Una nuova pista sulle tracce di Yara. Forse quella buona, dal punto di vista investigativo; forse la peggiore se si rivelasse concreta. Perché adesso si pensa a un sequestro della malativa, come vendetta o ritorsione. La novità arriva dall'analisi dell'ambiente di lavoro del padre Fulvio: la sua ditta (la «Gamba coperture» di Brembate Sopra) ha lavorato in passato con un'azienda di proprietà di due fratelli bergamaschi arrestati lo scorso ottobre dalla Guardia di Finanza su mandato della direzione distrettuale antimafia di Napoli. L'accusa per i due era quella di riciclaggio legato al traffico di droga internazionale del loro padre: l'uomo sarebbe stato legato al clan camorristico dei Mazzarella ed è a sua volta finito in manette in Spagna nel mese di maggio. La ditta dei due fratelli è tra l'altro impegnata nel cantiere del centro commerciale di Mapello che è stato fino dal primo momento al centro delle ricerche della ragazza.
Il rapimento potrebbe quindi essere una forma di punizione o di ritorsione per qualcosa che non è ancora stato accertato: probabilmente la testimonianza del padre di Yara. E il fatto che tutto sia stato fatto senza lasciare tracce, dimostrerebbe che si sia trattato di un lavoro di professionisti. Insomma, il fiuto riporta verso il cantiere. Ovvero, i cani tornano protagonisti di un'indagine condotta in maniera confusa e assolutamente inconcludente alla ricerca di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso. Ieri i carabinieri hanno cercato con il georadar (un sistema che consente di analizzare le anomalie nella composizione del cemento) per escludere che la ragazza sia stata uccisa e seppellita, in un cantiere di Mapello, nei pressi di Brembate Sopra. È lì che le unità cinofile avevano fiutato la traccia, fermandosi a lungo sul posto.
Tramonta, tra le tante, anche la segnalazione di una signora di Ponte San Pietto che aveva parlato di un interferenza nel walkie-talkie col quale parlava con la figlia proprio il 26 novembre. «L'abbiamo presa, portiamola là». I carabinieri l'hanno valutata due giorni dopo la scomparsa di Yara, ma non ha avuto alcun esito. E prosegue la ricerca di riscontri al racconto di Enrico Tironi, il diciannovenne vicino di casa della ragazza che l'avrebbe vista quel giorno in compagnia di due uomini nella via in cui entrambi abitano: vicino agli uomini c'era una Citroen rossa con la carrozzeria graffiata. Una ricerca finalizzata per valutare altre testimonianze che raccontano cose simili: una ex guardia giurata e una vicina di casa della ragazza scomparsa che raccontano entrambi di due uomini in via Rampinelli, che stavano litigando. I racconti di entrambi divergono su molti punti, tra di loro e con quello di Tironi, e quindi, vanno verificati con grande precauzione. Per giunta, i due non parlano della presenza della ragazza.
Nel teatrino di comparse e generici, ieri in Procura si è visto anche Mohammed Fikri, il marocchino che fu fermato e poi rilasciato in relazione alla scomparsa della ragazza. «Sto bene», si è limitato a dire, accompagnato dal suo avvocato, Roberta Barbieri. Sta cercando di riottenere quanto gli è stato sequestrato quando fu fermato a bordo della nave che lo stava portando in Marocco. E sono 15.000 le telefonate che vengono analizzate dai carabinieri: in particolare si stanno esaminando le chiamate registrate nelle celle dei territori di Mapello, Brembate e Ponte San Pietro al momento della scomparsa della ragazza, nella mezz'ora compresa fra le 18,30 e le 19 di venerdì 26 novembre: chiamate sulle quale saranno compiuti controlli incrociati per far emergere contatti anomali o concentrazioni di telefonate. Anche i tifosi di calcio bergamaschi sono rimasti colpiti dal dramma di Yara Gambirasio. E ti pareva che non ci stava un parente nel mezzo ?
Il rapimento potrebbe quindi essere una forma di punizione o di ritorsione per qualcosa che non è ancora stato accertato: probabilmente la testimonianza del padre di Yara. E il fatto che tutto sia stato fatto senza lasciare tracce, dimostrerebbe che si sia trattato di un lavoro di professionisti. Insomma, il fiuto riporta verso il cantiere. Ovvero, i cani tornano protagonisti di un'indagine condotta in maniera confusa e assolutamente inconcludente alla ricerca di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre scorso. Ieri i carabinieri hanno cercato con il georadar (un sistema che consente di analizzare le anomalie nella composizione del cemento) per escludere che la ragazza sia stata uccisa e seppellita, in un cantiere di Mapello, nei pressi di Brembate Sopra. È lì che le unità cinofile avevano fiutato la traccia, fermandosi a lungo sul posto.
Tramonta, tra le tante, anche la segnalazione di una signora di Ponte San Pietto che aveva parlato di un interferenza nel walkie-talkie col quale parlava con la figlia proprio il 26 novembre. «L'abbiamo presa, portiamola là». I carabinieri l'hanno valutata due giorni dopo la scomparsa di Yara, ma non ha avuto alcun esito. E prosegue la ricerca di riscontri al racconto di Enrico Tironi, il diciannovenne vicino di casa della ragazza che l'avrebbe vista quel giorno in compagnia di due uomini nella via in cui entrambi abitano: vicino agli uomini c'era una Citroen rossa con la carrozzeria graffiata. Una ricerca finalizzata per valutare altre testimonianze che raccontano cose simili: una ex guardia giurata e una vicina di casa della ragazza scomparsa che raccontano entrambi di due uomini in via Rampinelli, che stavano litigando. I racconti di entrambi divergono su molti punti, tra di loro e con quello di Tironi, e quindi, vanno verificati con grande precauzione. Per giunta, i due non parlano della presenza della ragazza.
Nel teatrino di comparse e generici, ieri in Procura si è visto anche Mohammed Fikri, il marocchino che fu fermato e poi rilasciato in relazione alla scomparsa della ragazza. «Sto bene», si è limitato a dire, accompagnato dal suo avvocato, Roberta Barbieri. Sta cercando di riottenere quanto gli è stato sequestrato quando fu fermato a bordo della nave che lo stava portando in Marocco. E sono 15.000 le telefonate che vengono analizzate dai carabinieri: in particolare si stanno esaminando le chiamate registrate nelle celle dei territori di Mapello, Brembate e Ponte San Pietro al momento della scomparsa della ragazza, nella mezz'ora compresa fra le 18,30 e le 19 di venerdì 26 novembre: chiamate sulle quale saranno compiuti controlli incrociati per far emergere contatti anomali o concentrazioni di telefonate. Anche i tifosi di calcio bergamaschi sono rimasti colpiti dal dramma di Yara Gambirasio. E ti pareva che non ci stava un parente nel mezzo ?