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Solo io sento tensione nell'aria?

Può riguardare qualsiasi cosa. Una singola nazione non può essere la fabbrica del mondo, se succede quello che è successo manca tutto non solo le mascherine. Si ferma una nave come la ever given ( che per la cronaca è ancora sequestrata ) sono miliardi di danni. Dovesse scoppiare tra Cina e Taiwan quello che è scoppiato a HKG, tutto quello che funziona con un processore te lo scordi per un pezzo.....................


Puo' NON fabbricare cose NON vitali....
E le chirurgiche, ad esempio, lo erano
 
Se lo fanno, evidentemente ci guadagnano....
Saluti

Sicuramente.
Però quello che intendevo dire è che nell'esempio del tappo della birra magari quei 3 centesimi si potevano risparmiare altrove,o non risparmiare affatto.
In quel caso era una birra di un noto marchio che vendeva al triplo del prezzo rispetto a una birra di sottomarca.
Secondo me spalmare quei 3 centesimi sul prezzo del prodotto pur di non delocalizzare era fattibile.
Poi ovviamente le logiche di mercato degli ultimi anni dicono altro.
Magari è ora di cambiare strada e non guardare solo al prezzo.
 
In primis deve essere il consumatore che preferisce un prodotto lavorato in EU anche se costa di più ... perché altrimenti ... non funziona.
Ma è un problema di Etica vs Money $$$

Esattamente.
Su questo tema bisognerebbe lavorare molto per sensibilizzare la clientela e convincerla che conviene spendere 3,50 per un prodotto che non deve viaggiare per migliaia di km piuttosto che 2,99 per uno che invece arriva da chissà dove.
Per me andrebbe scritto sulle confezioni e alle aziende che producono in loco e usano imballaggi e tutto il resto prodotto qui (non dico km 0 ma entro una certa distanza) potrebbero dare una specie di bollino.
Come per i prodotti di denominazione e origine controllata,un bollino che identifichi prodotti amici dell'ambiente (e anche dell'economia locale) e spinga la clientela a preferirli.
 
Esattamente.
Su questo tema bisognerebbe lavorare molto per sensibilizzare la clientela e convincerla che conviene spendere 3,50 per un prodotto che non deve viaggiare per migliaia di km piuttosto che 2,99 per uno che invece arriva da chissà dove.
Per me andrebbe scritto sulle confezioni e alle aziende che producono in loco e usano imballaggi e tutto il resto prodotto qui (non dico km 0 ma entro una certa distanza) potrebbero dare una specie di bollino.
Come per i prodotti di denominazione e origine controllata,un bollino che identifichi prodotti amici dell'ambiente (e anche dell'economia locale) e spinga la clientela a preferirli.

Se aspetti il guizzo d'orgoglio nazionale, fai molto prima a mettere un dazio che faccia costare il prodotto cinese quanto quello italiano. Al limite, ridurre o eliminare l'IVA per il made in Italy (quello vero, ovviamente).
 
Se aspetti il guizzo d'orgoglio nazionale, fai molto prima a mettere un dazio che faccia costare il prodotto cinese quanto quello italiano. Al limite, ridurre o eliminare l'IVA per il made in Italy (quello vero, ovviamente).

I dazi hanno ripercussioni.
Forse premiare chi produce in loco con una tassazione agevolata è già più fattibile.
Per me più che sull'orgoglio nazionale (che scarseggia e onestamente è un sentimento che non mi appartiene più di tanto) dovrebbero puntare sulla sostenibilità.
Dire che se compri km 0 o comunque senza andare a prendere i prodotti dall'altra parte del mondo fai bene al pianeta.
Poi funzionerebbe con la birra e i prodotti dal prezzo contenuto,dubito che una motivazione simile potrebbe bastare ad esempio per convincere i consumatori a pagare il doppio un televisore o un telefono.
 
Per me più che sull'orgoglio nazionale (che scarseggia e onestamente è un sentimento che non mi appartiene più di tanto) dovrebbero puntare sulla sostenibilità.
Il problema è che quando hai gli spiccioli contati in tasca la sostenibilità spesso non te la puoi permettere. Posto poi che sia sostenibilità vera, ho in mente esempi nel mio settore......
 
Se aspetti il guizzo d'orgoglio nazionale, fai molto prima a mettere un dazio che faccia costare il prodotto cinese quanto quello italiano. Al limite, ridurre o eliminare l'IVA per il made in Italy (quello vero, ovviamente).
Difficile quando il mondo non era a portata di click, impossibile oggi.
Basta studiare cosa succede a cavallo di due regioni con tenori di vita e culture sociali lontane: Italia - Svizzera

Potresti sentire famiglie Ticinesi dichiarare il loro diritto a comprare a meno in Italia (per potersi permettere il camper anch'esso acquistato in Italia), lamentarsi dei servizi troppo costosi rispetto l'Italia e degli stipendi troppo bassi perché subiscono la concorrenza del lavoro italiano.

Insomma tutti vogliamo guadagnare tanto e spendere poco.
E non per una questione di sopravvivenza, com'era per i nostri avi.
Le stesse cronache d'attualità [vedi post relativo] ci suggeriscono come i bisogni base siano molto cambiati. E non in meglio.

E poi c'è sempre un qualcuno più a Nord e qualcuno più a Sud di te a meno di arrivare ai poli ;)
 
Il problema è che quando hai gli spiccioli contati in tasca
Come dicevo, ho sempre più dubbi su cosa significhi averli contati.
Anche se ho ben presente cosa significhi "averli contati" perché ho qualche esempio davanti agli occhi.
Ma l'impressione è che di quanto arrivi dal Far east a loro interessi poco o nulla, dopo una vita basata a farsi bastare l'essenziale.
 
Il problema è che quando hai gli spiccioli contati in tasca la sostenibilità spesso non te la puoi permettere. Posto poi che sia sostenibilità vera, ho in mente esempi nel mio settore......

Da questo punto di vista c'è chi anche avendo ampie disponibilità economiche va a cercare il risparmio a ogni costo.
Sia tra i consumatori che tra gli imprenditori.
Non cito il nome ma un notissimo marchio di abbigliamento fa fare tutto in Asia ormai,e appartiene a quel target in cui una t shirt costa 200 euro in negozio.
Difficile pensare che a produrle qui spendendo 8 euro invece di 3 al pezzo la baracca rischi di crollare.
Eppure fanno così.
 
Difficile pensare che a produrle qui spendendo 8 euro invece di 3 al pezzo la baracca rischi di crollare.
Probabilmente nemmeno fossero 28.
Però ricordiamo che dietro i gruppi industriali oggi ci sono ancora in parte le vecchie ricche famiglie ma la maggioranza dell’azionariato è fatto da fondi, alle cui spalle c'è il piccolo investitore o lavoratore (fondi pensione) che cerca di salvarsi da una vecchiaia miserrima di stenti.

E poi c'è tutto l'enorme mondo finanziario che vive di questi investimenti, indipendentemente che rendano o meno. Ma è un altro discorso.
 
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