<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Voto ai 16enni? | Page 8 | Il Forum di Quattroruote

Voto ai 16enni?

Io tutta questa presa di posizione nei confronti degli elementi portatori di degrado non la vedo anche nelle vecchie guardie, esattamente come per i giovani.

Mi è venuto in mente un esempio.
Conosco di fama un "ragazzo" che ha passato i 40.
Lavora e vive in famiglia ma non mette 1 euro in casa,anzi spesso sono i genitori a doverlo finanziare perchè negli anni ha inanellato una serie di cavolate una più grossa dell'altra.
Dall'alcol al gioco d'azzardo agli incidenti stradali.
I genitori non lo giustificano minimamente,certo non lo sbattono nemmeno fuori di casa.
Se lo stesso soggetto avesse 20 anni troverebbe molte persone in più pronte a difenderlo,in primis la madre che vedrebbe le sue come delle ragazzate.
Poi sicuramente quell'adulto difficile è stato un ragazzo difficile e aspettarsi che cambi ora è assurdo.
Però forse proprio perchè oggi vediamo molti adulti che si comportano ancora come ragazzini forse sarebbe il caso di lavorare per fare in modo che i ragazzi giovani non diventino degli adulti irresponsabili.
 
Ci puó stare, io le mie consideraziono le traggo basandomi sul mio contesto e su quello che vedo, quindi piccoli paesini rurali con una storia ben precisa, ovviamente le tue considerazioni vengono da un contesto molto differente di cui io so pochissimo e che in effetti puó portare a conclusioni del tutto opposte.

Novara è un po' una via di mezzo.
Non è un paese perchè conta circa 100000 abitanti,però i suoi quartieri sono come dei grandi paesi e quindi si tende a sapere più o meno tutto di tutti.
 
Secondo me la questione dovrebbe essere più circoscritta.
La domanda è : i sedicenni di oggi sono pronti per votare?
Si interessano di politica e hanno almeno un'infarinatura di conoscenza della storia recente del paese?
Non sono sicuro ma mi pare di ricordare che a 16 anni,in terza/quarta liceo,il programma di storia non è ancora arrivato alla seconda guerra mondiale.
A me sembra oggettivamente troppo presto per votare.

Però secondo questo ragionamento un operaio che ha la 3a media non dovrebbe avere diritto di voto. Che facciamo, concediamo il voto solo ai diplomati/laureati?
Invece magari quell'operaio ha letto 100 libri e ne sa più di uno studente del liceo. E anche se non legge guarda la TV e può farsi delle opinioni, anche perchè oggi contano più le azioni delle cose dette o scritte.

Ripeto, forse è meglio lasciare le cose come stanno, ma non perchè un 16enne non ha idea del mondo, bensì solo perchè ha meno esperienza di vita e perchè a quell'età sono di più quelli che non si interessano di politica di quelli che se ne interessano, ma è normale questo.
 
Ultima modifica:
Non sono risentito, per cazzate come queste non c'è proprio motivo.



...e quindi, posso avere anch'io il diritto di fare le stesse prime considerazioni?



...e infatti, la mia non era una seria e accurata analisi dei fatti, ma semplicemente uno spunto per una chiacchierata di quelle che si fanno davanti a una birretta....

Non so come quotare questo messaggio perché diviso in più parti, prendetelo come viene.

Diciamo che in linea i massima ritengo che queste considerazioni seppur naturali e apparentemente logiche a primo acchito siano poi da valutare attentamente concentrandosi su dati più oggettivi e misurabili delle sensazioni, dati che purtroppo sono piuttosto difficili da trovare e si possono solo ricavare da altri dati riguardanti la partecipazione ai soliti spettacoli culturali, dalla lettura di libri e dei vari generi eccetera. L'istat ne ha una discreta quantità e farsi un'idea e possibile.

Sulla terza parte sono invece moderatamente preoccupato, mi spaventa un poco che una persona possa avee idee fondamentalmente o parzialmente diverse in base alla serietà della discussione che sta portando avanti. O almeno io interpreto ogni discussione nello stesso modo e con la stessa partecipazione, sia che sia portata davanti a una birretta o davanti ad un pubblico.
 
Però secondo questo ragionamento un operaio che ha la 3a media non dovrebbe avere diritto di voto. Che facciamo, concediamo il voto solo ai diplomati/laureati?
Invece magari quell'operaio ha letto 100 libri e ne sa più di uno studente del liceo. E anche se non legge guarda la TV e può farsi delle opinioni, anche perchè oggi contano più le azioni delle cose dette o scritte.

E' vero,non volevo dire che il diritto di voto debba essere concesso solo a chi ha un determinato titolo di studio.
Però come facevi notare tu ci sono persone che pur avendo studiato poco possono essersi fatti delle opinioni in altro modo (leggendo,lavorando,mettendo su famiglia etc etc).
Mentre un ragazzo di 16 anni che ancora non ha studiato la storia recente del paese non avrà avuto neanche il tempo di formarsi in maniera alternativa.
E probabilmente sarebbe più facilmente influenzabile.
 
Io in merito al bere ho una mia teoria personale, ovviamente del tutto criticabile e che nasce da osservazioni personali. La mia generazione aveva abbandonato sia lo stereotipo del uomo che beve e sia proprio il piacere di bere( si esagerava con le bibite gassate ) non mi ricordo cene a 20 anni in cui uno ordinava il vino, qualcuno magari la birra. A fine anni 90 invece la società ha cominciato a ridipingere il modello del uomo che beve ,che apprezza una cena se è accompagnata da un vino o da una birra, purtroppo nei giovani questo richiamo ,proprio per la loro fragilità, ha preso piedi ma spesso un un modo non corretto, io ora raramente se sono in una pizzeria vedo un tavolo di giovani ragazzi che non ha qualche bottiglia di vino e boccali di birra,ma di questo la responsabilità la vedo più negli adulti che hanno spinto per questo modello,magari anche in buona fede perché credevano di far tornare in auge un aspetto della nostra cultura ma senza pensare che nei giovani questo è arrivato come un altro messaggio
 
Mah, guarda..... molti giovani(ssimi) saranno anche nativi digitali, ma a me danno tanto l'impressione di essere, come diceva l'agricolo senior, incalmà co l'oco (incrociati con il maschio dell'oca, per i non polentofagi).... poi magari mi sbaglio, ma i ventenni della mia generazione mi sembravano (dico, sembravano).... non so, non trovo un modo diverso per dire più svegli. Per lo meno, non li trovavi collassati per strada ubriachi sfatti una sera sì e una pure, erano interessati alla gnocca..... mah, forse sono riflessioni da vecchio brontolone.

Ad esempio a me non colpisce più di tanto la capacità che i giovani hanno con tutto quello che è tecnologico, sono sviluppati per sfruttare capacità umane presenti ,se uno del 800 fosse nato ora avrebbe la stessa dimestichezza , ma ci sono tutta una serie di problematiche nel essere nati digitali che ancora adesso conosciamo a malapena
Ad esempio a Natale abbiamo avuto un incontro con la comunità accademica romana,un confronto con noi che siamo azienda IT e del mondo delle new technology,ora è emerso da quanto ci hanno detto che siamo sempre più transitando un un società che fa apprendere tramite immagini , ad esempio i tutorial, questa forma di apprendimento è meno efficace di quella tradizionale che utilizza la scrittura e la lettura, è una forma che riduce molto le capacità intellettive,infatti ad esempio era utilizzata nel medioevo per raggiungere il popolo incolto ,ecco questo aspetto, uno dei tanti che le nuove generazioni stanno subendo porterà nel futuro ad avere probabilmente soggetti meno recettivi al apprendimento
 
Io in merito al bere ho una mia teoria personale, ovviamente del tutto criticabile e che nasce da osservazioni personali. La mia generazione aveva abbandonato sia lo stereotipo del uomo che beve e sia proprio il piacere di bere( si esagerava con le bibite gassate ) non mi ricordo cene a 20 anni in cui uno ordinava il vino, qualcuno magari la birra. A fine anni 90 invece la società ha cominciato a ridipingere il modello del uomo che beve ,che apprezza una cena se è accompagnata da un vino o da una birra, purtroppo nei giovani questo richiamo ,proprio per la loro fragilità, ha preso piedi ma spesso un un modo non corretto, io ora raramente se sono in una pizzeria vedo un tavolo di giovani ragazzi che non ha qualche bottiglia di vino e boccali di birra,ma di questo la responsabilità la vedo più negli adulti che hanno spinto per questo modello,magari anche in buona fede perché credevano di far tornare in auge un aspetto della nostra cultura ma senza pensare che nei giovani questo è arrivato come un altro messaggio

Ecco, a me la quantità di ragazzini/e che finiscono in pronto soccorso ubriachi sfatti preoccupa molto, ad esempio. E non credo sia un pregiudizio.
 
Il fatto è che ci sono tante questioni da valutare quando si è chiamati alle urne.
Ovviamente al netto delle promesse elettorali una persona deciderà per chi votare in base alle proprie esperienze.
Se ad esempio un elettore appartiene a una determinata categoria lavorativa probabilmente darà il suo voto allo schieramento politico che,almeno a parole,sembra orientato ad aiutare o favorire quella categoria.
Poi c'è la questione scuola,ci sono i soliti dibattiti sui diritti civili,ci sono le promesse relative alla tassazione e alla regolamentazione dei contratti di lavoro.
Un ragazzo che è a metà di un percorso di studi,che non ha esperienze lavorative,che probabilmente non sa quanto costa mantenere una casa,che se è fortunato vista la giovane età non avrà ancora avuto molto a che fare con la sanità...in base a quali esperienze deciderà per chi votare?
Ci sono le tematiche etiche sulle quali ci si può fare un'idea anche da molto giovani,però secondo me il rischio è di votare per sentito dire forse con poca consapevolezza.
Qualche anno fa' ho sentito un ragazzo molto giovane,penso che fosse in terza superiore,che come un automa disse "La verità è che paghiamo troppe tasse!".
Io avrei voluto chiedergli se sapeva di cosa parlava,se sapeva quante e quali tasse pagavano i genitori e se si potevano considerare fortunati oppure no.
Ovviamente non è detto che un adulto faccia una scelta informata e consapevole (anzi trattandosi di politica molto spesso si sceglie una fede e si segue quella per tutta la vita) però almeno avendo un po' più di esperienza ci si può basare su quella per fare una scelta.
 
Ad esempio a me non colpisce più di tanto la capacità che i giovani hanno con tutto quello che è tecnologico, sono sviluppati per sfruttare capacità umane presenti ,se uno del 800 fosse nato ora avrebbe la stessa dimestichezza , ma ci sono tutta una serie di problematiche nel essere nati digitali che ancora adesso conosciamo a malapena
Ad esempio a Natale abbiamo avuto un incontro con la comunità accademica romana,un confronto con noi che siamo azienda IT e del mondo delle new technology,ora è emerso da quanto ci hanno detto che siamo sempre più transitando un un società che fa apprendere tramite immagini , ad esempio i tutorial, questa forma di apprendimento è meno efficace di quella tradizionale che utilizza la scrittura e la lettura, è una forma che riduce molto le capacità intellettive,infatti ad esempio era utilizzata nel medioevo per raggiungere il popolo incolto ,ecco questo aspetto, uno dei tanti che le nuove generazioni stanno subendo porterà nel futuro ad avere probabilmente soggetti meno recettivi al apprendimento

La tecnologia ha questi effetti collaterali a tutti i livelli. Quanti di noi sanno fare una divisione con la penna? O a un livello superiore, quanti ingegneri attuali sarebbero in grado di calcolare una struttura col regolo?
 
mi spaventa un poco che una persona possa avee idee fondamentalmente o parzialmente diverse in base alla serietà della discussione che sta portando avanti.

Non capisco l'obiezione. Ho scritto più volte "ho l'impressione" o "magari mi sbaglio", faccio anche un lavoro di un certo tipo, vuoi proprio che mi lasci influenzare così tanto da una sensazione se devo farci sopra un'analisi seria?
 
A fine anni 90 invece la società ha cominciato a ridipingere il modello del uomo che beve ,che apprezza una cena se è accompagnata da un vino o da una birra, purtroppo nei giovani questo richiamo ,proprio per la loro fragilità, ha preso piedi ma spesso un un modo non corretto, io ora raramente se sono in una pizzeria vedo un tavolo di giovani ragazzi che non ha qualche bottiglia di vino e boccali di birra

Però quando in tv lanciano l'allarme alcol parlando di giovani denunciano soprattutto il consumo di superalcolici lontano dai pasti.
Poi non so se i ragazzi giovani che bevono birra o vino a pasto siano gli stessi che se escono la sera consumano due o tre cocktail,però ho idea che non siano vino e birra a tavola il vero problema.
Io poi non posso parlare perchè sono un astemio totale però ho idea che sia molto più difficile ubriacarsi con birra e vino,che hanno gradazioni alcoliche non elevatissime,consumati mentre si mangia.
Mentre se si consumano bevande alcoliche molto più forti lontano dai pasti si fa presto a finire lunghi per terra.
E poi credo che le motivazioni per cui i ragazzi più giovani consumano alcol abbiano ben poco a che fare con la capacità di apprezzare un buon vino o un prodotto artigianale,dicono che cerchino lo sballo e che per questo prendano sempre più spesso l'abitudine di consumare bevande alcoliche in rapida successione.
Mi pare che facciano anche delle sfide,o almeno ho sentito dire così in un servizio televisivo sull'argomento.
 
Scusate l'OT ma vorrei chiedervi un parere.
E' stato scritto più volte che i ragazzi molto giovani sono mediamente più pratici con tutto ciò che è tecnologico rispetto a che ha più di 40 anni.
E questo penso che sia vero.
Però quello che io non ho mai capito è come mai alcune generazioni abbiano delle difficoltà a utilizzare tutto ciò che è tecnologico.
Ovviamente con le dovute eccezioni,ci sono tantissimi 50enni che mangiano pane e social quindi per forza di cose almeno computer e smartphone li devono saper usare.
Io mi rifiuto di credere che una signora di 60 anni,che magari ha tirato su 3 figli e mandato avanti una casa per 40 anni,se vuole non sia in grado di imparare in una settimana a usare il computer oppure lo smartphone.
Secondo me questa difficoltà nasce principalmente dal disinteresse verso il mezzo tecnologico,probabilmente che è riuscito a sopravvivere per 60 anni senza smartphone non sente la necessità di imparare a usarlo o addirittura rifiuta di imparare perchè non vede di buon occhio chi sta tutto il giorno a far scorrere le dita su uno schermo.
Lo vedo tutti i giorni coi miei genitori,che reputo abbastanza svegli almeno nelle attività che li interessano.
Sembra che qualsiasi oggetto anche solo vagamente tecnologico per loro risulti misterioso e non vedo col passare del tempo alcun progresso nell'utilizzo.
E' possibile che sia così difficile per chi è nato prima degli anni 70 usare un telecomando o un telefono?
Anche per chi magari ha guidato un autocarro o utilizzato macchinari complessi per 40 anni,attività sicuramente più impegnative.
 
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