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INDISPENSABILI, cosa ne pensate voi?

Ci sono prodotti INDISPENSABILI che lo stato deve garantire!?

  • Lo stato ne garantisce la produzione.

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  • Non saprei cosa rispondere.

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Io credo che questa crisi ci abbia insegnato che la globalizzazione non è affatto un demone da sconfiggere, ma al contrario, deve essere la base su cui ricostruire (quando la pandemia finirà, perchè deve prima o poi finire), un mondo nuovo,

Il problema è che questo modello di mondo, che come dici giustamente dovrebbe essere ricostruito su basi nuove, l'ha proprio creato la globalizzazione, che quindi, per come è adesso, è effettivamente un demone da sconfiggere. Quindi, nuovo mondo, ma prima nuovo approccio globale, perchè se non cambia la globalizzazione ci ritroveremo allo stesso punto, solo pochi ancora più ricchi e moltissimi ancora più poveri.
 
La natura ha creato la Terra a forma di globo, forse di globalizzazione se ne intende molto più di noi, e se ha fatto questa scelta autoimpostasi attraverso le leggi della fisica, logiche e consequenziali, lo avrà fatto a ragion veduta, e di certo valutata come la più conveniente. Quelle regole e leggi poi, sembrano vincolarla, ma in realtà sono il presupposto per la sua stessa sopravvivenza, basi per la sua continuità, è per quello che se le è date.
Mica fessa, la Natura, se conveniva il cubo, abiteremmo sul cubo terraqueo e adesso saremmo qui a discutere della "cubizzazione" globale.
Premessa pseudofilosofica per dire che la globalizzazione non è di per se stessa un concetto sbagliato a prescindere se, proprio come fa la natura, si rispettano delle regole che non vadano a discapito della natura stessa.
Questo perché quelle regole, quelle leggi hanno un senso.
Passiamo ora ad una delle invenzioni più tardive della natura, la razza umana, per vedere alcuni suoi comportamenti.
Buona la pastasciutta al pomodoro, ma se i pomodori possono crescere tranquillamente in Italia, in Spagna, che senso ha coltivarli in Cina per poi trasportarli qui?
E la barbabietola da zucchero? O le mucche tedesche fanno il latte meglio di quelle americane?
Oppure, come mi raccontava un mio cliente, il marmo rosso di Verona, dopo essere stato cavato, viene spedito in nave in oriente per essere lavorato da scalpellini per produrre lastre e mattonelle, che ovviamente ritornano indietro in nave...ve la immaginate una nave carica di marmo? E potremmo andare avanti con tutte le categorie merceologiche...
Direte: ma queste sono le regole dell' economia.
Allora, visto che ci siete, ed avete avuto la pazienza di leggermi fin qui, ditemi: ma che senso hanno? O ci vuole il coronavirus per farcelo capire, di quanto possano essere assurde? Peggio, contro di noi?
Se effetto secondario del covid fosse quello di aprirci la mente, ed iniziare a dare (a trovare) un senso alle nostre scelte ed azioni, allora tutte quelle decine di migliaia di morti causate dall'infezione avrebbero almeno un motivo, e il fatto (anzi la volontà) di migliorarci come umanità segno di massimo rispetto per il loro sacrificio.
Imho.
 
Ultima modifica:
Chiedo scusa, ma si parla proprio di elettronica in apertura del post e mi domando, parlando di produzione interna "almeno" europea, essendo quella italiana totalmente utopistica: dove pensate di trovare l'indio? e il cobalto? e tutto il resto di terre rare necessarie per l'industria elettronica di cui in europa non c'è traccia? essere indipendenti vuol dire anche rinunciare a tutto ciò che non si può produrre, quindi dite addio a computer, macchine fotografiche, batterie che non siano quelle al piombo eccetera.....
 
Chiedo scusa, ma si parla proprio di elettronica in apertura del post e mi domando, parlando di produzione interna "almeno" europea, essendo quella italiana totalmente utopistica: dove pensate di trovare l'indio? e il cobalto? e tutto il resto di terre rare necessarie per l'industria elettronica di cui in europa non c'è traccia? essere indipendenti vuol dire anche rinunciare a tutto ciò che non si può produrre, quindi dite addio a computer, macchine fotografiche, batterie che non siano quelle al piombo eccetera.....
Ovvio che se parliamo di minerali tipo le terre rare, ha perfettamente senso, andare a cercarle e fortunato il paese che ne è ricco. Ha senso sotto ogni aspetto, economico, industriale, perfino ambientale ( se ben gestito).
Globalizzazione "intelligente" ed utile, non confondiamola con l' "autarchia", quella è tutta un'altra storia, di solito intrapresa per ragioni e scelte politiche spesso discutibili.
 
il punto è che quelle terre rare servono per qualunque aggeggio elettronico, quindi se anche non si fosse dipendenti dalla produzione, si sarebbe dipendenti dalla fornitura di materie prime e, in caso di emergenza il problema rimane....
 
La natura ha creato la Terra a forma di globo, forse di globalizzazione se ne intende molto più di noi, e se ha fatto questa scelta autoimpostasi attraverso le leggi della fisica, logiche e consequenziali, lo avrà fatto a ragion veduta, e di certo valutata come la più conveniente. Quelle regole e leggi poi, sembrano vincolarla, ma in realtà sono il presupposto per la sua stessa sopravvivenza, basi per la sua continuità, è per quello che se le è date.
Mica fessa, la Natura, se conveniva il cubo, abiteremmo sul cubo terraqueo e adesso saremmo qui a discutere della "cubizzazione" globale.
Premessa pseudofilosofica per dire che la globalizzazione non è di per se stessa un concetto sbagliato a prescindere se, proprio come fa la natura, si rispettano delle regole che non vadano a discapito della natura stessa.
Questo perché quelle regole, quelle leggi hanno un senso.
Passiamo ora ad una delle invenzioni più tardive della natura, la razza umana, per vedere alcuni suoi comportamenti.
Buona la pastasciutta al pomodoro, ma se i pomodori possono crescere tranquillamente in Italia, in Spagna, che senso ha coltivarli in Cina per poi trasportarli qui?
E la barbabietola da zucchero? O le mucche tedesche fanno il latte meglio di quelle americane?
Oppure, come mi raccontava un mio cliente, il marmo rosso di Verona, dopo essere stato cavato, viene spedito in nave in oriente per essere lavorato da scalpellini per produrre lastre e mattonelle, che ovviamente ritornano indietro in nave...ve la immaginate una nave carica di marmo? E potremmo andare avanti con tutte le categorie merceologiche...
Direte: ma queste sono le regole dell' economia.
Allora, visto che ci siete, ed avete avuto la pazienza di leggermi fin qui, ditemi: ma che senso hanno? O ci vuole il coronavirus per farcelo capire, di quanto possano essere assurde? Peggio, contro di noi?
Se effetto secondario del covid fosse quello di aprirci la mente, ed iniziare a dare (a trovare) un senso alle nostre scelte ed azioni, allora tutte quelle decine di migliaia di morti causate dall'infezione avrebbero almeno un motivo, e il fatto (anzi la volontà) di migliorarci come umanità segno di massimo rispetto per il loro sacrificio.
Imho.

Questo a mio modesto avviso esiste, come stortura, perché le merci vengono spostate a basso costo da una parte al altra del mondo, ma questo basso costo non tiene conto dei danni che facciamo ad esempio al nostro ecosistema ma che poi in un modo o nel altro gravano su tutti sia in termini economici che di salute. Se noi cominciassimo a calcolare quanto realmente costa portare il marmo e farlo ritornare e addebbitassimo i costi agli attori coinvolti probabilmente, e anche secondo me giustamente, un sistema del genere non avrebbe la convenienza che ha ora
 
il punto è che quelle terre rare servono per qualunque aggeggio elettronico, quindi se anche non si fosse dipendenti dalla produzione, si sarebbe dipendenti dalla fornitura di materie prime e, in caso di emergenza il problema rimane....


Beh....
Magari quei paesi che hanno la fortuna di avere le terre rare, magari
hanno ANCHE i maiali rari....
E si possono fare interessanti scambi commerciali....
 
Ovvio che se parliamo di minerali tipo le terre rare, ha perfettamente senso, andare a cercarle e fortunato il paese che ne è ricco. Ha senso sotto ogni aspetto, economico, industriale, perfino ambientale ( se ben gestito).
Globalizzazione "intelligente" ed utile, non confondiamola con l' "autarchia", quella è tutta un'altra storia, di solito intrapresa per ragioni e scelte politiche spesso discutibili.
‘Nsomma, diciamo che in Congo la fortuna deve ancora arrivare.
 
Francamente non saprei cosa rispondere.
Da un primo punto di vista direi che fermare la macchina della globalizzazione ora è impossibile, il mondo recente si è basato sulla possibilità di produrre a basso costo e vendere più merce possibile con meno margine, così si raggiunge una maggior fetta di clienti.
Ma questo porta ad un indebolimento della fascia a reddito medio basso a discapito della parte più ricca e minoritaria.
Infatti se si analizzano le differenze di reddito tra le varie parti delle società industrializzate si noterà come dagli anni 70 in poi sia aumentata la differenza di ricchezza e che quest'ultima sia sempre di più ma in mano ad una sempre più ristretta fascia di persone.
Insomma sono aumentate le disparità sociali, quando invece in precedenza, a partire dal termine della seconda guerra mondiale, si stava assistendo piano piano ad un progressivo avvicinarsi.

Inoltre l'Europa dipende quasi esclusivamente dai mercati asiatici per l'elettronica, specie quella di consumo, una dipendenza che qui rientra nello strategico data l'importanza attuale e futura di tale segmento.
Un paese come la Cina tanto per fare il solito nome, ha come principale lacuna l'assenza di petrolio, e sta lavorando progressivamente per aumentare l'utilizzo dell'elettricità come mezzo di locomozione o comunque in sostituzione.
Per il resto in realtà non ha grossisime dipendenze dall'estero, magari sul mercato del lusso o dell'agroalimentare di fascia alta, ma non sono entrambi prodotti che rientrino nel campo del l'essenziale.
Insomma con la globalizzazione i paesi industrializzati Europa e Usa sono molto dipendenti per beni strategici da paesi o, in via di sviluppo o di recente industrializzazione.

Purtroppo l'idea di una produzione minima nazionale o europea non la vedo realizzabile a meno di forti incentivi, perché sarebbe più costosa di quella d'importazione, e quindi o si sovvenizona l'una o si impongono dazi all'altra.
 
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