Sui social dovrebbe essere lo stesso, altrimenti nessuno potrebbe dire nulla ad un gruppo terroristico o malavitoso che diffonde il proprio pensiero o organizza e promuove reati mediante i suddetti social.
C'è stata sin troppa libertà in questi anni, a parer mio, legata alla deresponsabilizzazione degli utilizzatori.
La differenza fondamentale è che l'editore di questo forum (come di altri spazi, è un esempio) risponde dei contenuti e quindi appliche determinate regole. I social attualmente finiti nella bufera, dal 1996 beneficiano negli USA di una esimente particolare, la oramai famosa Sezione 230 del Communications Decency Act, che dice:
"Nessun fornitore e nessun utilizzatore di servizi Internet può essere considerato responsabile, come editore o autore, di una qualsiasi informazione fornita da terzi".
Questa norma nasce nella metà degli anni '90, agli albori della rete ed era intesa proteggere la libertà della rete.
Il problema di base è: a quale titolo una società privata, giuridicamente irresponsabile dei contenuti di terzi di cui facilta la diffusione, può moderare o bannare opinioni o persone? Se a monte c'è una norma legale (come in Italia) che responsabilizza il fornitore di servizi (esempio il nostro editore), è logico ed anzi d'obbligo che il fornitore del servizio si adoperi per non infrangere una norma che, ricordiamolo, è stata decisa dal legislatore e quindi, sia pure indirettamente, dallla maggioranza dei cittadini. Nel nostro caso, coerentemente, l'editore non ci vieta di parlare pro o contro un pensiero politico, ma vieta a prescindere l'argomento politica, dato che è un editore automotive. Nell'ambito del settore automotive, qui possiamo dire tutte le nostre idee su qualsiasi produttore, tenendo uncamente presenti le regole della buona creanza. Cosa diremmo noi se l'editore di Quattroruote bannasse qualcuno perché dice che l'auto XY fa pettare? Diremmo che è censura operata dall'editore per interessi economici personali. Ed è esattamente ciò che si addebita a FB e Twitter, visto che da un lato vengono ampiamente tollerati video di violenze e dall'altro si banna la Sirenetta (caso famoso di un post messo ad hoc da un giornalista per far capire come funzionano questi colossi), con l'aggravante della posizoine di predominio dei due social in oggetto. Ora, qualcuno mi obietterà che FB, di cui WA è parte, in EUDM deve sottostare a regole diverse e più stringenti, ma se così davvero fosse, perché mai WA sta scassando gli ammenicoli a tutti imponendo le nuove condizioni a pena di cancellazione dell'account?