Sono molto perplesso sullo sviluppo delle auto elettriche pure. L’ultimo modello provato da 4R dispone di 7 quintali di batterie. Una zavorra imponente, sia per la massa che per lo spazio occupato, specie se paragonato al poco più di mezzo quintale di peso per un serbatoio di tipo tradizionale pieno di carburante. E non è finita: sorvolando, per amore di carità, sulle modeste autonomie e sui problemi di smaltimento delle batterie esaurite, il rifornimento, anziché 5 minuti, può durare anche più di 10 ore, a patto di trovare la postazione libera; se c’è la coda allora occorrono dei giorni di attesa. Un po’ meglio, ma non troppo, sta quel 10% che in Italia ha il garage personale; però pensare di attrezzare il garage condominiale (se esiste) con svariate prese di ricarica è un’impresa assai costosa; occorrerebbero tra l’altro dei cavi elettrici del diametro dei tubi di scarico dell’acqua piovana a meno di non impiantare una centrale elettrica di trasformazione per ogni condominio. No, l’auto elettrica pura non potrà mai sostituire in toto l’alimentazione attuale; quei quattro gatti dei norvegesi sono l’eccezione che conferma la regola. Mentre invece dell’auto a celle a combustibile, malgrado sia da qualche tempo già in vendita al pubblico e che potrebbe risolvere tutti i problemi delle elettriche, non ne parla mai nessuno. Perché?