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stava scappando con aereo privato,all'arresto ha dichiarato che desidera disintossicarsi da cocaina ed altro 'mi auguro che lo tengano al fresco un bel po, cosi'avra'modo di disintossicarsi
Uno che prova a scappare a me sembra proprio marcio dentro. Lasciamo perdere le solite frasi che pronunciano sempre quando vengono arrestati.
 
eh ma se quando metti la targa ti esce una motorizzazione che non era quella che volevi tu...pace, passi alla prossima...della serie, ritenta sarai più fortunato:).

Si ma prima o poi qualcuno che ti ferma e ti chiede perchè annoti tutte le targhe delle 500L lo trovi...:emoji_wink:

guarda circa coetanei...ora ti senti ridicolo, e io la penso come te. Però nella vita, mai dire mai. Nella mia esperienza fin qui, ho fatto, vissuto, subito le cose più incredibili e assurde. Facendo cadere molti tabù...a 20anni dicevo noooo quella cosa mai..per carità...e poi mi ci sono trovato dentro...
non so se sono riuscito a rendere l'idea

Può darsi ma ho da sempre il debole per le donne della mia età o un po' più grandi.
Non lo so proprio non mi ci vedrei con una ragazza molto più giovane.
Vi saprò dire tra 15 anni.
 
Si ma prima o poi qualcuno che ti ferma e ti chiede perchè annoti tutte le targhe delle 500L lo trovi...:emoji_wink:



Può darsi ma ho da sempre il debole per le donne della mia età o un po' più grandi.
Non lo so proprio non mi ci vedrei con una ragazza molto più giovane.
Vi saprò dire tra 15 anni.
Non credo che il tizio cercasse una relazione stabile e duratura. Adesso bisogna vedere se in carcere qualcuno cercherà di avere con lui una relazione.
 
E adesso ne salteranno fuori a decine,magari ce ne sarà pure qualcuna che era sobria e consenziente ma visto che il tizio ha infilato la testa nel cappio da solo...
Magari delle minacce di denuncia ci saranno già state in passato ma con tutti quei soldi è facile pensare che possa aver messo a tacere il tutto.
Che schifezza.
 
E adesso ne salteranno fuori a decine,magari ce ne sarà pure qualcuna che era sobria e consenziente ma visto che il tizio ha infilato la testa nel cappio da solo...
Magari delle minacce di denuncia ci saranno già state in passato ma con tutti quei soldi è facile pensare che possa aver messo a tacere il tutto.
Che schifezza.
Per fortuna la TV ci offre anche esempi edificanti ed ammirevoli di uomini e donne che spendono la propria vita per aiutare il prossimo. Don Mazzi e altri , dedicano la loro vita al prossimo , senza troppo clamore. Queste persone mi fanno sentire piccolo piccolo.
 
tutti sapevano,ma zitti

1. GENOVESE E IL SUPERATTICO DEGLI ORRORI "QUELLA RAGAZZA TORTURATA PER 24 ORE"

Monica Serra per ''la Stampa''



alberto genovese

Nel superattico dell'orrore si arrivava solo su invito. In una selezionatissima cerchia di amici. Salire all'ultimo piano con vista Duomo di "terrazza sentimento" era un "must" cui pochi avrebbero rinunciato. Cosa accedeva poi nella camera padronale del manager prodigio Alberto Maria Genovese, molti preferivano far finta di non saperlo. Ma le telecamere interne di sorveglianza raccontano un film di violenze che non si possono tacere.



Ventiquattro ore di brutali abusi in cui l'imprenditore napoletano, 43 anni, ha agito «prescindendo dal consenso della vittima, palesemente incosciente, tanto da sembrare in alcuni frangenti un corpo privo di vita, spostato, rimosso, posizionato, adagiato, rivoltato, abusato, come se fosse quello di una bambola di pezza».



A scriverlo è il giudice Tommaso Perna, nel provvedimento con cui convalida l'arresto in carcere del fondatore di Facile.it, da cui è uscito nel 2014, incassando 106 milioni di euro. Ma infierire così su una ragazza di 18 anni «non è bastato» a Genovese. «Quando la vittima ha ripreso un barlume di lucidità, iniziando a opporsi, fino a implorare il suo aguzzino di fermarsi, lei non è stata ascoltata dal carnefice che, imperterrito, ha proseguito nella sua azione violenta».



E, per raggiungere il suo scopo «non ha esitato a legarla a letto e ad ammanettarla ai polsi e alle caviglie». Le ha procurato ferite così atroci che il medico legale che l'ha presa in cura ha dichiarato: «Non mi era mai capitato di vedere qualcosa di così cruento». Per questo il gip parla di lui come di un uomo dalla «spinta antisociale elevatissima e dell'assoluto disprezzo per il valore della vita umana, soprattutto di quella delle donne».



alberto genovese

E ipotizza contro di lui l'aggravante della tortura: «L'indagato ha agito con crudeltà e cagionato alla ragazza sofferenze fisiche e psichiche difficilmente emarginabili, così travalicando ampiamente i confini dei reati di violenza sessuale e sequestro di persona già contestati», con le lesioni aggravate e lo spaccio di droga che, a fiumi, circolava nei festini patinati nel superattico di Genovese. Cocaina, chetamina e 2cb, (la pregiatissima "coca rosa"), venivano servite sui piatti ai party esclusivi della Terrazza sentimento, destinati solo a liste ristrette di invitati.



Quella stessa droga a cui ora Genovese «addebita la colpa delle sue azioni»: «Una spirale che mi ha messo sempre più in difficoltà - ha spiegato al gip -. Ogni volta che mi drogo ho allucinazioni e faccio casino, faccio cose di cui non ho il controllo: nella mia percezione della serata trascorsa con la ragazza, noi eravamo innamorati e stavamo trascorrendo una serata bellissima».



Una ricostruzione che però non convince il gip: «Nonostante l'uso di sostanza stupefacente, l'indagato è rimasto sempre lucidissimo, disponendo del corpo della ragazza come meglio credeva». Tra l'altro quello del 10 ottobre scorso non è un caso isolato: un'altra ventenne si è fatta avanti per denunciare abusi subiti dall'imprenditore. Gli investigatori stanno cercando traccia di eventuali altre violenze nei filmati sequestrati che dovrebbero contenere immagini di almeno altri due festini. Anche se Genovese «era solito cancellare i video quando esagerava».





alberto genovese

2. «GLI ABUSI? TANTI SAPEVANO» DROGA, VIOLENZE E SILENZI ALLA CORTE DEL MAGO DEL WEB

Gianni Santucci e Giuseppe Guastella per il ''Corriere della Sera''



Tutti sapevano, o quantomeno sospettavano, che il ricco Alberto Genovese drogasse e violentasse le donne. Lo sapevano gli amici che lo coprivano. Ad Ibiza, di fronte a una ragazza che aveva appena subito una violenza, il più stretto compagno dell'imprenditore lasciò scivolare una velata minaccia. «Mi disse - racconta la giovane a verbale - che io non ero una bambinetta sprovveduta e pertanto non mi sarei dovuta mettere in una situazione nella quale non volevo stare».



Delle derive aggressive sapeva forse il buttafuori che faceva la guardia alla porta sbarrata della camera da letto dello stupro, forse lo immaginavano le stesse donne, belle e giovanissime, che partecipavano ai party nel lussuoso attico e superattico nel centro di Milano. Eppure nessuno ha fermato il brillante ex amministratore di Facile.it , diventato milionario con le startup. A farlo finire in galera è stata l'unica che ha avuto il coraggio di denunciarlo dopo aver rischiato di morire.



ALBERTO GENOVESE

Criminale complicità, attrazione per un ambiente dorato dove la droga gira nei piatti di portata e per i soldi che Genovese sciala per tutti: dagli atti dell'inchiesta del pm Rosaria Stagnaro diretta dall'aggiunto Letizia Mannella emerge una corte dei miracoli che venera Genovese nonostante, come ha scritto il gip Tommaso Perna nell'ordinanza di custodia in carcere per violenza sessuale, lesioni, sequestro di persona e cessione di droga, avesse una «personalità altamente pericolosa» in quanto «del tutto incapace di controllare i propri impulsi e la propria aggressività sessuale», spinto da un «assoluto disprezzo per il valore della vita umana, soprattutto di quella delle donne».



È «un vero e proprio calvario» ciò che ha subito tra il 10 e l'11 ottobre «nelle mani del suo aguzzino» la modella di appena 18 anni finita in quello che ha tutto l'aspetto di un rituale sacrificale abituale, come sospettano gli investigatori della Squadra mobile di Milano che indagano ipotizzando altre vittime. Lo ammette lo stesso Genovese subito dopo l'arresto quando al gip dice che è stata la droga a trascinarlo in una «spirale» in cui, dichiara, «ho allucinazioni e faccio casino, faccio cose di cui non ho il controllo». Il film da Arancia meccanica comincia invariabilmente con le ragazze che bussano al lussuoso palazzo in Piazza Santa Maria Beltrade.



Al sesto piano ci sono «una ventina di persone - racconta una modella alla Polizia - in gran parte ragazze della nostra età mentre gli uomini hanno tra i 30 e i 40 anni». Le ragazze non disdegnano qualche «riga» della coca messa a disposizione degli ospiti. L'interesse di Genovese, dichiara la testimone, si concentra su una delle ragazze, che convince a seguirlo in camera sua. Quando l'amica con cui era arrivata va a cercarla, il buttafuori la blocca: «Nessuno poteva disturbare». La rivedrà solo il giorno dopo quando le confesserà di essere stata violentata.

alberto genovese



Alla Polizia la teste ora riferisce che c'erano «voci» che dicevano che Genovese drogava le ragazze per «essere libero di fare ciò che voleva». A Milano la notizia che Genovese è nei guai per violenza carnale comincia a circolare nei giorni che precedono l'arresto. Arriva anche a un'altra diciottenne che si presenta in Questura e racconta che a luglio, ospite di Genovese a Ibiza, anche lei ha perso il controllo dopo aver assunto droga e che quando si è svegliata aveva dolori dovunque, anche ai polsi e alle caviglie come se fosse stata legata. Sospetta di essere stata violentata.



Quando lo ha detto a un amico comune, anche lui ospite a «Villa Lolita», quello le ha risposto che «loro si preoccupano non solo per me ma anche per Alberto e che lo sanno che lui esagera. Come amici, lui e gli altri, gli dicono che esagera». La ragazza decide in un primo momento di non denunciare perché teme la reazione di Genovese verso di lei e i suoi familiari: «Aveva mandato delle persone sotto casa di una ragazza che voleva denunciarlo».



A riprova che l'ambiente sapesse e coprisse, una giovane modella che ha partecipato (due volte), e poi si è allontanata, alle feste di Genovese, sui social ha scritto: «Tutti sapevano, e tutti facevano finta di non vedere... perché là dentro c'erano alcol e droga gratis. Le sue feste erano solo un pretesto per trovare nuove vittime».
 
Roberto Bolle chiamò la polizia per la festa a casa di Genovese, la sera della presunta violenza
I poliziotti intervennero due volte per porre fine ai rumori, andandosene poi perché la festa era sostanzialmente finita
  • ANSA

Alberto Genovese
Fu anche l’etoile della Scala Roberto Bolle a chiamare la Polizia per il frastuono che proveniva dall’appartamento nel centro di Milano in cui l’imprenditore Alberto Genovese violentò una ragazza di 18 anni dopo averle fatta assumere stupefacenti durante una festa.

Bolle, come racconta Il Corriere della Sera, e un altro inquilino, il 10 ottobre scorso chiamarono la polizia per far cessare gli schiamazzi e la musica ad alto volume e i poliziotti intervennero due volte per porre fine ai rumori, andandosene poi perché la festa era sostanzialmente finita.

Poco dopo, quindi, sarebbe avvenuta la brutale violenza sessuale ai danni della ragazza per la quale Genovese si trova ora in carcere da dove ha chiesto di essere curato dalla dipendenza dalla cocaina che, a detta sua, in certi frangenti non gli fa capire più nulla.

Un’altra ragazza ha denunciato alla Polizia di aver subito violenze da Genovese, imprenditore attivo nella creazione e vendita di start up.
 
Ho letto anche io gli articoli e c'è una faccenda che (se vera) proprio non mi torna. Parrebbe che dopo aver raccattato la ragazza per strada i poliziotti si siano presentati a casa del "fenomeno" per cercare prove, ma gli sia stato impedito di entrare dai suoi legali e che abbiano potuto farlo solo il giorno successivo.
Ecco, questa mi piacerebbe proprio approfondirla...
 
Che le ragazze fossero "delle ingenue verginelle" ci credo poco, il miraggio dei soldi e conoscenze per la carriera le hanno traviate, una percentuale di colpa la addebito anche a loro.
 
Che le ragazze fossero "delle ingenue verginelle" ci credo poco, il miraggio dei soldi e conoscenze per la carriera le hanno traviate, una percentuale di colpa la addebito anche a loro.
Si ma un conto è darla via per tentare di accedere a determinati ambienti, un altro (se fosse come riferiscono i media) subire 24 ore di torture...
 
Quando esagerava cancellava i video.
Come se i festini a base di droga e il resto non fossero già di per se esagerare.
Spero che gli diano tanti anni di galera e visto che c'erano molte persone che sapevano che sia in buona compagnia.
 
Se auspico che questo individuo - si es culpable, come diceva Ferrer a Renzo Tramaglino - possa trascorrere il resto della sua perniciosa esistenza dietro una solida porta di ferro, e insieme a lui tutti quelli che sapevano, rischio una sanzione disciplinare?
 
Se auspico che questo individuo - si es culpable, come diceva Ferrer a Renzo Tramaglino - possa trascorrere il resto della sua perniciosa esistenza dietro una solida porta di ferro, e insieme a lui tutti quelli che sapevano, rischio una sanzione disciplinare?
Per me no, io gli augurerei di ricevere quanto ha dato, nel bene e nel male
 
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