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Ora è ufficiale: nel ponte Morandi ha ceduto il tirante

Non credo che si possano fare paragoni sensati con i ponti romani....
E' vero, siamo su un altro pianeta. Però sulle strade romane è possibile fare un confronto: loro scavavano un fossato profondo un paio di metri, poi lo riempivano di sabbia, pietruzze, pietre, pietroni e alla fine coprivano tutto con una belle serie di lastre di marmo. Le strade romane sono ancora lì, quelle moderne dopo sei mesi sprofondano.
E non è neanche questione di manodopera a costo zero. Quello che facevano in un un giorno 100 operai con pala e piccone oggi la fa un escavatore.
 
Ultima modifica:
Mi permetto di osservare che in questa discussione si affronta la questione con 2 approcci molto diversi (quello tecnico e quello "non tecnico" senza offesa per nessuno), per cui non risulta difficile capirsi, ma impossibile ...

Diciamo che l'argomento, così trattato su questo forum, è off topic persino nella sezione off topic

In realtà, credo che i termini della faccenda siano abbastanza chiari: il progetto era avveniristico, ma lo stesso progettista aveva segnalato i problemi non appena ne è venuto a conoscenza. Poi, chi avrebbe dovuto provvedere alla manutenzione, a tutti i livelli (effettivo e ispettivo) se ne è sbattuto le balle, e i risultati li abbiamo visti.
 
Però gli asini e i carretti che ci passavano sopra erano un attimino meno problematici rispetto a qualche migliaio di autotreni al giorno....
Vero, ma se metti che sprofondano anche le strade di montagna dove non passano i tir...
Se poi i tir passassero sulle strade romane preparate come ho detto, credo che farebbero ancora la loro porca figura.
 
Certo che mi è chiaro: hanno ceduto i tiranti in acciaio che ben nascosti dal calcestruzzo che li inglobava e nascondeva hanno fatto in tempo a marcire indisturbati e in santa pace per mezzo secolo.
Se li avessero previsti in acciaio inox sarebbero durati in eterno.
Se invece avessero messo un bel tirantone di solo acciaio bastava spazzolarlo ogni 4-5 anni e proteggerlo con una nuova mano di vernice.
Ti è chiaro ora?
Parliamo di acciaio del 1963, con le specifiche e le tecniche costruttive dell'epoca.
A parità di manutenzione (i gestori sarebbero stati gli stessi...).

Con i se non salviamo vite, purtroppo.
Magari se avessero sostituito i tiranti con altri più moderni come nell'intervento degli anni 90 su una sola pila, probabilmente ora avremmo potuto parlare solo del costo dell'operazione con serenità.
Però non parliamone come fosse un cancello in ferro battuto....
 
E' vero, siamo su un altro pianeta. Però sulle strade romane è possibile fare un confronto: loro scavavano un fossato profondo un paio di metri, poi lo riempivano di sabbia, pietruzze, pietre, pietroni e alla fine coprivano tutto con una belle serie di lastre di marmo. Le strade romane sono ancora lì, quelle moderne dopo sei mesi sprofondano.
E non è neanche questione di manodopera a costo zero. Quello che facevano in un un giorno 100 operai con pala e piccone oggi la fa un escavatore.
Ti sei mai occupato di progettazione stradale?
 
No, ma ho visto le foto delle strade sprofondate: sotto l'asfalto, niente.
Non ti ha sfiorato il dubbio che si trattasse di strade costruite in modo irregolare, o in epoche in cui non esisteva ancora una normativa?
Perchè le norme, da diversi decenni, impongono una determinata stratigrafia, variabile in base alla categoria della strada, ed analisi geotecniche e geologiche preliminari alla progettazione.
 
premetto che non è il mio campo e sono sempre stato d'accordo sul pensare che ognuno è ferrato nel proprio mestiere, detto questo non so di quale strade romane si sta parlando, quelle originali che credo abbiano poco a che fare con quelle moderne se non per il nome sono ancora visibili ad esempio in alcuni punti dell'appia antica e non credo che li ci passeresti ora con un tir , anzi si fa fatica con la bicicletta....
 
Si ma gli schiavi non crescevano sull "albero degli schiavi":p
Si dovevano fare guerre e mantenere il controllo delle zone di provenienza con costi altissimi.Cosi come tutta la logistica per mantenerli e controllarli....insomma non era proprio na ciotola di cereali e via:)Ripeto secondo me è la "filosofia" del costruire che è cambiata.Oggi abbiamo dei costi..all epoca erano presenti altri tipi di costi.L imperatore era uno,i patrizi un tot....quanti imperatori ci sono oggi? e quanti patrizi?



Allora era normale fare le guerre....

Oltre le ricchezze materiali,
si schiavizzavano intere popolazioni
( circa 1 milioni di soli Galli da parte di Cesare ),
si depredavano i prodotti agricioli
( Roma ha mangiato per anni il grano Egiziano ).
I ricchi Romani ne possedevano anche 10, se non 20.000
ognuno.

Cosa poteva mai costare il loro mantenimento
??

E cosi' e' stato, dai tempi di Babilonia fino all' incirca alla guerra
fratricida Nord Sud
 
Gli stralli (i tiranti) del ponte Morandi facevano parte di una tipologia costruttiva (brevettata dallo stesso Ing. Morandi) che all' epoca in cui fu concepita ( più di 50 anni fa) era lo stato dell' arte ingegneristica e si basava sulle conoscenze tecniche e capacità computazionali disponibili.
Fatta questa premessa, vorrei precisare, solo per chiarezza tecnica, che negli stralli di quel ponte, la parte soggetta a trazione erano i cavi in acciaio interni alla sezione di calcestruzzo, e che il calcestruzzo era pensato come protettore dei cavi stessi.
Dato che un cavo in acciaio, come la corda di una chitarra, se viene teso si allunga: nell' allungamento si sarebbe trascinato il calcestruzzo in cui era annegato, il quale si sarebbe trovato teso innescando fessurazioni ( dato che il cls viene considerato non resistente alla trazione in pratica).
Le fessurazioni del calcestruzzo avrebbero esposto i cavi in acciaio agli agenti atmosferici ed inquinanti (aria salmastra ad esempio), mettendoli a rischio di corrosione con ovvia perdita di resistenza.
L'ing. Morandi e il suo staff pensarono allora di ricorrere alla precompressione del calcestruzzo degli stralli, decisamente una soluzione ardita per quei tempi.
La precompressione avrebbe indotto nelle sezioni di calcestruzzo uno stato tensionale ( compressione) opposto a quello dovuto alla trazione: un annullarsi a vicenda delle tensioni che si sperava avrebbe evitato le fessurazioni.
In realtà il peso stesso degli stralli gli sottoponeva anche ad uno stato di flessione, il che ha aggravato una situazione che, in carenza o insufficiente manutenzione, la permesso la corrosione dei cavi in acciaio, che man mano che si corrodevano, aumentavano di volume (un effetto della corrosione stessa) e sgretolavano il cls attorno, aggravando ulteriormente la situazione, in un circolo vizioso di cui si sono visti i tragici effetti.
Perché non l' hanno fatto in acciaio? All' epoca (dopoguerra, anni 50 e 60) l'acciaio era un materiale strategico di cui specie gli USA facevano incetta su tutti i mercati, quindi il prezzo era elevato.
La scelta quindi del calcestruzzo fu condizionata anche da motivi economici, costava meno e poi era anche di moda, soprattutto in Italia, e si costruirono opere anche di notevole valenza architettonica ( basti pensare all' Ing. Pier Luigi Nervi).
Sui ponti romani, passo: segnalo solo che l' arco, il componente strutturale utilizzato dai Romani, funziona sostanzialmente per sola compressione dei conci che lo compongono (mutuo contrasto) previa compensazione delle spinte laterali che genera.
Il rapporto peso portato/peso della struttura però gioca a suo sfavore, nel senso che serve tanto materiale (pietra e opus cementitium in quelli romani) e quindi peso, rispetto ai carichi che deve sopportare ( ecco perché stanno ancora in piedi - per la cronaca un passaggio di un TIR equivale circa, come effetti dinamici, al passaggio di migliaia di automobili).
Tra l' altro i Romani sapevano usare bene pure il calcestruzzo (non armato), e pure si spingevano su strutture molto tecniche, tipo la copertura a cupola ribassata e di spessore ridotto del Pantheon, in opus cementitium. Il loro segreto era l' aggiunta di pozzolana, un materiale di origine vulcanica che dona all'impasto di cemento una eccezionale resistenza meccanica, oltre alla durabilità.

Grazie per il chiarimento
 
In realtà, credo che i termini della faccenda siano abbastanza chiari: il progetto era avveniristico, ma lo stesso progettista aveva segnalato i problemi non appena ne è venuto a conoscenza. Poi, chi avrebbe dovuto provvedere alla manutenzione, a tutti i livelli (effettivo e ispettivo) se ne è sbattuto le balle, e i risultati li abbiamo visti.

Anche io la penso così, non è che il ponte non resisteva anzi. Ci sono stati diversi fattori che erano più o meno prevedibili, non ultimo l'aumento del traffico pesante e non degli ultimi decenni, il che implicava una manutenzione ancora più accurata.

A me non piace fare accuse, ma mi sembra evidente che se si fosse fatta un'adeguata manutenzione e rinnovo di quei componenti che ora possiamo, grazie alle tecniche migliorate e all'esperienza, definire "critici", questa situazione la si sarebbe potuta evitare.
Ora difendersi in qualche modo da questa situazione è per i gestori dell'autostrada, che godono di gestioni pluridecennali, molto remunerative e con penali assurde, è solo un "gioco" di arrampicarsi sui vetri e svicolamento giudiziario.
 
Bene, facciamo passare gli ultrapesanti sui ponti romani... ora capisco perchè l'Italia va a rotoloni...
No, non fare il finto tonto, i ponti romani li hanno fatti principalmente per farci passare gli acquedotti e per il traffico di allora. L'Italia va a rotoloni per l'andazzo per cui un km di ferrovia o di autostrada costa 4 volte quello che costa all'estero. Come disse De Michelis a proposito del PSI, il convento è povero ma i frati sono ricchi. L'Italia è povera ma i magnaccioni ci sguazzano alla grande e fanno gli sboroni con i Cayenne et similia. E magari targano pure la macchina all'estero, per buona misura.
 
premetto che non è il mio campo e sono sempre stato d'accordo sul pensare che ognuno è ferrato nel proprio mestiere, detto questo non so di quale strade romane si sta parlando, quelle originali che credo abbiano poco a che fare con quelle moderne se non per il nome sono ancora visibili ad esempio in alcuni punti dell'appia antica e non credo che li ci passeresti ora con un tir , anzi si fa fatica con la bicicletta....


Non ci passarono TIR;
ma il tempo, tanto tempo,
( in anni e in guai atmosferici )

https://www.capitolivm.it/societa-romana/le-strade-romane-percorsi-di-civilta/

( stima di piu' i tuoi antenati :emoji_wink::emoji_wink: )

e forse, avessero avuto i TIR, avrebbero fatto ancora meglio, adeguandosi alla nuova necessita'
 
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