Uno degli aforismi di Mark Twain che preferisco dice: Non avevo tempo di scrivere una lettera corta, così ne ho scritta una lunga.
So cosa significa.
Ma cercherò di non esagerare.
Ho piacere a condividere, con chi vorrà solo leggere o anche elargire un parere, una mia situazione; di cui l'auto è solo una componente del tutto.
Sto vivendo un momento familiare piuttosto felice - il che non vuol dire che sia tutto rose e fiori ma credo che la maggior parte di noi sappia bene a cosa mi riferisco.
Dieci anni fa una ragazza - che oggi è mia moglie - lasciò casa, città e lavoro per venire a stare con me.
Il lavoro lo trovò anche qui. Ma quando nacque il nostro primo figlio, cinque anni or sono, concordammo che tra ore e stipendio, non ne valeva più la pena. Da allora ha fatto la casalinga e la mamma con un notevole spirito di adattamento e sacrificio.
Mi spiace aver toccato con mano che nella generazione dei miei genitori tale cosa sia data per scontata. Nella mia, non lo è.
Come forse qualcuno ricorderà dal lungo topic sulla Yeti, la mia famiglia si è allargata. A gennaio di quest'anno è nato il nostro secondo bambino. E come accennavo poc'anzi, alla felicità si aggiungono impegno, un po' di stress e tanta stanchezza. E mettersi il cuore in pace sul fatto che tante cose che si potevano fare prima, ora ne manca il tempo.
Nulla di eccezionale. Ma è così tutti i giorni.
Nella mia città sta per aprire i battenti una grande iniziativa nel settore turistico e alimentare. Non sarò più specifico di così, meglio di no.
Mia moglie decide di provare nell'ambito che è la sua passione. Alla selezione per il corso formativo non ne passa nemmeno uno su cento.
Lei ce la fa.
Mentre io devo prendere congedo parentale dal lavoro per seguire i bambini, e turni dei vari nonni... il corso inizia, bello tosto tra impegno e difficoltà organizzative; e l'assunzione non è garantita. All'interno di questa grande realtà, nell'ambito che interessa a mia moglie aprirà una sola azienda, di prestigio, e non ci sarà posto per tutti.
Colloquio conoscitivo. Passa una settimana, la richiamano: è un sì.
Tra qualche tempo si incontreranno di nuovo e lì si parlerà di contratto. Durata, turni di lavoro... soldi.
E visto che fuori dalla porta c'è la fila, non so se quando diranno la cifra si potrà dire "ci penso".
Dobbiamo pensarci prima.
Per noi vuol dire riorganizzarci la vita. Un nido per il piccolo, conciliare famiglia con turni di lavoro e weekend in cui si lavora. La sede è dall'altra parte della città, i mezzi pubblici sono attualmente insufficienti e l'ultimo turno chiude a mezzanotte o oltre.
Serve un'auto e sarà un'impegno economico non indifferente.
Così eccomi qui a fare le mie valutazioni. Impegno economico modesto (auto a fine carriera) perché se questa incognita dovesse andar male ci avremo sperperato il meno possibile; o viceversa un'auto con aspettativa di vita lunga, che nel tempo si ripagherà? E quanto lunga? Un'occasione di un privato, un usato garantito, o una km0.
Ogni anno di vita auto che si aggiunge, il costo annuo si riduce. L'uomo d'affari vede l'ammortamento farsi più conveniente, il trend migliorare. Chi più spende meglio spende.
Ma il padre di famiglia monostipendio con 2 bambini deve guardare anche gli sghei che deve scucire subito. Vuoi spendere meno nel tempo? Paga di più ORA.
Per un lavoro che è un'incognita.
Tanti dubbi, e conti da fare per arrivare a una ipotetica cifra X, una soglia oltre la quale si prospetta una nuova avventura con molto impegno, e sotto la quale il buon senso richiederebbe di dire "no grazie" a un'occasione che finora ha chiesto impegno e sacrifici a tutta la famiglia, inclusi due bambini che vedono la mamma meno di quanto avrebbero bisogno.
Sarà una scommessa, ma voglio giocarmi le carte al meglio delle mie possibilità. Sulla questione auto, la più stringente, tocca a me.
Grazie a chi ha letto fin qui.
So cosa significa.
Ma cercherò di non esagerare.
Ho piacere a condividere, con chi vorrà solo leggere o anche elargire un parere, una mia situazione; di cui l'auto è solo una componente del tutto.
Sto vivendo un momento familiare piuttosto felice - il che non vuol dire che sia tutto rose e fiori ma credo che la maggior parte di noi sappia bene a cosa mi riferisco.
Dieci anni fa una ragazza - che oggi è mia moglie - lasciò casa, città e lavoro per venire a stare con me.
Il lavoro lo trovò anche qui. Ma quando nacque il nostro primo figlio, cinque anni or sono, concordammo che tra ore e stipendio, non ne valeva più la pena. Da allora ha fatto la casalinga e la mamma con un notevole spirito di adattamento e sacrificio.
Mi spiace aver toccato con mano che nella generazione dei miei genitori tale cosa sia data per scontata. Nella mia, non lo è.
Come forse qualcuno ricorderà dal lungo topic sulla Yeti, la mia famiglia si è allargata. A gennaio di quest'anno è nato il nostro secondo bambino. E come accennavo poc'anzi, alla felicità si aggiungono impegno, un po' di stress e tanta stanchezza. E mettersi il cuore in pace sul fatto che tante cose che si potevano fare prima, ora ne manca il tempo.
Nulla di eccezionale. Ma è così tutti i giorni.
Nella mia città sta per aprire i battenti una grande iniziativa nel settore turistico e alimentare. Non sarò più specifico di così, meglio di no.
Mia moglie decide di provare nell'ambito che è la sua passione. Alla selezione per il corso formativo non ne passa nemmeno uno su cento.
Lei ce la fa.
Mentre io devo prendere congedo parentale dal lavoro per seguire i bambini, e turni dei vari nonni... il corso inizia, bello tosto tra impegno e difficoltà organizzative; e l'assunzione non è garantita. All'interno di questa grande realtà, nell'ambito che interessa a mia moglie aprirà una sola azienda, di prestigio, e non ci sarà posto per tutti.
Colloquio conoscitivo. Passa una settimana, la richiamano: è un sì.
Tra qualche tempo si incontreranno di nuovo e lì si parlerà di contratto. Durata, turni di lavoro... soldi.
E visto che fuori dalla porta c'è la fila, non so se quando diranno la cifra si potrà dire "ci penso".
Dobbiamo pensarci prima.
Per noi vuol dire riorganizzarci la vita. Un nido per il piccolo, conciliare famiglia con turni di lavoro e weekend in cui si lavora. La sede è dall'altra parte della città, i mezzi pubblici sono attualmente insufficienti e l'ultimo turno chiude a mezzanotte o oltre.
Serve un'auto e sarà un'impegno economico non indifferente.
Così eccomi qui a fare le mie valutazioni. Impegno economico modesto (auto a fine carriera) perché se questa incognita dovesse andar male ci avremo sperperato il meno possibile; o viceversa un'auto con aspettativa di vita lunga, che nel tempo si ripagherà? E quanto lunga? Un'occasione di un privato, un usato garantito, o una km0.
Ogni anno di vita auto che si aggiunge, il costo annuo si riduce. L'uomo d'affari vede l'ammortamento farsi più conveniente, il trend migliorare. Chi più spende meglio spende.
Ma il padre di famiglia monostipendio con 2 bambini deve guardare anche gli sghei che deve scucire subito. Vuoi spendere meno nel tempo? Paga di più ORA.
Per un lavoro che è un'incognita.
Tanti dubbi, e conti da fare per arrivare a una ipotetica cifra X, una soglia oltre la quale si prospetta una nuova avventura con molto impegno, e sotto la quale il buon senso richiederebbe di dire "no grazie" a un'occasione che finora ha chiesto impegno e sacrifici a tutta la famiglia, inclusi due bambini che vedono la mamma meno di quanto avrebbero bisogno.
Sarà una scommessa, ma voglio giocarmi le carte al meglio delle mie possibilità. Sulla questione auto, la più stringente, tocca a me.
Grazie a chi ha letto fin qui.
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