<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> YEA e NAY | Il Forum di Quattroruote

YEA e NAY

D

dexxter

Guest
chi mi sa dire perchè gli americani - quando c'è un voto per cui bisogna indicare si o no - usano questi termini al posto di yes /no?
 
perchè non conoscono l'inglese... :D :D :D

Wikipedia:

"An archaic form of yes, used mainly in oral voting, and the opposite of nay"

"An archaic form of no, used mainly in oral voting, and the opposite of yea."
 
a_gricolo ha scritto:
Per lo stesso motivo per cui usano wanna, gonna e outta invece di want to, going to e out to.....

queste contrazioni mi paiono moderne, non arcaiche
 
cognizionezerozero ha scritto:
perchè non conoscono l'inglese... :D :D :D

Wikipedia:

"An archaic form of yes, used mainly in oral voting, and the opposite of nay"

"An archaic form of no, used mainly in oral voting, and the opposite of yea."

prevedevo!! cmq grazie :thumbup:
 
dexxter ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
Per lo stesso motivo per cui usano wanna, gonna e outta invece di want to, going to e out to.....

queste contrazioni mi paiono moderne, non arcaiche

L'inglese americano, tolti gli slang e i gerghi vari, è per certi versi arcaico se confrontato con l'inglese britannico. Un esempio è la pronuncia della r in finale di parola, dove gli americani la calcano pesantemente mentre la variante di prestigio britannica vuole l'elisione. Approfondire ulteriormente ci porterebbe nel campo della sociolinguistica e ci si potrebbe scrivere un libro.
E' un fenomeno linguistico noto e si presenta spesso e volentieri nelle ex colonie dove prevale la pronuncia o della prima emigrazione o della più imponente. Poi, la distanza fa il resto, dove in madrepatria la lingua evolve ma nella colonia tende a fossilizzarsi. E' il caso ad esempio del fenomeno detto del "seseo" in america latina, in cui le parole che in spagna vengono pronunciate con la fricativa interdentale sorda (la pronuncia del "th" inglese ad esempio nella parola thunder) vengono pronunciate con una "esse" sorda. Infatti l'innovazione del "ceceo" dello spagnolo iberico (che è il contrario di quanto scritto sopra) è relativamente recente e posteriore alla conquista spagnola del sudamerica.
 
jaccos ha scritto:
dexxter ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
Per lo stesso motivo per cui usano wanna, gonna e outta invece di want to, going to e out to.....

queste contrazioni mi paiono moderne, non arcaiche

L'inglese americano, tolti gli slang e i gerghi vari, è per certi versi arcaico se confrontato con l'inglese britannico. Un esempio è la pronuncia della r in finale di parola, dove gli americani la calcano pesantemente mentre la variante di prestigio britannica vuole l'elisione. Approfondire ulteriormente ci porterebbe nel campo della sociolinguistica e ci si potrebbe scrivere un libro.
E' un fenomeno linguistico noto e si presenta spesso e volentieri nelle ex colonie dove prevale la pronuncia o della prima emigrazione o della più imponente. Poi, la distanza fa il resto, dove in madrepatria la lingua evolve ma nella colonia tende a fossilizzarsi. E' il caso ad esempio del fenomeno detto del "seseo" in america latina, in cui le parole che in spagna vengono pronunciate con la fricativa interdentale sorda (la pronuncia del "th" inglese ad esempio nella parola thunder) vengono pronunciate con una "esse" sorda. Infatti l'innovazione del "ceceo" dello spagnolo iberico (che è il contrario di quanto scritto sopra) è relativamente recente e posteriore alla conquista spagnola del sudamerica.

ci sono altre differenze; per esempio gli americani scrivono color e non colour; traveling e non travelling, center e non centre. Ma ormai quello che conta è l' AE dal quale il BE ha mutuato tantissime parole.
 
a_gricolo ha scritto:
Per lo stesso motivo per cui usano wanna, gonna e outta invece di want to, going to e out to.....

Per lo stesso motivo per cui qualsiasi lingua parlata ha colloquialismi che non si trovano in quella scritta forbita.
Esattamente come a Milano si usa dire "se sapevo che andavi, venivo anche io", che e' sgrammaticato in modo raccapricciante rispetto all'italiano (ma corretto in milanese) e che e' decisamente piu' sintetico, parlando, di "se avessi saputo che saresti andato, sarei venuto anchio".
;)
La comunicazione parlata ha tempi diversi di quella scritta, cronologicamente e dunque, di riflesso, sintatticamente.
 
dexxter ha scritto:
ci sono altre differenze; per esempio gli americani scrivono color e non colour; traveling e non travelling, center e non centre. Ma ormai quello che conta è l' AE dal quale il BE ha mutuato tantissime parole.

E' una lingua sotto molti versi piu' sintetizzata, semplificata e pratica.
Per esempio molti verbi irregolari vengono senza tanti complimenti messi in "-ed" al passato. Cosa che fa raccapricciare un inglese, immagino, ma che e' dannatamente conveniente e semplice.
 
99octane ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
Per lo stesso motivo per cui usano wanna, gonna e outta invece di want to, going to e out to.....

Per lo stesso motivo per cui qualsiasi lingua parlata ha colloquialismi che non si trovano in quella scritta forbita.
Esattamente come a Milano si usa dire "se sapevo che andavi, venivo anche io", che e' sgrammaticato in modo raccapricciante rispetto all'italiano (ma corretto in milanese) e che e' decisamente piu' sintetico, parlando, di "se avessi saputo che saresti andato, sarei venuto anchio".
;)
La comunicazione parlata ha tempi diversi di quella scritta, cronologicamente e dunque, di riflesso, sintatticamente.

Esattamente. Chi ha studiato un pò in ambito linguistico sa benissimo che le lingue sono vive: nascono, crescono, maturano, lavorano (si ricavano ruoli particolari), si accoppiano, viaggiano, lasciano testimonianze, muoiono.

Ad esser sinceri, i vari tentativi di salvaguardia della lingua lasciano il tempo che trovano, è come cercare di fermare un fiume a mani nude. Il destino degli idiomi viene deciso dai parlanti, non dall'accademia della crusca e compagnia bella. Nessuno è mai riuscito a salvare dall'estinzione una lingua e nemmeno ad allungarne l'agonia, se deve morire muore.
 
jaccos ha scritto:
99octane ha scritto:
a_gricolo ha scritto:
Per lo stesso motivo per cui usano wanna, gonna e outta invece di want to, going to e out to.....

Per lo stesso motivo per cui qualsiasi lingua parlata ha colloquialismi che non si trovano in quella scritta forbita.
Esattamente come a Milano si usa dire "se sapevo che andavi, venivo anche io", che e' sgrammaticato in modo raccapricciante rispetto all'italiano (ma corretto in milanese) e che e' decisamente piu' sintetico, parlando, di "se avessi saputo che saresti andato, sarei venuto anchio".
;)
La comunicazione parlata ha tempi diversi di quella scritta, cronologicamente e dunque, di riflesso, sintatticamente.

Esattamente. Chi ha studiato un pò in ambito linguistico sa benissimo che le lingue sono vive: nascono, crescono, maturano, lavorano (si ricavano ruoli particolari), si accoppiano, viaggiano, lasciano testimonianze, muoiono.

Ad esser sinceri, i vari tentativi di salvaguardia della lingua lasciano il tempo che trovano, è come cercare di fermare un fiume a mani nude. Il destino degli idiomi viene deciso dai parlanti, non dall'accademia della crusca e compagnia bella. Nessuno è mai riuscito a salvare dall'estinzione una lingua e nemmeno ad allungarne l'agonia, se deve morire muore.

La prova di ciò è la fine che ha fatto l'esperanto, ammesso che di fine si possa parlare visto che non è mai esistito....
 
99octane ha scritto:
dexxter ha scritto:
ci sono altre differenze; per esempio gli americani scrivono color e non colour; traveling e non travelling, center e non centre. Ma ormai quello che conta è l' AE dal quale il BE ha mutuato tantissime parole.

E' una lingua sotto molti versi piu' sintetizzata, semplificata e pratica.
Per esempio molti verbi irregolari vengono senza tanti complimenti messi in "-ed" al passato. Cosa che fa raccapricciare un inglese, immagino, ma che e' dannatamente conveniente e semplice.

Un mio collega, britannico d'origine, lavora alla Cornell University di New York.... un giorno mi ha detto: "My mission is to teach these barbarians to speak properly English...."
 
99octane ha scritto:
dexxter ha scritto:
ci sono altre differenze; per esempio gli americani scrivono color e non colour; traveling e non travelling, center e non centre. Ma ormai quello che conta è l' AE dal quale il BE ha mutuato tantissime parole.

E' una lingua sotto molti versi piu' sintetizzata, semplificata e pratica.
Per esempio molti verbi irregolari vengono senza tanti complimenti messi in "-ed" al passato. Cosa che fa raccapricciare un inglese, immagino, ma che e' dannatamente conveniente e semplice.

La semplificazione linguistica americana va vista in chiave sociolinguistica. Gli USA, in quanto territorio di immigrazione e multiculturalità, sono un terreno fecondo per le semplificazioni linguistiche. Come hai detto tu i verbi irregolari, ma anche la "s" sulla terza persona elisa da gran parte della popolazione di colore tanto per fare un esempio.
Stessa cosa gli australiani e le loro famose contrazioni. Sforbiciano le parole che è un piacere accorciando qualsiasi cosa, anche nello scritto, vedesi il classico saluto "G'day mate" (lo scrivono davvero così) o anche la punteggiatura fantasiosa (i punti di domanda sono un optional, capisci le domande solo dalla costruzione del periodo).
 

Guide

  • Dossier Auto Usate

    I programmi ufficiali delle case - Come smacherare i trucchi - Che cosa controllare ...
  • Problemi con l'auto

    Avviamento - Climatizzazione - Freni - Frizione - Interni - Luce - Rumori auto - ...
  • Revisione

    La revisione periodica - Costi e sanzioni
  • Patenti Speciali

    Il centro protesi INAIL - Guida - Acquisto - Traposto - Domande frequenti
Back
Alto