...se non spendi, io non vendo...
Il fatto è che la nostra cosiddetta economia ormai da molti anni ha smesso di essere basata sul consumo e sull'acquisto e si è fondata invece sullo spreco e sul debito, ovvero sull'acquisto di cose inutili e finto, fittizio, nel quale si "compra" anche se non si sono ancora guadagnati i soldi necessari.
Inoltre, sempre più spesso, le merci vengono vendute a prezzi vergognosamente superiori a quanto sarebbe giusto ed accettabile, cioè: costi industriali (prezzo di fabbrica,
già comprensivo di materiali, energia e stipendi di tutti lavoratori coinvolti) + ragionevole maggiorazione.
Personalmente non mi va assolutamente di spendere 10euro per una cosa che esce di fabbrica a 2, per la stessa ragione per cui non mi va di bruciare una banconota da 10 euro, pur potendomelo permettere. Se questo fa di me un nemico dell'economia e un promotore della recessione, pazienza.
Ci siamo allegramente abituati a una economica basata sugli sprechi e sui bluff? Bene, però ci dovremo abituare anche alle ovvie conseguenze. Esattamente come chi si è preso una bella sbornia deve, gli piaccia o meno, rassegnarsi al mal di testa. Se poi non vede l'ora di ubriacarsi di nuovo, liberissimo di farlo, a patto che non si stupisca e tanto meno si lamenti quando il mal di testa tornerà, magari accompagnato da altri danni alla salute.
Per quanto riguarda il discorso
turismo, a mio avviso la
"miniera d'oro" in parecchie zone del paese è stata parecchio
smantellata, a meno che non si pensi che i turisti siano disposti a spendere quattrini per visitare zone industriali, capannoni e altri ammirevoli frutti dell'edilizia nostrana. Moltissimi dei
panorami che si vedono in rete, in tv e nelle cartoline sono destinati a
deludere il turista una volta visti dal
vero, perché basta ruotare la testa un pochino rispetto alle inquadrature pubblicizzate per vedere una realtà di tutt'altro genere.
A ciò si aggiunge il fatto che molti operatori del settore, specie nei luoghi più famosi, considerano il turista con la stessa mentalità con cui ad esempio i cittadini delle città universitarie considerano gli studenti, ovvero come qualcosa di
automatico, che mai verrà a mancare, addirittura come una fonte di fastidio. Salvo poi spennarli regolarmente (
ben gli sta!...) e incassare senza alcun disagio la derivante valanga di quattrini, in mancanza della quale sarebbero seduti al suolo.