<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Telecom France: dodici suicidi in pochi mesi. | Page 2 | Il Forum di Quattroruote

Telecom France: dodici suicidi in pochi mesi.

Pensiero (nero) della notte : anche se la crisi è data per spacciata , la disoccupazione no ,anzi nei prossimi mesi dovrebbe mordere ancora più forte. Non tutti (i licenziati) hanno i nervi sufficientemente saldi per non cedere alla disperazione. Speriamo bene che l'Italia ce la faccia :!:
 
...non è facile a comprendere certi gesti cosi estremi... !!! cavolo ma suicidarsi addirittura... io ho imparato che nella vita non bisogna mai perdere la speranza.. però è anche molto difficile mettersi nei panni degli altri ..
 
Ma come? La Francia non era un paradiso di stato sociale applicato?
Si', applicato al qlo dei cittadini! :D
Il MERCATO funziona.
Il resto sono chiacchiere, che funzionano solo finche' le cose van bene, poi alla prima scrollata vanno a pezzi.
I francesi son stati tra i primi a marciare sugli incentivi telefonia, e adesso che la gente ha smesso di comprarsi un telefonino ogni 3 mesi... patapunfete! :D
 
Féline72 ha scritto:
...non è facile a comprendere certi gesti cosi estremi... !!! cavolo ma suicidarsi addirittura... io ho imparato che nella vita non bisogna mai perdere la speranza.. però è anche molto difficile mettersi nei panni degli altri ..

tra l'altro si è ucciso e chi penera a sua moglie e a suo figlio???? tra l'altro non prenderà neanche la pensione la moglie cosi se erano nella cacca fino al collo lui gli ha fatto arrivare lo tzunami addosso!!!
 
leon83 ha scritto:
Féline72 ha scritto:
...non è facile a comprendere certi gesti cosi estremi... !!! cavolo ma suicidarsi addirittura... io ho imparato che nella vita non bisogna mai perdere la speranza.. però è anche molto difficile mettersi nei panni degli altri ..

tra l'altro si è ucciso e chi penera a sua moglie e a suo figlio???? tra l'altro non prenderà neanche la pensione la moglie cosi se erano nella cacca fino al collo lui gli ha fatto arrivare lo tzunami addosso!!!

credo che qualcosa di pensione le mogli la prendano, almeno in italia,se uno ha versato i contributi x anni..
il bello sara' a fine anno quando finira' la cassa integrazione,allora' si vedremo i disoccupati :?
 
Sulla disperazione data dalla perdita del lavoro o dalle difficoltà di far quadrare i conti ,consiglio l'articolo di Geminello Alvi sul Giornale di oggi in risposta ad una lettera di un artigiano alle prese con la crisi finanziaria e industriale di questo periodo.E' messa in risalto la necessità di un'etica nell'economia e negli affari per combattere la spersonalizzazione e la burocratizzazione dei rapporti sociali.Saluti
 
99octane ha scritto:
Ma come? La Francia non era un paradiso di stato sociale applicato?
Si', applicato al qlo dei cittadini! :D
Il MERCATO funziona.
Il resto sono chiacchiere, che funzionano solo finche' le cose van bene, poi alla prima scrollata vanno a pezzi.
I francesi son stati tra i primi a marciare sugli incentivi telefonia, e adesso che la gente ha smesso di comprarsi un telefonino ogni 3 mesi... patapunfete! :D
peccato che il mercato (quello vero intendo) non sia praticamente applicato del tutto da nessunom (manco in Usa). comunque è vero, solo il mercato funziona
 
Gunsite ha scritto:
99octane ha scritto:
Ma come? La Francia non era un paradiso di stato sociale applicato?
Si', applicato al qlo dei cittadini! :D
Il MERCATO funziona.
Il resto sono chiacchiere, che funzionano solo finche' le cose van bene, poi alla prima scrollata vanno a pezzi.
I francesi son stati tra i primi a marciare sugli incentivi telefonia, e adesso che la gente ha smesso di comprarsi un telefonino ogni 3 mesi... patapunfete! :D
peccato che il mercato (quello vero intendo) non sia praticamente applicato del tutto da nessunom (manco in Usa). comunque è vero, solo il mercato funziona

Bisogna distinguere il mercato "libero" dal mercato "incontrollato". E' la stessa differenza che c'e' tra una fiamma libera e una fiamma incontrollata. ;)
La legge del mercato e' una legge della realta', esattamente come la combustione.
Puo' essere usata bene o male. Per un uso corretto, e' bene controllarla.
Che non significa pensare di poterne arbitrariamente cambiare le regole fondamentali, ma solo aggiungere delle verifiche di sicurezza.
Il socialismo, viceversa, non trova riscontro nella realta' e funziona solo fintanto che la complessa architettura di finzioni necessaria a supportarlo puo' essere sostenuta.
Non e' una considerazione politica, ma una considerazione STORICA.
Un capitalismo liberista controllato e' quello che esiste in nazioni come gli Stati Uniti, dove le verifiche ci sono, e sono SEVERISSIME (altro che l'antitrust da operetta nostrana!).
 
Se ci fosse una eterna legge di natura -come la citata formula della combustione- a governare rigidamente l'umano consesso e i rapporti sociali ,saremmo ancora al feudalesimo ,se non allo schiavismo.Anche allora tali modi di produrre ,di distribuire e di governare il popolo dovevano parere all'uomo comune come leggi inflessibili ed immodificabili ,addirittura volute da Dio o dal pantheon degli dei. Invece come sa chi legge la storia , il cristianesimo diede un'importante spallata allo schiavismo che continuò per lungo tempo ,però senza più la sua vis satanica,sino a sparire nell'età moderna e contemporanea.Stesso dicasi per il feudalesimo e la servitù della gleba che crollo' ad opera soprattutto del pensiero liberale e dell'illuminismo e sotto le spallate della economia industriale e borghese.
Che oggi il mercatismo e il liberismo -da non confondersi con il pensiero , la prassi e il modello di società liberale- debbano invece resistere intatti in eterno è pretesa illusoria , oltrechè poco esaltante .
Illusorio e pericoloso è anche ritenere di potere demiurgicamente guidare il progresso dell'umanità ad opera di un partito o di una classe sociale -vedi esperienze negative del socialismo reale e del bolscevismo-
Sarebbe opportuno,oltrechè ragionevole e morale, invece seguire il progresso dell'uomo credendo che la sua libertà possa produrre nella storia la maggiore giustizia ed eguaglianza possibili = realizzazione piena del pensiero liberale.Ad onta del cinismo, della corruzione e dell'opportunismo
(per ora?) imperanti,altro che mercato.
 
key-one ha scritto:
Se ci fosse una eterna legge di natura -come la citata formula della combustione- a governare rigidamente l'umano consesso e i rapporti sociali ,saremmo ancora al feudalesimo ,se non allo schiavismo.Anche allora tali modi di produrre ,di distribuire e di governare il popolo dovevano parere all'uomo comune come leggi inflessibili ed immodificabili ,addirittura volute da Dio o dal pantheon degli dei.

E infatti cosi' parevano. Solo che c'era una differenza sostanziale: loro non conoscevano il metodo scientifico. Noi si'.
E l'economia e' una scienza, non una religione o un'impressione.

Invece come sa chi legge la storia , il cristianesimo diede un'importante spallata allo schiavismo che continuò per lungo tempo ,però senza più la sua vis satanica,sino a sparire nell'età moderna e contemporanea.Stesso dicasi per il feudalesimo e la servitù della gleba che crollo' ad opera soprattutto del pensiero liberale e dell'illuminismo e sotto le spallate della economia industriale e borghese.

Il feudalesimo e' un modello sociale, non economico.
Lo schiavismo e' un modello sociale, non economico.
Questa confusione tra sociale ed economico, tra politico ed economico, tra morale ed economico e' il vizio alla base di molti ragionamenti del passato.
E infatti l'ineluttabilita' storica del progresso socialista si e' dimostrata... ineluttabile. Ma non come credevano i suoi sostenitori.
Come sa chi legge la Storia (in effetti, anche solo i quotidiani) ;)

E vale la pena notare che in stati basati sul feudalesimo e sullo schiavismo, le regole che governavano il commercio e l'economia erano, comunque, quelle del mercato. Piegate spesso al volere dei potenti, che le utilizzavano a loro piacere come un piromane usa il fuoco, ma cio' non di meno sempre le stesse LEGGI DEL MERCATO.
Leggi che, come richiesto dal metodo scientifico,forniscono un modello della realta' che la spiega con regole di causa-effetto.
Modello che messo al vaglio dei fatti, corrisponde agli eventi in modo prevedibile e ripetibile.
Il libero mercato, come le sue degenerazioni in monopolio, oligopolio, cartelli... tutto quanto.
Con gli ovvi limiti condivisi da tutto il resto del sapere scientifico.

Che oggi il mercatismo e il liberismo -da non confondersi con il pensiero , la prassi e il modello di società liberale- debbano invece resistere intatti in eterno è pretesa illusoria , oltrechè poco esaltante .
Illusorio e pericoloso è anche ritenere di potere demiurgicamente guidare il progresso dell'umanità ad opera di un partito o di una classe sociale -vedi esperienze negative del socialismo reale e del bolscevismo-
Sarebbe opportuno,oltrechè ragionevole e morale, invece seguire il progresso dell'uomo credendo che la sua libertà possa produrre nella storia la maggiore giustizia ed eguaglianza possibili = realizzazione piena del pensiero liberale.Ad onta del cinismo, della corruzione e dell'opportunismo
(per ora?) imperanti,altro che mercato.

Sono d'accordo, ma stai mischiando morale ed economia, che son due cose distinte. E' auspicabile che la seconda segua la prima, come e' auspicabile che il fuoco sia usato per scaldare e fabbricare, non per distruggere, ma quando si studia un fenomeno lo si deve studiare per quel che e' e come funziona, e non per come vorremmo funzionasse.
Un conto e' la teoria dell'economia, che ne studia il funzionamento, per la quale il libero mercato perfetto, che raggiunge la piena soddisfazione di venditore e compratore, e il monopolio strangolante pari sono in maniera asettica e distaccata: due fenomeni spiegati in termini di causa ed effetto.
Altro discorso e' l'economia APPLICATA.
E' la solita vecchia dicotomia Platonica.
Ma, se si vuole applicare correttamente la legge, occorre conoscerla. Esattamente come si deve sapere cosa regola la combustione, se si vuole usarla in sicurezza e bene.
Io non sto dicendo che il mondo deve essere regolato dalle leggi del mercato.
Sarebbe un mondo ben misero.
Sto dicendo che ESISTONO, e non si possono ignorare, o far finta che siano differenti, piu' di quanto si possa ignorare o far finta che sia differente qualsiasi altro aspetto della realta' come, chesso', l'effetto dell'etilene sul cervello umano o la deformabilita' dei metalli sottoposti a impatti violenti...
Altrimenti poi i risultati sono quelli che si possono vedere... nei libri di Storia, e nei quotidiani.
 
99octane ha scritto:
key-one ha scritto:
Se ci fosse una eterna legge di natura -come la citata formula della combustione- a governare rigidamente l'umano consesso e i rapporti sociali ,saremmo ancora al feudalesimo ,se non allo schiavismo.Anche allora tali modi di produrre ,di distribuire e di governare il popolo dovevano parere all'uomo comune come leggi inflessibili ed immodificabili ,addirittura volute da Dio o dal pantheon degli dei.

E infatti cosi' parevano. Solo che c'era una differenza sostanziale: loro non conoscevano il metodo scientifico. Noi si'.
E l'economia e' una scienza, non una religione o un'impressione.

Invece come sa chi legge la storia , il cristianesimo diede un'importante spallata allo schiavismo che continuò per lungo tempo ,però senza più la sua vis satanica,sino a sparire nell'età moderna e contemporanea.Stesso dicasi per il feudalesimo e la servitù della gleba che crollo' ad opera soprattutto del pensiero liberale e dell'illuminismo e sotto le spallate della economia industriale e borghese.

Il feudalesimo e' un modello sociale, non economico.
Lo schiavismo e' un modello sociale, non economico.
Questa confusione tra sociale ed economico, tra politico ed economico, tra morale ed economico e' il vizio alla base di molti ragionamenti del passato.
E infatti l'ineluttabilita' storica del progresso socialista si e' dimostrata... ineluttabile. Ma non come credevano i suoi sostenitori.
Come sa chi legge la Storia (in effetti, anche solo i quotidiani) ;)

E vale la pena notare che in stati basati sul feudalesimo e sullo schiavismo, le regole che governavano il commercio e l'economia erano, comunque, quelle del mercato. Piegate spesso al volere dei potenti, che le utilizzavano a loro piacere come un piromane usa il fuoco, ma cio' non di meno sempre le stesse LEGGI DEL MERCATO.
Leggi che, come richiesto dal metodo scientifico,forniscono un modello della realta' che la spiega con regole di causa-effetto.
Modello che messo al vaglio dei fatti, corrisponde agli eventi in modo prevedibile e ripetibile.
Il libero mercato, come le sue degenerazioni in monopolio, oligopolio, cartelli... tutto quanto.
Con gli ovvi limiti condivisi da tutto il resto del sapere scientifico.

Che oggi il mercatismo e il liberismo -da non confondersi con il pensiero , la prassi e il modello di società liberale- debbano invece resistere intatti in eterno è pretesa illusoria , oltrechè poco esaltante .
Illusorio e pericoloso è anche ritenere di potere demiurgicamente guidare il progresso dell'umanità ad opera di un partito o di una classe sociale -vedi esperienze negative del socialismo reale e del bolscevismo-
Sarebbe opportuno,oltrechè ragionevole e morale, invece seguire il progresso dell'uomo credendo che la sua libertà possa produrre nella storia la maggiore giustizia ed eguaglianza possibili = realizzazione piena del pensiero liberale.Ad onta del cinismo, della corruzione e dell'opportunismo
(per ora?) imperanti,altro che mercato.

Sono d'accordo, ma stai mischiando morale ed economia, che son due cose distinte. E' auspicabile che la seconda segua la prima, come e' auspicabile che il fuoco sia usato per scaldare e fabbricare, non per distruggere, ma quando si studia un fenomeno lo si deve studiare per quel che e' e come funziona, e non per come vorremmo funzionasse.
Un conto e' la teoria dell'economia, che ne studia il funzionamento, per la quale il libero mercato perfetto, che raggiunge la piena soddisfazione di venditore e compratore, e il monopolio strangolante pari sono in maniera asettica e distaccata: due fenomeni spiegati in termini di causa ed effetto.
Altro discorso e' l'economia APPLICATA.
E' la solita vecchia dicotomia Platonica.
Ma, se si vuole applicare correttamente la legge, occorre conoscerla. Esattamente come si deve sapere cosa regola la combustione, se si vuole usarla in sicurezza e bene.
Io non sto dicendo che il mondo deve essere regolato dalle leggi del mercato.
Sarebbe un mondo ben misero.
Sto dicendo che ESISTONO, e non si possono ignorare, o far finta che siano differenti, piu' di quanto si possa ignorare o far finta che sia differente qualsiasi altro aspetto della realta' come, chesso', l'effetto dell'etilene sul cervello umano o la deformabilita' dei metalli sottoposti a impatti violenti...
Altrimenti poi i risultati sono quelli che si possono vedere... nei libri di Storia, e nei quotidiani.

Mi dispiace non aver potuto ,per motivi di lavoro, rispondere prima al tuo interessante intervento. Anche ora ho poco tempo ,ma vedo di buttar giù un paio di idee.
1) E' vero,nelle epoche passate non conoscevano il metodo scientifico -almeno come lo intendiamo oggi,o meglio sino ad oggi- Certo l'economia è una scienza ,non un'impressione o una religione. O almeno dovrebbe essere così ,perchè spesso può diventarla ,una religione, se l'atteggiamento verso di essa diventa -come spesso accade - fideistico = scientismo. In quel caso si sostituisce il dogma religioso con quello scientifico che così diventa fermo e immutabile e cessa automaticamente di essere scientifico.In quanto la Scienza è osservazione continua dei fenomeni e continuo cambiamento delle teorie che se ne ricavano.
2) E' vero il feudalesimo è un modello (anche) sociale così come lo schiavismo. Però può esistere un modello sociale avulso dalla realtà economica che sottende ,esprime,sostiene e giustifica? Lo schiavismo nasce infatti con l'agricoltura ,perchè finalmente l'uomo si sottrae alla necessità impellente e può produrre più di ciò che consuma e questo surplus (a quei tempi di cibo) può essere ceduto a qualcun altro.
Il feudalesimo e la servitù della gleba sono innanzitutto un modo di produrre secondo lo schema precedente. I fenomeni sociali,pur non essendo meccanica espressione di modi di produzione, non sono mai avulsi dalla economia che li sottende ,ma assumono interazioni le più vaste che si influenzano a vicenda .
3) Le leggi di mercato rispondono -è vero- al principio di causa ed effetto e quindi vanno studiate ed osservate nel loro evolversi con metodo scientifico.
Ciò non significa che abbiano uno sbocco unico e totalitario. In quanto ,come per tutte le proposizioni empiriche, è importante l'utilizzo che se ne vuole fare.Per esempio se si vogliono utilizzare per migliorare l'umano consesso o per conservare gli attuali assetti.
4) La proposizione scientifica non è fissa e immutabile ,ma cambia e si evolve continuamente per una moltiplicità di fattori ,non ultima la posizione ,il punto di vista e persino la presenza o meno dell'osservatore .Non esiste quindi la LEGGE immutabile -questo sì è uno sconfinamento ,non ammesso, del pensiero religioso e fideistico in terreno non ad esso proprio- Persino la fisica della natura -che sembrerebbe sorretta da forze eterne e sempre eguali- ha dovuto cambiare prospettiva ,quando ha potuto sperimentare l'infinitamente piccolo o l'infinitamente grande = fisica quantistica e relativistica.Saluti
 
Credevo ,caro Octane, che l'argomento meritasse almeno ancora una replica da parte tua :!:
In mancanza di questa , vorrà dire che considererò le tue tesi inequivocabilmente confutate dalle mie :!: :D :D :D
 
key-one ha scritto:
Credevo ,caro Octane, che l'argomento meritasse almeno ancora una replica da parte tua :!:
In mancanza di questa , vorrà dire che considererò le tue tesi inequivocabilmente confutate dalle mie :!: :D :D :D
magari adesso non può......vedrai che poi ti risponde :D
 
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