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BONUS 110%

Leggendo gli interventi - dai quali mi sembra di capire che siete del mestiere - mi vengono i brividi a pensare allora a ciò che potrebbe accadere se costruissimo delle centrali nucleari...d'altronde i ponti li lasciamo cascare per manutenzione inesistente....il Mose si solleva una volta ogni dieci tentativi ...
 
E voglio fare la Cassandra, tra un paio d'anni una gran parte di queste imprese spariranno, lasciando la garanzia decennale alla teoria giuridica e magari anche un bel po' di imposte non pagate ...

Purtroppo, in generale, quando qualsiasi forma di contributo pubblico (e i bonus sono tali) supera il 60-70% della spesa, si scatenano logiche di "investimento" che nulla hanno a che fare con i sani principi economici. Inoltre, se i bonus del 90% e del 110% sono il Male, e la cessione del credito è il Male assoluto.

Questo e' poco ma sicuro....
 
Leggendo gli interventi - dai quali mi sembra di capire che siete del mestiere - mi vengono i brividi a pensare allora a ciò che potrebbe accadere se costruissimo delle centrali nucleari...d'altronde i ponti li lasciamo cascare per manutenzione inesistente....il Mose si solleva una volta ogni dieci tentativi ...
Infatti delle centrali nucleari mi ha fatto sempre moltissima paura la gestione "all'italiana", spesso fatta di approssimazioni e "ma cosa vuoi che succede?"

Basta pensare al subito rimosso (arrivò il Covid) schianto del Frecciarossa a Livraga. Spendido esempio di come in uno dei più normati e severi sistemi di telecontrollo si sia potuto assistere alla messa in servizio di un oggetto cablato al contrario, superando i test in fabbrica e peggio in sito ... o meglio, in sito han capito che non andava bene ma l'han mollato lì così ... della serie "boh, non funziona" ... manco una verifica visiva di come l'han lasciato.
 
Leggendo gli interventi - dai quali mi sembra di capire che siete del mestiere - mi vengono i brividi a pensare allora a ciò che potrebbe accadere se costruissimo delle centrali nucleari...d'altronde i ponti li lasciamo cascare per manutenzione inesistente....il Mose si solleva una volta ogni dieci tentativi ...


Si potrebbe provare con la magica pillola blu ...
 
Messa giù così è un affermazione priva di senso.

Materiale del cappotto? Su nuova costruzione o su edificio esistente? Su che tipo di supporto? Messa in posa fatta come?

I principali motivi sono due:
1) l'isolante è praticamente polistirolo più denso. si degrada con sbalzi termici (soprattutto caldi), umidità ed esposizione ai raggi solari.
Lo stesso problema riguarda i pannelli isolanti nel sottotetto.
2) TUTTI i collanti per fare il cappotto, per asciugare, richiedono una temperatura di almeno 5gradi e 24ore.
Vai a vedere quanti cantieri sono stati attivi da novembre a marzo.
 
la ex casa di mia cugina ne ha uno (parziale) da oltre trent'anni e non fa una piega, nemmeno una ombra di crepa.

Trenta anni fa non si usava materie plastiche, ma la lana di vetro.
Con i pannelli in poliuretano (cioè plastica) hanno trovato il modo di rendere i muri ed il sottotetto a scadenza, visto che più andremo avanti più sarà difficile costruire nuove case (sia per motivi di spazio sia perché la popolazione italiana passerà da 62 milioni a 50 nel 2050 quindi i prezzi delle case scenderanno parecchio).
 
Trenta anni fa non si usava materie plastiche, ma la lana di vetro.
Penso fosse sughero.

Con i pannelli in poliuretano (cioè plastica)

motivo per cui non ho ancora considerato il cappotto a casa mia:
non ho intenzione di avvolgere la casa nella plastica.

Comunque anche oggi vengono prodotti pannelli a base di lana di roccia ... magari è più difficile trovare professionisti che li utilizzino.

basta cercare "pannelli isolanti in lana minerale" ...
 
anche oggi vengono prodotti pannelli a base di lana di roccia
Curiosità: la lana di vetro o lana di roccia mi dà tanto l'impressione di materiale che rilascia polveri sottili(ssime). E' una mia impressione totalmente destituita di fondamento, o c'è qualcosa di vero? Non ho mai fatto ricerche in proposito, ripeto che è solo una sensazione.
 
I principali motivi sono due:
1) l'isolante è praticamente polistirolo più denso. si degrada con sbalzi termici (soprattutto caldi), umidità ed esposizione ai raggi solari.
Lo stesso problema riguarda i pannelli isolanti nel sottotetto.
2) TUTTI i collanti per fare il cappotto, per asciugare, richiedono una temperatura di almeno 5gradi e 24ore.
Vai a vedere quanti cantieri sono stati attivi da novembre a marzo.

Nell'ordine:

1) UN isolante è il polistirene (o polistirolo) che rimane stabile fino a 100 C°, è anigroscopico e nei cappotti fatti come si deve NON è esposto al sole, ma intonacato esternamente. Non ti piace il poistirene? Usa la lana di roccia....che peraltro è la più utilizzata in assoluto per le case in bioedilizia.

2) La temperatura di utilizzo è corretta, ma qua siamo sempre a quello che dicevo qualche post fa: il problema non è nei materiali, ma in chi li usa. Se la ditta è seria NON mette in posa il cappotto quando fa troppo freddo, ed in ogni caso in molte zone d'italia a Novembre ed a Marzo raramente si arriva sotto ai 5 C°
 
Ultima modifica:
Curiosità: la lana di vetro o lana di roccia mi dà tanto l'impressione di materiale che rilascia polveri sottili(ssime). E' una mia impressione totalmente destituita di fondamento, o c'è qualcosa di vero? Non ho mai fatto ricerche in proposito, ripeto che è solo una sensazione.

Nei cappotti la lana di roccia e/o vetro non sono esposte all'aria direttamente, ma inserite all'interno della parete se viene usato il sistema platform frame, e/o intonacate se sono esterne alla parete convenzionale o in x-lam
 
Curiosità: la lana di vetro o lana di roccia mi dà tanto l'impressione di materiale che rilascia polveri sottili(ssime). E' una mia impressione totalmente destituita di fondamento, o c'è qualcosa di vero? Non ho mai fatto ricerche in proposito, ripeto che è solo una sensazione.

Questo è un'articolo da "architettura ecosostenibile" (volevo mettere il link ma non me lo fa inserire...)

La lana di vetro e la lana di roccia sono Fibre Artificiali Vetrose (FAV) e risultano tra i prodotti più diffusi per l’isolamento termico e acustico degli edifici. Il motivo della loro vasta diffusione è da rintracciare nelle loro ottime prestazioni termiche e acustiche, economicità e reperibilità, inattaccabilità da umidità, microrganismi e agenti chimici. Ma le domande che ci si pone riguardano la pericolosità dei due materiali: la lana di roccia è cancerogena? La lana di vetro è tossica? Vediamo come si sono espresse a riguardo autorevoli organizzazioni italiane ed internazionali.



Nell’articolo vengono analizzati diversi aspetti della presunta pericolosità delle lane di roccia e di vetro, quali:

La sicurezza della lana di vetro e di roccia (sono cancerogene o tossiche? che test devono superare per non essere considerate pericolose?)
Lana di vetro e lana di roccia composizione e produzione (i componenti dei due isolanti e i processi produttivi)
Le prescrizioni per chi manipola lane di vetro o di roccia (indicazioni per gli operatori degli stabilimenti di produzione)
Lo smaltimento delle lane minerali (linee guida anche per i cantieri edili di demolizione o ristrutturazione)
Lana di roccia cancerogena?
Lana di vetro cancerogena?
La sicurezza della lana di vetro e di roccia
Di recente il Ministero della Salute ha fatto luce sulla sicurezza dei materiali isolanti maggiormente diffusi al mondo, con la redazione di un testo dal titolo: “Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV) – Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute”.

Al momento non esistono prove certe che la lana di vetro e la lana di roccia siano sostanze cancerogene, tanto è vero che negli ultimi anni sono stati condotti diversi studi sugli addetti alla produzione delle lane minerali ma questi non dimostrano né patologie correlate all’apparato respiratorio né altri sintomi collegati a tumori. Anche l'International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato le lane minerali come non cancerogene per gli esseri umani, ma ha classificato la lana di vetro per scopi speciali come possibile cancerogeno per gli esseri umani.

I requisiti di sicurezza delle fibre artificiali vetrose
Per verificare se una fibra artificiale vetrosa è o meno cancerogena, il Regolamento (CE) n.1272/2008 ha definito due parametri: il fattore della bio-solubilità e il diametro geometrico medio ponderale.

Il fattore della bio-solubilità
Il fattore della bio-solubilità che aiuta a determinare se la lana di vetro o di roccia sia cancerogena, è descritto nella “Nota Q” del Regolamento CE. È stato stabilito che le fibre classificate come “bio-solubili” – quelle con alta concentrazione di ossidi alcalini e alcalino-terrosi – sono smaltite dall’organismo prima che causino effetti nocivi perché, come dice anche il termine, sono decomponibili in natura. Quando le fibre minerali rispondono in maniera positiva ai test di bio-solubilità vengono classificate come “non cancerogene”. Bisogna fare attenzione anche al contenuto di sostanze chimiche fra le quali gli ossidi alcalino terrosi che, sebbene come detto poc’anzi contribuiscano alla “bio-solubilità” delle lane, devono essere contenuti in quantità inferiori al 18%.

Il diametro geometrico medio ponderale
Altro parametro cui far riferimento per valutare se la lana di vetro o di roccia è cancerogena è il diametro geometrico medio ponderale che determina la respirabilità delle fibre: più piccole sono e più facilmente penetrano nelle vie respiratorie. Tale parametro è trattato nella “Nota R” del Regolamento per cui il valore del diametro geometrico medio ponderale deve essere superiore ai 6 micron.

In sintesi le fibre artificiali vetrose non sono considerate cancerogene se superano il fattore della bio-solubilità e hanno diametri geometrici medi ponderali superiori ai 6 micron.

Lana di vetro e lana di roccia composizione e produzione
Lana di vetro composizione e produzione. La produzione della lana di vetro inizia con la fusione a 1400°C di composto di vetro riciclato (80%), silice, calcare, carbonato di sodio e boro. Dopo il passaggio nel forno, il mix viene centrifugato, impastato con resine ed inserito in un forno di polimerizzazione per consentire l'indurimento delle resine.

Lana di roccia composizione e produzione. La produzione della lana di roccia inizia con la fusione a 1500°C di roccia basaltica, calcare, coke e "briquette" (che deriva dal mix di lana di roccia di riciclo con una pasta cementizia). L'impasto fuso è trasformato in fibre e cosparso di resina e olio e poi inserito in un forno di polimerizzazione dove il legante si indurisce.

In entrambi i casi, dopo il passaggio nel forno di polimerizzazione, la lana, sia di vetro che di roccia, può essere tagliata e imballata e inviata ai cantieri dove gli operatori si occuperanno della messa in opera.

Le prescrizioni per chi manipola lane di vetro o di roccia
Chi lavora in stabilimenti in cui si produce lana di vetro e di roccia e chi si occupa della messa in opera di questi materiali o chiunque debba manipolare lane minerali rispondenti alla “Nota Q” o alla “Nota R” (classificate come “non pericolose”), deve adeguarsi alle norme base di prudenza indicate dalle linee guida secondo le quali l’operatore deve indossare guanti e occhiali protettivi e idonei indumenti, oltre a una maschera protettiva contro la possibile inalazione di particolato.
 
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