<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Scuola: bocciare o non bocciare? | Il Forum di Quattroruote

Scuola: bocciare o non bocciare?

Ieri mia moglie, insegnante di inglese, è tornata dopo una settimana in unascuola svedese.

Dai racconti, a parte tutte le solite osservazioni sulla incredibile disponibilità di risprse, confort all'interno della scuola e senso civico degli studenti, volevo avviare una discussione su una differenza in particolare:

- in Svezia, così come in molti altri paesi europei, non si boccia nessuno, se non per il numero di assenze.

tutti, alla fine del ciclo, prendono il diploma in cui sono semplicemente certificate le competenze acquisite che possono essere più o meno elevate.

Da noi, invece, negli ultimi anni, si è fatta una bandiera del ritorno alla severità e alle bocciature, come sinonimo di qualità.

Personalmente, pur facendo l'insegnante, non riesco a darmi una risposta definitiva.

Da una parte, se un ragazzo ha un atteggiamento refrattario al dialogo educativo, mi sembra inevitabile che ripeta l'anno, dall'altro non si può non dire che la bocciatura è un insuccesso del sistema educativo.

Voi che ne pensate?
 
Per come la vedo io, la bocciatura può essere "utile", in alcuni casi.

Quello che mi sconcerta è il differente metro di giudizio che viene applicato da scuola a scuola (ma non solo: anche tra diverse sezioni all'interno della stessa scuola) nella valutazione delle competenze acquisite da uno studente.

A mio avviso, è questo il nodo della questione...
 
Bisognerebbe poter distinguere la bocciatura se è dovuta dalla condotta (assenze, comportamento ecc) o dall' apprendimento.

Nella scuola media di mio nipote, hanno deciso di promuovere un "elemento" per levarselo di torno. Si, perchè in 6 anni di scuola media è stato anche arrestato 2 volte (e puntualmente rilasciato subito ................ :evil: ).
Purtroppo, sembra che gli insegnanti non trovino altra via che promuoverlo così non saranno più tormentati.
 
renatom ha scritto:
non si può non dire che la bocciatura è un insuccesso del sistema educativo.

Voi che ne pensate?

Mah.. sulla base di qsto principio si annulla completamente le responsabiiltà del singolo studente.
Il sistema educativo conta parecchio, ma ciò non toglie che anche la volontà di ogni studente non è irrilevante.
Poniamo il caso di uno studente che deliberatamente non fa nulla - magari perchè è stato costretto a seguire quel corso di studi - come si può incolpare la scuola davanti a una situazione del genere?
In Svezia poi penso che abbiano una mentalità differente; da noi in questo modo non funzionerebbe, imho.
 
renatom ha scritto:
Ieri mia moglie, insegnante di inglese, è tornata dopo una settimana in unascuola svedese.

Dai racconti, a parte tutte le solite osservazioni sulla incredibile disponibilità di risprse, confort all'interno della scuola e senso civico degli studenti, volevo avviare una discussione su una differenza in particolare:

- in Svezia, così come in molti altri paesi europei, non si boccia nessuno, se non per il numero di assenze.

tutti, alla fine del ciclo, prendono il diploma in cui sono semplicemente certificate le competenze acquisite che possono essere più o meno elevate.

Da noi, invece, negli ultimi anni, si è fatta una bandiera del ritorno alla severità e alle bocciature, come sinonimo di qualità.

Personalmente, pur facendo l'insegnante, non riesco a darmi una risposta definitiva.

Da una parte, se un ragazzo ha un atteggiamento refrattario al dialogo educativo, mi sembra inevitabile che ripeta l'anno, dall'altro non si può non dire che la bocciatura è un insuccesso del sistema educativo.

Voi che ne pensate?

Tieni pero' presente, partendo dal presupposto che sia piu' o meno come qua in Finlandia, che alla fine del ciclo se le tue votazioni sono al di sotto di un certo livello, il tutto equivale a una bocciatura: non ci sara' nessuna Universita' che ti prende e l'unica soluzione e' cercare un lavoro. Le aziende ( lo fa anche la mia), se devono assumere dei diplomati ,chiedono alla scuola di inviare i nominativi degli studenti migliori . Inoltre, durante il ciclo scolastico, gli studenti sono tenuti ad avere un certo numero di ore di CAS (creativity, activity and service) e questo include prove di lavoro presso aziende che operano nell'ambito del tuo indirizzo scolastico, percui molto presto si evince se sei un lavativo o no.
 
stefano_68 ha scritto:
Poniamo il caso di uno studente che deliberatamente non fa nulla - magari perchè è stato costretto a seguire quel corso di studi - come si può incolpare la scuola davanti a una situazione del genere?
In Svezia poi penso che abbiano una mentalità differente; da noi in questo modo non funzionerebbe, imho.

Ecco, questo in Scandinavia non esiste.
 
Secondo me la bocciatura serve in pochissimi casi. Ci sono alcuni che dopo la bocciatura si "rimettono in riga", ma, nella maggior parte dei casi, il ripetente ontinua a scaldare il banco anche l'anno dopo, e viene promosso per inerzia. Senza contare che, al fine del conseguinemto del diploma, una bocciatura, così come il curriculum degli anni prima del quinto, nel bene e nel male, vale un fico secco. Possiamo ritrovarci uno studente che ha scaldato il banco tutti e 4 (o più) anni precedenti, e si sia messo di buona lena il quinto, che magari esce meglio di uno che si è dato da fare per 4 anni e il quinto, per un motivo o per l'altro, non ha reso al meglio. Dunque, prima di parlare di bocciatura o meno, bisognerebbe riformare il sistema della maturità. Inoltre, uno studente, è brutto dirlo ma è così, è un costo per la società, quindi non sarebbe nemmeno una brutta cosa prevedere, valutando caso per caso, un anno di "lavori forzati" presso aziende convenzionate, nel quale lo studente poco virtuoso possa riflettere sul futuro e guadagnarsi qualcosa. Magari, se gli piace lavorare, può pensare di continuare su quella strada (e intanto impara un mestiere), altrimenti, l'anno successivo, può tornare sui banchi con ben altri intenti.
 
Mah, per come la vedo io, farei un distinguo tra scuola dell'obbligo e non:
Nel primo caso, sono contrario alla bocciatura perchè, in quanto scuola dell'obbligo, l'obbiettivo non dovrebbe essere la selezione (sia comportamentale che culturale), ma il fatto di garantire un minimo di istruzione a TUTTI, quindi anche a chi non ha voglia di studiare e ci va mal volentieri...del resto, se è obbligo...
In quel caso, credo che la bocciatura sia addirittura diseducativa e discriminatoria.
Invece nelle scuole superiori (non dell'obbligo), chiaramente lo studente ci va per scelta e, quindi, avendo scelto lui di studiare, è giusto che sia sottoposto a verifiche sul suo apprendimento e giudicato di conseguenza visto che, il titolo conseguito, lo userà come biglietto da visita per il mondo del lavoro.
All'università, chiaramente, a maggior ragione! Ci sono troppi laureati in giro di cui, molti, in facoltà ridicole; poi, si meravigliano di faticare a trovar lavoro...
Li, ci dovrebbe essere più "selezione" sia nelle competenze dello studente, sia nell'eliminare corsi inutili. Cosi facendo, si potrebbe ridare valore al cosi detto "pezzo di carta" che, oggi, paga una "svalutazione da inflazionamento" per i motivi esposti...
Il tutto, ovviamente, secondo me. ;)
 
potrebbe dipendere dal fatto che culturalmente siamo diversissimi, essi hanno una diversa visione di come approcciare nelle cose. Vi ricordate quel turista italiano ingabbiato perchè prese a sberle il figlio? che poi si trattò di una tirata di capelli. È pazzesco, un ceffone, se meritato può essere utile.
Tornando alla scuola, non capisco erchè non bocciare uno studente non sa nulla; qui, sento, ci sono molti perditempo specialmente nei primi due ani delle superiori, anche perchè non obbligati, se non sbaglio, a frequentare pur non avendo voglia di studiare. Che facciamo? non li vogliamo bocciare?
Cmq la Svezia è un altro pianeta.
IMHO
 
hewie ha scritto:
Mah, per come la vedo io, farei un distinguo tra scuola dell'obbligo e non:
Nel primo caso, sono contrario alla bocciatura perchè, in quanto scuola dell'obbligo, l'obbiettivo non dovrebbe essere la selezione (sia comportamentale che culturale), ma il fatto di garantire un minimo di istruzione a TUTTI, quindi anche a chi non ha voglia di studiare e ci va mal volentieri...del resto, se è obbligo...
In quel caso, credo che la bocciatura sia addirittura diseducativa e discriminatoria
non sono d'accordo.
è solo la nostra società malata che ha identificato la bocciatura come una discriminazione.
infatti alle medie arriva gente che sa a malapena leggere, mentre già in seconda elementare dovrebbe saperlo fare bene.

a parte le carenze del sistema scolastico (disorganizzazione ed edifici fatiscenti), quando uno studente termina la scuola primaria deve saper essere un cittadino. sapere in che regione vive e un minimo di cognizione della storia dello stato, oltre a saper "far di conto".

invece in giro c'è gente che non sa nulla, e sa a malapena leggere e scrivere, tra l'altro in un italiano dialettale distorto e contorto dal linguaggio SMS...
al massimo poi apprende ciò che interessa da wikipedia e google.
non scherzo, conosco gente che non sa che 1 Kg sono 10 etti e non sa nemmeno che 1Km sono 1000 metri. ed è gente che ha meno di 30 anni, buttata fuori a calci nel sedere dalle medie.....

come può questa persona vivere bene nella società e metter su famiglia?
sarà per sempre un disadattato, sfornato dalla scuola dell'obbligo.
e anzichè essere "discriminato" (se così molti amano dire) per un solo anno nelle scuole dell'obbligo, lo sarà per tutta la vita.

è questo quello che vogliamo? :shock:
IO NO.
 
la scuola serve per insegnare, i voti servono per verificare se uno ha imparato.

se non ha imparato abbastanza (indipendentemente da quale ne sia il motivo) e si pensa che rifacendo l'anno imparerà, è cosa buona bocciare.
se invece uno semplicemente certe "competenze" non le raggiunge e non le raggiungerà mai, trovo meglio il sistema dei "debiti formativi" con cui uno prosegue il suo percorso di formazione che concluderà con una incompletezza.

personalmente, preferirei raggiungere la formazione completa un anno dopo, piuttosto che trascinarmi per tutta la vita professionale una inadeguatezza che abbia a che fare con la formazione scolastica e non sia recuperabile.
tipo i cadetti di modena, che se escono "a cultura incompleta" hanno la carriera plafonata.
 
belpietro ha scritto:
la scuola serve per insegnare, i voti servono per verificare se uno ha imparato.

se non ha imparato abbastanza (indipendentemente da quale ne sia il motivo) e si pensa che rifacendo l'anno imparerà, è cosa buona bocciare.
se invece uno semplicemente certe "competenze" non le raggiunge e non le raggiungerà mai, trovo meglio il sistema dei "debiti formativi" con cui uno prosegue il suo percorso di formazione che concluderà con una incompletezza.

personalmente, preferirei raggiungere la formazione completa un anno dopo, piuttosto che trascinarmi per tutta la vita professionale una inadeguatezza che abbia a che fare con la formazione scolastica e non sia recuperabile.
tipo i cadetti di modena, che se escono "a cultura incompleta" hanno la carriera plafonata.
tra l'altro se uno arriva semi analfabeta alle superiori, non lo farà recuperare più nessuno, visto l'enorme divario tra la sua preparazione e quella degli altri.
si troverà a vagare per gli istituti superiori per anni, con tante bocciature e due finali possibili.
il ritiro da semi anlfabeta o il diploma privato in una scuola di recupero anni..... :rolleyes:

comunque rimarrà semi-analfabeta a vita.
 
belpietro ha scritto:
NEWsuper5 ha scritto:
alle medie arriva gente che sa a malapena leggere

se ti vuoi consolare, c'è chi arriva all'esame di avvocato sapendo a malapena scrivere
che amarezza. :(
sono quelle persone che faranno carriera solo col nome che portano (famoso).
altrimenti non faranno mai nulla.
 
NEWsuper5 ha scritto:
belpietro ha scritto:
NEWsuper5 ha scritto:
alle medie arriva gente che sa a malapena leggere
se ti vuoi consolare, c'è chi arriva all'esame di avvocato sapendo a malapena scrivere
che amarezza. :(
sono quelle persone che faranno carriera solo col nome che portano (famoso).
altrimenti non faranno mai nulla.

chi non sa almeno scrivere, di solito non arriva da nessuna parte (e nemmeno supera l'esame)
 
Back
Alto