Io non sono mai stato un entusiasta sostenitore dell'orgoglio nazionale.
Se compro un prodotto locale lo faccio perchè voglio sostenere l'economia locale e le persone che ci lavorano,non perchè c'è il tricolore stampato sull'etichetta.
Allo stesso modo non capisco perchè dovrei sentirmi orgoglioso di essere nato in un determinato luogo,non è il luogo di nascita a definire una persona.
Uno può essere contento di essere nato in un paese ricco,giusto o civile.
Ma l'orgoglio nasce da qualcosa che viene fatto in prima persona,se nasco in un paese civile non è per merito mio che è tale.
Al limite posso essere orgoglioso se quello che faccio contribuisce a rendere migliore il paese in cui sono nato.
Stessa cosa per lo stato e i suoi apparati da cui spesso non mi sento ben rappresentato.
A ogni ricorrenza e celebrazione tanti sorrisi e strette di mano,in qualche caso nemmeno in simili circostanze davvero tutti partecipano e mettono da parte le divisioni.
Ma tutti gli altri giorni dell'anno le stesse persone che hanno pronunciato pomposi discorsi pieni di spirito di solidarietà si voltano dall'altra parte di fronte ai problemi o magari buttano carrettate di soldi in iniziative senza senso trascurando problemi ben più urgenti.
Non basta la faccia,o la facciata,nelle occasioni ufficiali per creare unità e orgoglio.
Di essere italiano puoi esserne orgoglioso, si chiama identità, storia, non c'entra con le divisioni e con i problemi contingenti, in qualsiasi realtà e momento ci sarà sempre il buono e il cattivo, non esiste un paese ideale, ma ciò non ha a che vedere con il senso di appartenenza alla propria nazione ed anche alla propria cultura e radici.
Te lo dice un italiano all'estero, anche molto fiero di esserlo. Le ricorrenze non sono solo un fatto di facciata, per esempio per le comunità italiane all'estero il 2 giugno è una ricorrenza importante, che viene celebrata ed è occasione d'incontro per la comunità.