La letteratura è politica. Sempre. Anche quando si parla di amore, di fatto l'universo valoriale a cui possono o meno appartenere i protagonisti, di fatto sono politica. Il flusso di pensieri di un monologo è politica.Dipende.
Se uno scrive romanzi che non trattano argomenti politici e non fa anche l'opinionista in tv che differenza fa se sta da una parte o dall'altra?
Sto provando a fare mente locale sugli ultimi romanzi di scrittori italiani che ho letto.
Di un paio di autori non conosco nemmeno la faccia e non ho idea se siano politicamente schierati,mi sono piaciuti i loro romanzi e preferisco non sapere nulla delle loro idee politiche perchè preferisco che non ci siano simpatie o antipatie che influenzino il mio giudizio.
Purtroppo spesso mi sembra invece che i gusti siano quasi obbligatori.
Se stai da quella parte li ti deve piacere quel cantante e quello scrittore,mentre quell'altro ti deve fare schifo.
Quando capita di sentire una persona fortemente politicizzata che cita l'autore o l'artista che sta dichiaratamente dalla sua parte mi chiedo sempre se non lo faccia solo per partito preso e se abbia davvero letto e apprezzato il suo lavoro.
La Murgia nel suo libro di esordio Accabadora, racconta la storia di un'adozione. E' un libro denso di amore, ma è anche un manifesto politico.