renatom
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Ieri mia moglie, insegnante di inglese, è tornata dopo una settimana in unascuola svedese.
Dai racconti, a parte tutte le solite osservazioni sulla incredibile disponibilità di risprse, confort all'interno della scuola e senso civico degli studenti, volevo avviare una discussione su una differenza in particolare:
- in Svezia, così come in molti altri paesi europei, non si boccia nessuno, se non per il numero di assenze.
tutti, alla fine del ciclo, prendono il diploma in cui sono semplicemente certificate le competenze acquisite che possono essere più o meno elevate.
Da noi, invece, negli ultimi anni, si è fatta una bandiera del ritorno alla severità e alle bocciature, come sinonimo di qualità.
Personalmente, pur facendo l'insegnante, non riesco a darmi una risposta definitiva.
Da una parte, se un ragazzo ha un atteggiamento refrattario al dialogo educativo, mi sembra inevitabile che ripeta l'anno, dall'altro non si può non dire che la bocciatura è un insuccesso del sistema educativo.
Voi che ne pensate?
Dai racconti, a parte tutte le solite osservazioni sulla incredibile disponibilità di risprse, confort all'interno della scuola e senso civico degli studenti, volevo avviare una discussione su una differenza in particolare:
- in Svezia, così come in molti altri paesi europei, non si boccia nessuno, se non per il numero di assenze.
tutti, alla fine del ciclo, prendono il diploma in cui sono semplicemente certificate le competenze acquisite che possono essere più o meno elevate.
Da noi, invece, negli ultimi anni, si è fatta una bandiera del ritorno alla severità e alle bocciature, come sinonimo di qualità.
Personalmente, pur facendo l'insegnante, non riesco a darmi una risposta definitiva.
Da una parte, se un ragazzo ha un atteggiamento refrattario al dialogo educativo, mi sembra inevitabile che ripeta l'anno, dall'altro non si può non dire che la bocciatura è un insuccesso del sistema educativo.
Voi che ne pensate?