Sono andato a vederlo, pur dopo aver letto critiche veramente negative.
Lasciamo perdere il titolo italiano: "Il mondo dei replicanti", roba da anni '50 (o da scuola elementare, a scelta).
Se proprio non si voleva lasciare il titolo originale (come ormai sempre piu' spesso si fa, grazie al cielo) bastava tradurre con "Surrogati".
Comunque...
Il film, di fatto, e' ben costruito. Una storia interessante, ben pensata, con alcune sottili incongruenze rispetto a come sarebbe "veramente" un mondo come quello, perdonabili se si considera che lo scopo dell'opera non e' mostrare un mondo ipotetico, ma raccontare una storia e suscitare delle riflessioni.
Per esempio, con quella tecnologia dei soldati non sarebbero certo degli umani con fucile e uniforme, ma pagherebbe molto di piu' collegare l'umano a una cosuccia cosi'
(per chi ha mai giocato a Soulstorm e simili)
Ma lo scopo del film e' narrare qualcosa, e dunque e' molto piu' "pregnante" mostrare il soldato connesso a una sorta di guerra-videogame per trasmettere il messaggio.
Il film (che chi ha letto il libro notera' si ispira nel concept a "Il Sole Nudo" di Asimov, anche se non alla lettera) parte con una percettibile nota "anti-surrogato" che diventa sempre piu' manifesta nello svolgersi delle vicende, ma non manca di presentare aspetti ambigui e suggerire che non tutto e' sempre come sembra.
E proprio qui, a mio parere, il film delude. L'ambiguita' e la possibilita' di differenti punti di vista e interpretazioni e' suggerita, ma la cosa si ferma li', e il film prosegue con un'interpretazione monolaterale piuttosto semplice, senza addentrarsi ulteriormente nella tematica di un conflitto d'ideali dove ambo le parti hanno punti di merito e aspetti negativi. Il finale e' abbastanza scontato, non nel senso che sia prevedibile, ma che e' "lineare" con il resto dell'impostazione del film. Che ci sta, se racconti una storia, da che mondo e' mondo. Date certe premesse, l'imperativo narrativo conduce a un dato risultato con piu' o meno colpi di scena.
Ma il fatto e' che sarebbe bastato cambiare davvero poco dell'impostazione generale del film per trasformarlo da una storia sull'abuso della tecnologia certamente interessante ma gia' sentita tante volte, a una riflessione piu' profonda.
Usando una narrazione meno "schierata" e piu' neutrale rispetto ai due punti di vista, e con un finale leggermente cambiato (non diro' come per non fare spoiler) si sarebbe potuta narrare una storia molto piu' profonda, capace di suscitare riflessioni molto piu' interessanti.
La differenza tra un buon prodotto e un capolavoro (come fu, ad esempio, Blade Runner, che guardando il film tornera' di sicuro alla mente di chiunque l'abbia visto) e' spesso una questione di dettagli, e qui l'occasione viene persa realizzando quello che e' certamente un bel film, che pero' "lascia a desiderare", nel senso letterale del termine.
Lasciamo perdere il titolo italiano: "Il mondo dei replicanti", roba da anni '50 (o da scuola elementare, a scelta).
Se proprio non si voleva lasciare il titolo originale (come ormai sempre piu' spesso si fa, grazie al cielo) bastava tradurre con "Surrogati".
Comunque...
Il film, di fatto, e' ben costruito. Una storia interessante, ben pensata, con alcune sottili incongruenze rispetto a come sarebbe "veramente" un mondo come quello, perdonabili se si considera che lo scopo dell'opera non e' mostrare un mondo ipotetico, ma raccontare una storia e suscitare delle riflessioni.
Per esempio, con quella tecnologia dei soldati non sarebbero certo degli umani con fucile e uniforme, ma pagherebbe molto di piu' collegare l'umano a una cosuccia cosi'
(per chi ha mai giocato a Soulstorm e simili)
Ma lo scopo del film e' narrare qualcosa, e dunque e' molto piu' "pregnante" mostrare il soldato connesso a una sorta di guerra-videogame per trasmettere il messaggio.
Il film (che chi ha letto il libro notera' si ispira nel concept a "Il Sole Nudo" di Asimov, anche se non alla lettera) parte con una percettibile nota "anti-surrogato" che diventa sempre piu' manifesta nello svolgersi delle vicende, ma non manca di presentare aspetti ambigui e suggerire che non tutto e' sempre come sembra.
E proprio qui, a mio parere, il film delude. L'ambiguita' e la possibilita' di differenti punti di vista e interpretazioni e' suggerita, ma la cosa si ferma li', e il film prosegue con un'interpretazione monolaterale piuttosto semplice, senza addentrarsi ulteriormente nella tematica di un conflitto d'ideali dove ambo le parti hanno punti di merito e aspetti negativi. Il finale e' abbastanza scontato, non nel senso che sia prevedibile, ma che e' "lineare" con il resto dell'impostazione del film. Che ci sta, se racconti una storia, da che mondo e' mondo. Date certe premesse, l'imperativo narrativo conduce a un dato risultato con piu' o meno colpi di scena.
Ma il fatto e' che sarebbe bastato cambiare davvero poco dell'impostazione generale del film per trasformarlo da una storia sull'abuso della tecnologia certamente interessante ma gia' sentita tante volte, a una riflessione piu' profonda.
Usando una narrazione meno "schierata" e piu' neutrale rispetto ai due punti di vista, e con un finale leggermente cambiato (non diro' come per non fare spoiler) si sarebbe potuta narrare una storia molto piu' profonda, capace di suscitare riflessioni molto piu' interessanti.
La differenza tra un buon prodotto e un capolavoro (come fu, ad esempio, Blade Runner, che guardando il film tornera' di sicuro alla mente di chiunque l'abbia visto) e' spesso una questione di dettagli, e qui l'occasione viene persa realizzando quello che e' certamente un bel film, che pero' "lascia a desiderare", nel senso letterale del termine.