<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> ''Big quit'' - è boom di licenziamenti volontari.. | Page 4 | Il Forum di Quattroruote

''Big quit'' - è boom di licenziamenti volontari..

vero, ma dipende se ti accontenti. Conosco persone che potrebbero godersi i soldi messi da parte ed invece ...

Non si tratta di accontentarsi o meno.

Nela vita si hanno delle priorità; per alcuni sono il guadagno e la carriera per altri possono essere la famiglia, godersi un po di tempo libero, i viaggi, ...

Ne conosco anch'io di eterni insoddisfatti ...
 
Non si tratta di accontentarsi o meno.

Nela vita si hanno delle priorità; per alcuni sono il guadagno e la carriera per altri possono essere la famiglia, godersi un po di tempo libero, i viaggi, ...

Ne conosco anch'io di eterni insoddisfatti ...
Ho lavorato in perdita secca, a volte guadagnando più o meno bene, rifiutato lavori molto ben pagati perché ho investito diversamente. Talora ho guadagnato più di quanto pensassi prima della scelta, a volte meno. Quadi mai ho chiesto prima quanto si guadagnasse e, se la proposta economica era per me irricevibile, ho controproposto una prestazione gratuita ma da condividere con chi me l'aveva proposta. Inutile dire che non hanno accettato.
Ho fatto carriera al contrario, facendo downgrade e downshift ripetutamente, cercando benessere personale e famigliare, ma non disgiunti dalla missione professionale. Eppure vedo tanti mediocri che hanno sempre e solo concepito il proprio ruolo come tessitori di reti per ottenere potere, titoli, prestigio e denaro. E li sento sempre sparlare dei propri pari e superiori e denigrare i propri collaboratori per assumerne i meriti. Sono scelte di vita.
 
Beh....
questo che dici e' sacrosanta verita' ma e' solo il contorno.

Il nostro caso
( stipendi che calano invece che salire )
scaturisce dal fatto che in Germania
si produce di piu', a minor costo,
e persino
lavorando meno ore l' anno.
E questo non dipendete certo dal Signor Cipputi
il discorso della produttività per me è vero solo in parte o meglio è vero per effetto indiretto.
Imho il motivo principale della mancata crescita degli stipendi è tendenzialmente non siamo un Paese che riconosce e premia le competenze e la professionalità. Le aziende, specialmente le pmi, investono molto poco sulla formazione e sulle persone e preferiscono uno stipendio basso ad uno premiante per un dipendete capace e competente.
Il paragone con la Germania poi dovrebbe evidenziare come la loro struttura aziendale sia mediamente molto più strutturata della nostra perchè di fatto hanno molte più aziende di medie e grandi dimensioni che tendenzialmente prevedono dei percorsi di crescita per i propri dipendenti
 
Ho lavorato in perdita secca, a volte guadagnando più o meno bene, rifiutato lavori molto ben pagati perché ho investito diversamente. Talora ho guadagnato più di quanto pensassi prima della scelta, a volte meno. Quadi mai ho chiesto prima quanto si guadagnasse e, se la proposta economica era per me irricevibile, ho controproposto una prestazione gratuita ma da condividere con chi me l'aveva proposta. Inutile dire che non hanno accettato.
Ho fatto carriera al contrario, facendo downgrade e downshift ripetutamente, cercando benessere personale e famigliare, ma non disgiunti dalla missione professionale. Eppure vedo tanti mediocri che hanno sempre e solo concepito il proprio ruolo come tessitori di reti per ottenere potere, titoli, prestigio e denaro. E li sento sempre sparlare dei propri pari e superiori e denigrare i propri collaboratori per assumerne i meriti. Sono scelte di vita.

Ho la sensazione che il vento stia cambiando, e che stia soffiando sulle vele delle meritocrazia, non tanto per questioni di giustizia etica e sociale, ma perchè la cultura del lavoro, negli ultimi anni, è stata troppo scambiata/barattata con la cultura del guadagno.

Quelli che sono stati capaci di farsi largo hanno dovuto, nolente o volente, puntare su aggressività ed arrivismo.

All'inizio del mio percorso lavorativo, oltre la libera professione, ho iniziato a collaborare in un laboratorio Universitario e, visto che i guadagni non erano propriamente lauti, ho accoppiato al tutto una agenzia di vendita di additivi per cls ... ho resistito un anno e mezzo ... non riuscivo a lavorare avendo come unico stimolo il fatturato.
 
Post interessante , perchè descrive un fenomeno per me nuovo e inaspettato , ma assolutamente reale , di cui si stanno occupando pure i media . Le motivazioni di questi abbandoni del lavoro , in periodo nel quale si lamenta una buona percentuale di disoccupazione , non sono ancora del tutto chiare , ma paiono legate da una parte alle paure e allo stress da covid e dall'altra al "burn-out" di molti lavoratori , che non sopporterebbero le difficoltà del loro posto di lavoro. Ancora non si conoscono i contorni del fenomeno , soprattutto la percentuale di ricollocamento di questi auto-licenziati . Probabilmente nei prossimi mesi la questione , che ha dimensioni ingenti :solo fra aprile e giugno scorsi si sono dimesse in Italia poco meno di mezzo milione di persone, 292 mila uomini e 191 mila donne,si farà più chiara...

https://www.parmateneo.it/?p=80053

https://www.corriere.it/economia/la...va-f76ba600-39ba-11ec-9ccd-c99589413e68.shtml
 
Ancora non si conoscono i contorni del fenomeno , soprattutto la percentuale di ricollocamento di questi auto-licenziati .
sul mercato italiano sono propenso a credere che per la maggior parte siano ricollocamenti.
L'economia d'altronde è molto dinamica e di occasioni ce ne sono parecchie
 
sul mercato italiano sono propenso a credere che per la maggior parte siano ricollocamenti.
L'economia d'altronde è molto dinamica e di occasioni ce ne sono parecchie

L'articolo di "Parmateneo" linkato da @keyone parla di circa 1/3 di salti nel vuoto. Immagino che la maggior parte di questi si fosse creato un po' di riserva di denaro.
 
L'articolo di "Parmateneo" linkato da @keyone parla di circa 1/3 di salti nel vuoto. Immagino che la maggior parte di questi si fosse creato un po' di riserva di denaro.
sicuramente anche perchè in seguito a dimissioni volontarie non si recepisce nessun ammortizzatore.

Comunque credo che le condizioni di lavoro mediamente siano sempre più difficili e stressanti.
L'informatizzazione e la digitalizzazione invece di sollevarci dalle mansioni e dagli incarichi non ha fatto altro che intensificare i ritmi produttivi rendendoli più frenetici.

Nel mio campo per esempio i cicli di vita di un prodotto sono sempre più brevi e c'è l'ossessione di accorciare sempre più i nuovi sviluppi in una corsa infinita contro il tempo.
 
L'informatizzazione e la digitalizzazione invece di sollevarci dalle mansioni e dagli incarichi non ha fatto altro che intensificare i ritmi produttivi rendendoli più frenetici.
non solo, sovraccaricano di problemi - aggiornamenti, sicurezza, bug - che frenano il lavoro ma non sono minimamente percepiti dai project manager.

Per esempio si da per scontato che i sistemi "cloud" siano perfettamente disponibili nel momento in cui ti serve (cioè all'ultimo minuto) ... ed invece ...
 
non solo, sovraccaricano di problemi - aggiornamenti, sicurezza, bug - che frenano il lavoro ma non sono minimamente percepiti dai project manager.

Per esempio si da per scontato che i sistemi "cloud" siano perfettamente disponibili nel momento in cui ti serve (cioè all'ultimo minuto) ... ed invece ...
vero e purtroppo per la mia esperienza c'è una grande carenza culturale in tema di project management, sia lato PM che lato aziende
 
il discorso della produttività per me è vero solo in parte o meglio è vero per effetto indiretto.
Imho il motivo principale della mancata crescita degli stipendi è tendenzialmente non siamo un Paese che riconosce e premia le competenze e la professionalità. Le aziende, specialmente le pmi, investono molto poco sulla formazione e sulle persone e preferiscono uno stipendio basso ad uno premiante per un dipendete capace e competente. struttura aziendale sia mediamente molto più strutturata della nostra perchè di fatto hanno molte più aziende di medie e grandi dimensioni che tendenzialmente prevedono dei percorsi di crescita per
i propri dipendenti

-O che semplicemente vuole guadagnare di piu' chi produce....
-Per non parlare degli stipendi dei top manager.
Quelli, stranamente.....
Non hanno nulla da invidiare al reddito dei colleghi Tedeschi.
-Questo e' vero; la struttura e' ben diversa
( ma non sono solo con la Germania le differenze, anche se la prendiamo sempre a riferimento ).
-Ma quando FIAT era FIAT, gia' allora, dopo un periodo di parita' iniziale, ben differenti erano salari e produttivita' rispetto a VW.
-Se poi consideriamo le ore lavorate da un Italiano rispetto ai colleghi
del 90 % della UE

https://www.ilsole24ore.com/art/lavoro-piu-stakanovisti-europa-record-italia-e-grecia-ABOtdWnB

( Il 100% di quelli che contano )
VENGONO I BRIVIDI sull' inefficienza nostrana
 
Ultima modifica:
“Big quit”, un concetto coniato appositamente per identificare la tendenza al licenziamento di massa.
Lì scopriamo che dopo aprile 2021 abbiamo iniziato a toccare i massimi storici dei licenziamenti volontari: Negli Stati Uniti il 2,4% dei lavoratori ha lasciato il posto di lavoro di spontanea volontà, in Olanda il 2,9%, in Inghilterra il 4,7% e in Germania addirittura il 6%....

I numeri sull’Italia

Nel bel paese si registrano 484mila dimissioni (292mila da parte di uomini e 191mila da parte di donne), su un totale di 2,5 milioni di contratti cessati. L’incremento nel numero di dimissioni rispetto al trimestre precedente è ben del 37%. La crescita è addirittura dell’85% se si fa il paragone con il secondo trimestre del 2020..


Personalmente ritengo che, a meno di non possedere competenze specifiche e ultra-difficili da ottenere, per uno che ha ambizioni “medie” e vuole vivere tranquillo, gli unici posti che offrono un LAVORO vero, anzichè uno SFRUTTAMENTO siano i posti statali.
So che molti di voi non approveranno ma per me è così e sfido a dimostrare il contrario.
 
Non si tratta di accontentarsi o meno.

Nela vita si hanno delle priorità; per alcuni sono il guadagno e la carriera per altri possono essere la famiglia, godersi un po di tempo libero, i viaggi, ...

Ne conosco anch'io di eterni insoddisfatti ...

Discorso lungo e complesso.
Io ho sempre dato priorità ad altro, il lavoro l’ho sempre visto come una cosa che serve per vivere ma a cui non ci si deve assoggettare (il famoso si lavora per vivere, non si vive per lavorare insomma rende bene l’idea del mio pensiero).

Esattamente in quest’ottica, ho avuto la fortuna di poter provare diversi lavori in vita mia e poi finalmente ho SCELTO quello che più si confaceva alla mia personalità.
(Mi ritengo fortunato solo per il fatto che ho potuto SCEGLIERE il lavoro che volevo).

Ció posto, non è che siano tutte rose e fiori, anzi di cose che non vanno o che non mi piacciono ce ne sono parecchie.

Alcune cose sono insite del lavoro in se, altre sono scelte aziendali.
Inutile dire che le prime, potrebbero essere “risolte” o, quantomeno mitigate dalle seconde.
Ovvio, questo avrebbe un costo che in alcuni casi sarebbe molto alto.
 
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