è dire poco...
Il governo di Hamid Karzai ha avviato colloqui segreti ad alto livello con i talebani per mettere fine al conflitto in Afghanistan. Lo ha rivelato il sito del Washington Post che cita fonti arabe e afghane vicine ai colloqui. I negoziati sono la prosecuzione di quelli ospitati dall'Arabia Saudita e conclusisi senza successo più di un anno fa. Il quotidiano sottolinea che i negoziati sono ancora in una fase preliminare ma puntano a un accordo complessivo che preveda il ritiro delle truppe Usa contestualmente all'ingresso di alcuni esponenti talebani nel governo. Una fonte ha spiegato che, al di là della linea ufficiale che richiede il ritiro incondizionato delle truppe straniere, i dirigenti talebani vogliono un accordo per timore di essere scavalcati nella guida del movimento da leader più radicali.
IL PRIMO APPROCCIO - Già un anno fa c?era stato un approccio tra le parti in Arabia Saudita, ma fu un totale fallimento. Eppure, stavolta, c?è una grande novità. Enorme al punto da indurre a sperare nel buon esito della trattativa. I negoziati avrebbero ricevuto l?approvazione della Shura di Quetta: il consiglio direttivo del gruppo di combattenti islamici avrebbe dato pieno mandato a trattare a suo nome e per conto del suo leader, il numero uno assoluto, il mullah Omar. Partecipare al processo di riconciliazione in Afghanistan, per i talebani non sarebbe più una libera scelta: secondo le fonti del giornale statunitense sarebbe diventata un?esigenza. Quasi un obbligo. La leadership dei talebani«sa che sta per essere scavalcata. Ci sono elementi radicali al suo interno che hanno raggiunto i più alti ranghi e sono fuori controllo. Tutto questo l?ha resa assolutamente consapevole che, a prescindere dalla vittoria della guerra, non si trova in una posizione vincente».
FONTE: CORSERA
Il governo di Hamid Karzai ha avviato colloqui segreti ad alto livello con i talebani per mettere fine al conflitto in Afghanistan. Lo ha rivelato il sito del Washington Post che cita fonti arabe e afghane vicine ai colloqui. I negoziati sono la prosecuzione di quelli ospitati dall'Arabia Saudita e conclusisi senza successo più di un anno fa. Il quotidiano sottolinea che i negoziati sono ancora in una fase preliminare ma puntano a un accordo complessivo che preveda il ritiro delle truppe Usa contestualmente all'ingresso di alcuni esponenti talebani nel governo. Una fonte ha spiegato che, al di là della linea ufficiale che richiede il ritiro incondizionato delle truppe straniere, i dirigenti talebani vogliono un accordo per timore di essere scavalcati nella guida del movimento da leader più radicali.
IL PRIMO APPROCCIO - Già un anno fa c?era stato un approccio tra le parti in Arabia Saudita, ma fu un totale fallimento. Eppure, stavolta, c?è una grande novità. Enorme al punto da indurre a sperare nel buon esito della trattativa. I negoziati avrebbero ricevuto l?approvazione della Shura di Quetta: il consiglio direttivo del gruppo di combattenti islamici avrebbe dato pieno mandato a trattare a suo nome e per conto del suo leader, il numero uno assoluto, il mullah Omar. Partecipare al processo di riconciliazione in Afghanistan, per i talebani non sarebbe più una libera scelta: secondo le fonti del giornale statunitense sarebbe diventata un?esigenza. Quasi un obbligo. La leadership dei talebani«sa che sta per essere scavalcata. Ci sono elementi radicali al suo interno che hanno raggiunto i più alti ranghi e sono fuori controllo. Tutto questo l?ha resa assolutamente consapevole che, a prescindere dalla vittoria della guerra, non si trova in una posizione vincente».
FONTE: CORSERA