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A Capo Nord con una 46enne...

Un arnese come questo (foto presa dal web).
Il cupolino in velocità non proteggeva granché dal vento. Non era fatta per lunghi viaggi.
Poi, per chi ha le gambe piuttosto lunghe, dopo un po' facevano male le ginocchia, perché le dovevi tenere piuttosto angolate.

Vedi l'allegato 24528

Comunque aveva un ottimo motore. Seppur non potentissimo (95 cavalli) aveva un'ottima erogazione ai medio-bassi, molto meglio della concorrente per eccellenza di allora: la Honda Hornet (guidai quella di mio cugino, sulle strade della Targa Florio in Sicilia).
Poi il motore era anche molto affidabile: personalmente ci percorsi 50.000 km senza un problema e manutenzione minima, ma conoscevo persone che ci avevano superato i 100.000 senza un problema.
Buona anche come comportamento ciclistico, aveva un bel telaio classico in acciaio a doppia culla. La Hornet invece aveva un monotrave. Quando mio cugino provò la mia Fazer mi disse che avevo fatto la scelta giusta.
Una moto che mi è rimasta nel cuore, e che mi ha permesso di conoscere centinaia di appassionati in tutta Italia (partecipavo ai raduni nazionali di fazeristi).
 
Allora, se è per questo, anche farlo in auto, seppur anziana, in tre (quindi ci si alterna alla guida) è troppo facile.
Conoscevo di persona uno che a Capo Nord e ritorno ci andò da solo con la moto (Yamaha Fazer 600, come la mia di allora). E durante il viaggio aveva pure il tempo di fare la cronaca giornaliera sul forum dei "fazeristi".
Nota curiosa: tutto il viaggio di ritorno lo fece con un paio di corna di renna, belle grandi, legate alla moto.

Indubbiamente andare fin lassù da soli, con una moto che non è da viaggio (di solito ci vanno con le BMW GS, o comunque con moto macinacholometri, e quasi sempre in gruppo) richiede un notevole spirito avventuriero. Eppure questo con la Fazer era un ragazzo molto tranquillo, il classico "bravo ragazzo".
Lungo il tragitto ho conosciuto diversi ciclisti, anche italiani, che hanno fatto tutto il viaggio dal paese di provenienza in bici. Quello è veramente sfidante e sfibrante. Ci hanno messo tutti i mesi estivi.
 
Lungo il tragitto ho conosciuto diversi ciclisti, anche italiani, che hanno fatto tutto il viaggio dal paese di provenienza in bici. Quello è veramente sfidante e sfibrante. Ci hanno messo tutti i mesi estivi.

Da ammirare per il loro coraggio, la determinazione e la resistenza fisica e psicologica!
 
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