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Allarme .....Linguistico!!

Tanto ot non è.
Tanti abitanti delle zone di frontiera piaccia o meno sono italiani a tutti gli effetti (a meno che non abbiano tutti la doppia cittadinanza) quindi potrebbe anche capitare loro ad esempio di essere chiamati a testimoniare in un processo o comunque di avere a che fare con lo stato che non riconoscono e a cui non sentono di appartenere.
A me vengono in mente le scene di quei programmi tipo airport security in cui il turista di turno quasi sempre non parla bene la lingua del paese in cui vorrebbe entrare e allora di default viene chiamato un interprete.
Sai che figura se una volta arrivato l'interprete ci fosse ancora la barriera linguistica...
 
Tanti abitanti delle zone di frontiera piaccia o meno sono italiani a tutti gli effetti (a meno che non abbiano tutti la doppia cittadinanza)

Mi stupisce fortemente che una persona giovane come te non riconosca i diritti delle minoranza linguistiche del nostro paese, che siano tedesche, francesi o romance [forse molti non sanno che esiste anche il romancio - c'è anche un canale RAI3 in quella lingua - ed in certi comuni tutti gli atti vengono stesi in tre lingue].

Sono diritti riconosciuti anche dalla Costituzione e che hanno superato i gravi problemi posti dopo l'annessione (parlo di Alto Adige) del Sud Tirolo che è stato fino a quel momento parte di uno stato di lingua tedesca.

avere a che fare con lo stato che non riconoscono e a cui non sentono di appartenere

Questo non è assolutamente vero, o quanto meno lo è per una minoranza.
Infatti nell'ultimo mondiale vinto eravamo là e mi guardavano come un alieno perché non me ne fregava assolutamente nulla.
Anzi avevo fatto una gaffes pensando loro tifassero Germania :(
Fa parte del retaggio storico e resterà così per secoli.
Io stesso avevo simili idee prima di andarci ... ho dovuto ricredermi.

Per il resto è pigrizia. La stessa che porta molti ticinesi a non parlare il tedesco o il francese. Cosa che nel mondo del lavoro ti castra pesantemente.

E' di stretta attualità come la lingua sia stata e sia usata come mezzo di potere e di divisione ... obbligare il russo o l'ucraino nelle zone contese, uno dei pretesti per iniziare a spararsi.
 
rientrando in topic, stupisce si pretenda che chi è di cultura non italiana parli bene la nostra lingua, quando abbiamo tanta gente, di cultura italiana, che l'italiano non lo sa proprio parlare.

Su questa cosa uno come Camilleri ci ha costruito il suo successo come scrittore.
 
Mi stupisce fortemente che una persona giovane come te non riconosca i diritti delle minoranza linguistiche del nostro paese, che siano tedesche, francesi o romance [forse molti non sanno che esiste anche il romancio - c'è anche un canale RAI3 in quella lingua - ed in certi comuni tutti gli atti vengono stesi in tre lingue].

Sono diritti riconosciuti anche dalla Costituzione e che hanno superato i gravi problemi posti dopo l'annessione (parlo di Alto Adige) del Sud Tirolo che è stato fino a quel momento parte di uno stato di lingua tedesca.

E chi ha parlato di diritti?
Io ho scritto che avere l'opportunità praticamente senza sforzo di imparare una seconda lingua (che in realtà sarebbe la prima e che comunque può tornare utile basta doversi spostare di 50 km per qualsiasi ragione) e rifiutarsi di farlo per pigrizia o per principio mi pare assurdo.
Non discuto il fatto che in certe zone sia stato scelto di adottare come prima lingua il tedesco anche se di fatto è ancora territorio italiano,ma il fatto che alcune persone non parlino o parlino molto male l'italiano.

In generale,fatta eccezione per le generazioni over 70,non concepisco neanche l'uso,o meglio l'abuso,dei dialetti che in molti casi sono la lingua principale o addirittura l'unica lingua che tante persone parlano.
Capisco che fanno parte della cultura regionale ma la lingua ufficiale dell'Italia è l'italiano.
Credo sia lecito aspettarsi che gli italiani,almeno quelli abbastanza giovani che hanno frequentato le scuole almeno fino ai 14 anni,lo sappiano parlare.
 
Ultima modifica:
con uno svizzero come fanno?
magari chiedere prima di chiamare l'interprete la lingua che parla l'ospite?

Il problema è che finchè non arriva l'interprete in molti casi non c'è modo di comunicare.
Come fai a chiedere a una persona che non parla la tua lingua quale lingua parla?
Guardi sul passaporto qual è la sua nazionalità e ti aspetti che la sua lingua madre sia la lingua ufficiale dello stato da cui proviene.
Oppure si può andare a orecchio,anche senza capire cosa dice una persona si può indovinare che lingua parla per assonanza.
Ma il rischio di fare confusione resta.
 
Come fai a chiedere a una persona che non parla la tua lingua quale lingua parla?

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Prima che io nascessi (spero che le cose siano cambiate) i miei genitori hanno vissuto in zone diverse perchè mio padre veniva trasferito per lavoro.
In una zona in cui sono stati (non faccio nomi dico solo che era al nord ma non era neanche zona di confine) gli autoctoni parlavano una loro lingua,guai a chiamarla dialetto,e pur capendo perfettamente l'italiano facevano finta di non capire coi forestieri.
Addirittura i prezzi nelle vetrine non erano scritti in italiano.

Mi verrebbe da pensare,visto che sono passati tanti anni e che probabilmente era un problema anche di scolarizzazione in certi casi,che le cose siano cambiate in meglio.
Ma non ne sono certo,in fondo i sentimenti separatisti sono tutt'ora vivissimi.
 
Più che il problema della lingua, mi sembra grave "l'analfabetismo funzionale" che dilaga sui social.
Persone che si sentono in diritto e dovere di rispondere a tutti gli argomenti senza nemmeno aver capito il nocciolo della questione.
E guai a riprendere chi usa ed abusa h a sproposito. Subito si viene tacciati come maestri pignoli.
 
Non mi attacco al tram di chi parla male dei "ragazzi di oggi".

Per me sono più intelligenti di quelli di ieri, più svegli e, grazie anche allo sviluppo dei media, più "maturi" di come eravamo noi alla loro età.

La mia nipotina di 8 anni parla come un'adolescente, si comporta quasi da ragazza, è super-intelligente, studia e già parla piuttosto bene l'inglese. Ok, va in una scuola privata, ma non penso che sia questo il motivo. Semplicemente oggi bambini e ragazzini/ragazzine sono "più avanti".
La nipote di quasi 3 anni talvolta dice frasi che mi lasciano basito per come sono argute e pertinenti, anche come lessico.

Ieri ho visto "The voice kids" e sono rimasto allibito da come parlavano, ragionavano e si ponevano i ragazzini e le ragazzine di 11-12 anni partecipanti. Tra l'altro quasi tutti anche musicisti e con altre "passioni".

Quindi W i giovani e spero che il futuro per loro non sia così fosco come appare in questo momento. Forza ragazzi.

I troll dei social? I bulli? Penso che siano delle eccezioni negative, come ci sono sempre state e ci saranno sempre. C'erano anche ai miei tempi.
 
Non mi attacco al tram di chi parla male dei "ragazzi di oggi".
In effetti il tema è genericamente focalizzato sugli strafalcioni linguistici. E, per quanto leggo, non è assolutamente correlato né all'età, né all'estrazione sociale o geografica, neppure, incredibile dictu, al grado di scolarizzazione.
Temo sia strettamente connesso alla scarsa attitudine alla lettura. Non quella meramente scolastica, quella di libera cultura generale.
 
Non discuto il fatto che in certe zone sia stato scelto di adottare come prima lingua il tedesco anche se di fatto è ancora territorio italiano,ma il fatto che alcune persone non parlino o parlino molto male l'italiano.

In generale,fatta eccezione per le generazioni over 70,non concepisco neanche l'uso,o meglio l'abuso,dei dialetti che in molti casi sono la lingua principale o addirittura l'unica lingua che tante persone parlano.
Capisco che fanno parte della cultura regionale ma la lingua ufficiale dell'Italia è l'italiano.
Credo sia lecito aspettarsi che gli italiani,almeno quelli abbastanza giovani che hanno frequentato le scuole almeno fino ai 14 anni,lo sappiano parlare.

ho recentemente visitato una batteria di cannoni da difesa dei primi anni dell'800, recentemente ripulita e resa visitabile.
La guida ci ha fatto notare come i locali interni venivano indicati con numeri e non con nomi per favorire l'orientamento a soldati provvenienti da varie zone, che parlavano lingue diverse e non sempre sapevano leggere.
Vogliamo tornare a quei tempi?
 
La nipote di quasi 3 anni talvolta dice frasi che mi lasciano basito per come sono argute e pertinenti, anche come lessico.

Credo che dipenda da persona a persona.
Anche a me è capitato di incontrare dei genitori con bambini che parlavano benissimo pur essendo molto piccoli.
Il nipote di un cliente era un soldo di cacio eppure sapeva che il camion che trasporta le auto si chiama bisarca.
Però ho conosciuto anche bambini che invece pur avendo quasi l'età per andare alle elementari parlavano ancora una lingua tutta loro,uno in particolare sembrava che avesse la mamma siciliana e il papà marziano perchè era assolutamente incomprensibile,non solo per me.

Forse oggi si tende ad assecondare meno i bambini quando si tratta di lunguaggio.
Anni fa la figura del logopedista era praticamente sconosciuta,oggi se un bambino pronuncia male qualche lettera i genitori si preoccupano e corrono ai ripari.

Io,stando a quanto mi racconta mia madre,ho saltato a piedi pari la fase in cui i bambini parlano un linguaggio tutto loro che i genitori cercano di interpretare (ma chissà quante volte il bambino vuole la merenda e invece i genitori pensano che voglia qualcos'altro).
Mio fratello invece chiamava mio padre paconne invece di papà e la macchina era la munne.
Nessuno sa da dove abbia tirato fuori certi neologismi.
Però mio fratello durante la fase in cui si sviluppa il linguaggio ha cambiato zona perchè i miei genitori si sono trasferiti due volte.
Passare dal torinese al bresciano al romagnolo non deve essere stato semplice.
Io dalla nascita fino ai 6 anni sono stato sempre nella stessa città.
Magari quello ha influito.
 
Ultima modifica:
In effetti il tema è genericamente focalizzato sugli strafalcioni linguistici. E, per quanto leggo, non è assolutamente correlato né all'età, né all'estrazione sociale o geografica, neppure, incredibile dictu, al grado di scolarizzazione.
Temo sia strettamente connesso alla scarsa attitudine alla lettura. Non quella meramente scolastica, quella di libera cultura generale.

Il primo post parla chiaramente dei giovani:

“….il lessico e la comprensione linguistica delle ultimissime generazioni tendono pericolosamente verso un minimalismo di fondo davvero preoccupante……i giovanissimi sono poi spessissimo a disagio nella produzione e persino nella comprensione del linguaggio, con successivo impoverimento culturale…..”
 
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