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BONUS 110%

La casa dove abito ora è stata completata nel 1981.
E' in cls armato ed isolata con lana di roccia inserita nella camera d'aria delle tompagnature.
Di fare il cappotto non se ne parla proprio, intervento con troppe complicazioni tecniche su cui non mi dilungo.
Mi sono limitato a sostituire gli infissi al primo piano (che è anche l'ultimo), a sostituire la caldaia con una a condensazione, ho isolato il tetto, era da rifare la copertura, con dei pannelli coibentati.
E' bastato questo per diminuire del 30% (bollette alla mano) il consumo di metano.

Da dire che un intervento di questo tipo non era esente da rischi, che ho deciso di correre, e che mi è andata bene.
Fare un isolamento parziale dell'immobile, può perturbare l'equilibrio dei ponti termici esistenti creando potenzialmente dei focolai di muffe.

Lavori fatti 4 anni fà senza il 110%.
 
Curiosità: la lana di vetro o lana di roccia mi dà tanto l'impressione di materiale che rilascia polveri sottili(ssime). E' una mia impressione totalmente destituita di fondamento, o c'è qualcosa di vero? Non ho mai fatto ricerche in proposito, ripeto che è solo una sensazione.

Io sul lavoro ho avuto a che fare con materiali simili,non proprio la stessa roba però ci siamo vicini.
Erano materiali isolanti ma non destinati all'edilizia.
E inutile girarci attorno chiunque abbia a che fare con materiali simili se li respira anche,in certi casi l'odore è talmente forte che anche il più smaliziato degli installatori è costretto a indossare una maschera protettiva che a confronto le ffp2 sono acqua fresca.
In altri il materiale è totalmente inodore e quindi capita spesso che chi lo deve maneggiare non indossi nulla.
Ma le polveri che si disperdono soprattutto durante il taglio e la posa di certi materiali nei polmoni ci arrivano.
Se poi fanno male o no è difficile da dire ma nel dubbio...
 
Questo è un'articolo da "architettura ecosostenibile" (volevo mettere il link ma non me lo fa inserire...)

La lana di vetro e la lana di roccia sono Fibre Artificiali Vetrose (FAV) e risultano tra i prodotti più diffusi per l’isolamento termico e acustico degli edifici. Il motivo della loro vasta diffusione è da rintracciare nelle loro ottime prestazioni termiche e acustiche, economicità e reperibilità, inattaccabilità da umidità, microrganismi e agenti chimici. Ma le domande che ci si pone riguardano la pericolosità dei due materiali: la lana di roccia è cancerogena? La lana di vetro è tossica? Vediamo come si sono espresse a riguardo autorevoli organizzazioni italiane ed internazionali.



Nell’articolo vengono analizzati diversi aspetti della presunta pericolosità delle lane di roccia e di vetro, quali:

La sicurezza della lana di vetro e di roccia (sono cancerogene o tossiche? che test devono superare per non essere considerate pericolose?)
Lana di vetro e lana di roccia composizione e produzione (i componenti dei due isolanti e i processi produttivi)
Le prescrizioni per chi manipola lane di vetro o di roccia (indicazioni per gli operatori degli stabilimenti di produzione)
Lo smaltimento delle lane minerali (linee guida anche per i cantieri edili di demolizione o ristrutturazione)
Lana di roccia cancerogena?
Lana di vetro cancerogena?
La sicurezza della lana di vetro e di roccia
Di recente il Ministero della Salute ha fatto luce sulla sicurezza dei materiali isolanti maggiormente diffusi al mondo, con la redazione di un testo dal titolo: “Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV) – Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute”.

Al momento non esistono prove certe che la lana di vetro e la lana di roccia siano sostanze cancerogene, tanto è vero che negli ultimi anni sono stati condotti diversi studi sugli addetti alla produzione delle lane minerali ma questi non dimostrano né patologie correlate all’apparato respiratorio né altri sintomi collegati a tumori. Anche l'International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato le lane minerali come non cancerogene per gli esseri umani, ma ha classificato la lana di vetro per scopi speciali come possibile cancerogeno per gli esseri umani.

I requisiti di sicurezza delle fibre artificiali vetrose
Per verificare se una fibra artificiale vetrosa è o meno cancerogena, il Regolamento (CE) n.1272/2008 ha definito due parametri: il fattore della bio-solubilità e il diametro geometrico medio ponderale.

Il fattore della bio-solubilità
Il fattore della bio-solubilità che aiuta a determinare se la lana di vetro o di roccia sia cancerogena, è descritto nella “Nota Q” del Regolamento CE. È stato stabilito che le fibre classificate come “bio-solubili” – quelle con alta concentrazione di ossidi alcalini e alcalino-terrosi – sono smaltite dall’organismo prima che causino effetti nocivi perché, come dice anche il termine, sono decomponibili in natura. Quando le fibre minerali rispondono in maniera positiva ai test di bio-solubilità vengono classificate come “non cancerogene”. Bisogna fare attenzione anche al contenuto di sostanze chimiche fra le quali gli ossidi alcalino terrosi che, sebbene come detto poc’anzi contribuiscano alla “bio-solubilità” delle lane, devono essere contenuti in quantità inferiori al 18%.

Il diametro geometrico medio ponderale
Altro parametro cui far riferimento per valutare se la lana di vetro o di roccia è cancerogena è il diametro geometrico medio ponderale che determina la respirabilità delle fibre: più piccole sono e più facilmente penetrano nelle vie respiratorie. Tale parametro è trattato nella “Nota R” del Regolamento per cui il valore del diametro geometrico medio ponderale deve essere superiore ai 6 micron.

In sintesi le fibre artificiali vetrose non sono considerate cancerogene se superano il fattore della bio-solubilità e hanno diametri geometrici medi ponderali superiori ai 6 micron.

Lana di vetro e lana di roccia composizione e produzione
Lana di vetro composizione e produzione. La produzione della lana di vetro inizia con la fusione a 1400°C di composto di vetro riciclato (80%), silice, calcare, carbonato di sodio e boro. Dopo il passaggio nel forno, il mix viene centrifugato, impastato con resine ed inserito in un forno di polimerizzazione per consentire l'indurimento delle resine.

Lana di roccia composizione e produzione. La produzione della lana di roccia inizia con la fusione a 1500°C di roccia basaltica, calcare, coke e "briquette" (che deriva dal mix di lana di roccia di riciclo con una pasta cementizia). L'impasto fuso è trasformato in fibre e cosparso di resina e olio e poi inserito in un forno di polimerizzazione dove il legante si indurisce.

In entrambi i casi, dopo il passaggio nel forno di polimerizzazione, la lana, sia di vetro che di roccia, può essere tagliata e imballata e inviata ai cantieri dove gli operatori si occuperanno della messa in opera.

Le prescrizioni per chi manipola lane di vetro o di roccia
Chi lavora in stabilimenti in cui si produce lana di vetro e di roccia e chi si occupa della messa in opera di questi materiali o chiunque debba manipolare lane minerali rispondenti alla “Nota Q” o alla “Nota R” (classificate come “non pericolose”), deve adeguarsi alle norme base di prudenza indicate dalle linee guida secondo le quali l’operatore deve indossare guanti e occhiali protettivi e idonei indumenti, oltre a una maschera protettiva contro la possibile inalazione di particolato.

beh, vuol dire che il dubbio per lo meno ce l'aveva anche qualcun altro...
 
La casa dove abito ora è stata completata nel 1981.
E' in cls armato ed isolata con lana di roccia inserita nella camera d'aria delle tompagnature.
Di fare il cappotto non se ne parla proprio, intervento con troppe complicazioni tecniche su cui non mi dilungo.
Mi sono limitato a sostituire gli infissi al primo piano (che è anche l'ultimo), a sostituire la caldaia con una a condensazione, ho isolato il tetto, era da rifare la copertura, con dei pannelli coibentati.
E' bastato questo per diminuire del 30% (bollette alla mano) il consumo di metano.

Da dire che un intervento di questo tipo non era esente da rischi, che ho deciso di correre, e che mi è andata bene.
Fare un isolamento parziale dell'immobile, può perturbare l'equilibrio dei ponti termici esistenti creando potenzialmente dei focolai di muffe.

Lavori fatti 4 anni fà senza il 110%.


-Ho cambiato la caldaia un 10/12 anni fa
-ho avuto la collaborazione di inverni che si son fatti piu' miti
-ho aggiunto la camicia alla abituale maglietta

La mia bolletta sono anni che e' ferma intorno ai 1600/1800 Euro

Il 2022....Sara' ( sigh, sigh ) l' anno di rottura del meccanismo
 
Nell'ordine:

1) UN isolante è il polistirene (o polistirolo) che rimane stabile fino a 100 C°, è anigroscopico e nei cappotti fatti come si deve NON è esposto al sole, ma intonacato esternamente. Non ti piace il poistirene? Usa la lana di roccia....che peraltro è la più utilizzata in assoluto per le case in bioedilizia.

2) La temperatura di utilizzo è corretta, ma qua siamo sempre a quello che dicevo qualche post fa: il problema non è nei materiali, ma in chi li usa. Se la ditta è seria NON mette in posa il cappotto quando fa troppo freddo, ed in ogni caso in molte zone d'italia a Novembre ed a Marzo raramente si arriva sotto ai 5 C°

Appunto, i pannelli sono coperti da un intonacatura, anche se fatta come si deve, la durata è 10 anni soprattutto in zone dove la temperatura è 0 o inferiore (umidità/pioggia, gelo e disgelo spaccano). Nelle zone costiere dura 5-10 anni in più ma poi il vento/sabbia/salsedine corridoio.
L'intonacatura non è altro che una spalmata di cemento e poi sopra verniciato.

Certo, un cappotto fatto come si deve dovrebbe essere composto da lana di vetro/roccia come isolante e piastrelle come rivestimento ma il costo è proibitivo.
 
Curiosità: la lana di vetro o lana di roccia mi dà tanto l'impressione di materiale che rilascia polveri sottili(ssime). E' una mia impressione totalmente destituita di fondamento, o c'è qualcosa di vero? Non ho mai fatto ricerche in proposito, ripeto che è solo una sensazione.

Pensa che la cancerosità dell' eternit si sapeva dagli anni 30 eppure in Italia è stato usato per quasi 50 anni (ad oggi ci sono ancora molti tetti così). Quindi qualsiasi ricerca viene invalidità a seconda della convenienza politico-commerciale del momento.
La lana di vetro/roccia non è tossica, ma le polveri se aspirate sul lungo periodo creano danno ai polmoni (mi pare si chiami effetto vetrificativo). Lo stesso tipo di danno è sempre un rischio per chi lavora con il sistema di sabbiatura per la lavorazione dei metalli.
 
Appunto, i pannelli sono coperti da un intonacatura, anche se fatta come si deve, la durata è 10 anni soprattutto in zone dove la temperatura è 0 o inferiore (umidità/pioggia, gelo e disgelo spaccano). Nelle zone costiere dura 5-10 anni in più ma poi il vento/sabbia/salsedine corridoio.
L'intonacatura non è altro che una spalmata di cemento e poi sopra verniciato.

Certo, un cappotto fatto come si deve dovrebbe essere composto da lana di vetro/roccia come isolante e piastrelle come rivestimento ma il costo è proibitivo.

Oook...è come dici tu.
 
Pensa che la cancerosità dell' eternit si sapeva dagli anni 30 eppure in Italia è stato usato per quasi 50 anni (ad oggi ci sono ancora molti tetti così). Quindi qualsiasi ricerca viene invalidità a seconda della convenienza politico-commerciale del momento.
La lana di vetro/roccia non è tossica, ma le polveri se aspirate sul lungo periodo creano danno ai polmoni (mi pare si chiami effetto vetrificativo). Lo stesso tipo di danno è sempre un rischio per chi lavora con il sistema di sabbiatura per la lavorazione dei metalli.

La pericolosità delle fibre di amianto (non dell'eternit, il cemento non è dannoso....) si conosce dalla fine dell'800.

Non esiste nessuna patologia ne sintomatologia definita "effetto vetrificativo", le particelle di lana di vetro/roccia sono temporaneamente irritanti per le vie aeree e per il taglio/lavorazione è ovviamente necessario proteggersi con adeguati DPI.
Del resto anche saldare senza occhiali/maschera è dannoso, ma non abbiamo smesso di farlo....
 
La lana di vetro e la lana di roccia sono Fibre Artificiali Vetrose (FAV) e risultano tra i prodotti più diffusi per l’isolamento termico e acustico degli edifici. Il motivo della loro vasta diffusione è da rintracciare nelle loro ottime prestazioni termiche e acustiche, economicità e reperibilità, inattaccabilità da umidità, microrganismi e agenti chimici.
OK, conferma la mia idea che siano meglio della plastica.
Perché allora vedo in giro tanto "polistirene"?
Costa ancora meno?
 
Da dire che un intervento di questo tipo non era esente da rischi, che ho deciso di correre, e che mi è andata bene.
Fare un isolamento parziale dell'immobile, può perturbare l'equilibrio dei ponti termici esistenti creando potenzialmente dei focolai di muffe.
Ed è quello che mi terrorizza, visto che ho già qualche problema con le muffe da tenere sotto controllo.
 
OK, conferma la mia idea che siano meglio della plastica.
Perché allora vedo in giro tanto "polistirene"?
Costa ancora meno?
Perché la lana di roccia in pratica la metti solo nelle intercapedini, quindi in costruzione, oppure riducendo le volumetrie interne con contropareti in cartongesso. Il fatto è che un isolamento in lana di roccia traspira, i pannelli di “plastica” no (effetto k-way). Una casa con il cappotto aggiunto non la prenderei mai (ora probabilmente faranno così con quella di mia madre, quando il Signore la chiamerà a sé la venderò immediatamente al primo allocco che si renderà disponibile)
 
Ed è quello che mi terrorizza, visto che ho già qualche problema con le muffe da tenere sotto controllo.

Una valutazione di massima la puoi fare, ma devi avere almeno una termocamera, o un temometro di superficie abbastanza affidabile, nel senso che almeno la differenza di temperatura tra 2 punti diversi la deve dare. Poi serve qualcuno in grado di ragionare sui dati raccolti.
Senza una coibentazione completa il rischio di fare "danni", che vanifichino in parte i benefici, è comunque concreto.
Ci sono comunque ingegneri specializzati nel campo (a trovarne uno realmente specializzato, purtroppo in tutte le professioni ci sono i tuttologi ...) che possono dare utili consigli.
 
Perché la lana di roccia in pratica la metti solo nelle intercapedini, quindi in costruzione, oppure riducendo le volumetrie interne con contropareti in cartongesso

Assolutamente no, esistono pannelli in lana di roccia adatti all'uso come cappotto esterno anche su edifici preesistenti. Guarda il catalogo Knauf o Rockwool, per esempio.
 
Io qui ho visto materiali diversi utilizzati per i cappotti.
Pannelli tipo polistirolo di colore chiaro,bianco o giallino,piuttosto sottili.
E in altri casi pannelli di colore scuro con una sorta di armatura o trama.
Da non addetto ai lavori viene quasi da pensare che mettano quello che trovano considerando il momento.
 
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