<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Nuova MV Agusta Superveloce 1.000 serie oro (e altre moto iconiche) | Page 13 | Il Forum di Quattroruote

Nuova MV Agusta Superveloce 1.000 serie oro (e altre moto iconiche)

con la patente B ante 1986 si poteva guidare qualsiasi tipo di moto.
La mia prima patente A era del 1984, e sono certo, per averlo studiato, del limite di 350cm³ fino a 21 anni, frequento il mondo delle moto dai lontani anni 70 (seconda metà circa) e ricordo che fosse in vigore già prima , diciamo almeno dagli anni 80, con le prime gare, però non ho documenti certi per il 1973, anche se non ricordo un CdS riformato ante 1980 circa, non ho trovato nulla in rete.
 
Si ma furono miglioramenti molto relativi (principalmente il freno a disco anteriore) ma la sostanza era quella.....la mia 750 andava davvero condotta "con i guanti"...scorbutica come non mai, vuota sotto, un uragano in alto.
Il sound era davvero particolare....rabbioso come poche.

Tra i pochi pregi (oltre all'accelerazione per l'epoca incredibile), avviamento a pedale facile come fatto notare da Mastertanto e relativa leggerezza a confronto con le 4 tempi di simili prestazioni che arrivarono dopo.

Godetevi il sound


Come rumore (e anche come fumosità) mi ha ricordato la mia Cagiva 250, anche se è monocilindrica.
Comunque ricordo che aveva un gran tiro ai medi regimi, le salite molto ripide se le risucchiava (e io mi divertivo a far provare l'ebbrezza dell'accelerazione in salita ai miei amici di allora).
 
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Succede più facilmente nei tornanti in salita sopratutto se verso dx

Invece io, non so perché, grattavo più facilmente a sinistra (almeno, la prima volta fu a sinistra).
Forse perché, avendo più spazio, e visibilità, osavo piegare di più da quel lato.

P.s. non ero su un tornante la prima volta che mi successe, ma ero comunque su una curva piuttosto stretta.
 
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Il limite è qualcosa di molto personale, sopratutto in moto, dove la componente pilota è parte integrante e talora preponderante del veicolo, ma per godersi una moto non è necessario portarla al limite.

Vero.
La guida di una moto è parecchio diversa rispetto a quella di un'auto, è molto più fisica.
La posizione e gli spostamenti del corpo del pilota contano moltissimo (anche senza arrivare ai livelli da MotoGP), perché la distribuzione dei pesi e il baricentro è nettamente influenzato dal corpo del guidatore.
Per questo portare qualcuno dietro non è affatto come stare da soli, soprattutto tra le curve.
Gli spostamenti del corpo servono anche su una moto non sportiva (senza arrivare per forza a mezza chiappa sulla sella e il ginocchio a terra!), e questi spostamenti devono essere il più possibile dolci e progressivi, per non destabilizzare il mezzo.
In pratica, dove ci sono tante curve, un motociclista "danza" da una parte all'altra, non se ne sta fermo e rigido sulla sella.
Molto importante anche l'appoggio delle braccia sul manubrio e la spinta delle gambe sulle pedane, che nelle curve devono variare da una parte all'altra e di intensità in base alla situazione e all'angolo di piega.

P.s. quanto mi manca la moto...
 
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La mia prima patente A era del 1984, e sono certo, per averlo studiato, del limite di 350cm³ fino a 21 anni, frequento il mondo delle moto dai lontani anni 70 (seconda metà circa) e ricordo che fosse in vigore già prima , diciamo almeno dagli anni 80, con le prime gare, però non ho documenti certi per il 1973, anche se non ricordo un CdS riformato ante 1980 circa, non ho trovato nulla in rete.

Comunque nel 1973-74 per guidare moto di grossa cilindrata sicuramente bastavano 18 anni e la patente B, ricordo di diversi amici che non vedevano l’ora di prendere la patente per cambiare il loro 125. Uno compro’ un Laverda 750, altra icona dell’epoca, poi ho citato quello che acquisto’ il Kawasaki 500 e altri.
E se mio zio mi prestava spesso il Guzzi V7 sicuramente era al corrente della legge vigente.
Io ho la patente B dal gennaio 1973, 50 anni tra due mesi.
 
Comunque nel 1973-74 per guidare moto di grossa cilindrata sicuramente bastavano 18 anni e la patente B, ricordo di diversi amici che non vedevano l’ora di prendere la patente per cambiare il loro 125. Uno compro’ un Laverda 750, altra icona dell’epoca, poi ho citato quello che acquisto’ il Kawasaki 500 e altri.
E se mio zio mi prestava spesso il Guzzi V7 sicuramente era al corrente della legge vigente.
Io ho la patente B dal gennaio 1973, 50 anni tra due mesi.
Beh, tu ed i tuoi amici eravate abbastanza ricchi, io quando ho fatto la patente (tre anni giusti dopo di te) sempre il motorino 50 avevo da guidare.... qualche volta prendevo la macchina di mio padre (Fiat 124 primo tipo) ma appunto qualche volta, sia perché in famiglia c'era quella e basta sia perché girare in macchina con gli amici era troppo costoso per me, che di soldi ne avevo molto pochi.... una Laverda 750, appena patentato, potevo solo sognarla.

Poi un paio d'anni dopo si presentò il caso fortunato di poter avere a prezzo (molto) scontato una MV 350, che nominalmente avrebbe dovuto essere un "muletto" per collaudi ma che, in realtà, era nuova.
Il mio "must" di allora era la Morini 350 Sport, ma su quella non ci sarebbe stato sconto alcuno e non se ne parlava; per la MV, chiesi di avere la 350 Sport (quella che avevano presentato anni prima come "Ipotesi") ma a quanto pare non ne avevano più da smaltire, c'era solo una 350 GT (notevolmente meno bella e personale anche se con lo stesso motore) e dovetti accettare quella.... al solito, non si può avere tutto. Era marzo 1978, e credo che la MV Agusta - all'epoca in decadenza - avesse già cessato la produzione (su Wikipedia dicono fino al 1977) ma evidentemente le molto più affascinanti 350 Sport erano state vendute, mentre qualche GT, solo di poco meno costosa, gli era rimasta da smaltire, ed una fu la mia : non il massimo appunto, ma decisamente meglio che avere il motorino. Senza questa possibilità con forte sconto non credo che avrei avuto una 350, non pagata dalla famiglia almeno.

In realtà andava anche bene e piuttosto forte, ed era anche elastica e consumava poco (sui 23 km/l) ma aveva un problema devastante : le vibrazioni. Non solo e non tanto per il fastidio che davano, ma soprattutto perché provocavano continui problemi : non solo lampadine fulminate continuamente, ma allentamenti frequenti di viti, il tachimetro che oltre i 6000 giri impazziva e non segnava più niente, gli indicatori di direzione (messi da me, di serie non c'erano ed allora erano anche oggetto di contestazioni delle FdO) che si guastavano ogni momento, una volta il supporto metallico di una "freccia" si spezzò per le vibrazioni e rimase appeso al filo elettrico.... cose così. Perché il motore, bicilindrico ma con manovelle a 360°, dal punto di vista dinamico era un po' come un monocilindrico, e non aveva contralberi né altro per smorzare un po' le vibrazioni.
Rispetto alle giapponesi, affidabili e dai comandi morbidi e precisi, c'era un discreto abisso.
 
Grosso vantaggio del motore a due tempi e della cilindrata unitaria piuttosto ridotta.
Su grossi monocilindrici a 4 tempi, tipo Honda XL 600 o Yamaha XT 600, non era uno scherzo avviare con la pedivella...
E infatti di solito avevano un decompressore (mi sembra aprisse le valvole) per facilitare la cosa.
Neanche la mia MV 350, anche se bicilindrica, era facile da avviare, con la pedivella appunto, cosa che io di per sé preferivo, non m'interessava avere l'avviamento elettrico; la MV, però, era ostica specialmente a freddo, ricordo che ci misi due giorni ad imparare, prima l'avviavo a spinta...
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E se non stavi attento dava anche dei contraccolpi alla caviglia mica male.
 
Beh, tu ed i tuoi amici eravate abbastanza ricchi, io quando ho fatto la patente (tre anni giusti dopo di te) sempre il motorino 50 avevo da guidare.... qualche volta prendevo la macchina di mio padre (Fiat 124 primo tipo) ma appunto qualche volta…,,,,,,,

Si, vero, mio padre era un dirigente di banca. Ogni anno andavamo in villeggiatura in un paese dell’Etna (quello dove abito ora) circa 4 mesi all’anno, e quindi avevo fatto amicizia con tanti “figli di papà” che a loro volta villeggiavano nella zona (anche in un altro paese, più “rinomato” del mio).

Ce n’erano almeno 4-5 che avevano il campo da tennis privato o la piscina, a qualcuno, come ho detto, il “paparino” comprava la moto di grossa cilindrata, si frequentava quasi tutti la stessa discoteca alla moda, andavamo nei lidi di mare migliori, ecc..
Io, col mio modesto 125 (più il V7 talvolta in prestito dallo zio) e la Fiat 500, poi Autobianchi A112 e poi Simca rallly 2 competizione, ero uno dei più “modesti”. A casa avevo “appena”‘ il tavolo da Ping pong (dove facevamo anche tornei….).

Il Morini 350 piaceva molto anche a me, e me lo sarei comprato se non avessi deciso di fare il pilota automobilistico dilettante (sognando il professionismo, mai arrivato).

Mio padre dopo la “Fiat 125”, compro’ la 124 sport coupé 1.600 (che io avevo l’autorizzazione di guidare solo il sabato….). Lui da torinese all’epoca guidava solo Fiat, anche se gli amici lo spingevano sempre a passare ad Alfa Romeo o Mercedes……
 
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