suoi elementi sono come quei tratti irrazionali dello spirito umano che non possono essere spiegati con una terminologia logica." (Orazio Satta Puliga - 1969)