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Toyota pronta a cedere l'ibrido ad altri costruttori.

Meglio dedicare all'argomento un thread apposito imho...

Toyota apre i lucchetti sull'ibrido. Non si tratta di un'iniziativa commerciale destinata ad avvicinare nuovi clienti, ma di una decisione a suo modo storica. Il marchio delle tre ellissi è pronto a condividere la propria tecnologia a doppia motorizzazione con altri costruttori automobilistici. Sarà così possibile progettare nuove vetture utilizzando l'intero powertrain messo a disposizione, in licenza, dalla casa giapponese. L'annuncio è di Toshiyuki Mizushima, Senior Managing Officer e responsabile della divisione Powertrain, che ha rotto gli indugi conReuters : “Toyota produce molta tecnologia, finora a disposizione solo dei nostri clienti, ma noi vogliamo cambiare le cose e aprire una fase nuova, rendendo la nostra piattaforma ibrida disponibile anche a clienti non del nostro marchio”.

Dal 1997, anno del debutto della prima generazione della Toyota Prius, l'azienda giapponese non ha mai concesso una simile apertura, pur collaborando con altri costruttori come BMW e il gruppo PSA nello sviluppo di propulsori diesel di piccola cilindrata o di vetture di vario tipo. Più recenti gli accordi con Nissan e Mazda, ma nella prospettiva di un declino dei motori a gasolio, Toyota decide evidentemente per una strategia che prevede la fornitura di una piattaforma meccanica completa "chiavi in mano".

Sui tempi, aggiungiamo un dettaglio più specifico. la casa nipponica ha deciso un forte potenziamento della sua fabbrica polacca di Walbrzych. Qui dal 2018 partirà la produzione del nuovo ibrido transaxle, finora realizzato solo in Giappone, ma verrà anche spostato parte del dipartimento di ricerca e sviluppo, in modo da essere strategicamente più vicino alle sedi dei costruttori europei, potenziali clienti dell'ibrido ceduto in licenza.



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Toyota pronta a condividere la sua tecnologia ibrida per abbassare il prezzo finale
Secondo Reuters, uno dei simboli del primo costruttore mondiale potrebbe presto essere venduto anche ai concorrenti.
Dopo averla sviluppata per quasi un ventennio, Toyota è pronta a vendere ad altri costruttori la sua tecnologia ibrida a basso impatto ambientale, secondo quanto riportato da Reuters . Il costruttore giapponese la presentò per la prima volta nel 1997, sotto al cofano della Prius, la prima auto ad abbinare un motore endotermico a uno elettrico. Da allora tecnica ed efficienza sono costantemente migliorati, tanto da rendere Toyota leader mondiale di tale sistema propulsivo: a maggio ha superato la soglia dei 9 milioni di unità vendute cumulativamente.
Viste le leggi sempre più restrittive in termini di emissioni inquinanti, il costruttore spera che la commercializzazione della sua componentistica hybrid ad altri marchi automobilistici possa garantire una sostanziosa accelerazione nella diffusione delle vetture green. Il colosso nipponico è pronto a mettere in vetrina motori, cambi ed altri elementi della trasmissione finora riservati alla Toyota e alla controllata Lexus.
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La compatibilità universale sarebbe garantita da una progettazione che ormai è interamente computerizzata e dalla diffusione di componentistica sempre più standardizzata fra i vari costruttori. “I nostri fornitori producono tanta tecnologia che può essere impiegata solo da Toyota”, afferma Toshiyuki Mizushima, numero uno di Toyota Powertrain Company, “vogliamo risolvere il problema progettando, insieme ai nostro fornitori, componenti – o interi moduli propulsivi – che possano essere adoperati anche da altre marche”.
Una mossa che peraltro aiuterebbe anche aziende fornitrici come Denso e Aisin (che vendono il 50% della loro produzione a Toyota) a essere più competitive: “Se prendiamo un meccanismo sviluppato insieme a Toyota e ne vendiamo un milione a Toyota e un altro milione ad altri marche, ciò duplicherebbe il nostro ritorno sui costi di sviluppo”, afferma Yoshifumi Kato, capo del settore ricerca e sviluppo di Denso.
Tuttavia la strategia di commercializzare la propria tecnologia a costruttori terzi e standardizzare la componentistica è soprattutto una questione di ammortamenti: lo scorso anno il gigante asiatico dell’auto ha speso 9 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, il 73% in più rispetto al 2010. Cifre destinate a salire nei prossimi 5 anni, come recentemente annunciato, in vista di una crescente domanda per vetture eco-friendly in Usa e Cina: per questo entro il 2021 il team che si occupa dell’ingegneria ibrida di Toyota crescerà del 30%. In quest’ottica la casa prevede che il 20% della sua produzione sarà ibrida nel 2025 (ora è il 10%, su più di 10 milioni di auto vendute lo scorso anno).
Un ciclo che sarebbe virtuoso anche secondo gli analisti e permetterebbe ad altri costruttori di risparmiare sullo sviluppo di meccaniche ibride proprie: “Sarebbe una doppia vittoria per Toyota ed i suoi rivali, perché la prima potrebbe sviluppare un nuovo business, mentre i secondi avrebbero accesso a componentistica venduta a prezzo più economici e qualitativamente superiore rispetto a quella sviluppata individualmente”, ha commentato Takeshi Miyao, Asia managing director di Carnorama, agenzia di consulenza automotive, interpellato da Reuters.



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