02/08/2010
Fiat, lo stop dei sindacati
"Non ci sarà un contratto per l'auto"
Un nuovo contratto per il settore dell'auto non è tra gli obiettivi dei sindacati di categoria. Qualche giorno fa, era arrivato l'invito di Federmeccanica ad aprire subito un tavolo tra le parti 1. Oggi dai diretti interessati arriva un primo distinguo. Disponibilità a parlare, ma nell'ambito del contratto nazionale già esistente. "Il nostro compito non è quello di fare un contratto per l'auto. Dobbiamo soltanto rendere più flessibile il contratto nazionale adattandolo alle specificità dei diversi settori merceologici a partire dall'auto". La precisazione arriva dal segretario generale della Fim, Giuseppe Farina, che conferma che il confronto con Federmeccanica partirà a settembre, mentre per ora ci sono colloqui telefonici per fissare il calendario degli incontri. "Il nostro obiettivo", spiega Farina", "è provare a dare risposte, nell'ambito del contratto nazionale, alle esigenze specifiche del settore auto. E' quello che abbiamo già fatto per la siderurgia". Qualche giorno fa la Fiom era stata molto critica sull'eventualità di "uscire dal contratto nazionale", sottolineando la pericolosità di questa soluzione.
Nessun incontro in settimana. Sulla stessa linea della Fim anche il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. "Non è previsto un incontro a breve con la Federmeccanica. Affronteremo la questione senza particolari emergenze e tensioni, con i tempi necessari". Disponibilità, insomma, ma senza fretta. La discussione si dovrebbe aprire nei primi giorni di settembre.
"L'importante", ha aggiunto Palombella, "è arrivare in autunno a definire quelle deroghe che consentano l'applicazione dell'accordo di Pomigliano". Un accordo non sottoscritto dalla Fiom che, nelle intenzioni della Uilm, dovrebbe essere applicato anche allo stabilimento di Termini Imerese. "Nei prossimi giorni proporremo a Fiat di realizzare lo stesso accordo di Pomigliano per Termini, in cambio della sua permanenza su quel territorio". Il segretario generale lo ha spiegato in una lettera inviata a tutti i segretari territoriali e alle Rsu della sua organizzazione prima della pausa estiva.
"Con l'accordo di Pomigliano", si legge nella lettera, "abbiamo garantito 700 milioni di investimenti di euro sulla già segnata realtà campana e circa 20 miliardi sui restanti stabilimenti Fiat, e salvati complessivamente circa 15 mila posti di lavoro in Campania, in cambio di una garanzia a produrre, entro il 2014, circa 270 mila nuove Panda. L'unico vero rammarico, ma su questo continueremo a batterci", prosegue Palombella, "riguarda le sorti dello stabilimento di Termini Imerese" dove "2.500 lavoratori rischiano il loro futuro occupazionale".
Preoccupazione per il calo delle immatricolazioni. Su tutto aleggiano i dati del settore, anticipati ieri da Federauto 2. La flessione del 26% nelle vendite di luglio non induce certo all'ottimismo. "Dobbiamo cercare di mettere a riparo questo importante settore- commenta Palombella - Il mercato presenta ancora grandi incognite. Siamo ben lontani da una ripresa stabile e dobbiamo fare in modo che qualsiasi segnale positivo venga colto dalla Fiat per concorrere con altri Paesi come la Germania che si stanno organizzando". Quanto al governo, per il leader delle tute blu della Uil "deve rientrare a pieno titolo nella discussione sul settore auto perchè è stato latitante e ci sono stati ritardi". Senza nuovi incentivi perché "portano a un sistema drogato".
No a nuovi incentivi. Una posizione condivisa dalla Fiom. Per Enzo Masini, segretario nazionale auto dei metalmeccanici della Cgil, "ora bisogna investire in innovazione e ricerca, facendo scelte industriali precise. I primi mesi dell'anno sono stati falsati dalla coda della rottamazione. Era evidente che poi ci sarebbe stato un crollo delle vendite ed era prevedibile che la Fiat non avendo modelli innovativi avrebbe pagato un prezzo maggiore dei concorrenti". Anche i metalmeccanici della Cgil bocciano l'ipotesi di nuovi incentivi. "Occorrerebbe fare quello che fin dall'anno scorso avevamo richiesto, cioè una scelta da parte della politica in termini di industria, assumendo il tema dell'innovazione e mobilità ecocompatibile come scelta prioritaria del Paese".
Fiat, lo stop dei sindacati
"Non ci sarà un contratto per l'auto"
Un nuovo contratto per il settore dell'auto non è tra gli obiettivi dei sindacati di categoria. Qualche giorno fa, era arrivato l'invito di Federmeccanica ad aprire subito un tavolo tra le parti 1. Oggi dai diretti interessati arriva un primo distinguo. Disponibilità a parlare, ma nell'ambito del contratto nazionale già esistente. "Il nostro compito non è quello di fare un contratto per l'auto. Dobbiamo soltanto rendere più flessibile il contratto nazionale adattandolo alle specificità dei diversi settori merceologici a partire dall'auto". La precisazione arriva dal segretario generale della Fim, Giuseppe Farina, che conferma che il confronto con Federmeccanica partirà a settembre, mentre per ora ci sono colloqui telefonici per fissare il calendario degli incontri. "Il nostro obiettivo", spiega Farina", "è provare a dare risposte, nell'ambito del contratto nazionale, alle esigenze specifiche del settore auto. E' quello che abbiamo già fatto per la siderurgia". Qualche giorno fa la Fiom era stata molto critica sull'eventualità di "uscire dal contratto nazionale", sottolineando la pericolosità di questa soluzione.
Nessun incontro in settimana. Sulla stessa linea della Fim anche il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. "Non è previsto un incontro a breve con la Federmeccanica. Affronteremo la questione senza particolari emergenze e tensioni, con i tempi necessari". Disponibilità, insomma, ma senza fretta. La discussione si dovrebbe aprire nei primi giorni di settembre.
"L'importante", ha aggiunto Palombella, "è arrivare in autunno a definire quelle deroghe che consentano l'applicazione dell'accordo di Pomigliano". Un accordo non sottoscritto dalla Fiom che, nelle intenzioni della Uilm, dovrebbe essere applicato anche allo stabilimento di Termini Imerese. "Nei prossimi giorni proporremo a Fiat di realizzare lo stesso accordo di Pomigliano per Termini, in cambio della sua permanenza su quel territorio". Il segretario generale lo ha spiegato in una lettera inviata a tutti i segretari territoriali e alle Rsu della sua organizzazione prima della pausa estiva.
"Con l'accordo di Pomigliano", si legge nella lettera, "abbiamo garantito 700 milioni di investimenti di euro sulla già segnata realtà campana e circa 20 miliardi sui restanti stabilimenti Fiat, e salvati complessivamente circa 15 mila posti di lavoro in Campania, in cambio di una garanzia a produrre, entro il 2014, circa 270 mila nuove Panda. L'unico vero rammarico, ma su questo continueremo a batterci", prosegue Palombella, "riguarda le sorti dello stabilimento di Termini Imerese" dove "2.500 lavoratori rischiano il loro futuro occupazionale".
Preoccupazione per il calo delle immatricolazioni. Su tutto aleggiano i dati del settore, anticipati ieri da Federauto 2. La flessione del 26% nelle vendite di luglio non induce certo all'ottimismo. "Dobbiamo cercare di mettere a riparo questo importante settore- commenta Palombella - Il mercato presenta ancora grandi incognite. Siamo ben lontani da una ripresa stabile e dobbiamo fare in modo che qualsiasi segnale positivo venga colto dalla Fiat per concorrere con altri Paesi come la Germania che si stanno organizzando". Quanto al governo, per il leader delle tute blu della Uil "deve rientrare a pieno titolo nella discussione sul settore auto perchè è stato latitante e ci sono stati ritardi". Senza nuovi incentivi perché "portano a un sistema drogato".
No a nuovi incentivi. Una posizione condivisa dalla Fiom. Per Enzo Masini, segretario nazionale auto dei metalmeccanici della Cgil, "ora bisogna investire in innovazione e ricerca, facendo scelte industriali precise. I primi mesi dell'anno sono stati falsati dalla coda della rottamazione. Era evidente che poi ci sarebbe stato un crollo delle vendite ed era prevedibile che la Fiat non avendo modelli innovativi avrebbe pagato un prezzo maggiore dei concorrenti". Anche i metalmeccanici della Cgil bocciano l'ipotesi di nuovi incentivi. "Occorrerebbe fare quello che fin dall'anno scorso avevamo richiesto, cioè una scelta da parte della politica in termini di industria, assumendo il tema dell'innovazione e mobilità ecocompatibile come scelta prioritaria del Paese".