a.serrao-7528 ha scritto:
modus72 ha scritto:
nafnlaus ha scritto:
Tempo fa' c'erano dei dati in proposito mi pare anche su 4r ma potrei ricordarmi male. Se ci fai una riflessione vedrai che non è del tutto sbagliata.
Non è sbagliata ma la "mortalità infantile" dei componenti si manifesta comunque velocemente, prima di 20-30000km, a quel punto ciò che si doveva rompere per difetto di costruzione s'è già rotto. Io ho cambiato un cuscinetto del tendicinghia a 10000km, quello era mortalità infantile...
E che mi dite della distruzione dei cuscinetti del cambio di una Jazz 1.4 del 2005 a 112.000km? Difetto riconosciuto dalla Honda (c'è una Informazione tecnica - in pratica i cuscinetti sono sottodimensionati per sopportare la coppia di decelerazione) ma senza richiamo. Auto di 7 anni: spesa attorno ai 1500?. La proverbiale affidabilità giapponese eh?
E comunque, a quanto pare,
chi ha una macchina giapponese non ammetterà mai che sia di affidabilità sostanzialmente pari alle altre. Io a tutte queste differenze non ci credo più, anche perché in Toyota (o in Honda ecc...)
benefattori non sono.
io con la mia yaris sono arrivato a 200.000 km
auto nata da un foglio di carta BIANCO
http://forum.quattroruote.it/posts/list/84094.page
anche 4r ha fatto una bella prova di durata con una 500, che non è nata da un foglio di carta bianco, soprattutto per la meccanica, ed è arrivato a 150.000 km, se non ricordo male, cambiando più pezzi della mia, avendo un problema serio e uno ad una bobina se non faccio confusione
voglio dire che tra un benefattore e un ladro c'è una estrema differenza: forse i jap, che possono sbagliare, ovvio, cercano di accumulare MENO PLUS VALORE di una fiat che deve comperare la crysler, (senza dimenticare certi ricatti ad alcuni suoi operai). Per esempio una toyota fornisce, da anni, prodotti magari anonimi e un po' grigi, ma sui quali ci ha guadagnato un po' meno di altri produttori europei con la conseguenza che sono.. più affidabili
vedi la mia yaris alla quale in 14 anni non ho cambiato che una bobina, una lampadina e il centrale dello scarico.
vero che gli OPERAI giapponesi tengono molto al loro lavoro, non hanno paura a lavorare più ore degli omologhi lavoratori europei si sentono parte integrante della azienda, e spingono nel bene del paese al miglioramento della loro azienda.
da noi, in un certo periodo storico, si gridava morte al capitalismo e morte al padrone, che ingrassa sulla nostra pelle (vero) ma che non è difficile capire che se non lavora l'uno non lavorano neanche gli altri.
figuriamoci se muore.