<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> INDISPENSABILI, cosa ne pensate voi? | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

INDISPENSABILI, cosa ne pensate voi?

Ci sono prodotti INDISPENSABILI che lo stato deve garantire!?

  • Lo stato ne garantisce la produzione.

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  • Non saprei cosa rispondere.

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Mi fa piacere che molti abbiano capito perché le aziende statali andavano male
Potrebbe essere una soluzione per riproporla. Mah.. si capisce dai commenti, è una esperienza che molti italiani non vogliono ripetere.
Bene, mi chiedo chi sarà ad aiutare le piccole aziende italiane, gli operai in cassa integrazione e la crisi che è in arrivo.
Spero, allora che sia l'Europa a salvarci, o la Cina o Usa. Abbiamo una economia che è in grande, per dire poco.. Grandeeeee difficoltà.
Aspetto, i dati economici per i prossimi mesi, poi vorrei sapere come faremo per ripartire.
Importante sapere che nessuno fa niente per niente.. se poi parliamo di economia ed aziende globalizzato, io sono già preoccupato. Ripeto, serve un paracadute almeno il 30 % di produzione nazionale di prodotti Indispensabili. Attenzione, "fin che il dottore pensa, l'ammalato muore."
Il settore auto è indispensabile, è deve rimanere almeno una percentuale in mano italiana.

Io sono convinto che ci vuole una nuova '' IRI '' e una nuova ( per chi se la ricorda ) RI ( rendita italiana).
 
Va bene. Facciamo in modo che il 30% di ciò che è indispensabile venga prodotto in Italia. Ovviamente, prodotto, non assemblato. Quindi, per produrre il 30% dei televisori, dei telefonini, in genere della strumentazione elettronica dobbiamo produrre in casa microprocessori adeguati, schermi led, oled o simili, ecc… Peccato che la nostra industria non sia attrezzata per farlo, e ciò ci costringerebbe ad importare i componenti coreani o cinesi. Per colmare il gap tecnologico su questi componenti quanto ci servirebbe in tempo e denaro? ovviamente con la regola del 30% non possiamo comprare i brevetti all’estero. E mentre noi costruiamo la base tecnologica, gli altri vanno avanti, inventando prodotti sempre migliori.

Altra ovvietà: il 30% che produciamo non deve sfigurare troppo nel contesto mondiale. I consumatori non sono sciocchi, non comprano prodotti inferiori. E se vengono costretti a comprarli, scendono in piazza con i forconi (o votano per l’opposizione). E se per convincere gli Italiani a comprare il 30% "autarchico" vengono imposti dazi, il resto del mondo mette dazi su vino, olio d’oliva, Ferrari…

Il nostro 30% purtroppo l’abbiamo perso quando investitori italiani (e il direttore dei Telegrafi del Regno delle due Sicilie, Settimio Volpicelli) rifiutarono i finanziamenti ad Antonio Meucci che tentava di brevettare negli States il suo "telettrofono", quando il ministro delle Poste e Telegrafi neanche rispose alle lettere di Guglielmo Marconi che descrivevano il telegrafo senza fili, quando Enrico Fermi emigrò negli States per sfuggire alle leggi razziali, quando Federico Faggin fu capo progetto dell'Intel 4004 e responsabile dello sviluppo dei microprocessori 8008, 4040 e 8080 – ovviamente negli States… e così via fino ai giorni nostri.
 
Ripeto quanto detto in precedenza: rimuovere le storture di un eccesso di globalizzazione è possibile e forse anche opportuno. Elaborare improbabili piani industriali per produrre il 30% dei beni di consumo in Italia è pura astrazione
 
Va bene. Facciamo in modo che il 30% di ciò che è indispensabile venga prodotto in Italia. Ovviamente, prodotto, non assemblato. Quindi, per produrre il 30% dei televisori, dei telefonini, in genere della strumentazione elettronica dobbiamo produrre in casa microprocessori adeguati, schermi led, oled o simili, ecc… Peccato che la nostra industria non sia attrezzata per farlo, e ciò ci costringerebbe ad importare i componenti coreani o cinesi. Per colmare il gap tecnologico su questi componenti quanto ci servirebbe in tempo e denaro? ovviamente con la regola del 30% non possiamo comprare i brevetti all’estero. E mentre noi costruiamo la base tecnologica, gli altri vanno avanti, inventando prodotti sempre migliori.

Altra ovvietà: il 30% che produciamo non deve sfigurare troppo nel contesto mondiale. I consumatori non sono sciocchi, non comprano prodotti inferiori. E se vengono costretti a comprarli, scendono in piazza con i forconi (o votano per l’opposizione). E se per convincere gli Italiani a comprare il 30% "autarchico" vengono imposti dazi, il resto del mondo mette dazi su vino, olio d’oliva, Ferrari…

Il nostro 30% purtroppo l’abbiamo perso quando investitori italiani (e il direttore dei Telegrafi del Regno delle due Sicilie, Settimio Volpicelli) rifiutarono i finanziamenti ad Antonio Meucci che tentava di brevettare negli States il suo "telettrofono", quando il ministro delle Poste e Telegrafi neanche rispose alle lettere di Guglielmo Marconi che descrivevano il telegrafo senza fili, quando Enrico Fermi emigrò negli States per sfuggire alle leggi razziali, quando Federico Faggin fu capo progetto dell'Intel 4004 e responsabile dello sviluppo dei microprocessori 8008, 4040 e 8080 – ovviamente negli States… e così via fino ai giorni nostri.[/QUOTE

Hai ragione, il problema della ricerca è "fuga di cervelli",un problema che mi sono posto anch'io. Il problema è che in Italia non si riesce a fare ricerca e finanziaria. La mia soluzione che a moltissimi non piacerà, ma penso sia una casa da prendere in considerazione. Qual è una tassa.. , si, si. Una tassa, che tutti dobbiamo pagare. Dico tutti, e in proporzione ai redditi. Sento già i commenti, "Assurdo" , *non ci penso neanche morto", "un'altra ancora". Certo vogliamo, andare avanti nello sviluppo industriale, informatico, agricolo, sanitario, educativo, allora bisogna investire denaro. Sicuramente, io che sono in un settore voglio che i miei soldi vengano investiti in un determinato campo, logico..ma questo deve seguire prima certe priorità di beni Indispensabili. Un esempio molto semplice, Teleton ha finanziato la ricerche su malattie rare, questo ha permesso all'italia di diventare un punto di riferimento mondiale su questo settore. Cosa voglio dire, che in Italia si può fare ricerca e ottenere grandi risultati. La scuola, l'università e la ricerca, non parlano con il mondo del lavoro, eppure tutti questi soggetti vorrebbero interlocutore tra di loro, ma non ci riescono. C'è un blocco, generazionale, culturale, diffidenza, mancanza di confronto o paura di cambiare, non saprei quale di questi, ma forse un po' di tutto. Qui interviene lo stato, e obbliga tutti a partecipare alla ricerca. Offre a tutti dei "pacchetti di ricerca", da" finaziare" con la propria tassa.. Assurdo, utopia, perché?
Fa' pausa la ricerca? O perché abbiamo paura di non riuscire? I paesi che investono in ricerca, hanno un reddito più alto e un tenore di vita migliore. Basterebbe questo per giustificare una tassa sulla ricerca. Immagino i commenti, "Ma sei ubriaco? Ma cosa ti sei fumato? Hai preso una botta in testa?". Non importa, importante per me è fatti pensare, metterti dei dubbi, fatti vedere che c'è anche un'altra prospettiva. Non ci sono situazioni irreversibile, tutto può cambiare basta provare. Non ci sono certe, abbiamo perso la tecnologia e gli altri sono troppo avanti... Forse no. Io dico solo una cosa, di certo c'è solo la morte. Il coronavirus lo stato dimostrando, non ci sono cose certe.. Ci vuole solo impegno.
 
Ho sbagliato tasto, la replica a bzyz è insieme alla tua basta clicca per allargare.
E ' questa.
Hai ragione, il problema della ricerca è "fuga di cervelli",un problema che mi sono posto anch'io. Il problema è che in Italia non si riesce a fare ricerca e finanziaria. La mia soluzione che a moltissimi non piacerà, ma penso sia una casa da prendere in considerazione. Qual è una tassa.. , si, si. Una tassa, che tutti dobbiamo pagare. Dico tutti, e in proporzione ai redditi. Sento già i commenti, "Assurdo" , *non ci penso neanche morto", "un'altra ancora". Certo vogliamo, andare avanti nello sviluppo industriale, informatico, agricolo, sanitario, educativo, allora bisogna investire denaro. Sicuramente, io che sono in un settore voglio che i miei soldi vengano investiti in un determinato campo, logico..ma questo deve seguire prima certe priorità di beni Indispensabili. Un esempio molto semplice, Teleton ha finanziato la ricerche su malattie rare, questo ha permesso all'italia di diventare un punto di riferimento mondiale su questo settore. Cosa voglio dire, che in Italia si può fare ricerca e ottenere grandi risultati. La scuola, l'università e la ricerca, non parlano con il mondo del lavoro, eppure tutti questi soggetti vorrebbero interlocutore tra di loro, ma non ci riescono. C'è un blocco, generazionale, culturale, diffidenza, mancanza di confronto o paura di cambiare, non saprei quale di questi, ma forse un po' di tutto. Qui interviene lo stato, e obbliga tutti a partecipare alla ricerca. Offre a tutti dei "pacchetti di ricerca", da" finaziare" con la propria tassa.. Assurdo, utopia, perché?
Fa' pausa la ricerca? O perché abbiamo paura di non riuscire? I paesi che investono in ricerca, hanno un reddito più alto e un tenore di vita migliore. Basterebbe questo per giustificare una tassa sulla ricerca. Immagino i commenti, "Ma sei ubriaco? Ma cosa ti sei fumato? Hai preso una botta in testa?". Non importa, importante per me è fatti pensare, metterti dei dubbi, fatti vedere che c'è anche un'altra prospettiva. Non ci sono situazioni irreversibile, tutto può cambiare basta provare. Non ci sono certe, abbiamo perso la tecnologia e gli altri sono troppo avanti... Forse no. Io dico solo una cosa, di certo c'è solo la morte. Il coronavirus lo stato dimostrando, non ci sono cose certe.. Ci vuole solo impegno.
 
Secondo me.... tutto serve ma nulla è indispensabile... è la nostra società, il nostro modus vivendi, che rende indispensabile qualcosa, molte volte neanche ci serve, ma se viene imposto dall'alto o inserito in modo strisciante nell'uso comune.... ecco.... non possiamo più farne a meno.
Con questo non voglio dire che bisogna vivere come l'uomo delle caverne, ma anche solo a vivere in modo più leggero, senza rincorrere per forza qualcosa che si sposta sempre più avanti e ti fa vivere col fiato corto....
Spero che anche questa situazione farà aprire gli occhi alla gente.... è inutile rincorrere l'ultimo modello di smartphone, esempio, per fare ne più ne meno che quello che si faceva col modello prima.
L'opener non avrebbe mai preso un portatile se non gli veniva imposto, come lui tantissimi altri.... visto che son spariti, ma poi che fine faranno? saranno riposti nell'armadio per tornare ai vecchi usi, o sarà l'occasione per una nuova società strutturata su altri valori?
Ha senso produrre qualcosa a livello nazionale se poi, tra due anni, non se lo fila nessuno o fino a ieri non se lo filava nessuno?

Oggi mi sento zen con le idee confuse

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Ho sbagliato tasto, la replica a bzyz è insieme alla tua basta clicca per allargare.
E ' questa.
Hai ragione, il problema della ricerca è "fuga di cervelli",un problema che mi sono posto anch'io. Il problema è che in Italia non si riesce a fare ricerca e finanziaria. La mia soluzione che a moltissimi non piacerà, ma penso sia una casa da prendere in considerazione. Qual è una tassa.. , si, si. Una tassa, che tutti dobbiamo pagare. Dico tutti, e in proporzione ai redditi. Sento già i commenti, "Assurdo" , *non ci penso neanche morto", "un'altra ancora". Certo vogliamo, andare avanti nello sviluppo industriale, informatico, agricolo, sanitario, educativo, allora bisogna investire denaro. Sicuramente, io che sono in un settore voglio che i miei soldi vengano investiti in un determinato campo, logico..ma questo deve seguire prima certe priorità di beni Indispensabili. Un esempio molto semplice, Teleton ha finanziato la ricerche su malattie rare, questo ha permesso all'italia di diventare un punto di riferimento mondiale su questo settore. Cosa voglio dire, che in Italia si può fare ricerca e ottenere grandi risultati. La scuola, l'università e la ricerca, non parlano con il mondo del lavoro, eppure tutti questi soggetti vorrebbero interlocutore tra di loro, ma non ci riescono. C'è un blocco, generazionale, culturale, diffidenza, mancanza di confronto o paura di cambiare, non saprei quale di questi, ma forse un po' di tutto. Qui interviene lo stato, e obbliga tutti a partecipare alla ricerca. Offre a tutti dei "pacchetti di ricerca", da" finaziare" con la propria tassa.. Assurdo, utopia, perché?
Fa' pausa la ricerca? O perché abbiamo paura di non riuscire? I paesi che investono in ricerca, hanno un reddito più alto e un tenore di vita migliore. Basterebbe questo per giustificare una tassa sulla ricerca. Immagino i commenti, "Ma sei ubriaco? Ma cosa ti sei fumato? Hai preso una botta in testa?". Non importa, importante per me è fatti pensare, metterti dei dubbi, fatti vedere che c'è anche un'altra prospettiva. Non ci sono situazioni irreversibile, tutto può cambiare basta provare. Non ci sono certe, abbiamo perso la tecnologia e gli altri sono troppo avanti... Forse no. Io dico solo una cosa, di certo c'è solo la morte. Il coronavirus lo stato dimostrando, non ci sono cose certe.. Ci vuole solo impegno.

Se non siamo sordi sentiremo la bbbotta! La botta è arrivata, adesso vediamo quanto siamo sordi.
 
 :emoji_atom: È la bomba, che arriverà dopo il covid sarà la svolta o la.... . :emoji_head_bandage:
Si prospetta una recessione pazzesca, sono molto curioso di vedere dove andremo, speriamo bene.. :emoji_metal:
 
Parlare degli Huawei che senza android sono scatole vuote pero mi sembra una esagerazione. Stai parlando di una azienda di proporzioni enormi con investimenti tecnologici che poche aziende possono fare, tipo il 5g.

Ovviamente la globalizzazione e' anche questo un coistere di tanti componenti creati in diverse zone del mondo che insieme fanno il prodotto finito.

Per la cronaca Huawei si sta creando il proprio sistema operativo per gli smartphone e sui computer aveva provveduto montanto Linux.
 
...ottimo motivo per NON comprare Huawei.... comunque, ho avuto due telefoni Huawei (mio e moglie), ne ero soddisfattissimo, ma sono morti entrambi in meno di due anni. Ho cambiato cinese, ma su quelli ci ho messo una croce.

Il mio (un "vecchio" Mate 8) è ancora perfetto e in ottima forma dopo 4 anni.
Non lo cambierei con nessun altro.
 
Il mio (un "vecchio" Mate 8) è ancora perfetto e in ottima forma dopo 4 anni.
Non lo cambierei con nessun altro.

In realtà, i telefoni in sè andavano bene, sono morte le batterie.... comunque, l'iPhone 6S di mia figlia, circa tre anni, a metà pomeriggio lo deve mettere in carica, e costa più o meno il triplo di un cinofono, quindi una volta di più le mele masticate se le tengono.
 
Linux ha detta di chi lo usa non solo e' molto piu' stabile di windows ma sembrerebbe anche piu user friendly di Os. Molte app ancora non sono realizzate per girare in ambito linux ma ad oggi almeno le piu importanti ed i software principali girano tutti nativamente anche su Linux. Io diedi un occhiata all'interfaccia e devo dire che era piacevole e intuitiva.

Per i smartphone ho sia apple che un cinese e mi trovo bene con entrambi. Il problema con la mela e' che le batterie sono veramente ridicole sia a livello di durata che come potenza dei caricabbaterie. Stessa cosa per la mia signora che ha un iphone di quelli nuovi dipendi dalla batteria che stai sempre a caricare.

Col mio cinese ha quasi due anni ed arriva tranquillamente a sera e in genere lo ricarico la mattina mentre mi preparo per andare a lavoro e si ricarica quasi completamente in pochissimo tempo.
 
Io più di 2 anni fà scoprii lo sciaomi, come lo chiamano, sconosciuto ai più si è rivelato un'ottimo acquisto. Le batterie durano 2 giorni anche ora a distanza di più di 2 anni. ne ho presi altri 3 per il resto della famiglia.................sconto famiglia appunto ( non scherzo, dopo il secondo c'era lo sconto).
 
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