<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> ....ritorno di fiamma GPL..... | Il Forum di Quattroruote

....ritorno di fiamma GPL.....

Dapo tutti i tentativi andati a vuoto per mettere a posto il mio ritorno di fiamma ( che non è quello in amore), un segnale positivo è arrivato all'utimo "assalto" di 5 giorni fa.
Sono 4 giorni che il "cancro" (dopo quattro mesi di tribolazini), sembra sconfitto o dormiente.
All'inizio un ragazzo mi disse: il ritorno di fiamma è UN DIFETTO DI COMBUSTIONE (magra) CHE SI MANIFESTA SOTTO SFORZO A BASSI REGIMI.
Da quì è stato fatto un lungo giro inutile sul circuito elettrico ed elettronico, senza alcun risultato e alla fine il cerchio si è chiuso quando qualcun'altro mi ha detto: L' AUTO è UN PO SPOMPATA, LA PRESSIONE NEI CILINDRI è CALATA DA 11 A 8 ATMOSFERE, IN QUESTE CONDIZIONI NON TUTTI I CILINDRI SONO ALIMENTATI ALLO STESSO MODO, PER CUI DOBBIAMO ACCORCIARE IL TRATTO DELL' INGRESSO DEL GAS VERSO IL COLLETTORE DI ASPIRAZINE IL PIU' POSSIBILE, CIOE' SETTE CENTIMETRI.

Ad essere sincero non sono riuscito a fare i collegamenti di queste indicazioni, penso molto tecniche, sul perchè più che sul come.
Credo che l' unica persona che ci può dare delucidazioni attendibili sia su questo forum. .......a lei la parola signor MEIPSO. ;) :lol: :)
 
Esimio Dott. Prof., con questo post mi getti letteralmente dentro una vera e propria ?arena?, tanto sono ampi ed articolati gli aspetti che vengono tirati in ballo.
Cercherò di essere schematico e conciso, ma non è per niente facile, men che meno nel caso di specie.
Dunque: ci stiamo evidentemente riferendo al motore a benzina della tua Hyundai Accent che, se non erro, ha poco più di 160mila km. La memoria cade in difetto sull?aspetto della cilindrata: 1.3 o 1.5 litri?....
A prescindere dalla cubatura, 160mila km sono sicuramente pochi per poter ragionevolmente ritenere che la diminuzione della pressione ottenibile in camera di scoppio sia dovuta ad una usura dei segmenti di ritenuta, comunemente chiamati ?fasce elastiche?.
Soffermiamoci un attimo sulla metodologia applicata per la valutazione del parametro considerato: si toglie una candela, si pone un apposito strumento sull?imbocco dell?impanatura della medesima e si mette in rotazione il motore; un manometro indicherà la pressione durante il ciclo di rotazione, attestandone il picco ovviamente durante la fase di compressione, ovvero la fase in cui le valvole sono chiuse.
Va da sé che durante le altre fasi del ciclo, i valori di pressione saranno diversi ed inferiori: durante la fase di scarico, saranno prossimi allo zero, dal momento che le valvole di scarico sono aperte; analogamente, pure durante la fase di aspirazione i valori saranno comunque bassissimi, poiché ci sono ancora valvole aperte, questa volta quelle di aspirazione. Se fossero chiuse, il valore di pressione sarebbe, in questo caso, addirittura negativo; ciò accade nella fase di espansione, ovvero quella immediatamente successiva allo scoppio, durante la quale sia le valvole di aspirazione che quelle di scarico sono chiuse. Tutto quanto sopra, vale, come è ovvio, durante il trascinamento del pistone all?interno del cilindro in condizioni di assenza di accensione, ovvero senza la candela, così come di fatto vengono condotte queste prove.
La diminuzione del valore di pressione massima ritenuto consono per un determinato motore (e quindi un determinato rapporto di compressione, caratteristica geometrica di un motore) dipende pertanto essenzialmente da due fattori: la tenuta delle fasce, così come già sopra evidenziato, e la tenuta delle valvole, sia di aspirazione che di scarico. Il valore di riferimento, ovvero, come accennato nella risposta che ti è stata fornita dall?artigiano, ovvero 11 bar, deriva dal fatto che il rapporto di compressione in un normale motore ciclo Otto è di circa 10:1, ovvero che il volume disponibile nel cilindro e nella camera di scoppio quando il pistone è al punto morto inferiore (cioè più in basso possibile) è 10 volte più grande di quello della camera di scoppio. Il valore dovrebbe quindi attestarsi, a valle di ovvie considerazioni di carattere pneumatico (pressione e volume sono inversamente proporzionali se si considera trascurabile la variazione di temperatura ? legge di Boyle) intorno ai 10 bar, assumendo che la pressione all?interno dei cilindri all?inizio della fase di compressione sia di un bar; ma è più probabile che sia un po? meno, per le inevitabili perdite volumetriche di pompaggio, pur piccole a regimi tipici dell?innesco dell?avviamento (la prova viene fatta facendo ruotare il motore nell?ambito di una usuale manovra di accensione) - e quindi il valore finale dovrebbe attestarsi un poco più in basso, ovvero circa 9-10 bar.
La perdita di compressione è dunque meno marcata di quella che si evince dal rapporto tra i due valori evidenziati, cioè 11 ed 8; è più consono dire, al più, tra circa 9 - 10 ed 8.
In ogni caso, fatta salva l?attendibilità delle modalità di esecuzione della prova e la precisione dello strumento, la diminuzione della compressione sussiste.
Ricollegandomi a quanto già più sopra esposto, ovvero alla difficilmente presupponibile usura dei segmenti, rimane da ipotizzare un difetto di tenuta delle valvole.
Questo fatto si ripercuote, come è evidente, anche sulle caratteristiche di aspirazione del gruppo termico: così come si ottiene una pressione inferiore in compressione, sarà altrettanto plausibile ottenere una minore depressione in espansione, con minore capacità dello stantuffo di ?tirar dentro? il comburente in quantità idonea e, non di meno, con una velocità tale da garantire l?effetto di turbolenza necessario al corretto riempimento del volume del cilindro e delle camere di accensione; infatti, non può essere trascurato il fatto che, ad un determinato regime, il tempo di durata della fase di aspirazione (come, del resto, anche delle altre) è fisso. Quindi, se entra più aria, a parità di sezione di passaggio, significa che la medesima ha velocità maggiore mentre se ne entra meno essa ha velocità minore. Ok?
Se il motore si trova in una condizione di diminuita tenuta di compressione, sia che il fatto dipenda dalla tenuta delle valvole che dalla tenuta dei segmenti, esso produrrà quindi minore compressione e contestualmente minore depressione; quest?ultimo aspetto si traduce in minore capacità di aspirare e quindi di vincere le inevitabili perdite di carico fluidodinamiche che si istaurano lungo il condotto di aspirazione. Tali perdite di carico sono dipendenti da molteplici fattori tra i quali si possono annoverare il rapporto tra lunghezza e sezione di passaggio, la velocità del gas in transito e la levigatezza superficiale. Di norma, scorciando i condotti si attenuano queste perdite ma non sempre si migliora la turbolenza del gas comburente, fattore fondamentale per l?ottimizzazione del riempimento delle camere di scoppio; tant?è che per migliorare il funzionamento ? e quindi il riempimento ? delle suddette camere a basso regime si ricorre a collettori di maggiore lunghezza, mentre per ottimizzare la resa agli alti regimi si ricorre a collettori di lunghezza inferiore. Da qui la sempre maggiormente diffusa adozione dei collettori di aspirazione a lunghezza variabile di cui si sente sovente parlare.
Ritengo che, in realtà, l?espediente da te citato si volga all?ottenimento di una maggiore depressione lungo il condotto di aspirazione in modo che nel punto in cui è montato il diffusore del gas ? sovente a monte del tratto in cui è implementato il corpo farfallato - si abbia il valore corretto e tale da provocare il travaso di carburante necessario. Nota che il medesimo risultato, senza variare la depressione, può essere ottenuto diminuendo la ritenzione sul medesimo attuata dai dispositivi di diffusione dell?impianto, ovvero diffusore e polmone; cioè, in sostanza, variando la carburazione ed arricchendola.
Questa, a mio avviso, una auspicabile spiegazione degli intenti su cui si basa l?iniziativa in questione. Ma, come è ovvio, sarebbe quantomeno opportuno intervenire sulle motivazioni della diminuzione della compressione, quale che sia, piuttosto che modificare le modalità di apporto del carburante in modo che questo sia in linea con una situazione di degrado meccanico. E?, quindi, a tutti gli effetti una ?patch?, non un rimedio vero e proprio, ammesso e non concesso che funzioni.
Resto, pertanto, comunque assai perplesso sull?efficacia dell?espediente ai fini di scongiurare il ritorno di fiamma di tipo non ?cupideo? e, se anche fosse, esso sarebbe solo un modo per compensare una situazione che si è istaurata a monte, reale causa delle problematiche evidenziate, e che necessita di specifici interventi per la risoluzione.
 
meipso ha scritto:
Esimio Dott. Prof., con questo post mi getti letteralmente dentro una vera e propria ?arena?, tanto sono ampi ed articolati gli aspetti che vengono tirati in ballo.
Cercherò di essere schematico e conciso, ma non è per niente facile, men che meno nel caso di specie.
Dunque: ci stiamo evidentemente riferendo al motore a benzina della tua Hyundai Accent che, se non erro, ha poco più di 160mila km. La memoria cade in difetto sull?aspetto della cilindrata: 1.3 o 1.5 litri?....
A prescindere dalla cubatura, 160mila km sono sicuramente pochi per poter ragionevolmente ritenere che la diminuzione della pressione ottenibile in camera di scoppio sia dovuta ad una usura dei segmenti di ritenuta, comunemente chiamati ?fasce elastiche?.
Soffermiamoci un attimo sulla metodologia applicata per la valutazione del parametro considerato: si toglie una candela, si pone un apposito strumento sull?imbocco dell?impanatura della medesima e si mette in rotazione il motore; un manometro indicherà la pressione durante il ciclo di rotazione, attestandone il picco ovviamente durante la fase di compressione, ovvero la fase in cui le valvole sono chiuse.
Va da sé che durante le altre fasi del ciclo, i valori di pressione saranno diversi ed inferiori: durante la fase di scarico, saranno prossimi allo zero, dal momento che le valvole di scarico sono aperte; analogamente, pure durante la fase di aspirazione i valori saranno comunque bassissimi, poiché ci sono ancora valvole aperte, questa volta quelle di aspirazione. Se fossero chiuse, il valore di pressione sarebbe, in questo caso, addirittura negativo; ciò accade nella fase di espansione, ovvero quella immediatamente successiva allo scoppio, durante la quale sia le valvole di aspirazione che quelle di scarico sono chiuse. Tutto quanto sopra, vale, come è ovvio, durante il trascinamento del pistone all?interno del cilindro in condizioni di assenza di accensione, ovvero senza la candela, così come di fatto vengono condotte queste prove.
La diminuzione del valore di pressione massima ritenuto consono per un determinato motore (e quindi un determinato rapporto di compressione, caratteristica geometrica di un motore) dipende pertanto essenzialmente da due fattori: la tenuta delle fasce, così come già sopra evidenziato, e la tenuta delle valvole, sia di aspirazione che di scarico. Il valore di riferimento, ovvero, come accennato nella risposta che ti è stata fornita dall?artigiano, ovvero 11 bar, deriva dal fatto che il rapporto di compressione in un normale motore ciclo Otto è di circa 10:1, ovvero che il volume disponibile nel cilindro e nella camera di scoppio quando il pistone è al punto morto inferiore (cioè più in basso possibile) è 10 volte più grande di quello della camera di scoppio. Il valore dovrebbe quindi attestarsi, a valle di ovvie considerazioni di carattere pneumatico (pressione e volume sono inversamente proporzionali se si considera trascurabile la variazione di temperatura ? legge di Boyle) intorno ai 10 bar, assumendo che la pressione all?interno dei cilindri all?inizio della fase di compressione sia di un bar; ma è più probabile che sia un po? meno, per le inevitabili perdite volumetriche di pompaggio, pur piccole a regimi tipici dell?innesco dell?avviamento (la prova viene fatta facendo ruotare il motore nell?ambito di una usuale manovra di accensione) - e quindi il valore finale dovrebbe attestarsi un poco più in basso, ovvero circa 9-10 bar.
La perdita di compressione è dunque meno marcata di quella che si evince dal rapporto tra i due valori evidenziati, cioè 11 ed 8; è più consono dire, al più, tra circa 9 - 10 ed 8.
In ogni caso, fatta salva l?attendibilità delle modalità di esecuzione della prova e la precisione dello strumento, la diminuzione della compressione sussiste.
Ricollegandomi a quanto già più sopra esposto, ovvero alla difficilmente presupponibile usura dei segmenti, rimane da ipotizzare un difetto di tenuta delle valvole.
Questo fatto si ripercuote, come è evidente, anche sulle caratteristiche di aspirazione del gruppo termico: così come si ottiene una pressione inferiore in compressione, sarà altrettanto plausibile ottenere una minore depressione in espansione, con minore capacità dello stantuffo di ?tirar dentro? il comburente in quantità idonea e, non di meno, con una velocità tale da garantire l?effetto di turbolenza necessario al corretto riempimento del volume del cilindro e delle camere di accensione; infatti, non può essere trascurato il fatto che, ad un determinato regime, il tempo di durata della fase di aspirazione (come, del resto, anche delle altre) è fisso. Quindi, se entra più aria, a parità di sezione di passaggio, significa che la medesima ha velocità maggiore mentre se ne entra meno essa ha velocità minore. Ok?
Se il motore si trova in una condizione di diminuita tenuta di compressione, sia che il fatto dipenda dalla tenuta delle valvole che dalla tenuta dei segmenti, esso produrrà quindi minore compressione e contestualmente minore depressione; quest?ultimo aspetto si traduce in minore capacità di aspirare e quindi di vincere le inevitabili perdite di carico fluidodinamiche che si istaurano lungo il condotto di aspirazione. Tali perdite di carico sono dipendenti da molteplici fattori tra i quali si possono annoverare il rapporto tra lunghezza e sezione di passaggio, la velocità del gas in transito e la levigatezza superficiale. Di norma, scorciando i condotti si attenuano queste perdite ma non sempre si migliora la turbolenza del gas comburente, fattore fondamentale per l?ottimizzazione del riempimento delle camere di scoppio; tant?è che per migliorare il funzionamento ? e quindi il riempimento ? delle suddette camere a basso regime si ricorre a collettori di maggiore lunghezza, mentre per ottimizzare la resa agli alti regimi si ricorre a collettori di lunghezza inferiore. Da qui la sempre maggiormente diffusa adozione dei collettori di aspirazione a lunghezza variabile di cui si sente sovente parlare.
Ritengo che, in realtà, l?espediente da te citato si volga all?ottenimento di una maggiore depressione lungo il condotto di aspirazione in modo che nel punto in cui è montato il diffusore del gas ? sovente a monte del tratto in cui è implementato il corpo farfallato - si abbia il valore corretto e tale da provocare il travaso di carburante necessario. Nota che il medesimo risultato, senza variare la depressione, può essere ottenuto diminuendo la ritenzione sul medesimo attuata dai dispositivi di diffusione dell?impianto, ovvero diffusore e polmone; cioè, in sostanza, variando la carburazione ed arricchendola.
Questa, a mio avviso, una auspicabile spiegazione degli intenti su cui si basa l?iniziativa in questione. Ma, come è ovvio, sarebbe quantomeno opportuno intervenire sulle motivazioni della diminuzione della compressione, quale che sia, piuttosto che modificare le modalità di apporto del carburante in modo che questo sia in linea con una situazione di degrado meccanico. E?, quindi, a tutti gli effetti una ?patch?, non un rimedio vero e proprio, ammesso e non concesso che funzioni.
Resto, pertanto, comunque assai perplesso sull?efficacia dell?espediente ai fini di scongiurare il ritorno di fiamma di tipo non ?cupideo? e, se anche fosse, esso sarebbe solo un modo per compensare una situazione che si è istaurata a monte, reale causa delle problematiche evidenziate, e che necessita di specifici interventi per la risoluzione.

Buongiorno ing. posso dirti una cosa? Dico sul serio, se non lo fai già....perchè invece di perdere il tuo prezioso tempo qua con noi, non vedi di farti ingaggiare di qualche rivista motoristica? A mio avviso, oltre che per gli indiscutibili contenuti, possiedi anche un bellissimo modo di esporre gli argomenti e, sono sicuro che per riuscirci così bene e in gran quantità, scrivi anche di getto. Parola di professore ;) Almeno porti a casa un po di soldini e forse anche qualche soddisfazione in più. Spero non ti arrabbi per la mia "proposta indecente". Grazie e ASTA LUEGO! :thumbup:
 
perseoperseo ha scritto:
meipso ha scritto:
Esimio Dott. Prof., con questo post mi getti letteralmente dentro una vera e propria ?arena?, tanto sono ampi ed articolati gli aspetti che vengono tirati in ballo.
Cercherò di essere schematico e conciso, ma non è per niente facile, men che meno nel caso di specie.
Dunque: ci stiamo evidentemente riferendo al motore a benzina della tua Hyundai Accent che, se non erro, ha poco più di 160mila km. La memoria cade in difetto sull?aspetto della cilindrata: 1.3 o 1.5 litri?....
A prescindere dalla cubatura, 160mila km sono sicuramente pochi per poter ragionevolmente ritenere che la diminuzione della pressione ottenibile in camera di scoppio sia dovuta ad una usura dei segmenti di ritenuta, comunemente chiamati ?fasce elastiche?.
Soffermiamoci un attimo sulla metodologia applicata per la valutazione del parametro considerato: si toglie una candela, si pone un apposito strumento sull?imbocco dell?impanatura della medesima e si mette in rotazione il motore; un manometro indicherà la pressione durante il ciclo di rotazione, attestandone il picco ovviamente durante la fase di compressione, ovvero la fase in cui le valvole sono chiuse.
Va da sé che durante le altre fasi del ciclo, i valori di pressione saranno diversi ed inferiori: durante la fase di scarico, saranno prossimi allo zero, dal momento che le valvole di scarico sono aperte; analogamente, pure durante la fase di aspirazione i valori saranno comunque bassissimi, poiché ci sono ancora valvole aperte, questa volta quelle di aspirazione. Se fossero chiuse, il valore di pressione sarebbe, in questo caso, addirittura negativo; ciò accade nella fase di espansione, ovvero quella immediatamente successiva allo scoppio, durante la quale sia le valvole di aspirazione che quelle di scarico sono chiuse. Tutto quanto sopra, vale, come è ovvio, durante il trascinamento del pistone all?interno del cilindro in condizioni di assenza di accensione, ovvero senza la candela, così come di fatto vengono condotte queste prove.
La diminuzione del valore di pressione massima ritenuto consono per un determinato motore (e quindi un determinato rapporto di compressione, caratteristica geometrica di un motore) dipende pertanto essenzialmente da due fattori: la tenuta delle fasce, così come già sopra evidenziato, e la tenuta delle valvole, sia di aspirazione che di scarico. Il valore di riferimento, ovvero, come accennato nella risposta che ti è stata fornita dall?artigiano, ovvero 11 bar, deriva dal fatto che il rapporto di compressione in un normale motore ciclo Otto è di circa 10:1, ovvero che il volume disponibile nel cilindro e nella camera di scoppio quando il pistone è al punto morto inferiore (cioè più in basso possibile) è 10 volte più grande di quello della camera di scoppio. Il valore dovrebbe quindi attestarsi, a valle di ovvie considerazioni di carattere pneumatico (pressione e volume sono inversamente proporzionali se si considera trascurabile la variazione di temperatura ? legge di Boyle) intorno ai 10 bar, assumendo che la pressione all?interno dei cilindri all?inizio della fase di compressione sia di un bar; ma è più probabile che sia un po? meno, per le inevitabili perdite volumetriche di pompaggio, pur piccole a regimi tipici dell?innesco dell?avviamento (la prova viene fatta facendo ruotare il motore nell?ambito di una usuale manovra di accensione) - e quindi il valore finale dovrebbe attestarsi un poco più in basso, ovvero circa 9-10 bar.
La perdita di compressione è dunque meno marcata di quella che si evince dal rapporto tra i due valori evidenziati, cioè 11 ed 8; è più consono dire, al più, tra circa 9 - 10 ed 8.
In ogni caso, fatta salva l?attendibilità delle modalità di esecuzione della prova e la precisione dello strumento, la diminuzione della compressione sussiste.
Ricollegandomi a quanto già più sopra esposto, ovvero alla difficilmente presupponibile usura dei segmenti, rimane da ipotizzare un difetto di tenuta delle valvole.
Questo fatto si ripercuote, come è evidente, anche sulle caratteristiche di aspirazione del gruppo termico: così come si ottiene una pressione inferiore in compressione, sarà altrettanto plausibile ottenere una minore depressione in espansione, con minore capacità dello stantuffo di ?tirar dentro? il comburente in quantità idonea e, non di meno, con una velocità tale da garantire l?effetto di turbolenza necessario al corretto riempimento del volume del cilindro e delle camere di accensione; infatti, non può essere trascurato il fatto che, ad un determinato regime, il tempo di durata della fase di aspirazione (come, del resto, anche delle altre) è fisso. Quindi, se entra più aria, a parità di sezione di passaggio, significa che la medesima ha velocità maggiore mentre se ne entra meno essa ha velocità minore. Ok?
Se il motore si trova in una condizione di diminuita tenuta di compressione, sia che il fatto dipenda dalla tenuta delle valvole che dalla tenuta dei segmenti, esso produrrà quindi minore compressione e contestualmente minore depressione; quest?ultimo aspetto si traduce in minore capacità di aspirare e quindi di vincere le inevitabili perdite di carico fluidodinamiche che si istaurano lungo il condotto di aspirazione. Tali perdite di carico sono dipendenti da molteplici fattori tra i quali si possono annoverare il rapporto tra lunghezza e sezione di passaggio, la velocità del gas in transito e la levigatezza superficiale. Di norma, scorciando i condotti si attenuano queste perdite ma non sempre si migliora la turbolenza del gas comburente, fattore fondamentale per l?ottimizzazione del riempimento delle camere di scoppio; tant?è che per migliorare il funzionamento ? e quindi il riempimento ? delle suddette camere a basso regime si ricorre a collettori di maggiore lunghezza, mentre per ottimizzare la resa agli alti regimi si ricorre a collettori di lunghezza inferiore. Da qui la sempre maggiormente diffusa adozione dei collettori di aspirazione a lunghezza variabile di cui si sente sovente parlare.
Ritengo che, in realtà, l?espediente da te citato si volga all?ottenimento di una maggiore depressione lungo il condotto di aspirazione in modo che nel punto in cui è montato il diffusore del gas ? sovente a monte del tratto in cui è implementato il corpo farfallato - si abbia il valore corretto e tale da provocare il travaso di carburante necessario. Nota che il medesimo risultato, senza variare la depressione, può essere ottenuto diminuendo la ritenzione sul medesimo attuata dai dispositivi di diffusione dell?impianto, ovvero diffusore e polmone; cioè, in sostanza, variando la carburazione ed arricchendola.
Questa, a mio avviso, una auspicabile spiegazione degli intenti su cui si basa l?iniziativa in questione. Ma, come è ovvio, sarebbe quantomeno opportuno intervenire sulle motivazioni della diminuzione della compressione, quale che sia, piuttosto che modificare le modalità di apporto del carburante in modo che questo sia in linea con una situazione di degrado meccanico. E?, quindi, a tutti gli effetti una ?patch?, non un rimedio vero e proprio, ammesso e non concesso che funzioni.
Resto, pertanto, comunque assai perplesso sull?efficacia dell?espediente ai fini di scongiurare il ritorno di fiamma di tipo non ?cupideo? e, se anche fosse, esso sarebbe solo un modo per compensare una situazione che si è istaurata a monte, reale causa delle problematiche evidenziate, e che necessita di specifici interventi per la risoluzione.

Buongiorno ing. posso dirti una cosa? Dico sul serio, se non lo fai già....perchè invece di perdere il tuo prezioso tempo qua con noi, non vedi di farti ingaggiare di qualche rivista motoristica? A mio avviso, oltre che per gli indiscutibili contenuti, possiedi anche un bellissimo modo di esporre gli argomenti e, sono sicuro che per riuscirci così bene e in gran quantità, scrivi anche di getto. Parola di professore ;) Almeno porti a casa un po di soldini e forse anche qualche soddisfazione in più. Spero non ti arrabbi per la mia "proposta indecente". Grazie e ASTA LUEGO! :thumbup:
Nooo...così non avrebbe più tempo per noi e rischieremmo di perdere il piacere di leggere le sue recensioni...non sia mai........ ;)
Anche se sono sicuro che sotto lo pseudonimo si cela il professionista... :D
Ciao Meipso, (ing.meccanico - giornalista ?) :thumbup:
 
perseoperseo ha scritto:
Buongiorno ing. posso dirti una cosa? Dico sul serio, se non lo fai già....perchè invece di perdere il tuo prezioso tempo qua con noi, non vedi di farti ingaggiare di qualche rivista motoristica? A mio avviso, oltre che per gli indiscutibili contenuti, possiedi anche un bellissimo modo di esporre gli argomenti e, sono sicuro che per riuscirci così bene e in gran quantità, scrivi anche di getto. Parola di professore ;) Almeno porti a casa un po di soldini e forse anche qualche soddisfazione in più. Spero non ti arrabbi per la mia "proposta indecente". Grazie e ASTA LUEGO! :thumbup:

Salve, esimio Dott. Prof.
Occorre che evidenzi una cosa, innanzitutto: quello che impiego qua sopra, per me non è tempo perso. Tutt'altro.
Altro non è, in fondo, che la "riedizione", fatta per scritto e via Web, di una azione che compio quotidianamente, perlopiù in forma verbale, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Forse mi illudo solamente, ma ritengo, al di là di tutto, che serva a qualcosa.
Farmi ingaggiare da qualcuno?.... mmmhh..... già lo vedo dove attualmente lavoro; non puoi mai dire quello che pensi. Forse, il bello di Internet, almeno per ora, è proprio questo. Se lavorassi per qualche rivista di settore, dovrei dire quello che vogliono loro, non quello che voglio io. E se il "prezzo" da pagare è quello di farlo gratis, ben venga, perdio!!...
Ho, poi, una cognizione del tutto personale in merito al caso di specie ed è sostanzialmente quella che segue: se vuoi davvero fare bene una cosa, o almeno protendere verso lo scopo di farla meglio che sia possibile, non la devi fare per compenso; la devi fare solo ed esclusivamente per passione. Non c'è altro modo, te lo garantisco.
Per albelilly e per tutti: non sono ingegnere, né meccanico, né di altra disciplina. E, men che meno, sono giornalista, figuriamoci!!! e questo non mi crea assolutamente, ma proprio del tutto, alcun complesso di inferiorità, anzi!!!.....
il mio lavoro quotidiano resta circoscritto in ambiti estremamente più ridotti, minima soddisfazione, sia personale che economica, aspetti che cerco di trovare altrove, dove più mi aggrada e dove, soprattutto, ritengo di poter dare un contributo positivo.
Vi porgo un saluto, accompagnandolo con un'esortazione che non è la prima volta che faccio: mi compiaccio quando qualcuno apprezza la forma scritta con cui tento di spiegare le cose che mi vengono richieste; sono immerso quotidianamente in ambiti in cui girano un sacco di titoli accademici che sono poco più che carta straccia, stanti le raccapriccianti risultanze che se ne evincono, anche e non solo a valle di questo specifico aspetto; ma quello che vorrei e per il quale sono qui ad esortarvi è di fare vostro il contenuto e darne una risultanza pratica, utile, nel contesto che di volta in volta si attua. E' quella, qualora ve ne siano i presupposti, la vera soddisfazione.
Vi ringrazio e ricambio a tutto tondo e senza riserva la vostra stima.
 
meipso ha scritto:
perseoperseo ha scritto:
Buongiorno ing. posso dirti una cosa? Dico sul serio, se non lo fai già....perchè invece di perdere il tuo prezioso tempo qua con noi, non vedi di farti ingaggiare di qualche rivista motoristica? A mio avviso, oltre che per gli indiscutibili contenuti, possiedi anche un bellissimo modo di esporre gli argomenti e, sono sicuro che per riuscirci così bene e in gran quantità, scrivi anche di getto. Parola di professore ;) Almeno porti a casa un po di soldini e forse anche qualche soddisfazione in più. Spero non ti arrabbi per la mia "proposta indecente". Grazie e ASTA LUEGO! :thumbup:

Salve, esimio Dott. Prof.
Occorre che evidenzi una cosa, innanzitutto: quello che impiego qua sopra, per me non è tempo perso. Tutt'altro.
Altro non è, in fondo, che la "riedizione", fatta per scritto e via Web, di una azione che compio quotidianamente, perlopiù in forma verbale, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Forse mi illudo solamente, ma ritengo, al di là di tutto, che serva a qualcosa.
Farmi ingaggiare da qualcuno?.... mmmhh..... già lo vedo dove attualmente lavoro; non puoi mai dire quello che pensi. Forse, il bello di Internet, almeno per ora, è proprio questo. Se lavorassi per qualche rivista di settore, dovrei dire quello che vogliono loro, non quello che voglio io. E se il "prezzo" da pagare è quello di farlo gratis, ben venga, perdio!!...
Ho, poi, una cognizione del tutto personale in merito al caso di specie ed è sostanzialmente quella che segue: se vuoi davvero fare bene una cosa, o almeno protendere verso lo scopo di farla meglio che sia possibile, non la devi fare per compenso; la devi fare solo ed esclusivamente per passione. Non c'è altro modo, te lo garantisco.
Per albelilly e per tutti: non sono ingegnere, né meccanico, né di altra disciplina. E, men che meno, sono giornalista, figuriamoci!!! e questo non mi crea assolutamente, ma proprio del tutto, alcun complesso di inferiorità, anzi!!!.....
il mio lavoro quotidiano resta circoscritto in ambiti estremamente più ridotti, minima soddisfazione, sia personale che economica, aspetti che cerco di trovare altrove, dove più mi aggrada e dove, soprattutto, ritengo di poter dare un contributo positivo.
Vi porgo un saluto, accompagnandolo con un'esortazione che non è la prima volta che faccio: mi compiaccio quando qualcuno apprezza la forma scritta con cui tento di spiegare le cose che mi vengono richieste; sono immerso quotidianamente in ambiti in cui girano un sacco di titoli accademici che sono poco più che carta straccia, stanti le raccapriccianti risultanze che se ne evincono, anche e non solo a valle di questo specifico aspetto; ma quello che vorrei e per il quale sono qui ad esortarvi è di fare vostro il contenuto e darne una risultanza pratica, utile, nel contesto che di volta in volta si attua. E' quella, qualora ve ne siano i presupposti, la vera soddisfazione.
Vi ringrazio e ricambio a tutto tondo e senza riserva la vostra stima.

Anche questo è lampante caso di volontariato...ce ne fossero di Persone così !
Grazie Meipso, sei davvero un punto di riferimento ed esempio di vita.
Una virtuale calorosa stretta di mano ed una pacca sulla spalla.
Con massima stima e amicizia.
Alberto

Perdona l'O.T. ma quando ci vuole...ci vuole
 

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