<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità | Page 329 | Il Forum di Quattroruote

La "Transizione": vantaggi, svantaggi, perplessità, criticità

verranno installati nuovi motori termici su auto che oggi offrono poca scelta?

  • si

    Votes: 8 28,6%
  • si torneranno le sportive o comunque quelle più pepate

    Votes: 3 10,7%
  • no dipende dalle case

    Votes: 4 14,3%
  • no il futuro è elettrico

    Votes: 13 46,4%
  • no i motori costano troppo e saranno sempre gli stessi

    Votes: 8 28,6%

  • Total voters
    28
Stato
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Buongiorno, mi chiamo Roberto ho 55 anni e sono un artigiano che con l’automotive e la tecnologia in generale non ha niente da spartire. Ma essendo appassionato d’auto e per di più Lombardo il problema transizione non può più essere sottovalutato soprattutto per chi come me vive e lavora all’ombra del capoluogo e deve gestire oltre ai mezzi di famiglia anche quello/i da lavoro. E da un bel po di mesi che leggo questa discussione, prima di Natale, poi mi sono deciso di iscrivervi se volevo dare anche il mio punto di vista, oggi invece ho deciso di partecipare. Anche in virtù del fatto che questa discussione sulla transizione è la più longeva che mi è capitato di seguire. Per stabilire subito su quale parte della barricata mi colloco perché, questa transizione imposta, fisiologicamente non permette posizioni intermedie vorrei riportare uno dei più belli articoli se non il migliore che ho letto su questo tema scritto tra l’altro da Carlo Cavicchi ex direttore di Quattroruote.
Già il titolo devo ammettere che dice tutto : Quando è il momento lo decide il progresso.
Chi sono? Sono l’uomo della strada, figlio di un uomo della strada. Potrei andare indietro all’infinito perchè tutti i miei antenati erano figli della strada. Me lo ricorda la storia, comunque lo so fin da bambino. I miei più vecchi parenti andavano a piedi finché scoprirono il cavallo, l’asino, il cammello e, per questo, decisero che era più comodo e veloce avvalersene nei trasferimenti. Nessuno impose loro di farlo, se non la convenienza. Due secoli fa fu brevettato il velocipede, che diventerà presto la bicicletta come tutti noi la conosciamo, e qualche uomo della strada cominciò a utilizzarla al posto del cavallo. Bastava pedalare per spostarsi, in città era comoda e non sporcava le strade come i quadrupedi. Certo, costava più fatica, ma era economica e non abbisognava di una stalla. Nel frattempo era già arrivato anche il treno, perfetto per le lunghe distanze. Non era obbligatorio approfittarne, ma era pratico e confortevole. Al pari della bicicletta ebbe grande successo e l’uomo della strada non fece fatica a convertirsi. Quando un secolo fa le automobili cominciarono a farsi conoscere, qualcuno valutò che usarle era più pratico che spingere e faticare sui pedali o aspettare un treno che partiva quando voleva lui. L’uomo della strada operò delle scelte: in bicicletta quando gli pareva, in auto quando gli serviva, in treno se ne valeva la pena. E fece cosi per tante altre cose sotto la voce “progresso”. Utilizzava le poste per spedire le lettere, le cabine telefoniche per parlare a distanza, metteva le legna o il carbone nella stufa per scaldarsi. E, come quando ha avuto la possibilità di spedire le e-mail, ha smesso di leccare i francobolli, ha abbandonato i gettoni e le cabine telefoniche quando sono arrivati i telefonini; infine, con il gas o l’elettricità ha trovato il modo per scaldarsi meglio.
I passi avanti sono l’evoluzione naturale delle cose. L’Italia del secondo del dopoguerra concepiva solo le auto a benzina e considerava quelle a gasolio un sottoprodotto da poveracci. Poi i motori diesel hanno compiuto progressi prodigiosi, non c’era più bisogno di pre riscaldare le candelette e le prestazioni si sono fatte sorprendenti in parallelo con i consumi, sempre più contenuti. Il boom delle auto “a nafta” ha travolto il Vecchio Continente, Italia compresa, perchè per le esigenze di tanti erano la soluzione migliore. Nessuno aveva imposto il diesel, nessuno aveva imposto i telefonini e nemmeno internet, cosi come nessuno aveva imposto di passare dai dischi 78 giri a quelli a 45 e poi alle musicassette, sino ai file musicali di oggi.
Il progresso è tale perchè funziona, non perchè è stabilito per legge. Se l’auto elettrica sarà il futuro, e potrebbe esserlo, avverrà da se. L’uomo della strada che è quello che fa che fa strada, e soprattutto, che consuma la strada, valuterà da solo se sarà più conveniente approfittarne. Nel caso, sarà un passaggio veloce e naturale, così come è stato un attimo abbandonare il Telex per passare al Fax, prenotarsi un albergo da soli invece di passare dall’agenzia, scegliere un volo low cost piuttosto che uno di linea. Se però, qualcuno dall’alto decide quale vettura io dovrò guidare, alla lunga riuscirà nell’intento ma dovrà combattere. E soprattutto non si dovrà meravigliare se ci vorrà molto più tempo di quanto prevede perchè mi converta
.

Partendo da questi indelebili concetti che hanno segnato la nostra storia cosa rappresenta per me oggi, anch’io uomo della strada, l’auto elettrica? Poco o nulla, perchè tecnologicamente non è ancora matura ed ecologicamente ancora e credo ancora per molti anni, insignificante. Qualcuno sobbalzerà dalla sedia e penserà che è arrivato un altro negazionista, terrapiattista legato a fumi del petrolio ma è bene ricordare che una tecnologia funziona se funziona tutta la sua filiera non un singolo componente. Qualcuno può anche farmi notare che esistono auto elettriche molto efficienti e che con appositi compressori energetici si possono ricaricare in poco tempo ma è innegabile complici anche i prezzi alti che è “roba” per pochi. Ai più non è possibile accedervi perchè nella loro zona questi compressori non ci sono, e per la verità mancano del resto anche delle semplici colonnine, e cosa più importate molti non hanno un ricovero da dove prelevare la corrente. E come avere un iPhone 14 che da solo farebbe impallidire il computer di uno shuttle ma quando, ad esempio, ci si trova tra i monti si è spesso senza copertura di rete adeguata e/o con una qualità internet scarsa, praticamente è inutilizzabile se non per fare foto.
Ecologicamente insignificante dicevo. La mobilità privata ha un impatto in termini di Co2 del 10-12%, a livello globale ad oggi le auto elettriche numericamente sull’intero parco circolante (sempre più vecchio) sono sul 1,5 - 2%. Basta fare un paio di semplici conti per verificare che considerando la lenta penetrazione nel mercato che tra qui e a distanza di anche 5 anni il loro impatto è e sarà praticamente nullo. E anche dire che da qualche parte si deve pur iniziare è una considerazione che non mi torna e mi sta molto stretta. Primo perchè prima di iniziare si devono gettare le basi impostando le condizioni favorevoli e non il contrario, qui si sta cercando di fare prima il tetto e poi le fondamenta. Secondo, se solo una parte del mondo sposa questa politica allora questo accanimento di risorse sulla transizione per quello che rappresenta, o per quello che la si vuole far passare, è solo uno spreco e farsi del male da soli. Mi sembra di vedere i miei vicini. Quello che sta sulla mia destra ricicla tutto, dividere meticolosamente ogni cosa mettendo tutti in bidoncini dedicati che poi porta all’isola ecologica, in più raccoglie l’acqua piovana per non sprecare quella dell’acquedotto quando deve innaffiare il giardino. Quello che sta sulla mia sinistra e dietro nei sacchi ci fanno finire di tutto e gli irrigatori spesso partono anche quando piove o nonostante il comune stabilisce orari dedicati. Se per uno che “risparmia” che ne sono 100 che sprecano e se ne infischiano allora è tutto un lavoro inutile, quello che è da rivedere è l’intero sistema e non accanirsi sull’aspetto più facile da colpire.
Infine ritornando al progresso e all’uomo della strada vorrei raccontarvi questo. In settimana qualche mattina esco presto (ore 6:30) per una piccola e blanda corsetta, da qualche tempo a quell’ora spesso vedo una Mercedes EQB nuova fiammante parcheggiata in ricarica al Lidl e il proprietario in auto a leggere il giornale probabilmente acquistato all’edicola che dista poche decine metri. Di solito nel ritorno dopo poco più di una mezzoretta l’auto è ancora li e il proprietario sempre in auto a leggere il giornale. Ora, io non discuto assolutamente sulle motivazioni che hanno portato ad acquistare quel tipo di auto ma qualche ragionamento mi sorge spontaneo. Indipendentemente del perchè di tale pratica, so solo che io al suo posto con un’auto endotermica, ibrida o plug-in che sia, mi potrei alzare più tardi, o leggere il giornale sfruttando un abbonamento sul tablet o sul portatile comodamente a casa mia, al caldo, magari nel mentre facendo anche una buona colazione.
Spero di non avervi annoiato e ancora buona giornata.

grazie per l'intervento che ci porta diversi spunti di discussione e per il tono pacato ed educato che è sempre un valore questo si scrive su di un forum.
L'aspetto che a me lascia sempre un poco di dubbio però è il punto di partenza, l'evoluzione del Diesel nasce per motivi commerciali, un azienda probabilmente ha investito per portare un qualcosa sul mercato che gli ha da un ritorno rispetto alla concorrenza, la transizione non nasce per questo scopo, è un poco come quando si rese obbligatorio il catalizzatore, senza un obbligo legislativo non credo che le cause automobilistiche si sarebbero messe a svilupparlo .
Per questo come ho scritto su altro topic io non mi aspetto che la transizione , relativamente alla mobilità privata, sia un evoluzione per cui tutto deve restare uguale a prima , anzi probabilmente per alcuni aspetti sarà anche un passo indietro.
 
...
Seguendo questo ragionamento allora dovremmo tutti tenere in auto un kit di pronto soccorso,...
il kit di pronto soccorso in auto, e' obbligatorio in molte nazioni.
esattamente come l'avranno i tuoi in negozio, con l'estintore.
:D

io comunque, prima della pandemia, son stato chiamato da un amico, che mi ha chiesto se lo accompagnavo a recuperare un altro che era caduto in moto, e non riusciva a guidarla.
avevo l'auto quasi a secco (che per il mio standard, significa 1/4 di serbatoio e 250km minimo di autonomia), ho preso su, fatto il pieno, recuperato il mio amico e poi siamo andati fino a casale monferrato.
non succede ovviamente tutti i giorni.
la settimana scorsa, mia moglie mi chiama e mi dice "mi fai il pieno, che nel pomeriggio vado dai miei e sono in riserva?"
10 minuti e l'auto era pronta.
certo, nulla di vitale.
all'amico potevo dirgli di prendere il treno, e tornare a recuperare la moto una volta guarito, e a mia moglie potevo dirle di andarci il giorno dopo (ok, questa non e' ammissibile, piuttosto l'accompagnavo io :D )
 
io comunque, prima della pandemia, son stato chiamato da un amico, che mi ha chiesto se lo accompagnavo a recuperare un altro che era caduto in moto, e non riusciva a guidarla.

Onestamente l'idea in caso di bisogno di disturbare un amico affinchè ne disturbi un altro per venirmi a recuperare non mi passerebbe nemmeno per l'anticamera del cervello.
Ci sono i carri attrezzi,i mezzi di soccorso,i taxi etc etc.

la settimana scorsa, mia moglie mi chiama e mi dice "mi fai il pieno, che nel pomeriggio vado dai miei e sono in riserva?"

Con un'elettrica banalmente non ci si dovrebbe ridurre a viaggiare in riserva.

Mi sembrano tutte obiezioni debolucce,cose che possono succedere ma per non farle succedere tante volte basta non dimenticarsi di ricaricare.
Prima che esistessero le power bank (e forse anche adesso visto che anche quella va ricaricata altrimenti è un fermacarte) una persona che conosco due volte su tre aveva il cellulare morto quindi se avevi bisogno di contattarla ti potevi attaccare alla prolunga.
A me non è mai capitato,eppure avevamo due cellulari quasi identici.
 
giosue-carducci.jpg

Non parlo più...:emoji_triumph:
 
bisogna prendere atto che un problema si risolve ed è anche molto importante, l'abbattimento delle polveri sottili, quelle che entrano direttamente nei nostri polmoni. E' vero che l'inquinamento non si risolve però è anche vero che riducendo i gas di scarico specialmente nelle grandi città dove fermate e ripartenze sono frequenti ne guadagneremo tutti in salute. L'elettrico è una delle varie tecnologie che permette questo, probabilmente non è l'unica e probabilmente in futuro uscirà qualche alternatica che permetta la mobilità a medio e lungo raggio inquinando di meno. C'è un problema e bisogna trovare una soluzione. Ovvio che in un paesino piccolo dove abito questo è ininfluente ma in una metropoli come milano o roma fa la differenza.....Certo....poi bisogna lavorare affinchè TUTTO IL MONDO ma intendo tutto tutto s'impegni ad abbattere le emissioni industriali e a ridurre il traffico merci in favore della produzione locale
 
Onestamente l'idea in caso di bisogno di disturbare un amico affinchè ne disturbi un altro per venirmi a recuperare non mi passerebbe nemmeno per l'anticamera del cervello.
Ci sono i carri attrezzi,i mezzi di soccorso,i taxi etc etc.



Con un'elettrica banalmente non ci si dovrebbe ridurre a viaggiare in riserva.

Mi sembrano tutte obiezioni debolucce,cose che possono succedere ma per non farle succedere tante volte basta non dimenticarsi di ricaricare.
Prima che esistessero le power bank (e forse anche adesso visto che anche quella va ricaricata altrimenti è un fermacarte) una persona che conosco due volte su tre aveva il cellulare morto quindi se avevi bisogno di contattarla ti potevi attaccare alla prolunga.
A me non è mai capitato,eppure avevamo due cellulari quasi identici.

non so che dirti, mi spiace per te.
non ti auguro di trovarti a 100km da casa, col braccio rotto, da solo e senza un mezzo per tornare a casa.
perche' la moto funzionava, era lui a non poterla guidare (per quello siamo andati in due, non per divertimento)

il cellulare scarico... e' un evidente caso di "non lo uso e non me ne frega nulla che altri mi cerchino".
son scelte.
tu lo tieni carico, perche magari sai che i tuoi non son giovani e possono aver bisogno di te.
 
un problema si risolve ed è anche molto importante, l'abbattimento delle polveri sottili, quelle che entrano direttamente nei nostri polmoni.
Era sufficiente spingere al rinnovo del vecchio parco circolante diesel a favore dai benzina o delle Euro5/Euro6 a gasolio, ormai super-pulite (sporcano solo nella testa di qualche amministratore locale). Il resto delle polveri sottili è ormai solo generato dal trasporto pesante (che è impossibile convertire tutto a corrente) dalle gomme o dai freni, che hanno anche le elettriche.
 
faccio una piccola digressione che probabilmente è scontata ma forse può essere utile. Ogni età ha le sue di esigenze e percepisce quelle che lo colpiscono, il fatto di non 'capire' le esigenze degli altri non è detto che sia menefreghismo , semplicemente non le si conosce.
Io sto a metà dei 40 anni e con il gruppo di amici fino ad a pochi anni fa abbiamo avuto i genitori in buona salute, da figli li si vede sempre invincibili e anzi sono loro che sono li per noi , poi il tempo passa e ora cominciamo ad avere genitori per cui in alcuni casi serve una nostra vicinanza. Questo per dire che quando si ha 20 o 30 anni non è detto che si percepisca il fatto che una vettura serve anche per aiutare un genitore che ha un poco di problemi, come allo stesso tempo non è detto che si percepiscono le esigenze di chi ha figli o viceversa quelle di chi non li ha .
Scusate può sembrare scontato come discorso ma credo che possa essere utile per comprenderci meglio.
 
Corretto... infatti mi sarei aspettato che le nuove generazioni fossero molto più intelligenti e preparate di noi 50-60 enni e meno propense a farsi abbindolare dalle chimere ecologiste e da tutto il resto. Invece è accaduto esattamente il contrario.
 
Secondo me pochi almeno tra i miei coetanei,ma anche tante persone molto più vecchie di me che conosco,hanno dovuto capire il concetto di aiutare i genitori quanto me,anche se sono giovane.
Certo non li ho mai dovuti aiutare a 100 km di distanza,ma girando il discorso si potrebbe dire che non sono mai andato a vivere a 100 km di distanza.
In ogni caso ripeto per la mia esperienza 2 o 3 anziani su 10 ricevono dai figli un'assistenza che si potrebbe definire presente,tanti ma davvero tanti si arrangiano contando più sull'aiuto degli estranei.

non so che dirti, mi spiace per te.
non ti auguro di trovarti a 100km da casa, col braccio rotto, da solo e senza un mezzo per tornare a casa.
perche' la moto funzionava, era lui a non poterla guidare (per quello siamo andati in due, non per divertimento)

L'avevo capito che eravate andati in due per quello.
Ripeto io non avrei disturbato due persone facendo percorrere loro 200 km tra andata e ritorno.
Avrei mollato li la moto e dal pronto soccorso avrei trovato un mezzo per tornare a casa.
Il fatto che si trovasse a Casale non aiuta,penso che sia una delle zone peggio servite del Piemonte.
 
Corretto... infatti mi sarei aspettato che le nuove generazioni fossero molto più intelligenti e preparate di noi 50-60 enni e meno propense a farsi abbindolare dalle chimere ecologiste e da tutto il resto. Invece è accaduto esattamente il contrario.

Scriveranno lo stesso loro, quando parleranno dei genitori che non si rendevano conto di che futuro stavano preparando per loro in nome della libertà personale
 
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