Oggi sfogliando il quotidiano locale ho visto la pubblicità di un concessionario che vende le auto del marchio Cirelli (Cirelli Motor Company), di cui ne ignoravo l'esistenza. La gamma, di soli SUV/crossover (presumo prodotti in Cina con schema simile a DR), è piuttosto articolata, seppur dai nomi decisamente poco originali (2, 3, 4, 5, 7). Ne ho scoperto l'esistenza oggi. https://cirellimotorcompany.com/
La 5 e la 7 sembrano essere Dongfeng Forthing che è possibile acquistare anche su Alibaba, ovviamente a prezzi inferiori. Mi sembra quindi un importatore di auto cinesi con brand in italiano. Fantasia al potere!
no, mi ricorda un mio collega di lavoro che al posto della c aveva la t, meglio perderlo che trovarlo
Che tristezza non aver quasi più un'industria automobilistica nazionale dopo i fasti del secolo scorso (Stellantis ormai è abbastanza chiaro che è stata un'acquisizione con qualche debole paletto più che una fusione). Ma del resto per come siamo messi, nessuno avrebbe il coraggio (e i soldi) per creare un nuovo marchio davvero tutto italiano.
Guardandola mi chiedo? Cosa ha di meno esteticamente di una tedesca molto più blasonata e costosa? I Crossover ormai vanno per la maggiore e meglio se si somigliano tutti, ieri avevo davanti una Dr e a stento l'ho distinta da una VW.
Appena lanciata sul mercato e già rischia, come chi l'ha preceduta, un'indagine dell'Antitrust. https://forum.quattroruote.it/threa...icizzate-come-italiane-ma-sono-cinesi.145474/ Ed effettivamente questo claim risulta poco chiaro, le auto sono progettate e assemblate in Cina, mica in Italia, o no? Cirelli è un’azienda automobilistica italiana con sede legale a Milano che si occupa di assemblaggio e sviluppo di autoveicoli.
C’è un nuovo marchio italiano sul mercato: si chiama Cirelli e, come i brand del gruppo Di Risio, propone auto di produzione cinese che vengono parzialmente allestite in Italia. Nello specifico, le vetture semifinite vengono completate nello stabilimento di Verdellino, nel bergamasco: qui avvengono le personalizzazioni del brand al design, le modifiche a ruote, assetto e climatizzazione e il montaggio dell’impianto a Gpl omologato dalla stessa Casa. Proprio l’installazione di impianti per alimentazioni alternative ha rappresentato per la famiglia Cirelli, con un passato nel motorsport, l’ingresso nel mondo dell’auto, nel lontano 1974, prima di dedicarsi alla vendita di auto tramite una rete di concessionarie. La rete attuale. L'ingresso del marchio Cirelli nel listino delle auto nuove è un progetto a cui la Casa stava già lavorando dal 2016 e che oggi può contare su una rete di circa 50 centri, destinati a raddoppiare nel corso del 2024, tra concessionarie e officine. Al momento, sono tre le vetture già disponibili, di cui la Cirelli 5 è la prima a comparire su Quattroruote: ve la raccontiamo sul numero di gennaio e in video. Altre due arriveranno a breve (ma sono già a listino), per un totale di cinque auto in gamma, tutte con motori turbo di origine Mitsubishi, oltre che con una dotazione di serie piuttosto ricca. Ne parliamo con maggiori dettagli nella nostra galleria d’immagini. https://www.quattroruote.it/news/mercato/2024/01/05/cirelli_gamma_auto_foto_gallery_.html
...personalmente anche qualche lacrimone... e non propriamente di allegria... Ma poi... Ho cambiato auto, ho preso una Cirelli... Una ci che?!?
Con tutto il rispetto per la rivista che gentilmente ci ospita, questo è un caso in cui se qualcuno volesse saperne di più sul topic trarrebbe maggiori vantaggi leggendo questa discussione aperta nel settembre 2023.
anche a me non entusiasmano questi nuovi brand nati dal nulla e solo per commercializzare prodotti cinesi. Non mi convincono perchè sono piccole realtà che dubito abbiano le necessarie risorse finanziarie oltre ad esperienza e struttura adeguata. Preferirei di gran lunga se il costruttore cinese si affidasse a gruppi di concessionari conosciuti e consolidati. Detto questo sulle modalità di commercializzazione, non sottovaluterei i prodotti cinesi e la loro capacità di fare bene sul nostro mercato. Se proseguono infatti i tassi di crescita di questi mesi, non escluderei che al termine del 2024 possano puntare ad un 6/8% del totale
