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Aldilà della discussione oramai infinita e ripetitiva su vantaggi e svantaggi, ricordiamoci che il senso della transizione applicato alle auto in Europa è quello legato alla gestione e diminuzione dell'inquinamento e dell'emergenza climatica (così come tutta la transizione più in generale).
La produzione di energia elettrica nel tempo la puoi migrare su fonti rinnovabili, la produzione di carburanti no, se non in percentuali da prefisso (come si diceva una volta) e questo dovrebbe già stroncare in partenza qualsiasi valutazione su efficienza energetica dei sistemi.
L'esigenza di ridurre le emissioni di inquinanti dannosi per la salute umana e di co2 è sacrosanta e nessuno credo su queste pagine l'abbia mai messa in discussione . Ciò che molti contestano -ed io fra quelli- è che l'imposizione all'elettrico per legge europea sia la migliore soluzione per rendere più verde il pianeta . Su questo punto Quattroruote , giustamente citato da Pilota , secondo me ha sintetizzato in maniera esemplare il problema : per il raggiungimento di un obiettivo di riduzione dell'inquinamento occorrerebbe parlassero meno i politici e più gli ingegneri , i quali soli possono mettere a punto tecnologie che siano al tempo stesso efficaci , economiche , vendibili , usabili , profittevoli per raggiungere lo scopo . Nella produzione di beni la politica ( dal greco polis , città ) deve dettare le regole , lasciando però alla tecnica (dal greco τέχνη [téchne], "arte" nel senso di 'perizia', 'saper fare', 'saper operare') il come arrivare allo scopo prefissato.
Ma qui lascio parlare chi ha mentalità più "scientifica e tecnica" della mia . Aggiungo solo che l'auto elettrica ha senso soprattutto nei centri urbani , dove viene massimizzato il suo pregio , la mancanza di emissioni nocive immediate dovute al propulsore e minimizzato il suo difetto fondamentale , la scarsa autonomia e la fastidiosa necessità di lunghe ricariche . Allora mi chiedo come mai non si sia incentivata in sede politica principalmente la vendita di piccole vetture , senza incentivi per auto grandi , a volte enormi , con motori potentissimi e coppie mostruose per prestazioni da pista , chiaramente inadatte ai centri storici e ai contesti urbani.
A questo punto cito Agricolo , con il quale sono ampiamente d'accordo nella trattazione del problema transizione elettrica :
"...il mix energetico che produce l'energia per ricaricare le batterie è ancora in buona parte fossile (ossia, buona parte del pianeta). Oppure, se consideri il breakeven point per compensare le emissioni dovute alla produzione dell'auto, che secondo Volvo (non un club di Top Fuel Dragster...) si colloca sugli 80k km, il che può voler dire l'intera vita dell'auto. Oppure ancora, auto termche in grado di percorrere ancora 200k km rottamate perchè non più in regola.... sono molti i casi in cui l'auto elettrica peggiora le emissioni, o quanto meno incide sulla loro riduzione in maniera risibile...."
Questo affinchè la vis polemica che inevitabilmente assume un ruolo importante in queste discussioni , soprattutto quando sono lunghe e animate come questa , non lasci per strada i nodi cruciali del problema e non si riduca a battibecchi -come dici giustamente- in cui si ripetono sempre le stesse cose con parole sempre diverse...
In definitiva , secondo me , parlino i tecnici con norme politiche flessibili e garanti dei fini e non dei mezzi per raggiungerli...