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Chi rimarrá su whatsapp?

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Effettivamente ben pochi hanno le competenze per decidere se una applicazione è sicura o meno.
E al di la delle competenze se non "apri" l'app per fare reverse engineering non puoi sapere cosa faccia.
Per cui la gente si deve fidare di quello che legge su internet e su internet trovi tutto e l'opposto di tutto.
Non credo che Musk che tra l'altro sovvenziona Signal e quindi ci ha investito, faccia tutto solo per filantropia

concordo, si può in parte prestare fede alla norme sulla privacy che si accettano ma sono abbastanza generiche, per essere sicuro di una applicazione come dici tu dovresti fare un reverse engineering ma anche poi verificare che giro fanno i dati , dove risiedono , chi ci ha accesso.
 
nemmeno facendo il reverse della app, scopri cosa fanno, per il semplice motivo che tutto passa prima dai server del provider.
quindi la app, magari non analizza/traccia o fa proprio nulla.
il tutto succede tra quando premi invio, e quando compare sul cellulare del destinatario.
e li' non c'e' nulla che puoi fare, solo fidarti di quello che ti dicono
 
nemmeno facendo il reverse della app, scopri cosa fanno, per il semplice motivo che tutto passa prima dai server del provider.
quindi la app, magari non analizza/traccia o fa proprio nulla.
il tutto succede tra quando premi invio, e quando compare sul cellulare del destinatario.
e li' non c'e' nulla che puoi fare, solo fidarti di quello che ti dicono
Certo, parlavo anche dei presunti controlli che whatsapp fa sulla history del tuo browser, sulle foto che hai sul cellulare, dei tuoi acquisti..
Poi dipende anche dalle autorizzazioni che dai a whatsapp. Premesso che l'accesso alla galleria devi darglielo se vuoi inviare immagini, poi puoi decidere di non dare accesso ai dati di posizione e ad altre funzioni
 
non é tanto questo il problema quanto non stare con chi si arroga il dititto di vietare, bannare ( vedi post 65) sui social. E cmq stare con chi spia meno.
Non è una questione di "diritto di divieto" o "diritto di permanenza".
Anche qui sul forum c'è un regolamento, chi lo infrange viene sanzionato o espulso. Lo sapete tutti e viene accettato già in fase di iscrizione.

Sui social dovrebbe essere lo stesso, altrimenti nessuno potrebbe dire nulla ad un gruppo terroristico o malavitoso che diffonde il proprio pensiero o organizza e promuove reati mediante i suddetti social.
C'è stata sin troppa libertà in questi anni, a parer mio, legata alla deresponsabilizzazione degli utilizzatori. Non a caso questi social sono pieni di contenuti che farebbero impallidire le care vecchie "catene di S.Antonio". Solo che prima dovevi pagare un francobollo per ogni ascoltatore per diffondere sciocchezze, consigli per diete bislacche o peggio. Oggi basta un clic per diffonderlo in tutto il pianeta.

Io comunque non mi pongo nemmeno il problema, per l'uso che faccio sia dei social sia dei sistemi di telecomunicazione, non ho nulla di cui preoccuparmi.
 
Quello che personalmente non mi quadra è perche si nutre fiducia su Telegram, ora ovviamente ha una posizione sul mercato non paragonabile a quella che ha il gruppo di FB ma in embrione mi sembra che poi la strada sia quella, Dokow ora viebe dipinto come il ragazzetto che si è fatto da solo, filantropo e contro il sistema, mi sembra una storia già vista
Personalmente non ho voglia che il novello censore digitale legga ciò che penso di determinati fatti e la crittografia end-to-end asseritamente adottata da WA mi sa che è molto "sulla fiducia". L'applicazione di Signal è aperta e chiunque la può verificare, mi pare ci sia una certa differenza
 
Personalmente non ho voglia che il novello censore digitale legga ciò che penso di determinati fatti e la crittografia end-to-end asseritamente adottata da WA mi sa che è molto "sulla fiducia". L'applicazione di Signal è aperta e chiunque la può verificare, mi pare ci sia una certa differenza

Indubbiamente l'open source ha una sua validità ma è un altra metodologia che secondo me spesso diventa un poco uno specchietto per le allodole, aggiungo senza offesa per nessuno giustamente un prodotto open source da un idea democratica del prodotto ma potrebbe anche essere solo una parvenza
 
Ultima modifica:
Sui social dovrebbe essere lo stesso, altrimenti nessuno potrebbe dire nulla ad un gruppo terroristico o malavitoso che diffonde il proprio pensiero o organizza e promuove reati mediante i suddetti social.
C'è stata sin troppa libertà in questi anni, a parer mio, legata alla deresponsabilizzazione degli utilizzatori.
La differenza fondamentale è che l'editore di questo forum (come di altri spazi, è un esempio) risponde dei contenuti e quindi appliche determinate regole. I social attualmente finiti nella bufera, dal 1996 beneficiano negli USA di una esimente particolare, la oramai famosa Sezione 230 del Communications Decency Act, che dice:
"Nessun fornitore e nessun utilizzatore di servizi Internet può essere considerato responsabile, come editore o autore, di una qualsiasi informazione fornita da terzi".
Questa norma nasce nella metà degli anni '90, agli albori della rete ed era intesa proteggere la libertà della rete.
Il problema di base è: a quale titolo una società privata, giuridicamente irresponsabile dei contenuti di terzi di cui facilta la diffusione, può moderare o bannare opinioni o persone? Se a monte c'è una norma legale (come in Italia) che responsabilizza il fornitore di servizi (esempio il nostro editore), è logico ed anzi d'obbligo che il fornitore del servizio si adoperi per non infrangere una norma che, ricordiamolo, è stata decisa dal legislatore e quindi, sia pure indirettamente, dallla maggioranza dei cittadini. Nel nostro caso, coerentemente, l'editore non ci vieta di parlare pro o contro un pensiero politico, ma vieta a prescindere l'argomento politica, dato che è un editore automotive. Nell'ambito del settore automotive, qui possiamo dire tutte le nostre idee su qualsiasi produttore, tenendo uncamente presenti le regole della buona creanza. Cosa diremmo noi se l'editore di Quattroruote bannasse qualcuno perché dice che l'auto XY fa pettare? Diremmo che è censura operata dall'editore per interessi economici personali. Ed è esattamente ciò che si addebita a FB e Twitter, visto che da un lato vengono ampiamente tollerati video di violenze e dall'altro si banna la Sirenetta (caso famoso di un post messo ad hoc da un giornalista per far capire come funzionano questi colossi), con l'aggravante della posizoine di predominio dei due social in oggetto. Ora, qualcuno mi obietterà che FB, di cui WA è parte, in EUDM deve sottostare a regole diverse e più stringenti, ma se così davvero fosse, perché mai WA sta scassando gli ammenicoli a tutti imponendo le nuove condizioni a pena di cancellazione dell'account?
 
Non è una questione di "diritto di divieto" o "diritto di permanenza".
Anche qui sul forum c'è un regolamento, chi lo infrange viene sanzionato o espulso. Lo sapete tutti e viene accettato già in fase di iscrizione.

Sui social dovrebbe essere lo stesso, altrimenti nessuno potrebbe dire nulla ad un gruppo terroristico o malavitoso che diffonde il proprio pensiero o organizza e promuove reati mediante i suddetti social.
C'è stata sin troppa libertà in questi anni, a parer mio, legata alla deresponsabilizzazione degli utilizzatori. Non a caso questi social sono pieni di contenuti che farebbero impallidire le care vecchie "catene di S.Antonio". Solo che prima dovevi pagare un francobollo per ogni ascoltatore per diffondere sciocchezze, consigli per diete bislacche o peggio. Oggi basta un clic per diffonderlo in tutto il pianeta.

Io comunque non mi pongo nemmeno il problema, per l'uso che faccio sia dei social sia dei sistemi di telecomunicazione, non ho nulla di cui preoccuparmi.
Ma chi stabilisce cosa deve essere la libertà? i signori del web? ovviamente è giusto non pubblicare argomenti quali atti illeciti ecc ecc ma quando mi si viene a dire che non posso esprimermi su questioni sociali perchè contrario al loro modo di vedere ( e succede) allora la cosa preoccupa.
diceva il buon Bertold
Screenshot_20210113-124853_Photo Editor.jpg
 
Indubbiamente l'open source ha una sua validità ma è un altra metodologia che secondo me spesso diventa un poco uno specchietto per le allodole, aggiungo senza offesa per nessuno giustamente un prodotto open source da un idea democratica del prodotto ma potrebbe anche essere solo una parvenza
Hai assolutamente ragione, perché i pasti caldi gratis te li danno solo i frati. Di base, sono assolutamente convinto che solo se paghi monetariamente il servizio puoi pretendere determinate garanzie, mentre se non paghi il prodotto sei te.

Ora, posta l'indubbia comodità dei servizi di messaggistica (finché usati con un po' di testa, ma dipende da noi), fino a che il corrispettivo del servizio è la pubblicità (che ti arriva sulle pagine in cui navighi o sulla mail), ci può stare (se vuoi la guardi se no la ignori); se il corrispettivo dovesse aumentare con l'invio di messaggi pubblicitari direttamente nel servizio di messaggistica, può stare anche bene (se ti va bene ok, se no ti cancelli l'account).

Ma, personalmente, il mio grande timore è la profilazione sociopolitica degli utenti di WA, perché ciò che hanno fatto FB e Twitter negli USA non è che una versione moderna di 1984. Non entro nel merito se sia stato giusto o sbagliato prendere quella detereminata posizione, ma l'averlo fatto in sé alla luce dell'esonero di responsabilità di cui beneficiano. Una manifestazione di "pieni poteri" operata da alcui CEO di cinque aziende private di grandissima rilevanza, perché a FB e Twitter vanno aggiunte Google e Apple per la rimozione di una determinata applicazione dai rispettivi store e AWS per il blocco del traffico su alcuni siti (da notare che gli stessi CEO si erano scandalizzati quando il governo di Pechino attivò il Great Firewall, viva la coerenza). Dopo questo a mio modo di pensare gravissimo precedente, ho motivo di temere che i GAFAT non si feremeranno qui per condizionare il pensiero delle masse.

Condivido, non ricordo da chi detta, la triste constatazione dell'occasine persa dalle grandi Telco europee nel non essere state capaci di trovare una evoluzione condivisa della tecnologia SMS e più adeguata alle potenzialità offerte dagli smartphone
 
ma di questa censura dei social se ne parla da una settimana o sbaglio?
Perchè siamo un po' tutti banderuole al vento (me compreso eh) che ci muoviamo in base al trend delle notizie che puntualmente ci vengono proposte in primo piano guarda caso dai big del high tech.
Io stesso continuo a cliccare ogni giorno sulle notizie che continua a propinarmi "non mi Interessa ziliani... Non mi interessa ziliani.." eppure continua a propormi le sue minchiate.
Chissà quanti di quein25 milioni si sono mai posti domande sulla loro privacy relativamente all'uso di WhatsApp e FB...
 
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