elancia
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http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/08/foto/inglese_trova_monete_romane-5482916/1/?ref=HRESS-3
Te l'avevo detto di andare in Gran Bretagna!
Te l'avevo detto di andare in Gran Bretagna!
elancia ha scritto:http://www.repubblica.it/esteri/2010/07/08/foto/inglese_trova_monete_romane-5482916/1/?ref=HRESS-3
Te l'avevo detto di andare in Gran Bretagna!
nello Stivale, per un giovane archeologo non c'è futuro.
elancia ha scritto:nello Stivale, per un giovane archeologo non c'è futuro.
...peccato... ...allora mi aggiungo: neppure per un giovane architetto da quel che riscontro.
P.S. è chiaro che non sono nè ricco, nè figlio di professionista affermato, nè ho aderenze politiche, altrimenti il futuro l'avrei e come, probabilmente però ne sarei meno orgoglioso di quanto non ne sia adesso di quel poco che mi sono guadagnato. Ma è poco.
gratacü ha scritto:elancia ha scritto:nello Stivale, per un giovane archeologo non c'è futuro.
...peccato... ...allora mi aggiungo: neppure per un giovane architetto da quel che riscontro.
P.S. è chiaro che non sono nè ricco, nè figlio di professionista affermato, nè ho aderenze politiche, altrimenti il futuro l'avrei e come, probabilmente però ne sarei meno orgoglioso di quanto non ne sia adesso di quel poco che mi sono guadagnato. Ma è poco.
non c'entra nulla con l'archeologia, ma son passato a questa
e sembra fatta apposta per me
gratacü ha scritto:edo ...parti.....con questa....
EdoMC ha scritto:gratacü ha scritto:edo ...parti.....con questa....
Poi mi fermo a metà strada perchè ho finito la pecunia per farle il pieno!
gratacü ha scritto:elancia ha scritto:nello Stivale, per un giovane archeologo non c'è futuro.
...peccato... ...allora mi aggiungo: neppure per un giovane architetto da quel che riscontro.
P.S. è chiaro che non sono nè ricco, nè figlio di professionista affermato, nè ho aderenze politiche, altrimenti il futuro l'avrei e come, probabilmente però ne sarei meno orgoglioso di quanto non ne sia adesso di quel poco che mi sono guadagnato. Ma è poco.
non c'entra nulla con l'archeologia, ma son passato a questa
e sembra fatta apposta per me
EdoMC ha scritto:gratacü ha scritto:edo ...parti.....con questa....
Poi mi fermo a metà strada perchè ho finito la pecunia per farle il pieno!
elancia ha scritto:nello Stivale, per un giovane archeologo non c'è futuro.
...peccato... ...allora mi aggiungo: neppure per un giovane architetto da quel che riscontro.
P.S. è chiaro che non sono nè ricco, nè figlio di professionista affermato, nè ho aderenze politiche, altrimenti il futuro l'avrei e come, probabilmente però ne sarei meno orgoglioso di quanto non ne sia adesso di quel poco che mi sono guadagnato. Ma è poco.
EdoMC ha scritto:elancia ha scritto:nello Stivale, per un giovane archeologo non c'è futuro.
...peccato... ...allora mi aggiungo: neppure per un giovane architetto da quel che riscontro.
P.S. è chiaro che non sono nè ricco, nè figlio di professionista affermato, nè ho aderenze politiche, altrimenti il futuro l'avrei e come, probabilmente però ne sarei meno orgoglioso di quanto non ne sia adesso di quel poco che mi sono guadagnato. Ma è poco.
Puntualizzando meglio, ci sono duecorrenti di pensiero nell'archeologia: c'è chi si dedica allo studio dei materiali e alla didattica, piegato in laboratorio (con aria condizionata) sotto la luce di una lampada, intento a disegnar reperti, lavorare con autocad, o in biblioteca, a spulciare archivi, cercando dei luoghi dove poter organizzare uno scavo dove metteranno piede solo in occasione di scoperte rilevanti, trattando il più delle volte dall'alto in basso l'altra categoria, quella di cui faccio parte, che preferisce impegnare le sue ore di lavoro in mezzo alla polvere, in tuta e scarpe antinfortunistica, battere i punti con la stazione totale anzichè elaborarli, trovare i reperti anzichè lavarli, che predilige trowel e piccone a matita e scalimetro, che fanno schizzi sommari invece che disegni che sembrano opere d'arte.I primi, solitamente, discutono dottamente coi luminari della materia e con chi conta, i secondi, invece, si accontentano di scambiarsi pacche sulle spalle con muratori, operai e, se c'è dialogo civile, con il capocantiere del sito dove stanno scavando (se è uno scavo d'emergenza); i prmi finiscono dietro le cattedre dell'università o nelle scrivanie della sovrintendenza, i secondi elemosinano incarichi a vita. Proprio oggi, il titolare della ditta di scavi per cui lavoro (gratis), mi ha chiesto di dirigere una semplice indagine archeologica nel cortile di una casa di campagna dove erano emerse alcune tessere di mosaico e dei frammenti di sigillata, a capo di due uomini più una ragazza che si occupa del rilievo: ho parlato col capocantiere (che è anche l'architetto che ha eseguito il progetto), che fa da supervisore alla costruzione di una villetta indipendente, accanto ad una più vecchia di campagna dove abitano i genitori del committente dei lavori. Mi ha confermato quanto dici, che il lavoro è poco, sono richiesti soprattutto ristrutturazioni ed ammodernamenti! Diceva, inoltre, che la quasi totalità dei progetti sono in mano a due o tre studi affermati, tenuti da dei "senatori" prossimi alla pensione, mentre altri studi meno conosciuti hanno le scrivanie vuote.
elancia ha scritto:EdoMC ha scritto:gratacü ha scritto:edo ...parti.....con questa....
Poi mi fermo a metà strada perchè ho finito la pecunia per farle il pieno!
Tamoil accetta monete romane.
In un' ottica economica e di possibilità d'impiego, hai fatto bene: non c'è un contratto nazionale, nè tantomeno un albo professionale: in pratica ti laurei per esssere un operaio qualificato a operare in cantiere edile, poichè ti accingi ad intraprendere una carriera che...non esiste! In Europa c'è stato un convegno finanaziato dalla Lenardo II che ha qualificato, nei paesi aderenti (mi pare Regno unito, Irlanda, Germania, Be-Ne-Lux, Repubblica Ceca, Slovacchia, Grecia, Slovenia e Cipro) la figura dell'archeologo, facendo una sorta di contratto internazionale, dove sono stabiliti i compensi e le qualifiche che bisogna avere per fregiarsi del titolo di archeologo. Non serve nemmeno dire che l'Italia non ha aderito: per fare uno scavo la bontà di un'azienda piuttosto che un'altra non è data dai titoli e dall'esperienza del personale, ma dagli investimenti che questa opera e dalle attrezzature che questa ha; e siccome siamo in Italia, non si considerano gli investimenti in software e strumenti da cantiere, ma in beni quali fuoristrada e furgoni: una compagnia che esegue scavi archeologici, infatti, è considerata alla stregua di un'impresa edile! paradossalmente, ha più probabilità di vincere un'appalto statale un'impresa che ha 10 furgoni, 3 betoniere (che non serono a niente in cantiere...), e degli operai generici, piuttosto che una che ha una squadra di archeologi specializzati e tutti gli hardware e i software utili per fare una documentazione come si deve (programmi di ritocco immagini professionali, autocad, macchine reflex digitali...).jaccos ha scritto:EdoMC ha scritto:elancia ha scritto:nello Stivale, per un giovane archeologo non c'è futuro.
...peccato... ...allora mi aggiungo: neppure per un giovane architetto da quel che riscontro.
P.S. è chiaro che non sono nè ricco, nè figlio di professionista affermato, nè ho aderenze politiche, altrimenti il futuro l'avrei e come, probabilmente però ne sarei meno orgoglioso di quanto non ne sia adesso di quel poco che mi sono guadagnato. Ma è poco.
Puntualizzando meglio, ci sono duecorrenti di pensiero nell'archeologia: c'è chi si dedica allo studio dei materiali e alla didattica, piegato in laboratorio (con aria condizionata) sotto la luce di una lampada, intento a disegnar reperti, lavorare con autocad, o in biblioteca, a spulciare archivi, cercando dei luoghi dove poter organizzare uno scavo dove metteranno piede solo in occasione di scoperte rilevanti, trattando il più delle volte dall'alto in basso l'altra categoria, quella di cui faccio parte, che preferisce impegnare le sue ore di lavoro in mezzo alla polvere, in tuta e scarpe antinfortunistica, battere i punti con la stazione totale anzichè elaborarli, trovare i reperti anzichè lavarli, che predilige trowel e piccone a matita e scalimetro, che fanno schizzi sommari invece che disegni che sembrano opere d'arte.I primi, solitamente, discutono dottamente coi luminari della materia e con chi conta, i secondi, invece, si accontentano di scambiarsi pacche sulle spalle con muratori, operai e, se c'è dialogo civile, con il capocantiere del sito dove stanno scavando (se è uno scavo d'emergenza); i prmi finiscono dietro le cattedre dell'università o nelle scrivanie della sovrintendenza, i secondi elemosinano incarichi a vita. Proprio oggi, il titolare della ditta di scavi per cui lavoro (gratis), mi ha chiesto di dirigere una semplice indagine archeologica nel cortile di una casa di campagna dove erano emerse alcune tessere di mosaico e dei frammenti di sigillata, a capo di due uomini più una ragazza che si occupa del rilievo: ho parlato col capocantiere (che è anche l'architetto che ha eseguito il progetto), che fa da supervisore alla costruzione di una villetta indipendente, accanto ad una più vecchia di campagna dove abitano i genitori del committente dei lavori. Mi ha confermato quanto dici, che il lavoro è poco, sono richiesti soprattutto ristrutturazioni ed ammodernamenti! Diceva, inoltre, che la quasi totalità dei progetti sono in mano a due o tre studi affermati, tenuti da dei "senatori" prossimi alla pensione, mentre altri studi meno conosciuti hanno le scrivanie vuote.
Tutte le volte che ti leggo mi pento amaramente di non aver seguito la mia passione... :cry:
Eh lo so... a me sarebbe piaciuto fare l'archeolinguista o l'antropolinguista... alla fine ho fatto mediazione linguistica per avere qualcosa in mano (che non uso dato che al momento faccio tutt'altro) e mediare tra dovere e piacere (piacere che al momento è relegato al poco tempo libero)... però gli esami di linguistica sia generale che applicata, glottologia, alcuni di filologia, sociolinguistica ecc. me li sono mangiati a colazione e son fioccati i 30 a pioggia... sai, quando fai quel che ti piace...EdoMC ha scritto:In un' ottica economica e di possibilità d'impiego, hai fatto bene: non c'è un contratto nazionale, nè tantomeno un albo professionale: in pratica ti laurei per esssere un operaio qualificato a operare in cantiere edile, poichè ti accingi ad intraprendere una carriera che...non esiste! In Europa c'è stato un convegno finanaziato dalla Lenardo II che ha qualificato, nei paesi aderenti (mi pare Regno unito, Irlanda, Germania, Be-Ne-Lux, Repubblica Ceca, Slovacchia, Grecia, Slovenia e Cipro) la figura dell'archeologo, facendo una sorta di contratto internazionale, dove sono stabiliti i compensi e le qualifiche che bisogna avere per fregiarsi del titolo di archeologo. Non serve nemmeno dire che l'Italia non ha aderito: per fare uno scavo la bontà di un'azienda piuttosto che un'altra non è data dai titoli e dall'esperienza del personale, ma dagli investimenti che questa opera e dalle attrezzature che questa ha; e siccome siamo in Italia, non si considerano gli investimenti in software e strumenti da cantiere, ma in beni quali fuoristrada e furgoni: una compagnia che esegue scavi archeologici, infatti, è considerata alla stregua di un'impresa edile! paradossalmente, ha più probabilità di vincere un'appalto statale un'impresa che ha 10 furgoni, 3 betoniere (che non serono a niente in cantiere...), e degli operai generici, piuttosto che una che ha una squadra di archeologi specializzati e tutti gli hardware e i software utili per fare una documentazione come si deve (programmi di ritocco immagini professionali, autocad, macchine reflex digitali...).
FAUST50 - 3 giorni fa
GuidoP - 6 ore fa
quicktake - 1 anno fa
omniae - 10 mesi fa