<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Mancano troppi laureati | Page 3 | Il Forum di Quattroruote

Mancano troppi laureati

Come disse un mio amico che ha abitato in Olanda, "l'olandese non è una lingua, è un mal di gola."

Sì, gli olandesi quando parlano tendono a "scatarrare" con certe consonanti, un po' come gli arabi. Per fortuna mia moglie ha una pronuncia più italiana. :emoji_grin:

Comunque l'olandese non è poi così difficile, ha solo 3 forme verbali e le regole di pronuncia sono poche, chiare e soprattutto sempre quelle! Non come l'inglese...
È sicuramentepiù facile da imparare del tedesco (mia moglie ha studiato un po' pure quello).
L'italiano è una lingua difficilissima, specie nei verbi, con diecimila eccezioni!
Comunque anch'io so qualcosina di olandese, a livello di bambino di 4 anni (per es. se mi chiedono che ore sono, so dirlo in olandese), e capisco abbastanza quando mia moglie parla con i nostri colleghi olandesi.

P.s. la cosa bella è che sono pochissimi gli italiani che sanno parlare in olandese. E mia moglie, se le cose dovessero andare male, troverebbe facilmente da lavorare come traduttrice (l'ha fatto per anni).
 
Ultima modifica:
P.s. la cosa bella è che sono pochissimi gli italiani che sanno parlare in olandese.

Dimenticavo...
lei è ben consapevole di questa cosa e ogni tanto ne approfitta per fare la "sborona".:emoji_grin:
Ieri mattina ad esempio moderava un convegno + tavola rotonda con diversi ospiti internazionali, e con questi parlava in inglese (tanto per la platea c'era il servizio di traduzione simultanea).
Però c'era pure un ospite olandese, e con lui si è messa a parlare in olandese, sotto gli occhi stupiti della platea, e lasciando le interpreti... senza parole! :emoji_grinning:
 
Ho appena visto un annuncio in cui un ragazzo laureato in comunicazione e psicologia cerca lavoro come babysitter o addetto alle pulizie.
Non che ci sia qualcosa di male sia chiaro,un lavoro è un lavoro,però ho idea che questo la dica lunga sulla spendibilità di alcuni titoli di studio.
 
Ho appena visto un annuncio in cui un ragazzo laureato in comunicazione e psicologia cerca lavoro come babysitter o addetto alle pulizie.
Non che ci sia qualcosa di male sia chiaro,un lavoro è un lavoro,però ho idea che questo la dica lunga sulla spendibilità di alcuni titoli di studio.

Eh vabbè, ma questo lo sappiamo, non è niente di nuovo. Però ripeto, secondo me la laurea deve riguardare ciò che piace, altrimenti uno si laurea con anni di ritardo e a prezzo di indicibili sofferenze...
 
Quindi? O ingegneria o direttamente a fare il muratore?

Beh no non volevo essere così drastico.
Però secondo me senza scegliere una facoltà per cui non si ha alcuna propensione bisogna cercare di valutare bene se si sta facendo una scelta che in futuro ti si potrebbe ritorcere contro.
Magari restando nell'ambito di proprio gradimento scegliere l'indirizzo che,almeno in apparenza,offre maggiori possibilità di sbocchi professionali.
Se invece,come capita in qualche caso,un ragazzo non sa bene cosa scegliere perchè non ha un'idea precisa di cosa vorrà fare nella vita evitare le facoltà in cui si studia poco di tutto e puntare su qualcosa che offra una preparazione più specifica.
 
C'è da dire che il mercato del lavoro e delle professioni muta con la velocità della luce. Fra quando inizi a studiare a quando arrivi al dunque passano, se conti liceo e università, dagli otto ai dieci anni.

Dieci anni fa col mestiere che faccio, non mi filava nessuno e rapartire è stata dura. Oggi ricevo diverse proposte ed ho testimonianza di aziende che faticano a trovare figure tipo la mia.

Tornando al futuro babysitter, appunto dieci anni fa andavano i corsi ed i master in comunicazione perché il futuro era nel web e nei social.
 
Cioè? 5 anni di liceo + 3 anni (bachelor) che mi risulta una Laurea.
Diventano 10 se aggiungi due anni per ottenere la Laurea Magistrale.


d'accordo, però fare fisioterapia o medicina dopo cinque anni di Artistico o Classico FORSE crea più problemi che altro.
La triennale non ha sbocchi professionali. Il classico resta la migliore scuola preparatoria a qualunque corso di studi, in primis proprio medicina.
 
La triennale non ha sbocchi professionali.
Allora vedi che qualcosa non funziona: se non hai la magistrale non hai sbocchi, figurati con un diploma.
Quindi tutti con la loro bella laurea e non trovi più un tecnico da mettere in laboratorio. Già perché alla fine servono anche quelli che non progettano astronavi ma devono fare la ripresa dei circuiti stampati, seguire il collaudo e preparare i prototipi.
Alla fine ti trovi con dei bravissimi ingegneri, magari pure con dottorato, infilati in un quadro in aria a cablare morsetti e non aver tempo per fare al meglio quello che dovrebbe essere il loro lavoro.
Almeno questo è quello che vedo io nelle ditte con cui collaboro.
 
Allora vedi che qualcosa non funziona: se non hai la magistrale non hai sbocchi, figurati con un diploma.
Quindi tutti con la loro bella laurea e non trovi più un tecnico da mettere in laboratorio. Già perché alla fine servono anche quelli che non progettano astronavi ma devono fare la ripresa dei circuiti stampati, seguire il collaudo e preparare i prototipi.
Alla fine ti trovi con dei bravissimi ingegneri, magari pure con dottorato, infilati in un quadro in aria a cablare morsetti e non aver tempo per fare al meglio quello che dovrebbe essere il loro lavoro.
Almeno questo è quello che vedo io nelle ditte con cui collaboro.
Non capisco bene a cosa tu voglia arrivare. I tecnici di laboratorio che siano solo esecutori di processo? Non serve l'uni, serve un addestramento specifico. Come alcune lauree triennali di oggi che sono pari ai corsi professionali biennali che si intrapremdevano a 16 anni sino a pochi lustri addietro...
 
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