<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> ''Big quit'' - è boom di licenziamenti volontari.. | Page 5 | Il Forum di Quattroruote

''Big quit'' - è boom di licenziamenti volontari..

-O che semplicemente vuole guadagnare di piu' chi produce....
-Per non parlare degli stipendi dei top manager.
Quelli, stranamente.....
Non hanno nulla da invidiare al reddito dei colleghi Tedeschi.
-Questo e' vero; la struttura e' ben diversa
( ma non sono solo con la Germania le differenze, anche se la prendiamo sempre a riferimento ).
-Ma quando FIAT era FIAT, gia' allora, dopo un periodo di parita' iniziale, ben differenti erano salari e produttivita' rispetto a VW.
-Se poi consideriamo le ore lavorate da un Italiano rispetto ai colleghi
del 90 % della UE

https://www.ilsole24ore.com/art/lavoro-piu-stakanovisti-europa-record-italia-e-grecia-ABOtdWnB

( Il 100% di quelli che contano )
VENGONO I BRIVIDI sull' inefficienza nostrana
Il problema è che non c'è feedback sugli errori. Al massimo cambiano azienda. Infatti in ogni azienda dovrebbe esserci un sistema HR potente per valutare la qualità del lavoro di chi guida e ridimensionarli all'occorrenza.
 
Tranne rare eccezioni, crescono di più quelli meno "utili" per la produttività. Il che non è un bene..

C’è anche da dire che se si parla di aziende private, la “colpa” è del management, o, come invece più spesso accade, istituire un sistema di controllo valido ed efficiente in grado di dare un feedback tempestivo e realistico sulle performance di un singolo lavoratore è esso stesso un COSTO per l’azienda.
Costo che spesso l’azienda non vuole sostenere evidentemente ritenendo che gli “errori” dei dipendenti siano meno costosi rispetto al sistema di controllo.
Lo dico perchè è esattamente quello che accade dove lavoro io tanto per dirne una.
 
Il problema è che non c'è feedback sugli errori. Al massimo cambiano azienda. Infatti in ogni azienda dovrebbe esserci un sistema HR potente per valutare la qualità del lavoro di chi guida e ridimensionarli all'occorrenza.


Gli errori dei grandi manager sono a conoscenza di tutti....
( magari, prima di pochi, ma in breve di tutti )
Altro che necessita' di feedback....
 
Ultima modifica:
C’è anche da dire che se si parla di aziende private, la “colpa” è del management, o, come invece più spesso accade, istituire un sistema di controllo valido ed efficiente in grado di dare un feedback tempestivo e realistico sulle performance di un singolo lavoratore è esso stesso un COSTO per l’azienda.
Costo che spesso l’azienda non vuole sostenere evidentemente ritenendo che gli “errori” dei dipendenti siano meno costosi rispetto al sistema di controllo.
Lo dico perchè è esattamente quello che accade dove lavoro io tanto per dirne una.
È questo quello che intendevo. Se sbaglia il sottoposto l'errore è piccolo e si recupera. Se sbaglia un manager l'errore potrebbe fare fallire un azienda.
 
Manca un sistema per estromettere i peggiori dal management

Si ma bisogna anche vedere cosa si intende per “buon” management.
Ci sono manager “bravi” a far crescere il fatturato a breve termine, altri che invece ci vedono lungo, altri che riescono a far crescere i profitti, altri che riescono a fare tutte e tre le cose magari senza spremere i dipendenti o delocalizzare….
 
Si ma bisogna anche vedere cosa si intende per “buon” management.
Ci sono manager “bravi” a far crescere il fatturato a breve termine, altri che invece ci vedono lungo, altri che riescono a far crescere i profitti, altri che riescono a fare tutte e tre le cose magari senza spremere i dipendenti o delocalizzare….
Spesso il buon manager emerge nel lungo, come il buon dipendente.
Quello pessimo nel breve ma quello più subdolo il giorno dopo che ha cambiato azienda.
 
Si ma bisogna anche vedere cosa si intende per “buon” management.
Ci sono manager “bravi” a far crescere il fatturato a breve termine, altri che invece ci vedono lungo, altri che riescono a far crescere i profitti, altri che riescono a fare tutte e tre le cose magari senza spremere i dipendenti o delocalizzare….
Quelli che prendono decisioni che non portano danno nel breve, medio e lungo periodo sono buoni. Ma anche solo riuscire a eliminare quelli che fanno danni nel breve periodo non sarebbe male.. i top manager di solito arrivano nelle loro posizioni perché "spinti" quindi filtrarne qualcuno può solo fare bene. Poi sarebbe bene che i top top, in caso di errori palesi, fossero costretti a restituire parte del maltolto. Ovviamente resteranno utopie e si ripartirà dalla coltivazione della terra per ricostruire il Paese..
 
Io, al contrario, non smetterei mai, anzi vorrei ridurre le ferie a livello europeo, in cambio di una remunerazione paritetica. Pesa solo il pendolarismo che rende il lavoro un ostacolo alla vita famigliare.

Purtroppo un lavoro che piace è un lusso per pochi..., quando avevo vent'anni mi accontentavo .., facevo pure il pendolare Lodi - Milano ( con la nebbia ecc...).., ho lavorato pure di notte per arrotondare lo stipendio ..
Quando hai quarant'anni le cose cambiano.., non è sempre facile rimettersi in gioco nella consapevolezza che il mercato del lavoro è cambiato..
''La crisi'' dei 40 anni è una fase per imparare (capire) molte cose.., le vaghe illusioni vengono rimpiazzate da certezze per costruire un futuro solido.., c'è chi dice che la vita incominci a quarant'anni..
 
Se qualcuno vuole cambiare il mestiere..., ecco i 10 mestieri da sogno (o quasi)...:emoji_relieved:
Assaggiare cibi, recensirli, organizzare eventi e guidare auto di lusso: c’è chi viene pagato per fare tutto questo....

Quando lavorare è un piacere: 10 mestieri da sogno (o quasi) (biancolavoro.it)


Oggi, il lavoro, è una risorsa caratterizzata da scarsità
. Si tratta di un bene raro: il nostro, è un periodo di “vacche magre”...

E’ giusto accontentarsi di un lavoro che non piace? | La Nuvola del Lavoro (corriere.it)
 
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